Messaggioda landmax » 11 ott 2016 22:26
Ho organizzato uno svuota cantina (la mia) e devo dire che ci siamo divertiti un bel pò. Serata relax, per cui niente note approfondite, solo qualche breve impressione:
Brut Tradition Egly Ouriet (sboccatura nov. 2015): sempre valido, ma meno verticale ed equilibrato di un paio di bottiglie bevute in precedenza (non distanti nel tempo ed una proveniente dallo stesso lotto). Bocca alla Egly, bella piena, bollicina sempre perfetta, ma frutto appena dolce, sembra quasi troppo dosato (un filo, eh). 89/100
Silex 2007 Didier Dageneau: la delusione della serata. Ultima annata prodotta dal maestro (prematuramente scomparso nel 2008) ed annata considerata importante in zona. Vino sussurrato al naso, dapprima idrocarburico e leggermente zolfato, poi si pulisce ed emergono note di salvia, foglia di pomodoro ed un'evidente scia minerale, il tutto però in un quadro abbastanza compresso. Bocca di attacco vellutato, sul frutto maturo (cedro), prosegue fresco e minerale e anche lungo, ma senza quell'ampiezza retrolfattiva che ti aspetteresti da un vino di questa caratura (e prezzo). 89/100
Malvasia 2007 Damjan Podversic: lento a concedersi, mano a mano che si scalda sfodera le virtù più nobili dei grandi vini friulani: complessità, sapore, intensità e persistenza e una grande gastronomicità. Unico difetto: a distanza di anni ha perso quella riconoscibilità varietale che me lo rendeva magico. Riassaggiato questa sera, a due giorni di distanza, è ulteriormente migliorato in bocca, ancora più coeso e armonico. 91/100
Ronco dei Roseti 1988 Abbazia di Rosazzo: ovvero... di quanto fossero grandi i vini di una volta. Primo rosso friulano premiato con i 3 bicchieri dalla guida Gambero Rosso - Slow Food... e anche questo dovrebbe far riflettere: perchè la critica enologica, allora capace di premiare vini davvero meritevoli, ha virato così rapidamente, nell'arco di appena un decennio, su vini "mangia e bevi", marmellatosi, imbevibili e, ciò che è più grave, rivelatisi incapaci di durare nel tempo? Per fortuna si sta tornando indietro, ma nel frattempo si è persa una scuola... a cosa alludo? Questo vino non ha svolto la malolattica: lo si sente dalla freschezza vibrante del frutto, dall'assoluta vivacità del vino. Molto complesso e mobile al naso, in cui il taglio bordolese (con piccole aggiunte di pignolo) non vira sulla classiche note piraziniche o marmellatose, bensì sul balsamico (nettissimo), sulla visciola, la prugna essiccata e un accennato goudron. Bocca di impressionante vitalità e forza motrice, al contempo leggiadra e profonda, di un'eleganza che definirei solare. Veramente un vino di fronte al quale levarsi il cappello. Un grazie immenso a Steve Zaccarini per avermelo venduto (ad un prezzo assolutamente contenuto, tra l'altro) 95/100
Gattinara Osso San Grato 2001 Antoniolo: un altro grandissimo vino. Storicamente il Gattinara godeva della stessa fama del Barolo e bevendo bottiglie come queste comprendi il perché. Rigoroso e sfaccettato al naso, di grande nobiltà nebbiolesca. Bocca straordinaria per eleganza, il centro bocca gioca quasi a nascondersi, ma il finale è lunghissimo e letteralmente irradiante. 94/100
Barolo Mondoca di Bussia Soprana 2001 Oddero: un altro grandissimo vino (aridaje). Profumi quasi borgognoni (mi ricorda un pò un Clos de Tart bevuto da Marco qualche tempo fa), che vanno dalla caramella al rabarbaro alla fragolina di bosco, dalla pera e l'oliva in salamoia a una delicata affumicatura. Bocca sottile, dai tannini presenti ma molto soffici, aggraziata e dolce. Gli manca forse un pò di allungo, ma siamo veramente ai dettagli. 94/100
Chianti Classico Ris. Il Poggio 2001 Monsanto: un altro grande vino (repetita iuvant). Il profilo olfattivo non mi convince del tutto, le note di legno tostato, grafite e quasi polvere da sparo tendono a sovrastare, ma probabilmente è soltanto un problema di gioventù. Sì perchè in bocca il vino rileva una materia straordinaria, di eleganza sopraffina ma al contempo di incontenibile energia. Il finale è semplicemente interminabile. Da bere tra non meno di 10 anni. 93+/100
Hermitage 2001 Bernard Faurie: confermo il mio apprezzamento per questo produttore, rigoroso nell'interpretazione del territorio. Al naso domina la componente affumicata e foxy, poi lentamente vira sulle spezie, il frutto maturo e il patè d'oliva. La bocca è poderosa, dall'architettura tannica ancora in divenire, ma molto dinamica e profonda. 92/100
Vino Santo 2001 Francesco Poli sempre un ottimo vino dolce, ma lo ricordavo meglio. Qui manca forse un pò di freschezza a contrastare una dolcezza comunque armonica e misurata. 90/100
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landmax il 12 ott 2016 12:52, modificato 2 volte in totale.