Re: Conoscere il Lambrusco
Inviato: 27 ago 2020 13:10
...in attesa del contributo di gmi che , notoriamente, non conosce né capisce un cazzo di Lambrusco ...
Gambero Rosso Forum
https://forum.gamberorosso.it/
...Tranquillo, il Lambrusco , checchè se ne dica , ha una componente tecnica elevatissima e quelli che chiami "cantinoni" , salvo eccezioni , hanno la capacità tecnica per fare selezioni rigorose nella tipologie e produrre fra i vini migliori: di Bernard Dugat Py della bassa non ne esistono e , quando esistono (dimensionalmente) .... leggi il post precedente . Alcuni di questi produttori hanno passato anni (senza fare nomi perchè rispetto il lavoro del vigneron sempre e comunque , indipendentemente dal risultato), se non lustri , a produrre vini dove i descrittori si alternavano fra "ridotto" , "stallatico" , "brettato" , "ossidato" (...chiaramente e filosoficamente voluto ...), "rifermentato in maniera becera" , "con acetaldeide fuori controllo" , "con sentori di spunto" , "velato se non torbido (...ah , si , una scientifica rifermentazione studiata con cura , immagino dei "colfondo" ante litteram ) . Ho assistito nei decenni a Lambruschi fermi (non partita la fermentazione) che sapevano di merda ( da studiarne e approfondirne anche la tipologia : un anno colaticcio di suino, altri deiezione bovina , altre di sottoprodotto di depurazione, altre di merde de poulet che me lo facevano associare ad un grande Cote Rotie ) ...si , insomma , nell'area del Lambrusco non sempre il "piccolo è bello" . Simpatico si , sempre ... ma parliamone...alleg ha scritto:.. Le cantinone delle altre province (vedi quelle citate da te) qualche etichetta più che valida la tirano fuori.
Per queste il focus è come hai giustamente fatto notare solo il fatturato che però non è sempre sinonimo di qualità... a ...
...Bolla , soprattutto se Vintage . Riserve "Cantina del Nonno" degli anni '60 fra le migliori espressioni di Amarone assieme a Bertani e Masi dell'epoca ...alleg ha scritto: Se ti chiedono un Amarone suggerisci Bolla o Pasqua? ...
vinogodi ha scritto:. La mia idiosincrasia per alcuni nomi , difatti non sempre li inserisco in guida, è proprio perchè non voglio ricevere parolacce d'improperi dal povero consumatore che si aspetta iperbole sensoriali per poi atterrare , senza volerlo, in profili inaspettati (in senso negativo) . Si parla sempre di qualità, ma anche la "costanza della qualità" , in un mercato non specialistico, comporta dei distinguo quando se ne parla, indipendentemente dall'amicizia personale di questo o quel produttore (i ragazzi di Crocizia e lo stesso Danny Bini sono persone fantastiche, entusiaste e , in alcuni casi, poeticamente votati ad assecondare i capricci della natura , ma la base tecnica per rendere sempre il prodotto fruibile con soddisfazione rimane un prerequisito , non necessariamente ricorrendo ad orpelli tecnologici o al
la chimica...)
vinogodi ha scritto:... il Lambrusco , checchè se ne dica , ha una componente tecnica elevatissima e quelli che chiami "cantinoni" , salvo eccezioni , hanno la capacità tecnica per fare selezioni rigorose nella tipologie e produrre fra i vini migliori: di Bernard Dugat Py della bassa non ne esistono e , quando esistono (dimensionalmente) .... leggi il post precedente . Alcuni di questi produttori hanno passato anni (senza fare nomi perchè rispetto il lavoro del vigneron sempre e comunque , indipendentemente dal risultato), se non lustri , a produrre vini dove i descrittori si alternavano fra "ridotto" , "stallatico" , "brettato" , "ossidato" (...chiaramente e filosoficamente voluto ...), "rifermentato in maniera becera" , "con acetaldeide fuori controllo" , "con sentori di spunto" , "velato se non torbido (...ah , si , una scientifica rifermentazione studiata con cura , immagino dei "colfondo" ante litteram ) . Ho assistito nei decenni a Lambruschi fermi (non partita la fermentazione) che sapevano di merda ( da studiarne e approfondirne anche la tipologia : un anno colaticcio di suino, altri deiezione bovina , altre di sottoprodotto di depurazione, altre di merde de poulet che me lo facevano associare ad un grande Cote Rotie ) ...si , insomma , nell'area del Lambrusco non sempre il "piccolo è bello" . Simpatico si , sempre ... ma parliamone...
...che la costanza qualitativa non significa far sempre lo stesso vino o sempre uguale a se stesso , quando esiste una componente meteorologica che ne produce una varianza naturale . Ma la varianza deve rimanere sotto una soglia tale dove il delta verso la retta di riferimento della qualità media sia sempre tale da renderlo apprezzabile al gusto . Nella curva sinusoidale dove si rappresenta l'andamento della qualità rispetto al tempo (annate) deve avere un fattore "A" minimo , sia in positivo (grande annata) che negativo (annata scadente) . Sotto quella soglia la componente tecnica, più che colturale , diventa importante per rendere il prodotto commerciabile . Altrimenti meglio non produrre . ...ma qui si sta parlando di rapporto fra qualità e andamento meteorologico , mentre io parlavo soprattutto di qualità in base alle capacità tecniche e l'influenza che quest'ultima ha in caso di carenze strutturali su cui intervenire oppure su veri e propri errori tecnici ...lloyd142 ha scritto:vinogodi ha scritto:. La mia idiosincrasia per alcuni nomi , difatti non sempre li inserisco in guida, è proprio perchè non voglio ricevere parolacce d'improperi dal povero consumatore che si aspetta iperbole sensoriali per poi atterrare , senza volerlo, in profili inaspettati (in senso negativo) . Si parla sempre di qualità, ma anche la "costanza della qualità" , in un mercato non specialistico, comporta dei distinguo quando se ne parla, indipendentemente dall'amicizia personale di questo o quel produttore (i ragazzi di Crocizia e lo stesso Danny Bini sono persone fantastiche, entusiaste e , in alcuni casi, poeticamente votati ad assecondare i capricci della natura , ma la base tecnica per rendere sempre il prodotto fruibile con soddisfazione rimane un prerequisito , non necessariamente ricorrendo ad orpelli tecnologici o al
la chimica...)vinogodi ha scritto:... il Lambrusco , checchè se ne dica , ha una componente tecnica elevatissima e quelli che chiami "cantinoni" , salvo eccezioni , hanno la capacità tecnica per fare selezioni rigorose nella tipologie e produrre fra i vini migliori: di Bernard Dugat Py della bassa non ne esistono e , quando esistono (dimensionalmente) .... leggi il post precedente . Alcuni di questi produttori hanno passato anni (senza fare nomi perchè rispetto il lavoro del vigneron sempre e comunque , indipendentemente dal risultato), se non lustri , a produrre vini dove i descrittori si alternavano fra "ridotto" , "stallatico" , "brettato" , "ossidato" (...chiaramente e filosoficamente voluto ...), "rifermentato in maniera becera" , "con acetaldeide fuori controllo" , "con sentori di spunto" , "velato se non torbido (...ah , si , una scientifica rifermentazione studiata con cura , immagino dei "colfondo" ante litteram ) . Ho assistito nei decenni a Lambruschi fermi (non partita la fermentazione) che sapevano di merda ( da studiarne e approfondirne anche la tipologia : un anno colaticcio di suino, altri deiezione bovina , altre di sottoprodotto di depurazione, altre di merde de poulet che me lo facevano associare ad un grande Cote Rotie ) ...si , insomma , nell'area del Lambrusco non sempre il "piccolo è bello" . Simpatico si , sempre ... ma parliamone...
"La costanza della qualità"... Eh...una gran bella cosa. Ma se , come in questo caso , ci riferiamo alla trasformazione di una materia prima laddove la componente meteorologica, oltre a quella delle "pratiche di cantina" , incide in maniera preponderante sul risultato finale, e questo dovrebbe valere ancora di piu' se le aziende preposte si professano come "biologiche" , dando per scontato come racconti nella seconda parte del "quote" , che il risultato non sia appesantito da errori tecnici, come e' possibile appunto arrivare a una costanza qualitativa?
Io , onestamente, pur consapevole di capirci poco o ancora meno , ho l'idea che sia normale trovare differenze qualitative tra un anno e l'altro . Mi fa molta piu' paura la qualita' tout court, anche quando il millesimo di riferimento sia stato disastroso e per certi prodotti ( e produttori) , sembri invece che il risultato sia assolutamente indipendente da questo... Come la interpreti da questo punto di vista???
