Dolceacqua: com'è andata

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marwine
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda marwine » 21 apr 2011 15:33

gp ha scritto:
Al secondo giorno (inizio alla cieca), .


Cioè,l'hai stagnolata prima di rimetterla in tavola ? :shock: :mrgreen: :D
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda gp » 21 apr 2011 16:24

No, sono partito con due bicchieri (nel secondo ho messo un Nebbiolo d’Alba Coste 2009 di Principiano, niente di che) e li ho resi inidentificabili con una successione di scambi di posto tipo gioco delle tre carte. Ovviamente sotto la base del bicchiere appiccico un numerino, per evitare il rischio di mischiotti (sia pure al 3%) quando arriva il momento di riempire i bicchieri per la seconda volta.

Alberto ha scritto:
gp ha scritto:Certo che comunque il solito dannato tappo di plastica (del Rossese di D Terre Bianche 2010) alla riduzione le può solo dare una mano... :evil:

Eh...casomai è il contrario, invece... :roll:

Sei sicuro? Il buonsenso sembrerebbe dire che, a differenza della plastica (quella dei tappi ordinari, almeno), il sughero può avere qualche effetto positivo sulla riduzione (sia pure molto in piccolo, attraverso la lenta microossigenazione permessa dai micro-pori).
Ultima modifica di gp il 21 apr 2011 17:54, modificato 1 volta in totale.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda sei di bastoni » 21 apr 2011 16:59

gp ha scritto:No, sono partito con due bicchieri e li ho resi inidentificabili con una successione di scambi di posto tipo gioco delle tre carte. Ovviamente sotto la base del bicchiere appiccico un numerino, per evitare il rischio di mischiotti (sia pure al 3%) quando arriva il momento di riempire i bicchieri per la seconda volta.

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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda gremul » 21 apr 2011 18:29

Dedalus ha scritto:Il Rossese di Dolceacqua di Testalonga regolarmente commercializzato si piazza variamente, a seconda dell'annata, quando meglio quando peggio, fra i migliori produttori della zona, ma dire o pensare che sia il leader indiscusso della denominazione con gran vantaggio sul secondo, come fa Valentini nel Montepulciano d'Abruzzo o Giacomo Conterno (ovvero il Monfortino) nel Barolo è una cosa che pur volendo enormemente bene allo squisito personaggio che è Antonio Perrino non risponde semplicemente al vero, e credo che nemmeno Antonio stesso sottoscriverebbe una simile affermazione.



mah non so può anche essere ma per quanto mi riguarda posso solo dire che il naso di quel 2004 assaggiato l'altra sera (che mi dite anche non essere stato al top della forma) era di diverse levature al di sopra di tutti i Rossese mai provati, anzi non solo al di sopra ma proprio di altra categoria, diverso
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 21 apr 2011 20:07

gremul ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il Rossese di Dolceacqua di Testalonga regolarmente commercializzato si piazza variamente, a seconda dell'annata, quando meglio quando peggio, fra i migliori produttori della zona, ma dire o pensare che sia il leader indiscusso della denominazione con gran vantaggio sul secondo, come fa Valentini nel Montepulciano d'Abruzzo o Giacomo Conterno (ovvero il Monfortino) nel Barolo è una cosa che pur volendo enormemente bene allo squisito personaggio che è Antonio Perrino non risponde semplicemente al vero, e credo che nemmeno Antonio stesso sottoscriverebbe una simile affermazione.



mah non so può anche essere ma per quanto mi riguarda posso solo dire che il naso di quel 2004 assaggiato l'altra sera (che mi dite anche non essere stato al top della forma) era di diverse levature al di sopra di tutti i Rossese mai provati, anzi non solo al di sopra ma proprio di altra categoria, diverso


Quel vino era troppo evoluto rispetto all'ultima volta che l'abbiamo assaggiato. Non aveva la stessa precisione e nitidezza, la stessa trasparenza, al contrario era più caldo e sfocato e la spezia ha tardato molto ad uscire, seppur in piccole dosi ed a piccoli sbuffi. Dava il meglio di sè al sorso.

