Messaggioda giodiui » 11 dic 2019 22:47
Orizzontale di tre Nebbioli di Langa, tutti e tre annata 2016: Cascina Disa, Brovia e Cascina Fontana.
Ora zero: Bottiglie prelevate da cantina a 16° circa ed aperte..
Ora 1: comincia la degustazione
I colori per cominciare: Fontana abbastanza estratto, rosso rubino brillante. Brovia molto scarico, unghia granata. Sandri rubino intenso, abbastanza impenetrabile.
Alla prima degustazione, un’ora dopo l’apertura, Fontana presenta un bouquet molto intenso, dominano i profumi di fragola e lampone in modo quasi eccessivo per un nebbiolo, l’avrei facilmente confuso con un pinot nero di Borgogna. Brovia leggermente più spostato sulla viola, più delicato, ricercato e fine. Sandri burbero e scontroso… chiuso.
Lasciamo passare un po’ di tempo, i vini evolvono velocemente. Fontana è il più strutturato, più concentrato, appena vinoso, con un tannino un po’ ruvido ma comunque pronto. Brovia molto levigato, quasi pettinato, elegante. Sandri inizialmente corto in bocca, tannino ruvido, emergono profumi terziari.
Un po’ di ping pong tra Brovia e Fontana tra chi si contende il podio del profumo più intrigante, dopo circa 30mn si stabilizzano comunque su note più tipiche del nebbiolo, con pepe nero e frutti scuri, Sandri rimane più cupo, fa pensare ai baroli di una volta ma non è chiaro se sia un complimento o una critica. Giudizio sospeso.
Dopo 45mn circa Sandri si sveglia in modo quasi improvviso, i profumi terziari passano in secondo piano, emergono sentori vivi di frutti rossi, come se il vino fosse ringiovanito tutto ad un tratto, una virata quasi incredibile che ribalta le prospettive. Ora grande profondità e persistenza, la struttura austera è un po’ domata e addolcita ma dà comunque il tono al vino, che però si impreziosisce di profumi più freschi.
Interrompo la degustazione che riprende la sera successiva, bottiglie tappate con il loro tappo, senza estrazione di aria, e messe al fresco (10-12°).
24 ore dopo.
I caratteri dei tre vini ora sono chiaramente definiti e ben differenziati.
Brovia il più elegante, con profumi di rosa, tannini perfettamente integrati, forse un po’ troppo ‘pettinato’, perde un po’ in espressività varietale. Anche il più stabile, cambia poco nel tempo.
Fontana il più estratto, molto sui frutti rossi, lampone e ciliegia. Molta estrazione e grandissima piacevolezza. In 90’ ripercorre l’evoluzione del giorno precedente: si apre su profumi secondari molto freschi, poi vira verso profumi più cupi, frutti neri, pepe, maggiore classicità.
Sandri il più austero, più cupo al naso, tannini più graffianti, estrema classicità e forse la migliore espressività varietale (quello che più direttamente evoca il vitigno). Si apre su note di sottobosco, quasi selvatiche, che persistono per oltre 30mn, poi in modo quasi immediato vira verso sentori di frutti rossi, ciliegia e lampone che lo avvicinano al registro di Fontana. C’è una nota leggermente fastidiosa, forse volatile, pungente, che disturba nei primi 30mn poi scompare.
Interessante notare le diverse temporalità: Brovia sostanzialmente uguale a se stesso quasi tutto il tempo, dà il meglio di sé da subito e non declina né progredisce. Performante. Fontana ha cicli evolutivi abbastanza brevi e si stabilizza dopo 15-30mn, Sandri ha tempi più lunghi sia alla prima apertura sia alla seconda, non si concede per almeno 45mn, poi si apre e si ingentilisce.
Bottiglie ritappate e rimesse al fresco.
18 ore dopo.
Brovia mantiene il suo stile, imperterrito. Forse appena più spento. Fontana inizia la strada del declino: emergono chiari sentori di frutta cotta dovuti all’ossidazione, vino ancora bevibile ma degradato. Sandri si presenta nuovamente chiuso come all’inizio di ogni ciclo. Dopo circa 45mn il naso è ancora reticente, domina una componente alcolica. Poi si apre leggermente ma non ritorna la componente olfattiva secondaria, in bocca è meno strutturato. Circa mezz’ora dopo sembra ripartire il percorso evolutivo ma la bottiglia è finita )-: