Ciao Lorenzo. So di essere arrogante, specie quando si toccano certi argomenti.
Ti spiego cos'è che mi muove quest'arroganza. Vedo nei commenti di molti di voi una visione del vino che ha un qualcosa di religioso. Ho avuto anch'io, un po' di anni fa, una deriva idealista simile, poi ho messo il naso un po' più dentro alle questioni e il velo di Maya è caduto miseramente...
È bello cullarsi in questo iperuranio platonico di vini, produttori, terroirs allestito dalla nostra fantasia, sove ci sono gli artigiani-tradizionalisti-naturali-buoni da un lato, e i modernisti-industriali-convenzionali-cattivi dall'altro.
È un gioco, e lo capisco. Ci ho giocato anch'io. Il bello dei giochi è che permettono un momento di ritorno all'infanzia, dove possiamo categorizzare gli oggetti in buoni e cattivi, "arredarli" com le nostre fantasie, accordare i nostri sensi con queste stesse fantasie e negare le percezioni che ostacolano questo allestimento.
Non sono qui per provare (inutilmente, peraltro) a guastare il vostro gioco.
Però, un consiglio: ricordatevi che è un gioco. Che il vino è un prodotto alimentare come gli altri, nella sua essenza. Che non ha
di per sé un'importanza maggiore dello yogurt o del miele o dei cavolfiori. Che siamo noi arbitrariamente a rivestirlo di questa importanza. Ricordatevi anche che su questo vostro affannoso affaccendamento monomaniacale che chiamate "passione" c'è gente che si ingrassa e non poco, sostenendo cinicamente il gioco e ridendo sotto i baffi per questa vostra ingenuità così redditizia (per lui).
Questo per rispondere alla tua domanda: "perché ti facciamo tenerezza".
Poi, venendo al tuo post:
1) pensi davvero che ci sia tutta sta differenza tra Caviro e molte altre aziende medio-grandi, anche note e apprezzate tra appassionati, nel modo di lavorare le vigne e le uve? Non parlo ovviamente di Conterno... parlo di tante realtà da due/trecentomila bottiglie in su, dove il prodotto base (e non solo) viene fatto senza tanti crismi, con le uve mezze marce, comprando anche il vino dalle cantine sociali se ce n'è bisogno perché il mercato tira. Tanto poi in cantina l'enologo aggiusta... Per poi riempirsi la bocca e il sito Internet di "terroir", "tradizione", "rispetto per l'ambiente" e così via... Ipocriti merdosi, preferisco il Tavernello, un prodotto che comunica quel che è: del vino da tavola, a buon prezzo, senza tanta poesia ma fatto correttamente e con una sua qualità, modesta, congrua col prezzo.
2)Territori rovinati dalla monocoltura intensiva. Sai qual è un territorio rovinato dalla monocoltura intensiva? La nostra beneamata Langa. Non certo i vigneti della Caviro, che, come ti han detto altri, stanno tra frutteti e seminativi.
3) piccoli produttori mangiati: sai chi è che ha mangiato davvero piccoli produttori/artigiani? Eataly. Alfiere dell'enogastronomia di alta qualità (salvo poi vendere Lurisia a Coca Cola). Non solo: molti viticoltori conferitori piemontesi con vigne di barbera o dolcetto sulle colline di Langa o Monferrato, poco meccanizzabili, soggette a frane, massacrate dalla flavescenza etc... se la passano molto peggio dei contenitori emiliano-romagnoli della Caviro, che a fronte di un prezzo delle uve leggermente più basso (a volte uguale) hanno costi di gestione incommensurabilmente minori e si spaccano decisamente meno la schiena.
4)cultura del buon vino minata. Mi pare che nel 2019 non si corra il rischio (con questo spot, poi...) di minare la cultura, anzi il Culto del vino buono. Spero anzi che questo spot abbia un sano effetto demistificatore e smitizzante, nell'invito a tutti di usare il cervello.
5) il vino è una cosa seria. Il vino nel 2019 è un gioco. Per mio bisnonno era una cosa seria, ma lui è morto nel 1967.
6) Lino Maga. Ecco, appunto. Sei stato recentemente nella vigna del barbacarlo? Io sì. Te la faccio breve: massacrata dalla flavescenza, per ogni vite c'erano tre o quattro fallanze. Focolai di oidio che manco gli zucchini a fine agosto. E poi in cantina si scopre che c'erano quindici bancali di Barbacarlo 15 pronti per partire per il Giappone. Non so, probabilmente il Maga sarà imparentato col Nazareno per la capacità di tramutare l'acqua in vino. O forse la vicinanza con la cantina sociale di Canneto Pavese avrà aiutato... chi lo sa...
Saluti!
Dario