Se ti è piaciuta tanto quella bottiglia, pensa cosa poteva essere quella bevuta al compleanno di Dedalus 8)
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 21 apr 2011 20:59

gremul ha scritto:
Dedalus ha scritto:Il Rossese di Dolceacqua di Testalonga regolarmente commercializzato si piazza variamente, a seconda dell'annata, quando meglio quando peggio, fra i migliori produttori della zona, ma dire o pensare che sia il leader indiscusso della denominazione con gran vantaggio sul secondo, come fa Valentini nel Montepulciano d'Abruzzo o Giacomo Conterno (ovvero il Monfortino) nel Barolo è una cosa che pur volendo enormemente bene allo squisito personaggio che è Antonio Perrino non risponde semplicemente al vero, e credo che nemmeno Antonio stesso sottoscriverebbe una simile affermazione.



mah non so può anche essere ma per quanto mi riguarda posso solo dire che il naso di quel 2004 assaggiato l'altra sera (che mi dite anche non essere stato al top della forma) era di diverse levature al di sopra di tutti i Rossese mai provati, anzi non solo al di sopra ma proprio di altra categoria, diverso



Torniamo al fatto che quel vino ha fatto fare i salti sulla sedia anche a chi il Rossese lo conosceva già abbastanza o molto bene. Rimane che quello è il Testalonga Goldkapsel Vigna degli Amici 2004, vino virtuale. Non è affatto un caso che lo abbia prodotto Nino Perrino, ma mediamente il suo Tesatalonga regolarmente in commercio non è a quei livelli, altrimenti costerebbe all'incirca 20 volte di più... :wink:
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda meursault » 22 apr 2011 01:33

Tra poco tiro il collo ad un Galeae 2008 e vediamo cosa ne viene fuori, il 2010 mi è proprio piaciuto, probabilmente il miglior assaggio della due giorni tra quelli fatti in cantina.
Più che altro volevo confermare che l'approccio ad una tipologia così diversa dai "grandi vini classici", impone un attimo di riflessione ed approfondimento al fine di capire la proporzione e la natura di quei vini, che non sono leggibili in un primo momento con le categorie di valutazione pregresse.
Ricordo infatti i primi miei assaggi di Rossese e solo oggi capisco che bevevo quei vini capendo poco o nulla, e che oggi qualcosina inizia a muoversi nella direzione giusta.
Questo processo non porta necessariamente alla conclusione che il Rossese sia un grande vino, ma quantomeno ne rende leggibile la natura, che non è cosa da poco.

Ad esempio sulla terziarizzazione io ho il sospetto che ci siano sostanziali differenze con gli altri vini da invecchiamento "classici".......mi sembra, pur coi minimi assaggi di cui dispongo, che il punto di equilibrio di medio-lungo invecchiamento del Rossese sia in un certo senso più decadente e instabile di quello che può mantenere un Nabbiolo o un Sangiovese.
Fatto di un equilibrio autunnale, con un naso ampio ed espressivo, maturo, dalla bocca dolce, sapida molto lunga ma senza la scodata acida dei grandi Sangiovese e senza l'allungo tannico dolcissimo del Nebbiolo. Se lo si giudica secondo i parametri di "freschezza" degli altri vitigni, il Rossese sembra sempre un poco troppo evoluto, ma probabilmente non è così.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda meursault » 22 apr 2011 01:36

gp ha scritto:No, sono partito con due bicchieri e li ho resi inidentificabili con una successione di scambi di posto tipo gioco delle tre carte. Ovviamente sotto la base del bicchiere appiccico un numerino, per evitare il rischio di mischiotti (sia pure al 3%) quando arriva il momento di riempire i bicchieri per la seconda volta.


