Messaggioda landmax » 15 nov 2016 18:40
Rieccoci.
SECONDA BATTERIA
- Barolo Gran Bussia 2001 Aldo Conterno: altro vino che entra nel podio della giornata, preso a mio avviso all’apice della sua parabola (lo avessi in cantina, non aspetterei oltre a berlo). Il profilo olfattivo è giocato su un complesso e intenso mix di piccoli frutti rossi in confettura e spezie (polvere di caffè e cioccolato), con un tocco di tabacco dolce e liquirizia a ingentilire il quadro. Bocca ricchissima, ma straordinariamente equilibrata e armoniosa, con tannini ormai perfettamente integrati, capace di esprimere una dolcezza di frutto interminabile e coinvolgente. 97/100
- Sorì San Lorenzo 2001 Gaja: alla cieca penso a due vini di annate diverse, tanto è “caldo” e saudente il primo, quanto “freddo” il secondo. E invece no: al netto di due terroir ovviamente diversi, è probabilmente lo stile del produttore ad influire in maniera determinante sulla percezione di questo secondo vino. Di cui, con onestà, non si può dire nulla di male: tecnicamente perfetto (anche il legno piccolo si sente appena, senza disturbare, anzi, si scorgono qua e là alcuni sentori langaroli, specie nella parte floreale), ma anche relativamente anonimo nell’insieme: profumi abbastanza compressi e bocca di ottima fattura, ma un po’ in debito di dinamica. Non mi pare sia nemmeno un problema di apertura anticipata, il vino sembra al giusto stadio di evoluzione. Anche questo, avercelo una sera da solo sicuramente farebbe un’ottima figura, ma tra gli altri e considerando quel che costa… 91/100
TERZA BATTERIA
- Brunello Riserva Case Basse 2001 Soldera: Marco ci ha voluto trattare veramente bene domenica, e questo capolavoro ne è la conferma. Il naso è estremamente affascinante, il più “terziario” dell’intera giornata: si susseguono cuoio e goudron, prugna essiccata e sensazioni di sottobosco. La bocca è un vero portento: slanciata, seppur con una componente tannica imponente (cosa che alla cieca mi aveva fatto pensare a un nebbiolo), ma di perfetta estrazione, profondissima e con un finale in cui ritornano il frutto dolce e una bellissima sensazione balsamica a donare levità al vino. 96/100
- Barolo Le Rocche del Falletto 2001 Bruno Giacosa: avevo già avuto modo di assaggiare ben tre volte questo vino (in quest’annata) e devo dire che questa quarta bottiglia, pur eccellente, è quella che mi è parsa più indietro nello sviluppo e che, nel complesso, mi ha convinto di meno. Il colore è di un irreale rubino trasparente e i profumi sono addirittura vinosi. Stando nel bicchiere esce la “classica” fragolina giacosiana, il tabacco, il lampone, ma seppur di buona intensità i profumi sembrano più quelli di un giovane nebbiolo che di un barolo d’evoluzione. La bocca è invece, come sempre, straordinaria nella sua capacità di essere (apparentemente) lieve, pur non perdendo un millimetro in tipicità e profondità. 93+/100
- Barolo Riserva Cà d'Morissio 1995 Mascarello: il più austero di tutta la giornata, ma, probabilmente, il più grande. L’austerità non è tanto a livello olfattivo, dove sfodera un’amarena sotto spirito di particolare intensità e precisione, oltre a classicissime note di tabacco, anguria ed anche terrose, quanto in bocca, dove il vino ha una tale pienezza, forza e profondità da lasciare sbalorditi. Un vino supremo, preso in stato di grazia, ma certamente capace di conservarsi ancora molti anni a questo livello. 98/100
I MONFORTINI
- Barolo Riserva Monfortino 2006: un altro vino stratosferico. E’ talmente buono e ricco di sfaccettature che risulta persino ingiusto e riduttivo definirlo “giovane”. Intensità, purezza di frutto e grande complessità olfattiva sono presenti già ora. All’assaggio riesce a vibrare al palato nonostante un’intelaiatura tannica poderosa ed, ovviamente, ancora in divenire, tanto è ricco di sapore e di spina acido-sapida. Finale semplicemente interminabile. Io non so se possa arrivare a 100/100 (forse nel 2046?), ma mi pare che le stimmate ci siano tutte. 96+/100
- Barolo Riserva Monfortino 1997: bevuto il primo, lo stacco è nettissimo. Il naso non solo è meno intenso, ma anche meno definito, con una nota di grasso animale che sporca un po’ il vino e non me lo fa apprezzare fino in fondo. All’assaggio è pur sempre un gran barolo, ma mi chiedo se, in un’annataccia calda come questa, questo vino meritava di essere prodotto. Penso a chi si accostasse per la prima volta al “Monfortino”: bevesse quest’annata oggi, secondo me, ne rimarrebbe deluso. O forse, semplicemente, andava bevuto prima. 89/100
- Barolo Riserva Monfortino 1987: questo, invece, ha fascino ed eleganza, seppure sia tutto in tono minore rispetto a quel “mostro” del 2006. I profumi, pur nitidi e di bella complessità, hanno minore intensità. Minore intensità anche al gusto, dove tuttavia il tempo ha giocato a favore, smussando gli angoli della tannicità e rendendo il vino alquanto elegante e setoso. Finale molto lungo. 93/100
FINALE
- Barolo Chinato Cappellano: sempre piacevolissimo e abbinato splendidamente a una lussuriosa bonnet e ad un ottimo semifreddo al cioccolato. 85/100