CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda gbaenergiaeco10 » 11 ott 2016 14:12

Punta Crena (Varigotti), Pigato Ca Rena 2015
un naso forse un po' confusionario ma molto intrigante, floreale, con un picco fruttato credo di pesca..bocca fresca decisa, acidità ben coesa con un ritorno balsamico un po' troppo affrettato..buono l'accostamento con un'omelette, meno buono con il prosciutto crudo... :?
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda vinogodi » 11 ott 2016 14:58

...ieri sera ho semplicemente bevuto uno dei migliori vini bianchi italiani degli ultimi tempi, vincendo preconcetti antichi. Ciò significa che quando meno te l'aspetti , anche il vino da uve fin qui poco cagate , in mano al vigneron giusto riesce ad esprimere emozione che non ti aspetti. E' verdolino dal colore, con riflessi dorati solo accennati. Profumi stupendi di sambuco e genziana, floreale come poche volte ho sentito in Italia , mi rimandava al Furore di Marisa Cuomo quando giovanissimo. Nel bicchiere l'intensità non diminuiva nel tempo ma aumentava complessandosi ulteriormente. Bocca sapida e di media struttura, freschissimo ... e buonissimo. Sfangata una bottiglia in due senza problemi con sontuosa orata al sale . Arneis 2015 Bruno Giacosa , per me nella top ten ( e non certo decimo) bianchi italiani bevuti nel 2016 ... 8)
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda miccel » 11 ott 2016 19:12

Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
13,5 gradi. Chardonnay con saldo di savagnin (15, 20, 30 o 33 per cento secondo diverse fonti). Se ho capito bene passa 3 anni “sotto il velo”. Quindi una specie di via di mezzo fra un vin jaune e uno normale.
La prima impressione ossidativa è subito seguita da sensazioni di grande intensità e ampiezza che provo a descrivere: albicocca, albicocca secca, frutta secca a guscio, tante spezie dolci, in un contesto in cui a naso dolce corrisponde bocca secca; verso il finale prende il sopravvento una nota di noce che riscalda molto il palato, ma ancora il vino ne esce fuori con rimandi a limone, arancia, canditi, sale, e poi di nuovo il resto. Grassezza, acidità e salinità stanno insieme fuse in maniera perfetta e piacevole, tanto che viene da prenderne un secondo bicchiere, cosa non scontata, dato il tipo.
Un vino che personalemente penso di poter utilizzare solo come aperitivo, ma veramente veramente buono e con un prezzo abbordabile.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda landmax » 11 ott 2016 21:11

miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
13,5 gradi. Chardonnay con saldo di savagnin (15, 20, 30 o 33 per cento secondo diverse fonti). Se ho capito bene passa 3 anni “sotto il velo”. Quindi una specie di via di mezzo fra un vin jaune e uno normale.
La prima impressione ossidativa è subito seguita da sensazioni di grande intensità e ampiezza che provo a descrivere: albicocca, albicocca secca, frutta secca a guscio, tante spezie dolci, in un contesto in cui a naso dolce corrisponde bocca secca; verso il finale prende il sopravvento una nota di noce che riscalda molto il palato, ma ancora il vino ne esce fuori con rimandi a limone, arancia, canditi, sale, e poi di nuovo il resto. Grassezza, acidità e salinità stanno insieme fuse in maniera perfetta e piacevole, tanto che viene da prenderne un secondo bicchiere, cosa non scontata, dato il tipo.
Un vino che personalemente penso di poter utilizzare solo come aperitivo, ma veramente veramente buono e con un prezzo abbordabile.


Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda landmax » 11 ott 2016 22:26

Ho organizzato uno svuota cantina (la mia) e devo dire che ci siamo divertiti un bel pò. Serata relax, per cui niente note approfondite, solo qualche breve impressione:

Brut Tradition Egly Ouriet (sboccatura nov. 2015): sempre valido, ma meno verticale ed equilibrato di un paio di bottiglie bevute in precedenza (non distanti nel tempo ed una proveniente dallo stesso lotto). Bocca alla Egly, bella piena, bollicina sempre perfetta, ma frutto appena dolce, sembra quasi troppo dosato (un filo, eh). 89/100

Silex 2007 Didier Dageneau: la delusione della serata. Ultima annata prodotta dal maestro (prematuramente scomparso nel 2008) ed annata considerata importante in zona. Vino sussurrato al naso, dapprima idrocarburico e leggermente zolfato, poi si pulisce ed emergono note di salvia, foglia di pomodoro ed un'evidente scia minerale, il tutto però in un quadro abbastanza compresso. Bocca di attacco vellutato, sul frutto maturo (cedro), prosegue fresco e minerale e anche lungo, ma senza quell'ampiezza retrolfattiva che ti aspetteresti da un vino di questa caratura (e prezzo). 89/100

Malvasia 2007 Damjan Podversic: lento a concedersi, mano a mano che si scalda sfodera le virtù più nobili dei grandi vini friulani: complessità, sapore, intensità e persistenza e una grande gastronomicità. Unico difetto: a distanza di anni ha perso quella riconoscibilità varietale che me lo rendeva magico. Riassaggiato questa sera, a due giorni di distanza, è ulteriormente migliorato in bocca, ancora più coeso e armonico. 91/100

Ronco dei Roseti 1988 Abbazia di Rosazzo: ovvero... di quanto fossero grandi i vini di una volta. Primo rosso friulano premiato con i 3 bicchieri dalla guida Gambero Rosso - Slow Food... e anche questo dovrebbe far riflettere: perchè la critica enologica, allora capace di premiare vini davvero meritevoli, ha virato così rapidamente, nell'arco di appena un decennio, su vini "mangia e bevi", marmellatosi, imbevibili e, ciò che è più grave, rivelatisi incapaci di durare nel tempo? Per fortuna si sta tornando indietro, ma nel frattempo si è persa una scuola... a cosa alludo? Questo vino non ha svolto la malolattica: lo si sente dalla freschezza vibrante del frutto, dall'assoluta vivacità del vino. Molto complesso e mobile al naso, in cui il taglio bordolese (con piccole aggiunte di pignolo) non vira sulla classiche note piraziniche o marmellatose, bensì sul balsamico (nettissimo), sulla visciola, la prugna essiccata e un accennato goudron. Bocca di impressionante vitalità e forza motrice, al contempo leggiadra e profonda, di un'eleganza che definirei solare. Veramente un vino di fronte al quale levarsi il cappello. Un grazie immenso a Steve Zaccarini per avermelo venduto (ad un prezzo assolutamente contenuto, tra l'altro) 95/100

Gattinara Osso San Grato 2001 Antoniolo: un altro grandissimo vino. Storicamente il Gattinara godeva della stessa fama del Barolo e bevendo bottiglie come queste comprendi il perché. Rigoroso e sfaccettato al naso, di grande nobiltà nebbiolesca. Bocca straordinaria per eleganza, il centro bocca gioca quasi a nascondersi, ma il finale è lunghissimo e letteralmente irradiante. 94/100

Barolo Mondoca di Bussia Soprana 2001 Oddero: un altro grandissimo vino (aridaje). Profumi quasi borgognoni (mi ricorda un pò un Clos de Tart bevuto da Marco qualche tempo fa), che vanno dalla caramella al rabarbaro alla fragolina di bosco, dalla pera e l'oliva in salamoia a una delicata affumicatura. Bocca sottile, dai tannini presenti ma molto soffici, aggraziata e dolce. Gli manca forse un pò di allungo, ma siamo veramente ai dettagli. 94/100

Chianti Classico Ris. Il Poggio 2001 Monsanto: un altro grande vino (repetita iuvant). Il profilo olfattivo non mi convince del tutto, le note di legno tostato, grafite e quasi polvere da sparo tendono a sovrastare, ma probabilmente è soltanto un problema di gioventù. Sì perchè in bocca il vino rileva una materia straordinaria, di eleganza sopraffina ma al contempo di incontenibile energia. Il finale è semplicemente interminabile. Da bere tra non meno di 10 anni. 93+/100