Gaetano, sono assolutamente combattuto se considerarti un pazzo furioso oppure un genio assoluto, la notte porterà consiglio. :wink: :wink: :lol:
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Dedalus » 22 apr 2011 21:00

meursault ha scritto:Ad esempio sulla terziarizzazione io ho il sospetto che ci siano sostanziali differenze con gli altri vini da invecchiamento "classici".......mi sembra, pur coi minimi assaggi di cui dispongo, che il punto di equilibrio di medio-lungo invecchiamento del Rossese sia in un certo senso più decadente e instabile di quello che può mantenere un Nabbiolo o un Sangiovese.
Fatto di un equilibrio autunnale, con un naso ampio ed espressivo, maturo, dalla bocca dolce, sapida molto lunga ma senza la scodata acida dei grandi Sangiovese e senza l'allungo tannico dolcissimo del Nebbiolo. Se lo si giudica secondo i parametri di "freschezza" degli altri vitigni, il Rossese sembra sempre un poco troppo evoluto, ma probabilmente non è così.


Hai detto con forma assai felice quello che intendevo esprimere quando ad Idice dissi che il naso del Testalonga 1998 non era quello di un vino andato. Insieme ad un gradiente ossidativo palesemente più avanzato di quello che giustificava l'età del vino, c'era però anche e pienamente la caratterizzazione propria del Dolceacqua ben invecchiato, esattamente secondo la descrizione che ne hai dato qui ora.

Una bella pagina di forum. Grazie.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda uz » 22 apr 2011 22:17

Dedalus ha scritto:
meursault ha scritto:Ad esempio sulla terziarizzazione io ho il sospetto che ci siano sostanziali differenze con gli altri vini da invecchiamento "classici".......mi sembra, pur coi minimi assaggi di cui dispongo, che il punto di equilibrio di medio-lungo invecchiamento del Rossese sia in un certo senso più decadente e instabile di quello che può mantenere un Nabbiolo o un Sangiovese.
Fatto di un equilibrio autunnale, con un naso ampio ed espressivo, maturo, dalla bocca dolce, sapida molto lunga ma senza la scodata acida dei grandi Sangiovese e senza l'allungo tannico dolcissimo del Nebbiolo. Se lo si giudica secondo i parametri di "freschezza" degli altri vitigni, il Rossese sembra sempre un poco troppo evoluto, ma probabilmente non è così.


Hai detto con forma assai felice quello che intendevo esprimere quando ad Idice dissi che il naso del Testalonga 1998 non era quello di un vino andato. Insieme ad un gradiente ossidativo palesemente più avanzato di quello che giustificava l'età del vino, c'era però anche e pienamente la caratterizzazione propria del Dolceacqua ben invecchiato, esattamente secondo la descrizione che ne hai dato qui ora.


Ho bevuto anch'io un '98 di Testalonga, in compagnia di Aldo e di altri che erano presenti anche in questa nostra due giorni. Eravamo in cantina da Perrino, che ci aveva predisposto una veticale vera e propria: 93, 94, 96, 98, 2000, 2004 (non quello "per gli amici"). Ricordo un 93 e un 94 esplosivi fin dal primo momento. Forse il 94 poi si è un po' fermato su note ferrose o fruttate tipo scorza d'arancia. Ricordo che il 98 è partito lentissimo e un po' chiuso, ma si distingueva per la materia notevole, solo apparentemente evoluto. Quando è partito non ce n'è stato più per nessuno, uno dei migliori Rossese che abbia bevuto e si adattava molto bene alle caratteristiche generali tracciate dal Conte. Nella stessa giornata, sull'onda dell'entusiasmo, ricordo che Nino ha stappato un '79 e ancora una volta sono state emozioni. Questi Rossese piuttosto vecchi, nelle loro migliori condizioni, sembra che compiano un curioso percorso a ritroso: inizialmente partono sempre parecchio chiusi e fin qua vabbè, poi si aprono su note minerali che possono essere ferrose o terrose, possono ricordare il gas o il tartufo); passano per una fase speziata e solo come ultimo stadio evolutivo del bicchiere ripropongono il frutto che può anche essere molto fresco e richiamare i frutti rossi tipo la fragola, via via fino alla maggiore freschezza di un'anguria o addirittura di un melone bianco. Certo si parla di un percorso lunghissimo che può durare tranquillamente un'ora. Analoga esperienza, sempre con Aldo, abbiamo avuto con un '78, in assoluto il miglior assaggio di rossese che abbia fatto.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 23 apr 2011 17:33

