fabrizio leone ha scritto:Rene et Vincent Dauvissat-Camus Vaillons, Chablis Premier Cru, : non in piena forma. si sente il legno . non equilibrato. un naso in pieno stile Borgogna. ma in bocca non convince. peccato
Anno? Grazie
fabrizio leone ha scritto:Rene et Vincent Dauvissat-Camus Vaillons, Chablis Premier Cru, : non in piena forma. si sente il legno . non equilibrato. un naso in pieno stile Borgogna. ma in bocca non convince. peccato
Alberto ha scritto:Langhe Nebbiolo, Francesco Sobrero, 2015 (14%)
Frutto di piante giovani in Castiglione Falletto, media macerazione ed un anno di botte grande.
Colore...da nebbiolo! Non troppo brillante, ma sono dettagli solo estetici. Al naso, appena stappato ieri a pranzo con degli gnocchi al rraù, subito una gran viola vecchio stile che ha fatto ben sperare...ma poi si è chiuso quasi subito a riccio, su note ferrose e quasi tartarose, da botte non pulita, a coprire il frutto (rosso) che solo a sprazzi dava segni di vita. In bocca il tannino è estratto con giudizio, ma latitava ancora una volta il frutto, col risultato di una certa rigidezza complessiva.
Altra musica stasera a cena, un giorno e mezzo di aria dopo: più rotondità, più definizione, più piacevolezza...e lo si può sicuramente definire un mini-Barolo nell'architettura complessiva. Notevole sapidità in chiusura.
Abbinato ad un'anguillina in umido (in casseruola un soffritto di scalogno e prezzemolo*, rosolatura del bisato a tranci, sfumatura con l'aceto e per finire pomodoro...e via di fuoco lento per almeno 40-45 minuti)...giusto per ricercare nuovi orizzonti negli abbinamenti, e ragazzi miei con le sue durezze in evidenza il vino è stato assieme al piatto direi sorprendentemente bene! A Codigoro ci avrebbero abbinato una fortana, del resto.
*La metto giù soft: chi dice "prezzemolo solo a fine cottura, e per carità non fatelo cuocere che si denatura", sarà scienziato ma di cucina italica della tradizione non ha capito un cazzo...
Alberto ha scritto:Langhe Nebbiolo, Francesco Sobrero, 2015 (14%)
Frutto di piante giovani in Castiglione Falletto, media macerazione ed un anno di botte grande.
Colore...da nebbiolo! Non troppo brillante, ma sono dettagli solo estetici. Al naso, appena stappato ieri a pranzo con degli gnocchi al rraù, subito una gran viola vecchio stile che ha fatto ben sperare...ma poi si è chiuso quasi subito a riccio, su note ferrose e quasi tartarose, da botte non pulita, a coprire il frutto (rosso) che solo a sprazzi dava segni di vita. In bocca il tannino è estratto con giudizio, ma latitava ancora una volta il frutto, col risultato di una certa rigidezza complessiva.
Altra musica stasera a cena, un giorno e mezzo di aria dopo: più rotondità, più definizione, più piacevolezza...e lo si può sicuramente definire un mini-Barolo nell'architettura complessiva. Notevole sapidità in chiusura.
Abbinato ad un'anguillina in umido (in casseruola un soffritto di scalogno e prezzemolo*, rosolatura del bisato a tranci, sfumatura con l'aceto e per finire pomodoro...e via di fuoco lento per almeno 40-45 minuti)...giusto per ricercare nuovi orizzonti negli abbinamenti, e ragazzi miei con le sue durezze in evidenza il vino è stato assieme al piatto direi sorprendentemente bene! A Codigoro ci avrebbero abbinato una fortana, del resto.
*La metto giù soft: chi dice "prezzemolo solo a fine cottura, e per carità non fatelo cuocere che si denatura", sarà scienziato ma di cucina italica della tradizione non ha capito un cazzo...
bobbisolo ha scritto:fabrizio leone ha scritto:Rene et Vincent Dauvissat-Camus Vaillons, Chablis Premier Cru, : non in piena forma. si sente il legno . non equilibrato. un naso in pieno stile Borgogna. ma in bocca non convince. peccato
Anno? Grazie
Alberto ha scritto:Langhe Nebbiolo, Francesco Sobrero, 2015 (14%)
Frutto di piante giovani in Castiglione Falletto, media macerazione ed un anno di botte grande.
