Messaggioda MarioC77 » 16 ott 2016 11:58
Serata verticale vintage amarone Speri:
- Amarone Classico S.Urbano Speri 1997 : parte decisamente chiuso, con la marasca a farla da padrona ma non maniera decisamente invadente. Anche al palato risulta scorbutico, eccessivamente alcolico con la ciliegia sotto spirito che copre. Dopo un po' si apre, finalmente, mantenendo ben distinta la ciliegia sotto spirito ma rivelando anche note di mandorla e cioccolato, ma la potenza alcolica continua a disturbare.
- Amarone Classico S.Urbano Speri 1993 : l'esatto opposto del precedente. Subito sentori netti di ciliegia, il colore scuro faceva capire che non poteva essere un superiore ma il profumo era quello. Anche al palato estremamente fresco, per quanto possa esserlo un amarone, con la visciola predominante ma con sentori poi di mandorla, cioccolato e lievi note tabaccate.
- Amarone Classico S.Urbano Speri 1990 : vincitore della serata per tutti. Una delle annate migliori in assoluto che si conferma tale anche a distanza di 26 anni. Vino assolutamente pronto, con la ciliegia matura e la mandorla che la contraddistinguono. Al palato beva lunga ma assolutamente equilibrata, marasca nota prevalente ma ben distinte anche qui mandorla, cioccolato e tabacco. Dopo un 10 minuti una piccola nota acidula comincia a dargli una certa continuità con la 1993 ma in maniera decisamente più elegante.
- Amarone Classico S.Urbano Speri 1986 : temevo il de profundis, invece pur dando qualche segno ormai di stanchezza il vino si presenta ancora decisamente valido. Scurissimo nel bicchiere, anche qui marasca bella predominante. Subito potente nel bicchiere, permane la marasca e sale la nota tabaccata, meno presente nelle precedenti bottiglie, la mandorla si sente meno e il cioccolato quasi scompare. Con il passare del tempo la nota alcolica si ingentilisce e la marasca tende ad essere meno invadente con note acidule più pronunciate.
Riassumendo: vini totalmente diversi da quelli di oggi. Amaroni assolutamente più austeri, meno facili e piccioni di quelli che si bevono ora. La 90 conferma di essere un'annata di grazia per la Valpolicella, vini probabilmente irripetibili per clima e per il modo in cui si sfruttavano le vigne. Sorprende molto la 1993 per la diversità rispetto alle altre. Probabilmente non essendo stata un'annata facile, il clima ha molto influito sul corpo di questi vini. La 1986 è sul viale del tramonto: altro vino rispetto ai precedenti, si nota proprio un altro stile già rispetto al decennio successivo, figuratevi rispetto a quelli di adesso. La 1997, probabilmente, è da aspettare ancora.
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