vinogodi ha scritto:...Tranquillo, il Lambrusco , checchè se ne dica , ha una componente tecnica elevatissima e quelli che chiami "cantinoni" , salvo eccezioni , hanno la capacità tecnica per fare selezioni rigorose nella tipologie e produrre fra i vini migliori: di Bernard Dugat Py della bassa non ne esistono e , quando esistono (dimensionalmente) .... leggi il post precedente . Alcuni di questi produttori hanno passato anni (senza fare nomi perchè rispetto il lavoro del vigneron sempre e comunque , indipendentemente dal risultato), se non lustri , a produrre vini dove i descrittori si alternavano fra "ridotto" , "stallatico" , "brettato" , "ossidato" (...chiaramente e filosoficamente voluto ...), "rifermentato in maniera becera" , "con acetaldeide fuori controllo" , "con sentori di spunto" , "velato se non torbido (...ah , si , una scientifica rifermentazione studiata con cura , immagino dei "colfondo" ante litteram ) . Ho assistito nei decenni a Lambruschi fermi (non partita la fermentazione) che sapevano di merda ( da studiarne e approfondirne anche la tipologia : un anno colaticcio di suino, altri deiezione bovina , altre di sottoprodotto di depurazione, altre di merde de poulet che me lo facevano associare ad un grande Cote Rotie ) ...si , insomma , nell'area del Lambrusco non sempre il "piccolo è bello" . Simpatico si , sempre ... ma parliamone...alleg ha scritto:.. Le cantinone delle altre province (vedi quelle citate da te) qualche etichetta più che valida la tirano fuori.
Per queste il focus è come hai giustamente fatto notare solo il fatturato che però non è sempre sinonimo di qualità... a ...
vinogodi ha scritto:...in attesa del contributo di gmi che , notoriamente, non conosce né capisce un cazzo di Lambrusco ...
gmi1 ha scritto:# il prof Venturelli ne fa veramente poco e non é cosí semplice trovare qualche sua boccia... sono dei Sorbara fantastici le sue bottiglie, con alcune chicche pregevoli
Alberto ha scritto:Ma Tenuta La Piccola nessuno la prende in considerazione?
Bevuto il Nero di Cio 2018 qualche giorno fa, tanto buono il vino quanto inguardabile l'etichetta...perciò vino decisamente buono...
Messner ha scritto:sto parlando del pjcol ròss.
PS: la vigna in questione è del 1907...
bobbisolo ha scritto:Curiosamente però, trovo i Lambrusco di collina più caldi e cotti di quelli di pianura... Che dicono i vostri assaggi?c'é del vero in quel che dici, probabilmente dipende anche dalla tipologia di Lambrusco, per esempio un Grasparossa e un Sorbara sono sicurmente due Lambrusco con peculiaritá e differenze molto accentuate, e hanno bisogno di terreno adatto alla tipologia per eccellere, a prescindere dall'altitudine..
Concordo con gm1 che il fondatore di chiarli sia un validissimo sorbara 'col fondo', ma senza fondo.
Nella stessa categoria(questo il fondo però ce l'ha) metto quello di podere il saliceto, falistra.
ricordo una ventina di anni fa quando Sandro Cavicchioli e Christian Bellei, allora assieme, iniziarono ;e prime prove di lambrusco ancestrale... assaggiai tante di quelle bocce di prova, di cui molte erano giá buonissime... quando misero la prima annata sul mercato, il successo fu in parte smorzato dalla troppa presenza di residuo, che, guardate bene, non era troppo in se, ma lo era troppo per i consumatori non abituati al lambrusco come era qua nelle sue zone in passato, quando in certe annate fredde precocemente andava in letargo quasi subito e, quando riprendeva la fermentazione con i primi caldi in Marzo/Aprile, produceva un sacco di "fondo", risultando poi buonissimo, ma veramente buono per noi...
voglio qui dire che il fondatore ha si pochissimo fondo, perché sono i clienti dei ristoranti che cosí lo vogliono, e il produttore si adatta al mercato e alle sue richieste....
[/quote]...per la cronaca , e storia del Lambrusco , il ritorno a protocolli antichi di fermentazione ancestrale (rifermentazione in bottiglia da uve Lambrusco Maestri con saldo di Lancellotta delle migliori uve del distretto della bassa parmense) furono codificati ( anche se mai pubblicati e rimanendo nell'area della divulgazione amichevole fra tecnici ) a metà degli anni sessanta da tale enologo Franco Manzoli , direttore della Cantina Sociale di Torrile (oggi non esiste più) e ripresi successivamente da alcuni produttori della zona e , soprattutto , fuori zona (modenese e reggiano) . Ricordo negli anni settanta le colonne di macchine provenienti dal milanese e alta Lombardia (comaschi, bresciani e bergamaschi) facenti code infinite per ritirare le spettanze dopo la fermentazione primaverile in quel di Bezze di Torrile , sede storica della cantina ...gmi1 ha scritto:...ricordo una ventina di anni fa quando Sandro Cavicchioli e Christian Bellei, allora assieme, iniziarono ;e prime prove di lambrusco ancestrale... ....