Hermitage 2001 Bernard Faurie: confermo il mio apprezzamento per questo produttore, rigoroso nell'interpretazione del territorio. Al naso domina la componente affumicata e foxy, poi lentamente vira sulle spezie, il frutto maturo e il patè d'oliva. La bocca è poderosa, dall'architettura tannica ancora in divenire, ma molto dinamica e profonda. 92/100

Vino Santo 2001 Francesco Poli sempre un ottimo vino dolce, ma lo ricordavo meglio. Qui manca forse un pò di freschezza a contrastare una dolcezza comunque armonica e misurata. 90/100
Ultima modifica di landmax il 12 ott 2016 12:52, modificato 2 volte in totale.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda Stefano-zaccarini » 12 ott 2016 04:30

landmax ha scritto:Ho organizzato uno svuota cantina (la mia) e devo dire che ci siamo divertiti un bel pò. Serata relax, per cui niente note approfondite, solo qualche breve impressione:

Brut Tradition Egly Ouriet (sboccatura nov. 2015): sempre valido, ma meno verticale ed equilibrato di un paio di bottiglie bevute in precedenza (non distanti nel tempo ed una proveniente dallo stesso lotto). Bocca alla Egly, bella piena, bollicina sempre perfetta, ma frutto appena dolce, sembra quasi troppo dosato (un filo, eh). 89/100

Silex 2007 Didier Dageneau: la delusione della serata. Ultima annata prodotta dal maestro (prematuramente scomparso nel 2008) ed annata considerata importante in zona. Vino sussurrato
al naso, dapprima idrocarburico e leggermente zolfato, poi si pulisce ed emergono note di salvia, foglia di pomodoro ed un evidente scia minerale, il tutto però in un quadro abbastanza compresso. Bocca di attacco vellutato, sul frutto maturo (cedro), prosegue fresco e minerale e anche lungo, ma senza quell'ampiezza retroalfattiva che ti aspetteresti da un vino di questa caratura (e prezzo). 89/100


Malvasia 2007 Damjan Podversic: lento a concedersi, mano a mano che si scalda sfodera le virtù più nobili dei grandi vini friulani: complessità, sapore, intensità e persistenza e una grande gastronomicità. Unico difetto: a distanza di anni ha perso quella riconoscibilità varietale che me lo rendeva magico. Riassaggiato questa sera, a due giorni di distanza, è ulteriormente migliorato in bocca, ancora più coeso e armonico. 91/100

Ronco dei Roseti 1988 Abbazia di Rosazzo: ovvero... di quanto fossero grandi i vini di una volta. Primo rosso friulano premiato con i 3 bicchieri dalla guida Gambero Rosso - Slow Food... e anche questo dovrebbe far riflettere: perchè la critica enologica, allora capace di premiare vini davvero meritevoli, ha virato così rapidamente, nell'arco di appena un decennio, su vini "mangia e bevi", marmellatosi, imbevibili e, ciò che è più grave, rivelatisi incapaci di durare nel
tempo? Per fortuna si sta tornando indietro, ma nel frattempo si è persa una scuola... a cosa
alludo? Questo vino non ha svolto la malolattica: lo si sente dalla freschezza vibrante del frutto, dall'assoluta vivacità del vino. Molto complesso e mobile al naso, in cui il taglio bordolese (con piccole aggiunte di pignolo) non vira sulla
classiche note piraziniche o marmellatose, bensì sul balsamico (nettissimo), sulla visciola, la
prugna essiccata e un accennato goudron. Bocca di impressionante vitalità e forza motrice, al contempo leggiadra e profonda, di un'eleganza che definirei solare. Veramente un vino di fronte al quale levarsi il cappello. Un grazie immenso a Steve Zaccherini per avermelo venduto (ad un prezzo assolutamente contenuto, tra l'altro) 95/100

Gattinara Osso San Grato 2001 Antoniolo: un altro grandissimo vino. Storicamente il Gattinara godeva della stessa fama del Barolo e bevendo bottiglie come queste comprendi il perché. Rigoroso e sfaccettato al naso, di grande nobiltà nebbiolesca. Bocca straordinaria per eleganza, il centro bocca gioca quasi a nascondersi, ma il finale è lunghissimo e
letteralmente irradiante. 94/100

