Re: COSA BEVIAMO AD APRILE?
Inviato: 03 apr 2019 10:07
Per ragioni di lavoro mi son trovato un paio di giorni a Vercelli. L'idea era di approfittarne per una visita a qualche produttore dell'alto Piemonte: facile a dirsi, quasi impossibile a farsi. Per qualche coincidenza astrale, pur avvisando con buon anticipo, non c'era modo di visitare alcuna cantina, né di assaggiare nulla. Piccolo elenco dei "due di picche": da Antoniolo si preparavano per il Vinitaly, Antoniotti padre e figlio stavano andando a vedere l'incendio che minacciava le loro vigne (ci mancherebbe...), Iaretti non è ancora uscito con la nuova annata e delle vecchie non stappa nulla (capisco...), Franchino, Baldin, Petterino, Patriarca erano impegnati tutto il giorno a qualunque ora o avevano la cantina in ristrutturazione (comprensibile...). Colombera e Garella irrintracciabili.
Sconsolato, vado all'enoteca regionale di Gattinara, nella speranza di consolarmi con un bicchiere... Eh, no, non si può perché la sala degustazioni è in ristrutturazione. Oooook.
Presa una per una, ogni motivazione è assolutamente legittima e comprensibile, peraltro credo che per un produttore la parte dell'accoglienza sia un "di più" a cui non è tenuto per forza. Il suo lavoro è un altro.
Però se penso, non dico alla Langa, ma anche "solo" al Monferrato, c'è un abisso in fatto di organizzazione rivolta al turismo enogastronomico. E non solo per la poca disponibilità alle visite...
Comunque, alla fine trovo provvidenzialmente un gentilissimo Luca Calligaris che scende dai bricchi apposta per la mia visita.
Luca è un uomo pratico, modesto e simpatico con cui fa davvero piacere fare quattro chiacchiere. Conduce alcuni piccoli appezzamenti di vigne più o meno vecchie, spesso molto ripide e non meccanizzabili. Si fa un gran mazzo.
Sì assaggia:
Rosato "Rosa di Martina" 2018
8-9 ettolitri tirati per salasso dalla vasca del Coste del Sesia. Buccia di cipolla. Profumi tenui sulla frutta gialla, appena un filo di "saponetta", acidità più che presente ma i 14° su un rosé scaldano troppo la bocca e stancano. Non molto piaciuto.
Vino rosso da tavola "Rosso di Sara" 2017
50% nebbiolo, 50% altre uve locali: uva rara, vespolina, neretto.
Pensato come vino da tavola, fatto con le vigne più in basso, più giovani. Fa un anno in tonneau per smorzare i tannini ed essere pronto prima. Profumi intensi di frutta scura e spezie (pepe, chiodi di garofano), appena un filo di dolcezza da rovere al naso. Bocca strutturata, piacevolmente tannica. Vino per nulla banale, materia non da "base", seppur un po' rustico. 6€ in cantina: piaciuto.
Assaggio da vasca: "Rosso di Sara" 2018: capisco perché l'anno di tonneau. Naso ancora vinoso e selvatico, in bocca tannino e acidità pulsanti e bisognosi di una sosta in legno.
Coste del Sesia 2015
Nebbiolo. 24 mesi in botte grande. Aperto e floreale, intenso, molto nebbiolesco. Frutto non preponderante, equilibrato con le parti aromatiche più fini. Bocca ancora indietro nell'affinamento del tannino, ma già abbastanza godibile. Piaciuto molto, specie in prospettiva. 12€, ottimo rapporto Q/P.
Gattinara 2015
36 mesi in botte, macerazioni di 3 settimane.
Rispetto al Coste, profumi più lenti ma con un quid di eleganza in più, soffusi, si apre piano ma è più ampio e complesso. Bocca non approcciabile al momento, per massa tannica irrisolta e acidità slegata. Da attendere, molto, con fiducia.