...per la cronaca , e storia del Lambrusco , il ritorno a protocolli antichi di fermentazione ancestrale (rifermentazione in bottiglia da uve Lambrusco Maestri con saldo di Lancellotta delle migliori uve del distretto della bassa parmense) furono codificati ( anche se mai pubblicati e rimanendo nell'area della divulgazione amichevole fra tecnici ) a metà degli anni sessanta da tale enologo Franco Manzoli , direttore della Cantina Sociale di Torrile (oggi non esiste più) e ripresi successivamente da alcuni produttori della zona e , soprattutto , fuori zona (modenese e reggiano) . Ricordo negli anni settanta le colonne di macchine provenienti dal milanese e alta Lombardia (comaschi, bresciani e bergamaschi) facenti code infinite per ritirare le spettanze dopo la fermentazione primaverile in quel di Bezze di Torrile , sede storica della cantina ... [/quote]vinogodi ha scritto:gmi1 ha scritto:...ricordo una ventina di anni fa quando Sandro Cavicchioli e Christian Bellei, allora assieme, iniziarono ;e prime prove di lambrusco ancestrale... ....
sicuramente é cosí Marco, io mi riferisco solo a quella storia dell'ancestrale Lambrusco di Sorbara di Bellei, ma non dico certo che sono stati i primi a ritornare ai protocolli antichi, anzi.... sarebbe interessante sicuramente saperne di piú al riguardo, e tu ne sai sicuramente molto visto che i tuoi famigliari furono coinvolti direttamente....
un altra considerazione che mi viene da fare, é come il Lambrusco si stia dimostrando sempre piú dinamico e innovativo, da una parte riproponendo antiche vie, vedi la fermentazione ancestrale, dall'altra una direzione recente come la versione spumante con il metodo classico.... era ora che si facesse apprezzare per quello che merita, e che sempre piú produttori e addetti ai lavori siano guidati da concetti qualitativi e non quantitativi....
alleg ha scritto:vinogodi ha scritto:...
Per queste il focus è come hai giustamente fatto notare solo il fatturato che però non è sempre sinonimo di qualità... a Montalcino consiglieresti di assaggiare Banfi per capire cos'è il Brunello? Se ti chiedono un Amarone suggerisci Bolla o Pasqua? Poi che vadano assaggiati una volta l'ho detto anche io, per capire la deriva lambruschista parmense (divisa tra bibitari e puzzoni) è sicuramente utile... Oinoe sul lambrusco sembra li abbia presi a riferimento mentre la malvasia non la trovo male...
Patatasd ha scritto:Sticazzi la costanza quando parliamo di bottiglie che vanno dai 7 ai 15 euro.
Il Lambrusco è spensieratezza, mica i 100/100.
Riprendere le vecchie discussioni e continuare a scrivere su di esse -anche solo un semplice e meritorio UP- sarebbe il modo migliore per non perderle per sempre, visto che questa schifezza di piattaforma non archivia per più di tanto i thread.berafede ha scritto:Rovistando il forum ho trovato una discussione di Vinogodi molto interessante, ma vorrei ora chiedervi se possibile di consigliarmi qualche etichette per ogni zona così da avere una comprensione più ampia possibile.
brifazio ha scritto:Riprendere le vecchie discussioni e continuare a scrivere su di esse -anche solo un semplice e meritorio UP- sarebbe il modo migliore per non perderle per sempre, visto che questa schifezza di piattaforma non archivia per più di tanto i thread.berafede ha scritto:Rovistando il forum ho trovato una discussione di Vinogodi molto interessante, ma vorrei ora chiedervi se possibile di consigliarmi qualche etichette per ogni zona così da avere una comprensione più ampia possibile.
berafede ha scritto:brifazio ha scritto:Riprendere le vecchie discussioni e continuare a scrivere su di esse -anche solo un semplice e meritorio UP- sarebbe il modo migliore per non perderle per sempre, visto che questa schifezza di piattaforma non archivia per più di tanto i thread.berafede ha scritto:Rovistando il forum ho trovato una discussione di Vinogodi molto interessante, ma vorrei ora chiedervi se possibile di consigliarmi qualche etichette per ogni zona così da avere una comprensione più ampia possibile.
Dato che la richiesta era leggermente differente dal topic di 5 anni fa ho optato per aprirne uno nuovo.
Tu hai qualcosa da aggiungere sull'argomento?
Messner ha scritto:Alberto ha scritto:Ma Tenuta La Piccola nessuno la prende in considerazione?
Bevuto il Nero di Cio 2018 qualche giorno fa, tanto buono il vino quanto inguardabile l'etichetta...perciò vino decisamente buono...
Tra le migliori. Probabilmente l'azienda con la vigna più vecchia piantata a Lambrusco, tra l'altro di una varietà quasi scomparsa, vinificata che io sappia solamente da Fontana e Rinaldini: sto parlando del pjcol ròss.
PS: la vigna in questione è del 1907...
cesmic ha scritto:Aggiungerei assolutamente Bergianti...