Barolo Mondoca di Bussia Soprana 2001 Oddero: un altro grandissimo vino (aridaje). Profumi quasi borgognoni (mi ricorda un pò un Clos de Tart bevuto da Marco qualche tempo fa), che vanno dalla caramella al rabarbaro alla fragolina di bosco, dalla pera e l'oliva in salamoia
a una delicata affumicatura. Bocca sottile, dai tannini presenti ma molto soffici, aggraziata e dolce. Gli manca forse un pò di allungo, ma siamo veramente ai dettagli. 94/100

Chianti Classico Ris. Il Poggio 2001 Monsanto: un altro grande vino (repetita iuvant). Il profilo olfattivo non mi convince del tutto, le note di legno tostato, grafite e quasi polvere da sparo tendono a sovrastare, ma probabilmente è soltanto un problema di gioventù. Sì, perchè in bocca il vino rileva una materia straordinaria, di eleganza sopraffina ma al contempo di incontenibile energia. Il finale è semplicemente interminabile. Da bere tra non meno di 10 anni. 93+/100

Hermitage 2001 Bernard Faurie: confermo il mio apprezzamento per questo produttore, rigoroso nell'interpretazione del territorio. Al naso domina la componente affumicata e foxy, poi lentamente vira sulle spezie, il frutto maturo e il patè d'oliva. La bocca è poderosa, dall'architettura
tannica ancora in divenire, ma molto dinamica e profonda. 92/100

Vino Santo 2001 Francesco Poli sempre un ottimo vino dolce, ma lo ricordavo meglio. Qui manca forse un pò di freschezza a contrastare una dolcezza comunque armonica e misurata.
90/100



Giuro che se mi chiami ancora Zaccherini la prossima volta ti do solo bottiglie affette da tca :mrgreen:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda landmax » 12 ott 2016 07:08

Stefano-zaccarini ha scritto:Giuro che se mi chiami ancora Zaccherini la prossima volta ti do solo bottiglie affette da tca :mrgreen:


Scusa Steve! Cavolo, al tavolo era presente un tuo quasi omonimo (Flavio, di Lugo) e ho fatto confusione!! Provvedo subito a correggere... :lol:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda vinogodi » 12 ott 2016 08:33

landmax ha scritto:
Stefano-zaccarini ha scritto:Giuro che se mi chiami ancora Zaccherini la prossima volta ti do solo bottiglie affette da tca :mrgreen:


Scusa Steve! Cavolo, al tavolo era presente un tuo quasi omonimo (Flavio, di Lugo) e ho fatto confusione!! Provvedo subito a correggere... :lol:
...ormai la frittata è fatta: ti sei giocato forniture importanti e assicurato qualità discutibili ... :lol:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda zampaflex » 12 ott 2016 10:38

landmax ha scritto:Hermitage 2001 Bernard Faurie: confermo il mio apprezzamento per questo produttore, rigoroso nell'interpretazione del territorio. Al naso domina la componente affumicata e foxy, poi lentamente vira sulle spezie, il frutto maturo e il patè d'oliva. La bocca è poderosa, dall'architettura tannica ancora in divenire, ma molto dinamica e profonda. 92/100


Ciao massimo, quale versione? Quella con o senza Méal?
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda landmax » 12 ott 2016 11:38

zampaflex ha scritto:
landmax ha scritto:Hermitage 2001 Bernard Faurie: confermo il mio apprezzamento per questo produttore, rigoroso nell'interpretazione del territorio. Al naso domina la componente affumicata e foxy, poi lentamente vira sulle spezie, il frutto maturo e il patè d'oliva. La bocca è poderosa, dall'architettura tannica ancora in divenire, ma molto dinamica e profonda. 92/100


Ciao massimo, quale versione? Quella con o senza Méal?