Gattinara Riserva 2012
Granato. Subito poco espressivo (bottiglia stappata al momento), poi parte lentamente su un frutto più dolce, di marca '12, con ciliegia, bon bon alla violetta, rosa appena appassita, tabacco. Vino che cresce nel bicchiere, credo anche più in là del poco tempo che ho potuto concedergli. In bocca è finissimo, già risolto, vellutato, sapido e pieno. Una bellissima interpretazione di annata calda. Molto, molto piaciuto. A 22€ son pochi i laghetti a quel livello.
Bella persona, bei vini. Consigliato!
Sconsolato, vado all'enoteca regionale di Gattinara, nella speranza di consolarmi con un bicchiere... Eh, no, non si può perché la sala degustazioni è in ristrutturazione. Oooook.
Presa una per una, ogni motivazione è assolutamente legittima e comprensibile, peraltro credo che per un produttore la parte dell'accoglienza sia un "di più" a cui non è tenuto per forza. Il suo lavoro è un altro.
Però se penso, non dico alla Langa, ma anche "solo" al Monferrato, c'è un abisso in fatto di organizzazione rivolta al turismo enogastronomico. E non solo per la poca disponibilità alle visite...
Comunque, alla fine trovo provvidenzialmente un gentilissimo Luca Calligaris che scende dai bricchi apposta per la mia visita.
Luca è un uomo pratico, modesto e simpatico con cui fa davvero piacere fare quattro chiacchiere. Conduce alcuni piccoli appezzamenti di vigne più o meno vecchie, spesso molto ripide e non meccanizzabili. Si fa un gran mazzo.
Sì assaggia:
Rosato "Rosa di Martina" 2018
8-9 ettolitri tirati per salasso dalla vasca del Coste del Sesia. Buccia di cipolla. Profumi tenui sulla frutta gialla, appena un filo di "saponetta", acidità più che presente ma i 14° su un rosé scaldano troppo la bocca e stancano. Non molto piaciuto.
Vino rosso da tavola "Rosso di Sara" 2017
50% nebbiolo, 50% altre uve locali: uva rara, vespolina, neretto.
Pensato come vino da tavola, fatto con le vigne più in basso, più giovani. Fa un anno in tonneau per smorzare i tannini ed essere pronto prima. Profumi intensi di frutta scura e spezie (pepe, chiodi di garofano), appena un filo di dolcezza da rovere al naso. Bocca strutturata, piacevolmente tannica. Vino per nulla banale, materia non da "base", seppur un po' rustico. 6€ in cantina: piaciuto.
Assaggio da vasca: "Rosso di Sara" 2018: capisco perché l'anno di tonneau. Naso ancora vinoso e selvatico, in bocca tannino e acidità pulsanti e bisognosi di una sosta in legno.
Coste del Sesia 2015
Nebbiolo. 24 mesi in botte grande. Aperto e floreale, intenso, molto nebbiolesco. Frutto non preponderante, equilibrato con le parti aromatiche più fini. Bocca ancora indietro nell'affinamento del tannino, ma già abbastanza godibile. Piaciuto molto, specie in prospettiva. 12€, ottimo rapporto Q/P.
Gattinara 2015
36 mesi in botte, macerazioni di 3 settimane.
Rispetto al Coste, profumi più lenti ma con un quid di eleganza in più, soffusi, si apre piano ma è più ampio e complesso. Bocca non approcciabile al momento, per massa tannica irrisolta e acidità slegata. Da attendere, molto, con fiducia.
Gattinara Riserva 2012
Granato. Subito poco espressivo (bottiglia stappata al momento), poi parte lentamente su un frutto più dolce, di marca '12, con ciliegia, bon bon alla violetta, rosa appena appassita, tabacco. Vino che cresce nel bicchiere, credo anche più in là del poco tempo che ho potuto concedergli. In bocca è finissimo, già risolto, vellutato, sapido e pieno. Una bellissima interpretazione di annata calda. Molto, molto piaciuto. A 22€ son pochi i laghetti a quel livello.
Bella persona, bei vini. Consigliato!