Condivido l'esperienza di ieri....giusto per farvi un po di pena
Dopo un anno che me ne parlano ieri finalmente sono riuscito ad andare nel famoso villaggio storico di Şirince.
Tutti i turchi che incontro, appena scoprono che sono appassionato di vino, mi consigliano di visitare questo posto perchè fanno dei vini molto particolari....a detta loro molto fruttati!
Non mi documento e parto allo sbaraglio ieri mattina, mentre mi avvicino alla destinazione attraverso distese di frutteti, panorama molto bello....poi pian piano che salgo la collina comincio a scorgere qualche vecchia vite ad alberello piantata qua e là (ancora con i grappoli appesi).... mi aspettavo di trovare il classico panorama vinicolo ma quando arrivo mi trovo davanti un villaggio carino di orgine greca.
Girando un pochino comincio a rendermi conto della nefanda verità: tutte le bottiglie (esposte esclusivamente fuori al 30°C) riportano immagini e nomi di frutti....che sia qualche vino particolare al quale aggiungono la frutta durante la vinificazione??
La risposta è ben peggiore...il "vino" viene direttamente ricavato dalla fermentazione alcolica della frutta stessa e di "vino" ha solo il nome.
Sempre più scettico mi imbatto nella "historic wine cellar" e, con le ultime speranze rimaste, scendo in questo locale sotterraneo dove trovo semplicemente un bancone con assaggi gratuiti di questi "vini" (immancabilmente serviti su bicchierino in plastica dello sciroppo) e niente....sono succhi di frutta leggermente alcolici!
C'ho pensato un po' e l'unica occasione dove questa bevanda potrebbe avere un senso è in un brunch
Ho provato il Rosè (fatto con l'uva
), ananas, fragola, mora e prugna....ho chiesto se ce ne fosse pure uno fatto con l'anguria...pensando che, magari sforzando la mia immaginazione, potessi riassaporare un Monfortino ma niente da fare, non lo producono.
Per pranzo ho aperto un C.C. Val delle Corti 2016 (chiaramente portato da casa
), provando a far notare a chi era con me i classici sentori di arancia...chiaramente con scarsi risultati
Teniamo duro