Non sono in grado di risponderti con certezza. Documentandomi un pò sulla serata avevo notato anch'io questa distinzione, ma l'etichetta non riportava nulla. Ho visto anche che l'etichettatura è cambiata e che la distinzione sarebbe nel colore della capsula. La mia era rossa e nell'etichetta, orrenda e antiquata, è rappresentato un cartiglio giallastro su cui con caratteri gotici è riportato il nome del vino e gli altri dati (su google immagini ne trovi diversi esempi).
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda miccel » 12 ott 2016 18:41

landmax ha scritto:
miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
...

Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:


Beh, grazie. Diciamo che con quelle che hai postato subito dopo tu mi ci sono quasi ubriacato...
Fra l'altro non sapevo che all'Abbazia di Rosazzo si producesse un così grande vino. D'altronde io sono approdato al vino quando già da un po' si era passati dai vini-miti ai vini meaty, e sono venuto su con una certa diffidenza per i tagli bordolesi italiani (e superqualcosa vari). Credo che qui siamo in tanti a ignorare del tutto come fossero i grandi vini italiani prima della svolta "muscolare", perché anche adesso che c'è stato il riflusso non penso proprio che siano paragonabili a quelli di 30-40 anni fa.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda zampaflex » 12 ott 2016 19:15

miccel ha scritto:
landmax ha scritto:
miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
...

Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:


Beh, grazie. Diciamo che con quelle che hai postato subito dopo tu mi ci sono quasi ubriacato...
Fra l'altro non sapevo che all'Abbazia di Rosazzo si producesse un così grande vino. D'altronde io sono approdato al vino quando già da un po' si era passati dai vini-miti ai vini meaty, e sono venuto su con una certa diffidenza per i tagli bordolesi italiani (e superqualcosa vari). Credo che qui siamo in tanti a ignorare del tutto come fossero i grandi vini italiani prima della svolta "muscolare", perché anche adesso che c'è stato il riflusso non penso proprio che siano paragonabili a quelli di 30-40 anni fa.

Se è per questo, neanche a Bordeaux.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda Vinos » 12 ott 2016 20:45

marques de murrieta castillo ygay gran reserva 2005.
Molto floreale e fine con aromi vinosi e di fragoline di bosco, bocca esile ma elegante, finale sottile e poca persistenza RAGAZZi vi sto prendendo per il culo questo è un carro armato ,un vino opulente, ricco, largo, lunghissimissimo, unico difetto un affinamento che lo segna e di conseguenza scoraggia un naso troppo sensibile alla vanillina.
Grande vino da veri "duri".Astenersi enogay
Ringrazio Gianni( roland) per avermelo consigliato.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda miccel » 12 ott 2016 21:26

zampaflex ha scritto:
miccel ha scritto:
landmax ha scritto:
miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
...

Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:


Beh, grazie. Diciamo che con quelle che hai postato subito dopo tu mi ci sono quasi ubriacato...
Fra l'altro non sapevo che all'Abbazia di Rosazzo si producesse un così grande vino. D'altronde io sono approdato al vino quando già da un po' si era passati dai vini-miti ai vini meaty, e sono venuto su con una certa diffidenza per i tagli bordolesi italiani (e superqualcosa vari). Credo che qui siamo in tanti a ignorare del tutto come fossero i grandi vini italiani prima della svolta "muscolare", perché anche adesso che c'è stato il riflusso non penso proprio che siano paragonabili a quelli di 30-40 anni fa.

Se è per questo, neanche a Bordeaux.

Sicuramente neanche a Bordeaux. Però Bordeaux rimane per me un mondo lontano, di cui posso bere qualche bottiglia sporadicamente. Rispetto al vino italiano invece, che adesso almeno un pochino conosco, quando leggo belle note come quelle di landmax (o altre che via via vengono fuori) su certi antichi vini, mi nasce una sorta di curosità “postuma”.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda gianni femminella » 12 ott 2016 21:33

