littlewood ha scritto:zampaflex ha scritto:Wineduck ha scritto:Alcuni di coloro che hai citato espiantano regolarmente la vigna quando arriva a circa 20-22 anni, te lo garantisco al limone. Non c'è una regola assoluta sul periodo di vita utile e neppure un'imposizione: semplicemente il sangiovese non produce più grappoli. Con il passare del tempo i grappoli diventano più piccoli e più spargoli fino ad esaurirsi. Altrimenti non lo farebbero, credimi Sono dei costi enormi, l'espianto, la rotazione a seminativo ed il realtvo reimpianto (solo quello costa dai 7 ai 12 mila euro ad ettaro: MANUZ lo può testimoniare perchè di mestiere fa il fornitore di barbatelle). Ogni azienda ha un programma di rotazione periodica dei vigneti: non hanno mai il 100% delle vigne in produzione, alcune sono ferme con il seminativo e quando vengono reimpiantate altre vengono espiantate. Praticamente ogni anno c'è un appezzamento che si ferma ed uno che viene reimpiantato e così via.
E aggiungo: perché passare attraverso alcuni anni di seminativo? C'è bisogno di fare riposare i terreni, reimmettere composti azotati che il Sangiovese assorbe più di altri vitigni (ipotesi), o ripulirli da possibili contaminazioni infestanti (come il mal dell'esca che citavi)?
La seconda...e nn solo x il mal d' esca che ha una serie di concause...
Giusto per non smentire la mia propensione a rompere i cogl**ni...
Quando si reimpianta una vigna, lasciare alcuni anni a riposo il terreno è sempre una buona pratica, non solo nel Chianti, non solo col sangiovese. I terreni nel Chianti variano tantissimo, per cui è difficile fare un discorso unico, ma in linea di massima sono più poveri e con più scheletro rispetto ai terreni di molte altre aree vitivinicole italiane. Arricchirli al momento del reimpianto (con sovesci, letamazioni, o anche solo riposo) è quindi forse più indispensabile che in altre zone italiane.
Per cui @zampaflex propenderei per la prima motivazione: nutrimento e rigenerazione della sostanza organica. Il mal dell'esca centra poco col terreno: centrano invece i nematodi e le virosi ad esse associati (tipo il "fan leaf" o complesso dell'arricciamento, anche se non so quanto il sangiovese ne sia soggetto): se all'espianto si trovano nematodi nel terreno allora sì che lo devi lasciar stare per un po' di anni, magari piantando sovesci nematocidi (brassicacee varie...) e letamando bene.
Sul motivo per cui le vigne durano così poco, invece, son d'accordo con littlewood: sensibilità alle malattie del legno (esca e non solo), "aiutate" da cattive potature (cordone speronato mal fatto, con continui ritorni a zero sul cordone) e anche la tecnica d'innesto a spacco, tradizionale a Montalcino ma deleteria nell'ottica della longevità della pianta (anche se non so quanto venga ancora usata, credo poco...).
A questo aggiungiamo che pure lì sta arrivando la flavescenza...