teo777full ha scritto:Seconda “cantina” visitata a gattinara
NERVI&CONTERNO:arriviamo senza preavviso alle 18:20
La porta é giá chiusa, dico strano, poi noto che chiude alle ore 18:00... deluso di non poter entrare mi affaccio per vedere la vetrina e noto un signore seduto su una poltrona che chiacchierava al telefono... solo dopo pochi secondi realizzo che quella persona era Roberto Conterno!
Appena connetto alza la testa, mi guarda e indicando l’interno del negozio annuisco, come per fargli cenno di voler entrare. Allora si alza e io mi dirigo verso la porta di ingresso. Sento la porta aprirsi solo che con mia grande delusione ci ha accolto una ragazza (eh si, sono completamente etero solo che il mio sogno di far due chiacchiere con il piú grande produttore italiano si stava annebbiando)
Va beh entriamo e compriamo qualche bottiglia di gattinara 2016 e supplicando, neanche tanto, riesco a farmi versare un goccio dello stesso vino nel calice...
-GATTINARA 2016:
colore rosso rubino luminoso, di una brillantezza quasi irreale per un nebbiolo. Appena metto il naso nel bicchiere sono sempre piú convinto di trovarmi davanti ad un grandissimo vino, ai vertici della categoria. Mineralitá perfettamente fusa ad un sottobosco ben definito ma mai esagerato, profumi dritti e diretti(devo dire che il calice sensory sviluppato da Conterno funziona benissimo con questi vini)
In bocca ho la conferma di quello che forse é il piú grande vino dell’alto piemonte da me mai assaggiato...
Un estrazione del tannino maniacale, mai invasivo ma che asciuga benissimo la bocca, aciditá non fastidiosa ma presente, ti invoglia a berne sempre un altro bicchiere, quello che dici essere l’ultimo non lo sará mai fino a bottiglia finita...
Appena entra in bocca é un’esplosione di frutta matura, data da una selezione perfetta delle uve e raccolte al momento giusto.
Nettamente migliore al 2015 bevuto l’anno scorso, che nonostante fosse giá buono l’ho trovato piú borghese, piú standardizzato.
Allora me ne esco soddisfatto dell’assaggio ma deluso di non aver neanche potuto fare due chiacchiere con il sig. Conterno...
To be continued
Ripesco questo tuo racconto per aggiungervi le mie impressioni, molto sintetiche.
Si entra in questo punto vendita/degustazione dal sapore di asettico atelier-gioielleria. Molto Barolo style, per nulla valsesino. Vabbè. Tre fanciulle molto carine a completare l'arredamento. Una di queste, bionda nell'aspetto e nell'anima, inizia a recitare l'usato rosario di terroir, suoli, microclima, mineralità, e il porfido rosso, e l'argilla verde.. in un modo così meccanico e impersonale da farmi un po' compassione. Mentre cerco di capire se si tratta di un androide di Blade Runner o un essere umano, iniziamo con gli assaggi:
Rosato 2018: da uve in parte acquistate in parte provenienti dagli appezzamenti meno vocati, 100% nebbiolo. 3 grammi residui di zucchero, vendemmia anticipata di 2 settimane, uve diraspate e lasciate nella pressa soffice un'ora, poi separazione mosto-vinacce.
Profumi tenui di pesca e altra frutta chiara, molto preciso nel bilanciamento acido-sapido in bocca, dove non sono pervenuti i 3 grammi di residuo (ma servono a bilanciare), poco caldo, comme s'il faut. Vino ovviamente semplice, innegabilmente tecnico, francamente buono.
Gattinara 2016: da terreni aziendali. 100% nebbiolo.
Considerazione: oggi consideriamo "ruffiani" certi vini degli anni 90 e 2000 rotondi, estratti, masticabili, fruttati e vanigliosi di legno nuovo. Insomma: un imbellettamento un po' barocco e grossolano, di facile esecuzione. Tra 20 anni, forse, si considereranno ruffiani vini dal naso scientemente costruito con tecniche più fini: co-inoculi di lieviti non-saccharomyces per lo sviluppo di note floreali e speziate, uso di legni non marcanti ma oculatamente scelti, sin dai tini di fermentazione, allo stesso scopo. Un imbellettamento più fine e celato, ma pur sempre un trucco.
Questo pensavo mentre portavo al naso il gattinara 2016 di Nervi-Conterno (con prevalenza di quest'ultimo), che ha un naso irrealmente espressivo e aperto per un nebbiolo del 2016. Anche fin troppo intenso di fiori, spezie dolci, frutta rossa matura al punto giusto. Quel che si dice di un naso piro-tecnico, soprattutto tecnico. Poi però "ci si avvicina " ancora un po' al vino portandolo in bocca, e qui qualche magagnetta (piccola) emerge: è perfetto nel bilanciamento acido-alclolico, tannini fini belli educati, però è un po' debole in bocca, appena vuoto, un po' cortino e lascia qualche ricordo amarognolo sulle papille.
Una stoffa grezza molto ben ricamata.
Terzo e ultimo assaggio:
Gattinara Molsino 2014 Perfetta maturità del frutto, profumi molto simili al Gattinara 16, alla facciazza dell'unicità dell'annata, anche qui aperti ed eleganti. Fine, sapido, con buon frutto in bocca. Zero tannini, o se presenti di dimensione subatomica, bocca fin troppo impalpabile. L'ho preferito al 16 per un'impressione di minor "fraudolenza" se così si può dire. O forse Conterno è stato più bravo a fottermi con questo che col precedente, chissà. Comunque un bel vino.
A me i vinoveristi son sempre stati un po' sulle balle. Uscendo da questa boutique finto-artigianale, fatta di storytelling e illusioni sensoriali, mi son ritrovato a rivalutare, almeno un po', il loro credo.
Saluti,
Dario.
Sono un piemontese atipico, lo so. Ma il sangiovese m'ha stregato.