Mi 2014 - Lepa Vida - ( Malvasia e Sauvignon Blanc ) 12,5 gradi
Non è il vino delle grandi occasioni, ma dopo una giornata difficile, come ho avuto oggi e ieri, e domani pure... lasciamo perdere; è piacevole mettere sulla tavola un vino sbarazzino come questo, che punta molto sul fruttato ( dagli agrumi alla fragola, ebbene sì, fragola ) più peperone e mentuccia, ma che non omette una mineralità moderata e una scia di lieve dolcezza sul finale. Non c'è molto altro da dire, se non che è ben fatto, un piccolo esempio di correttezza e sincerità.
Roma, fecisti patriam diversis gentibis unam
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda videodrome » 13 ott 2016 00:45

landmax ha scritto:Ho organizzato uno svuota cantina

Visto che devi svuotare, la prox volta che devi disfarti di dagueneau o Osso, fai un fischio che mi sacrifico :D
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda videodrome » 13 ott 2016 00:49

Vinos ha scritto:".Astenersi enogay

Ah Vincenzo ormai si sono estinti anche quelli dal forum. :D
Bei tempi quando per un 3d sul rossese si scrivevano 30 pagine in 3 gg. :cry:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda videodrome » 13 ott 2016 01:04

[quote="landmax è ulteriormente migliorato in bocca, ancora più coeso e armonico. 91/100

Ronco dei Roseti 1988 Abbazia di Rosazzo: ovvero... di quanto fossero grandi i vini di una volta. Primo rosso friulano premiato con i 3 bicchieri dalla guida Gambero Rosso - Slow Food... e anche questo dovrebbe far riflettere: perchè la critica enologica, allora capace di premiare vini davvero meritevoli, ha virato così rapidamente, nell'arco di appena un decennio, su vini "mangia e bevi", marmellatosi, imbevibili e, ciò che è più grave, rivelatisi incapaci di durare nel tempo? Per fortuna si sta tornando indietro, ma nel frattempo si è persa una scuola... a cosa alludo? Questo vino non ha svolto la malolattica: lo si sente dalla freschezza vibrante del frutto, dall'assoluta vivacità del vino. Molto complesso e mobile al naso, in cui il taglio bordolese (con piccole aggiunte di pignolo) non vira sulla classiche note piraziniche o marmellatose, bensì sul balsamico (nettissimo), sulla visciola, la prugna essiccata e un accennato goudron. Bocca di impressionante vitalità e forza motrice, al contempo leggiadra e profonda, di un'eleganza che definirei solare. Veramente un vino di fronte al quale levarsi il cappello. Un grazie immenso a Steve Zaccarini per avermelo venduto (ad un prezzo assolutamente contenuto, tra l'altro) [/quote]
Oltre al degrado della critica enologica (ma non solo quella enologica, bisognerebbe scrivere un libro sull'erosione della capacità critica del giornalismo moderno con l'era di internet - basta guardare la prima pagina del corriere della sera online, dove vicino ad una foto di una bimba siriana ferita dai bombardamenti, viene accostata la notizia di Pamela Prati che abbandona la casa del grande fratello, senza parole...) sottolineerei cmq anche che alcuni di quei mitici produttori degli anni '80 si sono perduti / involuti, quali Gravner, Tenuta di fiorano, Bertelli, Castello di Ama...e chissà quanti altri che ora non mi sovvengono
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda puspo » 13 ott 2016 08:48

Solo per fare un po' di ciccia.
Bevuti fianco a fianco 2 Bourgogne Blanc di Marc Colin, annata 2011 e 2014. Il 2011 era veramente piacevole, il 2014 più "asciutto", l'impressione generale è stata che il 2014 non lo raggiungerà mai. Qualcuno ha addirittura azzardato che la base di vini fosse un po' diversa, vista la differenza di intensità.
Il mio sistema di monitoraggio della cantina:
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda darmagi90 » 13 ott 2016 09:29

videodrome ha scritto:sottolineerei cmq anche che alcuni di quei mitici produttori degli anni '80 si sono perduti / involuti, quali Gravner, Tenuta di fiorano, Bertelli, Castello di Ama...e chissà quanti altri che ora non mi sovvengono


Lo so, sto diventando vecchio e ripeto sempre le stesse cose come un disco rotto.
Ronchi di Castelluccio, fece dei Sangiovese di Romagna da cappottarsi.
In particolare le verisoni 1985 furono davvero da sballo, Ronco della Simia su tutti ma anche Ronco dei Cliegi e Ronco delle Ginestre.
"E' un modo comodo di vivere quello di credersi grandi di una grandezza latente"
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda Alberto » 13 ott 2016 09:31

miccel ha scritto:
landmax ha scritto:
miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
...

Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:


Beh, grazie. Diciamo che con quelle che hai postato subito dopo tu mi ci sono quasi ubriacato...
Fra l'altro non sapevo che all'Abbazia di Rosazzo si producesse un così grande vino. D'altronde io sono approdato al vino quando già da un po' si era passati dai vini-miti ai vini meaty, e sono venuto su con una certa diffidenza per i tagli bordolesi italiani (e superqualcosa vari). Credo che qui siamo in tanti a ignorare del tutto come fossero i grandi vini italiani prima della svolta "muscolare", perché anche adesso che c'è stato il riflusso non penso proprio che siano paragonabili a quelli di 30-40 anni fa.

Terroir, genius loci (l'Abbazia è un luogo direi "magico") ma direi anche manico, quello del fu Tullio Zamò.
Sicuramente poi anche una raccolta delle uve leggermente anticipata rispetto al periodo attuale, con vini più magri, scontrosi da giovani ma, alla prova provata, in grado di durare negli anni.
Da ultimo, vini come l'Abbazia del periodo Zamò ed il suo "alter ego" che è stato grande già negli anni '80, il Rosso del Gnemiz, avevano una composizione ed un taglio più orientato a dare spazio due cabernet (con tutti i limiti di maturazione e di vegetalità nelle annate poco propizie, ovviamente...si sa che da metà Settembre in poi lì comincia a piovere) rispetto al più immediato merlot, il quale poi dagli anni '90 ad oggi ha invece preso sempre più spazio.
Detto questo, darei anche alle produzioni rossistiche attuali dei Colli Orientali, in particolar modo ai bordolesi (come detto lì è soprattutto merlot), il credito che (credo) meritino in prospettiva fra 15-20 anni, non è detto che non ritroveremo gran bei vini.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda landmax » 13 ott 2016 10:40

Alberto ha scritto:... darei anche alle produzioni rossistiche attuali dei Colli Orientali, in particolar modo ai bordolesi (come detto lì è soprattutto merlot), il credito che (credo) meritino in prospettiva fra 15-20 anni, non è detto che non ritroveremo gran bei vini.


Sono d'accordo con te, Alberto. Non sono un grande conoscitore della zona, ma penso che vini come Morus Nigra di Vignai da Duline o Sacrisassi di Le due Terre (e ce ne saranno sicuramente tanti altri) abbiano la stoffa per durare nel tempo. Bisognerebbe tuttavia ragionare se non sia il caso di tornare, in alcuni casi, a non svolgere la malolattica: il Ronco dei Roseti '88 aveva questo proprio di magico, l'infiltrante peso-senza-peso di un vino al contempo "leggero" e profondissimo (su questo tema v. le belle riflessioni di Rizzari: http://piattoforte.tiscali.it/blog-daut ... -vino.html). E quel senso di levità si rischia di perderlo con la malolattica.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda giandriolo » 13 ott 2016 11:53

Racconto di qualche bevuta sparsa.

Di recente agli aperitivi ho aperto qualche shampo acquistato qui sul forum, con ottime impressioni. In particolare, il Dumenil - Jany Poret 1er cru, classica bottiglia morbida, elegante, che dà soddisfazione e che finisce così in fretta che ti domandi se non abbia un buco da qualche parte. Poi il Blondel - Rosé 1er cru, altro prodotto ben fatto a mio parere, intenso e profumato, soprattutto su note di confettura che mi sono piaciute assai. Degno di nota anche il Prosecco Colfondo - Casa Belfi, beverino e succoso, mi ha entusiasmato.

