Messaggioda Mike76 » 13 nov 2019 22:55
Ne discuto da anni con taluni produttori nel Chianti Classico.
Secondo me anche la loro Gran Selezione porta su una strada che non è quella che dovrebbero percorrere.
Si deve andare verso ad una zonazione, che faccia diventare il Chianti Classico la Borgogna d'Italia, perché per estensione e per differenziazione di caratteristiche delle zone, ci sono i presupposti per fare dei veri e propri cru.
Si pensi solo alle differenze geografiche (molto riconoscibili) dei vari comuni del Chianti Classico (Radda, Gaiole, Panzano, Castellina e via dicendo...). E' la ricchezza della denominazione e del territorio.
Nella Gran Selezione si ragiona invece di selezioni in vigna, cernita, grado alcolico...quest'ultimo poi è un parametro ridicolo nel 2019, se messo in riferimento alla qualità. E ciò avvantaggia le grandi aziende e i grandi numeri, a scapito delle assai più interessanti realtà familiari di cui abbonda la denominazione.
Di diversi produttori con i quali ho affrontato l'argomento, ce ne fosse stato uno che non era più che d'accordo...però la Gran Selezione fa aumentare i prezzi, anche delle altre etichette al traino, e quindi anzichè puntare ad un miglioramento qualitativo di tutto il territorio nel tempo, si prendono queste scorciatoie danarose, da breve periodo.
Poi ci si mette pure il Consorzio del Chianti (che per me nemmeno dovrebbe esistere...non il consorzio...ma proprio il Chianti -non Classico-), che oltre alla già notevole confusione della denominazione, si mette pure a copiare la Gran Selezione.
Vabbé, classica puttanata all'italiana, what else...