bondo ha scritto:Riassumendo, problemi principali della guida 2017 dell'Espresso (...):
3) Ripetizioni. In alcuni casi le descrizioni dei vini sono ripetute (ed è sistematico e voluto, ancora una volta per aumentare il numero di pagine).
e.g. Pala Stellato Nature sia a p. 286 che a p. 116. Passito Bukkuram de Bartoli sia a p. 276 che a p. 90
ecc. ecc. Di esempi credo che ce ne siano a decine (e decine).
Davo per scontato che il problema dei testi delle descrizioni dei vini ripetuti in sezioni diverse, dilettantesco dal punto di vista editoriale, fosse un difetto della prima edizione dell’anno scorso e sarebbe stato rimosso in questa. Sono andato a vedere la guida appena pubblicata: mi sbagliavo, perché le ripetizioni si sono moltiplicate, dato che alle vecchie duplicazioni si sono aggiunte… le triplicazioni!
Infatti, considerando le solite tre sezioni malamente cucite della guida, la sezione “Denominazioni” contiene la replica, in forma ridotta (circa dimezzata) dei 400 testi delle descrizioni dei vini premiati nelle 4 classifiche tematiche che formano la sezione iniziale ”Elenchi”, testi che nell'insieme occupano più di 50 pagine. Nella sezione “Aziende” c’è la stessa identica duplicazione, che diventa quindi triplicazione, a cui si aggiungono le ripetizioni già presenti nella prima edizione della (dis)guida, che avevamo rilevato nel thread dell'anno scorso e che dice Bondo: per le 357 aziende comprese in questa sezione, le descrizioni degli eventuali vini segnalati nella sezione “Denominazioni”, ma non premiati, sono replicate pari pari.
Nel complesso, si può stimare che
almeno 50 pagine della guida siano composte da testi duplicati o triplicati, in contrasto con l’imperativo del risparmio di pagine citato come inderogabile l’anno scorso, oltre che con i più elementari criteri editoriali.
Al di là di questo spreco, la questione resta la stessa dell’anno scorso ed è elementare: la sezione iniziale ”Elenchi”, di cui evidentemente i curatori sono entusiasti, non può “imprigionare” i testi delle descrizioni dei vini premiati, isolandoli dal resto della guida. Così come stanno le cose, il cuore di questa guida non può che essere nella sezione più completa, che è quella “Denominazioni”, dato che la sezione “Aziende” contrariamente alla maggior parte delle altre guide è ancillare rispetto agli ”Elenchi” stessi (solo 357 aziende, come si è detto). Tutte le descrizioni dei vini andrebbero quindi spostate nella sezione “Denominazioni”, eliminando duplicazioni e triplicazioni.
Resta sempre il mistero di come una gestione che, qualsiasi siano le sue capacità, non è all’altezza di confezionare una guida dei vini degna di questo nome possa essere stata chiamata a rimpiazzare una gestione che oggettivamente garantiva questo “minimo sindacale” (e non solo). A me sembra impossibile che i risultati economici della guida possano essere migliorati in seguito alla sostituzione, ma purtroppo la mancanza di dati ufficiali sulle vendite rende impossibile la verifica.