meursault ha scritto:Tra poco tiro il collo ad un Galeae 2008 e vediamo cosa ne viene fuori, il 2010 mi è proprio piaciuto, probabilmente il miglior assaggio della due giorni tra quelli fatti in cantina.
Più che altro volevo confermare che l'approccio ad una tipologia così diversa dai "grandi vini classici", impone un attimo di riflessione ed approfondimento al fine di capire la proporzione e la natura di quei vini, che non sono leggibili in un primo momento con le categorie di valutazione pregresse.
Ricordo infatti i primi miei assaggi di Rossese e solo oggi capisco che bevevo quei vini capendo poco o nulla, e che oggi qualcosina inizia a muoversi nella direzione giusta.
Questo processo non porta necessariamente alla conclusione che il Rossese sia un grande vino, ma quantomeno ne rende leggibile la natura, che non è cosa da poco.

Ad esempio sulla terziarizzazione io ho il sospetto che ci siano sostanziali differenze con gli altri vini da invecchiamento "classici".......mi sembra, pur coi minimi assaggi di cui dispongo, che il punto di equilibrio di medio-lungo invecchiamento del Rossese sia in un certo senso più decadente e instabile di quello che può mantenere un Nabbiolo o un Sangiovese.
Fatto di un equilibrio autunnale, con un naso ampio ed espressivo, maturo, dalla bocca dolce, sapida molto lunga ma senza la scodata acida dei grandi Sangiovese e senza l'allungo tannico dolcissimo del Nebbiolo. Se lo si giudica secondo i parametri di "freschezza" degli altri vitigni, il Rossese sembra sempre un poco troppo evoluto, ma probabilmente non è così.


Vale la pena leggere e scrivere sul forum solo per interventi come questi. Grazie.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda uz » 23 apr 2011 22:23

Bevuta bottiglia di Rossese di Dolceacqua 2010, Terre Bianche.
E' lo stesso di GP e in effetti in alcune sue osservazioni mi ritrovo.
Naso iniziale piuttosto compresso, che in qualche modo ricorda qualcosa tipo la castagna secca. Si distende lentamente, senza mai aprirsi del tutto, delineando un quadro più simile a quello descritto da Rossano: sottotraccia una certa speziatura e un frutto abbastanza fresco, il tutto, però, non molto identificabile. In bocca palesi segni di estrema gioventù: ancora scoordinato, con l'effetto complessivo di una curiosa contrapposizione fra freschezza acida e calore alcolico; sostanziale morbidezza, ma chiusura un po' amara. Col tempo sembra stabilizzarsi su note di macchia mediterranea unite a varie terrosità.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda davidef » 25 apr 2011 01:10

Sono in zona domani di ritorno da oltralpe, qualcuno sa se ci sia qualche cantina visitabile nel medio/tardo pomeriggio di pasquetta ?

Grazie in anticipo
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 25 apr 2011 16:02

Ma quanto è buono il Poggio Pini 2004?
Sabato sono passato da San Biagio, poi su a Soldano da Alessandro Anfosso, che mi ha aperto una delle ultime bocce di 2004 (grazie!!!).
Che dire, naso profondo, di terra, cuoio, sottobosco, speziatura e mare, ancora un lieve substrato di frutto che ben si integra con i sentori evolutivi ben equilibrati.
Bocca di bell'impatto, molto corrispondente, succosa, lunga, ancora tanta mineralità marina, con in più una ciliegia sotto spirito molto elegante.

Decisamente il miglior Poggio Pini ed il miglior Rossese non Testalonga mai assaggiato, fa il paio con il grandissimo Bricco Arcagna 96 di tanti anni fa.

Deve essere la 2004...... grande annata. Alessandro dice che la 2010 è grande, tra un anno vedremo il Poggio Pini.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda biodinamico » 25 apr 2011 19:34

sabato interessante visita all'azienda testalonga,ad accoglierci il simpatico e cordiale nino perrino.