Colore...da nebbiolo! Non troppo brillante, ma sono dettagli solo estetici. Al naso, appena stappato ieri a pranzo con degli gnocchi al rraù, subito una gran viola vecchio stile che ha fatto ben sperare...ma poi si è chiuso quasi subito a riccio, su note ferrose e quasi tartarose, da botte non pulita, a coprire il frutto (rosso) che solo a sprazzi dava segni di vita. In bocca il tannino è estratto con giudizio, ma latitava ancora una volta il frutto, col risultato di una certa rigidezza complessiva.
Altra musica stasera a cena, un giorno e mezzo di aria dopo: più rotondità, più definizione, più piacevolezza...e lo si può sicuramente definire un mini-Barolo nell'architettura complessiva. Notevole sapidità in chiusura.
Abbinato ad un'anguillina in umido (in casseruola un soffritto di scalogno e prezzemolo*, rosolatura del bisato a tranci, sfumatura con l'aceto e per finire pomodoro...e via di fuoco lento per almeno 40-45 minuti)...giusto per ricercare nuovi orizzonti negli abbinamenti, e ragazzi miei con le sue durezze in evidenza il vino è stato assieme al piatto direi sorprendentemente bene! A Codigoro ci avrebbero abbinato una fortana, del resto.
*La metto giù soft: chi dice "prezzemolo solo a fine cottura, e per carità non fatelo cuocere che si denatura", sarà scienziato ma di cucina italica della tradizione non ha capito un cazzo...
zampaflex ha scritto:..... Non ho praticamente mai bevuto del malbec, vitigno considerato un po' dozzinale .....
zampaflex ha scritto:Chateau du Cèdre - Cahors Le Cèdre 1999
Non ho praticamente mai bevuto del malbec, vitigno considerato un po' dozzinale. Questa cantina fa di tutto per non farlo sembrare tale. Grazie anche ad una conservazione perfetta, la bottiglia esprime bene l'abbinamento tra immediatezza del frutto, note terrose e balsamiche e integrazione delle componenti che danzano sul palato, innervando il sorso con una acidità viva.
Piaciuto.
+
lloyd142 ha scritto:
C.C. Castello di Monsanto 2011 : Qualche dubbio ad aprire questa bottiglia perche' l'ultima aperta era piena di difetti. A questo giro e' andata decisamente meglio. Una leggerissima nota riduttiva all'apertura lascia presto spazio a toni piu' gradevoli di fiori appassiti e pellame. Rotondo e coerente in bocca con un tannino praticamente risolto . Piaciuto.
Chimbanta 2005 Tenute Dettori : E' la terza bottiglia di fila di Dettori che devo lavandinare. Dopo un Bianco mi pare 2005 e un Tenores 2002 , anche questa assolutamente non a posto. Acidita' fuori controllo tanto da non riuscire a tenerlo sotto il naso. Ho provato ad assaggiarlo. In bocca si sentiva meno ma impossibile comunque da bere. Ho ancora qualche bottiglia delle sue in cantina , ma sara' difficile che ne riacquisti ancora. E' vero che quando trovi la bottiglia giusta godi come un riccio , ma secondo me, affidarsi alla cabala per bere una bottiglia di vino non e' una grande trovata.
l'oste ha scritto:zampaflex ha scritto:Chateau du Cèdre - Cahors Le Cèdre 1999
Non ho praticamente mai bevuto del malbec, vitigno considerato un po' dozzinale. Questa cantina fa di tutto per non farlo sembrare tale. Grazie anche ad una conservazione perfetta, la bottiglia esprime bene l'abbinamento tra immediatezza del frutto, note terrose e balsamiche e integrazione delle componenti che danzano sul palato, innervando il sorso con una acidità viva.
Piaciuto.
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Il malbec per me è la barbera d'oltralpe, colorato, balsamico, terroso, grande acidità.
Hai bevuto probabilmente uno dei migliori malbec d'Europa, ricordo anni fa di Chateau du Cedre l'annata forse '96, proposta alla cieca alla gang del bosco aveva stupito e fatto bella figura.