Un paio di bianchi friulani: Tenuta Stella - Collio Bianco Marco 2010, profumi densi, frutta gialla con richiami floreali e ammandorlati, aromi rotondi e minerali, si lascia bere anche se in una fase lievemente calante per un sentore ossidativo sul finale (sic!). Guerra Albano - Malvasia 2015 invece una bomba, uno dei bianchi (autoctoni) più interessanti assaggiati quest'anno.

Infine domenica scorsa a pranzo grigliatona, nel marasma si è aperto il Lagrein Riserva 2013 Sandbichler di H. Lun, vino corposo, muscolosissimo, con nettissimo profumo di amarene e mirtilli, ma relativamente facile da bere e di ottima compagnia - e per la serie "famolo strano" ho assaggiato il Pinot Nero Campo Romano 2013 - Poderi Colla, fresco e speziato, con tannini ben integrati, buono, ma niente di che.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda Spectator » 13 ott 2016 13:05

Alberto ha scritto:
miccel ha scritto:
landmax ha scritto:
miccel ha scritto:Domaine Macle – Cotes du Jura 2009
...

Bellissima descrizione, miccel, sembra quasi di averlo bevuto con te. :wink:


Beh, grazie. Diciamo che con quelle che hai postato subito dopo tu mi ci sono quasi ubriacato...
Fra l'altro non sapevo che all'Abbazia di Rosazzo si producesse un così grande vino. D'altronde io sono approdato al vino quando già da un po' si era passati dai vini-miti ai vini meaty, e sono venuto su con una certa diffidenza per i tagli bordolesi italiani (e superqualcosa vari). Credo che qui siamo in tanti a ignorare del tutto come fossero i grandi vini italiani prima della svolta "muscolare", perché anche adesso che c'è stato il riflusso non penso proprio che siano paragonabili a quelli di 30-40 anni fa.

Terroir, genius loci (l'Abbazia è un luogo direi "magico") ma direi anche manico, quello del fu Tullio Zamò.
Sicuramente poi anche una raccolta delle uve leggermente anticipata rispetto al periodo attuale, con vini più magri, scontrosi da giovani ma, alla prova provata, in grado di durare negli anni.
Da ultimo, vini come l'Abbazia del periodo Zamò ed il suo "alter ego" che è stato grande già negli anni '80, il Rosso del Gnemiz, avevano una composizione ed un taglio più orientato a dare spazio due cabernet (con tutti i limiti di maturazione e di vegetalità nelle annate poco propizie, ovviamente...si sa che da metà Settembre in poi lì comincia a piovere) rispetto al più immediato merlot, il quale poi dagli anni '90 ad oggi ha invece preso sempre più spazio.
Detto questo, darei anche alle produzioni rossistiche attuali dei Colli Orientali, in particolar modo ai bordolesi (come detto lì è soprattutto merlot), il credito che (credo) meritino in prospettiva fra 15-20 anni, non è detto che non ritroveremo gran bei vini.


Ciao Alberto,ho un contatto commerciale coi i Zamo'. Nel caso,che vini oltre al Ronco/Roseti anni/8090, mi consiglieresti di prendere? Schioppetino, Re Fosco,Merlot/50anni ?Grazie.
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Re: CHE BEVESSIMO AD OTTOBRE 2016

Messaggioda Slovenia » 13 ott 2016 13:39

gianni femminella ha scritto:Mi 2014 - Lepa Vida - ( Malvasia e Sauvignon Blanc ) 12,5 gradi
Non è il vino delle grandi occasioni, ma dopo una giornata difficile, come ho avuto oggi e ieri, e domani pure... lasciamo perdere; è piacevole mettere sulla tavola un vino sbarazzino come questo, che punta molto sul fruttato ( dagli agrumi alla fragola, ebbene sì, fragola ) più peperone e mentuccia, ma che non omette una mineralità moderata e una scia di lieve dolcezza sul finale. Non c'è molto altro da dire, se non che è ben fatto, un piccolo esempio di correttezza e sincerità.


Grazie per il commento!
Le percentuali sono Malvasia al 70% e Sauvignon Blanc al 30%. L'annata non è stata delle migliori ma è un bel vino specie considerando il prezzo.
Mi hai incuriosito con i sentori di fragola, dovrò stapparmi una bottiglia.
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