Spendo due parole per i vini bevuti:
partiamo con le bolle di aperitivo dove c'è stato un bel confronto tra due zone completamente diverse così come gli uvaggi. Il Blanc d'argille dimostra un residuo zuccherino più alto di quello che riporta in etichetta (0gr./L per assurdo) tuttavia per nulla stucchevole e bilanciato da acidità tagliente, dove sicuramente l'annata base 2015 ha aiutato. Tuttavia rimane un vino che scivola via abbastanza velocemente e si pensava ad una bottiglia sottoperformante. discorso diverso per "le Printemps" di Paul Gosset che era partito in sordina con un naso molto chiuso e una bocca contratta ma con l'ossigenazione è venuto fuori uno champagnino veramente interessante che tirava fuori una freschezza e una balsamicità molto piacevole, la bocca bella materica e composta, precisa. Se proprio gli si vuole trovare il pelo nell'uovo paga rispetto all'altro vino una bollicina più grossolana...
1° BATTERIA
la giornata non parte benissimo con lo spanna 1967 campi raudii tappato, peccato veramente perché all'apertura il tappo non presentava nessun difetto e il vino aveva sotto una bella materia
(campi raudii 1967 si è sempre dimostrata una bellissima versione nelle bevute precedenti).
il tre torri di Traversagna 1967 invece si riconferma il vino più strano che abbia mai bevuto del Vallana, molto citrico con richiami addirittura alla buccia di limone e di non grande corpo, alle volte può venie scambiato per una barbera. Non è un vino che mi fa impazzire ma in questi contesti ci sta perché spezza un po' la "monotonia".
Ed ora veniamo alla bottiglia che più avevo paura a mettere perché dubitavo della tenuta nel tempo, sopratutto per l'annata minore e invece è stato inserito da buona parte dei partecipanti nella top 3... sto parlando della barbera 1968, un vino di incredibile vitalità già dal colore, rosso vivo e senza cedimenti poi metti il naso nel bicchiere e ogni dubbio viene subito smentito. La bocca è seta pura, fresca e con una facilità di beva che mai mi sarei aspettato. Qualcuno ha azzardato nebbiolo del nord "giovane" (una ventina d'anni)... e invece no, si trattava di una barberina di 53 anni
2° BATTERIA
Bellissimo questo confronto su tre zone diverse di produzione nella stessa annata, la mitica 1958!
partirei dal vino più strano, il Montalbano: non so cosa abbiano combinato in cantina ma quello sicuramente non era LUI (già bevuto e si tratta veramente di una bottiglia spaziale, tra le 3 migliori bevute vintage) il colore è un mattonato tendente al marrone scuro e impenetrabile. all'inizio ho temuto per un'ossidazione spinta ma poi confrontandomi con gli altri ragazzi siamo arrivati alla conclusione di un imbottigliamento cannato. Il vino in effetti ha ancora vitalità ma con quel naso caffettoso e tabaccoso e quella bocca pachidermica sicuramente non abbiamo bevuto uno spanna.
Cantina del camino 1958 ha avuto per tutta la permanenza nel bicchiere un naso non molto pulito, chi diceva cassetto, chi polvere, insomma sapeva di vecchio. la bocca decisamente meglio con ancora una buonissima freschezza e un corpo degno di questa annata.
ma poi arriva lui: il Traversagna! riduttivo dire che ha facilmente vinto la batteria. tra le migliori bevute di questo produttore e 1°/2° vino della giornata. naso precisissimo dove un frutto ancora sussurrato viene avvolto da quella parte ferrosa ma mai fastidiosa che contraddistingue questi nebbioli del nord. La bocca è da grande nebbiolo succosa, distesa, fresca con un tannino che accarezza ancora le papille gustative. Che goduria quando questi vini sono in forma
3° BATTERIA
Si può salire ancora di livello dopo i due bicchieri precedenti?
almeno una bottiglia a mio parere ce l'ha fatta, tra l'altro da un'annata assolutamente dimenticata: la 1954.
Questo campi raudii (per me vino della giornata), che per assurdo è il base e neanche un cru, ma un'assemblaggio di più zone, dimostrava almeno 10 anni in meno rispetto tutti gli altri vini assaggiati. L'olfatto è da grande versione di questa etichetta, rugginoso ma mai rustico, minerale fino al midollo ma tutt'altro che magro. In bocca è una FIGATA, integra e integrata nel senso che è un vino dove ogni cosa è al suo posto. Prospettiva infinita, potranno degustarne un bicchiere i miei trisnipoti da maggiorenni
Parte molto bene anche il Traversagna '55 con una profilo olfattivo simile a quello del 1958 precedentemente bevuto, ma più giovane e meno articolato. bocca molto integra e piacevole ma la minor mobilità al naso me lo ha fatto passare in secondo piano rispetto al fratello di tre anni più giovane.
Lo spanna 1956 (etichetta ENOTECA quindi una late release) è il vino della giornata che mi ha colpito di meno, non tanto per qualche difetto in particolare, solo un po' stanco e senza slanci.
Nonostante quello che si è letto in precedenza (ognuno ha i propri gusti), a me chiudere con un riesling tedesco per pulire la bocca prima del dolce fa sempre piacere.
lo spatlese 1989 di Egon Muller tira fuori un idrocarburo molto raffinato unito ad agrumi ancora asprigni, forse un accenno vanigliato. E' stata la bocca la parte debole di questo vino dove sicuramente ci si aspettava una maggiore profondità e allungo. Buono ma non voglio credere che sia così un grande EM maturo...
Con il dolce è stato apprezzatissimo l'abbinamento con il vite vecchia 2014 di Ca d'Gal, moscato eccezionale ma che ad oggi, per me, non vale quello che costa, sopratutto considerando che ad un terzo del prezzo si compra il sant'Ilario della stessa cantina che gli sta poco dietro. Vorrei tuttavia riprovarlo con una decina di anni in più di bottiglia per vedere come possono invecchiare questi vini.
Mi farebbe molto piacere se qualcuno vorrà integrare le mie note basilari ma che spero vi abbiano dato un assaggio virtuale di questi splendidi nettari.
Ringrazio nuovamente tutti i partecipanti per la bella compagnia e per le cose che mi insegnate ogni volta che ci si incontra