BIANCO 2009-naso incentrato su toni agrumati e di macchia mediterranea,sorso fresco e sapido :D :D :D :D
ROSSESE 2009-al naso frutto scuro e spezie,in bocca è intenso e abbastanza fresco :D :D :D
ROSSESE 2010(da botte)-al naso è una macedonia di frutta fresca con in primo piano la fragolina di bosco,geranio e un tocco minerale,in bocca ha una buona corrispondenza e ottima freschezza,piaciuto molto :D :D :D :D :D
BIANCO 2006-anche qui macchia mediterranea e resina di pino,intenso e di buona freschezza :D :D :D :D
DOLCE MAGIA 2008-frutto scuro e spezie,leggera carbonica,dolcezza misurata,fresco e persistente :D :D :D :D -

al ristorante:
MACCARIO DRINGENBERG-lady dringenberg 2009
naso di agrumi e ginestra,in bocca è molto fresco e dalla lunga scia sapida :D :D :D :D
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Deruj » 07 giu 2011 14:37

Jadis, si je me souviens bien, ma vie était un festin où s’ouvraient tous les cœurs, où tous les vins coulaient.Un soir, j’ai assis la Beauté sur mes genoux. — Et je l’ai trouvée amère. — Et je l’ai injuriée...
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda pippuz » 07 giu 2011 14:41


C'è pure una nota sul Rossese di Caldi che ho preso (e bevuto) di recente a Chiavari e che non conoscevo.
Era il 2008 e mi era piaciuto.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 07 giu 2011 14:43

Deruj ha scritto:incanto-sul-bilico

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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 07 giu 2011 14:49



:shock: :shock: :shock: :shock:

Complimenti all'autore, un mostro di competenza, talento degustativo e abilità narrativa.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda l'oste » 07 giu 2011 14:53


Thanks!

A volte vedendo la notevole quantità di libri, riviste, forum, blog eccetera, sia ha la sensazione che sul vino si sia detto praticamente tutto. In buona parte, per alcune tipologie e terroir arci-noti può essere anche tecnicamente quasi vero, mentre scavando in piccole realtà territoriali c'è sempre molto che val la pena di conoscere.
E poi se anche si fosse detto tutto sul vino, per me conta anche come lo si dice.

PS: una gragnuola di fulmini sempiternamente grata all'amico Giampiero.
Non importa chi sarà l'ultimo a spegnere la luce. E' già buio.


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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda diego » 08 giu 2011 13:17

l'oste ha scritto:

Thanks!

A volte vedendo la notevole quantità di libri, riviste, forum, blog eccetera, sia ha la sensazione che sul vino si sia detto praticamente tutto. In buona parte, per alcune tipologie e terroir arci-noti può essere anche tecnicamente quasi vero, mentre scavando in piccole realtà territoriali c'è sempre molto che val la pena di conoscere.
E poi se anche si fosse detto tutto sul vino, per me conta anche come lo si dice.

PS: una gragnuola di fulmini sempiternamente grata all'amico Giampiero.


Grazie ad Aldo per la segnalazione e a Giampiero per quello che scrive e per come lo scrive....
Esiste una finestra specifica per esprimere compiutamente il carattere del territorio: sopra una certa resa per ettaro tale carattere si spegne, ma lo stesso accade anche sotto una certa resa per ettaro.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 26 giu 2011 16:13

mi sto gustando il Rossese della 31esima (o 32esima?) azienda... buono, buono, leggiadro e tenero, ma con begli attributi. Una via di mezzo tra Maccario 2010 e Galeae 2009.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Pigigres » 28 feb 2012 17:29

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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda andrea » 21 mag 2012 16:26

Mi ripeto anche di qua....
tiro su per segnalare un'interessante, seppur breve, intervista di Alessandro riguardo al Rossese di Dolceacqua.

http://www.treccani.it/webtv/videos/Int ... fosso.html

Non condivido proprio tutto quanto afferma sugli, innegabili, miglioramenti qualitativi, ci sono stati anche dei "degradi" e la roba vecchia non è tutta da buttare.
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Re: Dolceacqua: com'è andata

Messaggioda Deruj » 13 set 2013 12:44

preparo il terreno per lunedì, sperando che qualcuno voglia condividere qualcosa del we...
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