Luca90 ha scritto:Ciao Edo, mi spiace per la tua esperienza; una motivazione può essere che questo week end lunedì compreso c'è stato il taste alto piemonte a Novara..
In generale cmq i produttori dell'alto piemonte sono molto, molto più piccoli di quelli di langa e spesso sono da soli a fare tutto, non è facile prestarsi sempre anche alle visite. Per darvi un'idea, Gattinara che è la denominazione più grossa ha 90 ettari vitati, la meta sono di proprietà di travaglini, quasi una trentina di nervi tutti gli altri produttori si spartiscono 20 ettari... Boca ha in tutto 16 ettari vitati.
Mi sembra strano l'atteggiamento di Paride, e vero uscirà solo tra poco con la 2015 ma sono stato da lui un mesetto fa e mi ha fatto assaggiare tutto da botte.. Cantina nuova grazie a nuovo investitori e grandi novità in futuro: dall'anno prossimo oltre al Pietro uscirà anche con Gattinara Valferana, dall'omonimo cru, e Gattinara Riserva. Assaggiato da botte 2015 ottimo ma soprattutto dei 2016 che si annunciano strepitosi (uscita 2020).
Concordo con te il giudizio su Luca, concreto e anche fin troppo modesto. Il suo coste secondo me è da berne a secchiate soprattutto visto il costo. Il Gattinara 2015 l'ha fatto uscire in a ticipo visto che non aveva il 2014, la riserva 2012 è tanta roba (prima riserva che riesca a fare dopo la 2007, ci saranno in futuro 2017 e 2018).
Ps:in alto piemonte il 2012 è considerata un'annata più classica che calda, i riferime ti rispetto alla qualità delle annate sono molto diversi rispetto alle langhe
Se ripassi in zona ti Consiglio:
Per il Boca Barbaglia (cavallirio) sta lavorando benissimo (ha anche dei metodo classico buonissimi!). zona in fermento, tanti giovani che si stanno affacciando e sono ancora alle prese con le prime vendemmia, avremo novità in futuro. Dei solito noti mi ha colpito recentemente poderi garona. Per qp Davide carlone, Boca a 14 euro in cantina.
Per il Lessona sta lavorando benissimo la prevostura oltre che massimo clerico.
Per Ghemme Mazzoni e sempre il top, Francesco brigatti (a Suno) da qualche hanno oltre a un sempre ottimo motziflon fa anche un interessantissimo ghemme
A Gattinara invece i produttori bravi sono quelli. Franchino e petterino ok ma li trovo un po' seduti. Antoniolo il migliore ma il suo osso 2014 non vale la. Pena, il san Francesco 2013 è molte spanne sopra (ma io invero, da sempre lo preferisco all'osso..). Iaretti e caligaris I migliori per qp a mio avviso.
Una piccola chicca, se vi capita assaggiate il prunent, nebbiolo valli Ossola di cantine garrone(ragazzi molto bravi). E un nebbiolo di una varietà differente rispetto alle tre classiche, tipica appunto delle valli dell'ossola
BarbarEdo ha scritto:Sabato scorso, in compagnia del mitico Maxer, visita ai sempre gentilissimi Teobaldo e Maria Rivella in quel di Barbaresco.
Tre ore molto piacevoli passate a chiacchierare di un po' di tutto, ma nel frattempo in mezzo si è anche bevuto qualcosa.
In breve:
Dolcetto 2017
C'è meno complessità rispetto al 2016, che era un piccolo capolavoro. Qui il naso è più semplice, sui primari, ma con una particolare nettezza e (quasi) eleganza per essere un dolcetto. Bocca molto piacevole, affiliata e che chiama cibo. Buono.
Barbaresco Montestefano 2015
Granato trasparente. Naso soffuso, non intensissimo, di lampone, fiori secchi e tabacco, con una nota di tartufo bianco che fa capolino di tanto in tanto. Bocca in questo momento un po' sbilanciata sulle durezze: manca un po' di polpa e il vino tende a "scivolare via". L'acidità ne allunga la persistenza. Nel dubbio, da aspettare. Piaciuto così così.
Barbaresco Montestefano 2014
L'annata più fredda conferisce un colore (relativamente) più carico rispetto al 15, confermo le impressioni positive che ne ebbi lo scorso anno. Naso di bella definizione, elegante ed espressivo, da bel nebbiolo classico. Bocca più pronta ed equilibrata, con tannini maturi e un filo di dolcezza che ammorbidisce il sorso. Piaciuto molto.
