marcolanc ha scritto:Wineduck ha scritto:marcolanc ha scritto:Wineduck ha scritto:marcolanc ha scritto:Se il trend resta questo (e purtroppo al momento mi sembra altamente probabile...), quello della produzione del vino rischia di essere un problema del tutto secondario.
Beh si questo lo abbiamo detto all'inizio del thread, è chiaro che se la mettiamo sul catastrofico il vino sarebbe l'ultimo dei problemi. Se però dovessimo escludere cataclismi (ipotesi sempre meno surreale), dovremmo accettare il fatto che alle latitudini tropicali gli umani ci vivono eccome. E' il vino che non viene prodotto con quel clima. Probabilmente un clima totalmente tropicale da noi significherebbe anche un ambiente invivibile in molte delle zone attualmente abitate della Terra ma è anche possibile che l'essere umano si adatterebbe mentre la vite, almeno nelle attuali regioni dell'Europa in cui viene allevata, scomparirebbe.
Potrei sbagliare, ma credo che la tropicalizzazione dell’Europa possa avvenire esclusivamente in un contesto catastrofico. Che non significa la scomparsa (immediata) dell’uomo, ma una serie tale di cambiamenti tanto drammatici che, come ho scritto sopra, la scomparsa del vino europeo diventerebbe un fatto marginale.
Anche perché gli effetti più gravi del surriscaldamento stanno interessando soprattutto i ghiacci polari, il cui scioglimento, se non dovesse rallentare, comporterebbe un disastro di portata globale.
Per cui speriamo di continuare a vedere viti in Langa, ché se ci cresceranno fichi d’India vorrà dire che molto probabilmente siamo non alla frutta, ma al caffè...
Capisco la tua posizione e temo anche che sia la più probabile. C'è però una corrente di pensiero che ipotizza che la tropicalizzazione avverrà in un contesto di fortissimi turbamenti sociali ed economici ma senza catastrofi. Io mi rifacevo a questa che ci permette anche di parlare dell'argomento rimanendo più in topic. L'ipotesi delle catastrofi in un paese tendenzialmente fatalista come il nostro produce in molti proprio l'effetto contrario: invece di inizare a cambiare qualcosa nella propria vita quotidiana, alzano le spalle e continuano a vivere come prima semplicemente affidandosi al destino, al proprio dio o più banalmente "ai potenti che governano la terra" che dovrebbero, secondo loro, invertire con uno schiocco di dita questa tendenza al suicidio di massa del genere umano. Quando questi soggetti sostengono che "tutto è dominato dal dio denaro", non si rendono conto che il potere di "dirigere" il denaro verso prodotti ed attività meno impattanti per il pianeta è esclusivamente nelle loro mani. Politici e grandi entità economiche vanno esattamente dove "le masse" li portano ovvero fare profitti con una modalità rispetto ad un'altra. In altre parole: al cambio della domanda, tutto il mondo economico si butta a pesce sulla nuova tendenza. I prodotti "ecologici", ad esempio, vengono proposti sul mercato perchè c'è una domanda da parte di certi consumatori, non certo per "virtù" di chi li produce. Se solo avessimo tutti più coscienza del nostro potere di consumatori...
Parole sacrosante.
Ma credo che in questo noi italiani siamo, purtroppo, in buona (anzi, pessima...) compagnia.
Lavoro in una multinazionale e nella mia sede (che non è in Italia) ci sono persone provenienti da 27 paesi e di livello culturale almeno teoricamente piuttosto elevato (praticamente tutti laureati).
Bene. Una pratica banale (e che io davo per scontata) come la raccolta differenziata è completamente disattesa da una marea di persone, rendendo inutile la presenza di contenitori per umido, plastica, carta, ecc., dal momento che, se dai un’occhiata ad un qualsiasi bidone dell’umido, dentro ci trovi plastica, carta, lattine, ecc.
Se non siamo in grado neppure di fare attenzione ad una banalità come questa, mi chiedo come possiamo pensare di stravolgere le nostre abitudini in nome della salvaguardia del nostro pianeta.
Scusate l’OT.
Non solo, tu fai anche la differenziata, raccogli i rifiuti... ma poi devi avere gli stabilimenti attivi che ti assorbano le quantità prodotte. Ad oggi, perlomeno in europa, si produce più spazzatura di quanta ne possano processare inceneritori o impianti di riciclo.
Inoltre, fosse solo questa la causa del riscaldamento globale, per produrre una, 1, bistecca, occorrono all'incirca dai 3500 ai 4500l e passa d'acqua. Senza animali non produci carne e per allevarli hai bisogno di mangimi, per produrre i quali serve acqua. Se consideriamo poi che l'intera filiera è in mano ad un pugno di multinazionali, addio bellezza.
Mangiare meno carne sostituendola con alternativi vegetali, perchè coi forconi in piazza ci siamo già scesi senza fare bella figura, può essere una piccola azione da compiersi nel personale quotidiano, ma dai risvolti enormi. Più che attrezzarsi per la differenziata.
Concordo: se solo noi consumatori avessimo maggior consapevolezza del ns potere... passaparola e boicottaggio