Messaggioda Smarco » 25 feb 2019 12:27
Magnum Maurice vesselle 2005 ( non ricordo quale ) aperitivo, magnum aperto qualche giorno prima da qualche sbevazzone, naso affascinante e bocca importante
Selosse VO bottiglia un po’ sfigata deg 2017 e niente, pecca per una nota abbastanza amara sul finale e un naso ambiguo
Tutti i Selosse deg. 2015
Selosse carelles il lieux dit di più facile lettura, tutto messo al posto giusto, quello con meno note ossidative, minerale e floreale
Selosse chantereines quante volte si è letto che i Selosse sono borgogna con le bolle? bè provate questo, naso che spiazza dal legno alla polvere pirica, burro, quasi conchiglioso, bocca potente ma senza essere larga ma anzi affilatissimo sembra quasy un meursault di Coche, poi dopo un pò scaldandosi inizia un pò a scendere
Selosse chemin de chalon secondo me il migliore della batteria, all'inizio muto, non lascia concedersi nemmeno girandolo nel bicchiere, ma basta tenerlo tra le mani per farlo scaldare un pò e libera tutta la sua potenza ma mantenendo comunque un eleganza disarmante, ricordo nettamente una nota di mimosa netta che mi ha fatto quasi venire un brivido
Ulysse Collin enfers degno avversario, non potrebbe mai competer con gli ultimi due ma con il carelles quasi quasi.. naso più sul fruttato, molto preciso, da più l'idea di champagne classico rispetto a Selosse, in bocca è dritto ma poi finisce li
Selosse bout du clos solitamente bevuto giovane è quello che preferisco meno per un naso che ho sempre trovato un pò monocorde rispetto agli altri, questo invece sembra essere un altro champagne al naso molto complesso e una bocca veramente importante
Selosse cote faron è sempre stato il mio preferito e anche questa volta non posso che ripeterlo, naso potente ma comunque fine ed elegante, bocca quasi tannica, un carrarmato
Selosse sous le mont il più particolare degli ultimi 3, colore quasi rosato, naso con una nota ossidativa abbastanza spinta ma comunque perfetta nel contesto, bocca piu tannica del cote faron,
Guillaume Selosse largiller non molto definito, secondo me con qualche anno dal degorgement sarà interessante, competere con i mostri di Selosse? non credo proprio
Laval hautes chevres 2012 pecca per una nota ossidativa non molto pulita, bocca interessante ma nel complesso per ora abbastanza trascurabile, da riprovare tra qualche anno, secondo me c'è del grande potenziale che per ora è ben nascosto
Laval les chenes 2011 freschissimo, note floreali, gessate, marine e di limone, bocca dritta e tesa acidità ai massimi livelli
Laval les chenes 2013 torna qualche nota ossidativa di troppo, un pò più largo del primo
Laval les chenes 2014 simile se non uguale al 2011, tra qualche hanno sarà favoloso
Macondo bianko prima annata prodotta in solo 300 bottiglie, il discorso è un pò quello dell arshura per Valter Mattoni, vino prodotto da un ragazzo con l'aiuto di Marco Casolanetti, diciamo che tra missili dritti e acidità iper sviluppata questo ha pagato un pò pegno, 50 trebbiano e 50 pecorino un vino abbastanza insolito per questo uvaggio portato ai limiti del possibile
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