Sangiovese purosangue Siena

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gianni femminella
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Sangiovese purosangue Siena

Messaggioda gianni femminella » 13 nov 2016 11:48

In ordine sparso alcuni assaggi di ieri pomeriggio presso la fortezza Medica a Siena, insieme a un compare forumista. Accompagno l'elenco con una breve annotazione riguardo alle persone con cui abbiamo avuto a che fare. Non c'era molto pubblico e chi era dietro al banco ha potuto esprimere ciò che in situazioni di maggior affollamento non ha il tempo di fare. Quindi in alcuni casi conversazioni che si sono protratte a lungo, e tante informazioni su filosofia aziendale, pareri sulle recenti vendemmie etc. L'elemento umano a questa manifestazione ha avuto per me un grande rilievo.

Antonio Camillo ( lui in persona, gentilissimo e animato da grande passione )
Fattoria dei Barbi ( una nota delicata forumista al banco )
Tenuta di Sesta ( una impiegata in azienda, estremamente comunicativa, la quale ci ha piacevolmente sepolti di chiacchiere )
Noelia Ricci ( banco comune )
La Fornace ( poche parole scambiate con non so chi )
Monsanto ( persona addetta esclusivamente a marketing e comunicazione )
Ormanni ( responsabile della azienda )
Ventolaio ( una titolare gentile e comunicativa )
Le Chiuse ( grande, calorosa accoglienza da parte di un titolare )
Colombaio di santa Chiara ( un gentile aiutante, amico di famiglia )

Avevamo una lista di assaggi concordati, poi appena entrati siamo stati presi dalla anarchia e abbiamo assaggiato a istinto, perdendoci putroppo molte cose interessanti.
Gli assaggi sembrano pochi, ma di ciascuna azienda abbiamo bevuto tre o quattro vini, il totale mi sembra ragguardevole. Del resto il tempo era poco.

Segue qualche nota se Miccel vorrà aiutarmi.
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Re: Sangiovese purosangue Siena

Messaggioda miccel » 13 nov 2016 20:07

Il panorama era davvero vasto, sia come qualità che come quantità, credo che non abbiamo avvicinato neanche un decimo dei produttori presenti e nonostante i buoni propositi abbiamo finito per andare non proprio a caso, ma quasi. Metto qui qualche impressione su quello che mi ha maggiormente colpito, di più non sono in grado, trenta e più assaggi penso che confondano anche degustatori seri, figuriamoci me…impressioni comunque in gran parte condivise con Gianni.
Molto positivi i vini che presentava la Tenuta di Sesta, solari e insieme contraddistinti da mano lieve e scorrevolezza: brunello 2011, brunello 2006 (ancora meglio), brunello riserva 2006 (quest’ultimo con ancora un po’ di aggressività da smaltire e forse qualche imprecisione olfattiva).
Molto buoni tutti i “nordisti” Le Chiuse: rosso 2014, brunello 2011 e brunello 2006, quest’ultimo lo avevo già bevuto e mi piace tanto.
Gustosi e spontanei, “veraci”, i due vini bevuti di Ventolaio (brunello 2011 e riserva 2010), di sicuro stanno bene su una tavola, ma occhio all’alcol (15 e 15,5!).
I brunelli 2011 in generale, sembrano delle specie di “super-rossi”, complessità non eccezionale ma facili e già godibili (ho scoperto l’acqua calda :lol: ).
Sono buoni buoni, e non sfigurano in questo contesto, i due Vallerana Alta di Antonio Camillo (ciliegiolo da vigna vecchia), il 2013 bellissimo e profumato, aperto, il 2014 un po’ più ritroso ma buono anche lui, ti ci ritrovi dentro inevitabilmente. Il Cotozzino 2015 è un morellino semplice e saporito e, soprattutto dotato di naturalezza espressiva non comune nei morellini.
Il Chianti annata di Monsanto (2013, non avevano la 2014!) si conferma un vino convenzionale e poco interessante (opinione recisa, lo so, ma testata su diverse annate), e anche sulla riserva 2013 la mia impressione non è molto diversa, anche se qui, c’è da dire, il vino era ancora chiuso e un po’ astringente, quindi ci sarebbe da risentirlo più avanti. Comunque sia, con Il Poggio 2011 e il Sangioveto Grosso 2009 si salta nettamente ad un altro livello di complessità; il primo più “oscuro” con note di pelle, cuoio piuttosto evidenti e ancora da “farsi”, assai promettente; il secondo mi è parso già più risolto, con un po’ d’alcol e legno in giro, ma anche elegante, se piace il genere, un supertuscan madornale. Non so se sono considerazioni giuste, di certo questi erano vini legnosi ma buoni.
Qualcosa di simile, se non di meglio addirittura, vale per i due di Ormanni, Il Borro del Diavolo 2013 e la Gran Selezione 2011, caratterizzati da legno, ampiezza e finezza, straordinariamente speziato e profumato specialmente il secondo, che ha colpito sia me che Gianni e vorrei risentirlo a papille fresche per essere sicuro di avere preso un abbaglio.
Fra gli altri ricordo buoni il romagnolo Godenza 2014 di Noelia Ricci e il Chianti Classico Olinto 2014 de I Fabbri (che mi sono versato da solo sul finale mentre Gianni era al bagno…).
Gianni o qualcun altro dei presenti potrà sicuramente aggiungere altre considerazioni.
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gianni femminella
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Re: Sangiovese purosangue Siena

Messaggioda gianni femminella » 14 nov 2016 13:01

Intanto mi fa piacere aver avuto una convergenza di opinioni con Miccel che è stato anche una ottimo compagno di "viaggio". Per evitare di guidare in stato di ebbrezza abbiamo scelto di viaggiare in treno e sopportato insieme la scomodità di un vagone della tratta Grosseto-Siena, che oltre tutto puzzava terribilmente di gasolio.

Aggiungo poco a quanto già detto.

Ho una propensione particolare per il Vallerana alta che ormai conosco da svariati anni, sebbene non lo abbia bevuto con continuità. Impressionante la 2013 per l'intesità dei profumi e per la sensualità che esprime in bocca. La 2014 diversissima sotto ogni punto di vista, più scontrosa e meno ricca ( dubito arriverà mai ai livelli della 2013 ), ma pur sempre molto buona e sicuramente in divenire.

Menzione per tutta la gamma de Le Chiuse e anche per tenuta di Sesta. Meno raffinati i vini di Ventolaio, ma molto piacevoli. Degno di nota il Vigna del Fiore dei Barbi. Mentre di Ormanni trovo in pieno nelle mie corde la Gran Selezione.

Godenza un sangiovese fuori territorio rispetto agli altri assaggiati; più rotondo e polposo non sfigura. Trovo invece scorretto che il mio compare abbia bevuto l'Olinto de I Fabbri senza di me. Me la pagherà :twisted:

Nonostante i limiti di gioventù dei vini in assaggio, nonostante si beva in piedi senza nessuna comodità, nonostante il rumore di fondo delle sale, a me continua a piacere, ogni tanto, recarmi a queste manifestazioni. Sarà pure vero che se ne ricava una visione parziale, però rimane una ottima occasione per assaggiare e per incontrare persone.
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