Barbaresco Montestefano 2011
Granato con qualche segno di evoluzione al colore. Naso un po' crepuscolare: si apre lentamente su rabarbaro, scorza d'arancia, terriccio, torna la nota di tartufo bianco. Aprendosi, dopo un po' compare qualche frutto rosso sullo sfondo. Bocca molto più giovane, fresca, senza segni di stanchezza. Vino da ascoltare, quasi da meditazione. A me è piaciuto, ma a essere oggettivi è evoluto un po' precocemente: da non attendere oltre.
Chi invece, per fortuna, non mostra alcun segno di invecchiamento, nel corpo e nell'anima, sono Baldo e Maria!
BarbarEdo ha scritto:Barbaresco Montestefano 2014
L'annata più fredda conferisce un colore (relativamente) più carico rispetto al 15, confermo le impressioni positive che ne ebbi lo scorso anno. Naso di bella definizione, elegante ed espressivo, da bel nebbiolo classico. Bocca più pronta ed equilibrata, con tannini maturi e un filo di dolcezza che ammorbidisce il sorso. Piaciuto molto.
Alberto ha scritto:BarbarEdo ha scritto:Barbaresco Montestefano 2014
L'annata più fredda conferisce un colore (relativamente) più carico rispetto al 15, confermo le impressioni positive che ne ebbi lo scorso anno. Naso di bella definizione, elegante ed espressivo, da bel nebbiolo classico. Bocca più pronta ed equilibrata, con tannini maturi e un filo di dolcezza che ammorbidisce il sorso. Piaciuto molto.
Mi sa che ti è rimasta sulla tastiera una S prima di "carico".
A parte questo...ma davvero la '14 è meglio della '15 a Barbaresco e dintorni?
BarbarEdo ha scritto:Alberto ha scritto:BarbarEdo ha scritto:Barbaresco Montestefano 2014
L'annata più fredda conferisce un colore (relativamente) più carico rispetto al 15, confermo le impressioni positive che ne ebbi lo scorso anno. Naso di bella definizione, elegante ed espressivo, da bel nebbiolo classico. Bocca più pronta ed equilibrata, con tannini maturi e un filo di dolcezza che ammorbidisce il sorso. Piaciuto molto.
Mi sa che ti è rimasta sulla tastiera una S prima di "carico".
A parte questo...ma davvero la '14 è meglio della '15 a Barbaresco e dintorni?
No, no, nessun errore. Messi fianco a fianco i calici, il 2015 era più trasparente del 2014, il che è in linea con l'andamento dell'annata: le alte temperature della 2015 hanno inibito in parte l'accumulo dei polifenoli nell'acino, dando nebbioli meno colorati che nella 2014. Questo fenomeno è stato particolarmente evidente a Barbaresco, meno a Barolo, che ha terre ed esposizioni in media leggermente più fresche.
In breve, a patto che l'uva riesca ad arrivare a perfetta maturazione, tanto più è fresca la stagione, tanto più si accumuleranno i polifenoli, e vice versa. Vini scarichi e diluiti in annata fredda (vedi diversi Chianti ma anche qualche barolo 2014) dipendono da altri motivi diversi dalla quantità di polifenoli, tipo:
- la pianta non ce l'ha fatta a portare a piena maturazione i grappoli (troppo freddo, troppa poca luce)
- le continue piogge hanno gonfiato gli acini diluendo il mosto
- la minaccia di marciumi ha costretto ad anticipare la vendemmia
Ecc...
Queste condizioni non si sono verificate a Barbaresco nel 2014, dove già ad Agosto è piovuta meno della metà dell'acqua piovuta in zona barolo, e si ha avuto un settembre perfetto che ha portato a lenta maturazione le uve.
Per una descrizione più precisa e molto più autorevole della mia, prova a guardare qui (Vignaioli Piemontesi):
https://www.vignaioli.it/riviste-e-pubb ... vendemmia/
Detto questo, a me, mediamente, la 14 è piaciuta di più della 15 a Barbaresco. Su Barolo al momento sospendo il giudizio.
Ciao!