Cremant du Jura 2012 Brut Nature - Labet. Non male questa bollicina da aperitivo, che ha comunque buona struttura, ossidazioni eleganti e solo accennate.
Sudtirol Eisacktaler Veltliner 2011 – Kuen Hof. Tanta decisa mineralità, quasi fumé, poi pera verde, bocca più semplice, di buona struttura.
Wagram Gruner Veltliner Fass 4 2011 – Ott. Qui il naso è invece delicato, nitido ed ampio, con la solita pera e pepe bianco, bocca tesa e nervosa. Bel confronto tra Veltliner, due caratteri completamente diversi.
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. Il Coroncino 2009 – Fattoria Coroncino. Colore dorato, profilo maturo, ma non ossidato, con albicocca, pan di spagna, e una bocca un po’ piatta. Bottiglia storta o era meglio berla qualche anno fa?
Verdicchio dei Castelli di Jesi Cl. Sup. San Michele 2009 – Bonci. Questo è invece ancora giovane e pimpante, fresco e verticale, anche se un pelo semplice.
Gran cuvée di Lambrusco – Lini910. Da lambrusco salamino, metodo classico, buona eleganza e una freschezza con un accenno di tannino che ripulisce la bocca senza graffiare. Interessante.
Lambrusco di Modena Spumante Metodo Classico – Cantina della Volta. Naso più da metodo classico che da lambrusco, lievito e leggero floreale, teso e fresco in bocca.
Cortona Syrah 2001 – Il Bosco. Naso aperto ed avvolgente, frutta scura e pepe a go-go, bocca piena e di struttura ma sicuramente non piatta, molto godibile in questo momento.
Cornas Terres Brulees 1999 – Jean Luc Colombo. Supera il Bosco in eleganza e precisione: frutta fresca, leggero cuoio, bella speziatura, lungo e fresco al sorso con tannino ancora presente.
Vdt Braquette – Pino Ratto. Chicca di annata indefinita, prodotto in sole 300 bottiglie, non sapevamo se aspettarci un vino dolce o secco: decisamente secco: colore scuro e compatto, ancora fruttato, tocco di legno, tannino ancora ben presente, ritorna la frutta in bocca, ottima integrità, ancora un poco scontroso.
I due dolci li ho seguiti con poca attenzione, buono il Sant’Ilario 2015 di Ca’d’Gal, nuovo moscato che si posiziona tra il lumine e il V.V., direi anche qualitativamente, e discreto il Campassi 2013 di Calalta, da Petit Manseng.