Vinory ha scritto:Ciao a tutti , visto che siamo in tema didattico con le letture inerenti al nostro mondo , mi sono imbattuto per caso nella pubblicità di uno di questi prodotti.
Ora il quesito è questo: possono essere un valido metodo di studio oltre le indispensabili degustazioni enologiche(e se si quali consigliate) o sono una cagata pazzesca?
Buon vino a tutti !
...per avere un "un archivio sensoriale" all'altezza , mi feci regalare la versione "essenziale" del Nez Du Vin per un mio compleanno a metà anni novanta e acquistai io stesso, abbundare quam deficere melior est, la versione completa di 54 aromi (allora costava seicentomilalire) grande come un mezzo tavolo. ERano boccettini piccolissimi con le "essenze" degli svariati profumi che , teoricamente, si potevano trovare nei vini. Credevo di avere una biblioteca immutata ed immutabile nel tempo. Lavorando per un'industria alimentare dove gli aromi naturali e natural identici sono di casa, ne percepii l'importanza ma anche il limite.
Importanza: le fragranze sono pure, fatte bene , possono aiutare a memorizzare i sentori "puri"
Limiti: aromi "puri" non ne esistono in un vino , ma in un insieme che comporta una miscela solo apparentemente omogenea, anzi, si rischia di essere sviati dove le interazioni comportano la complessazione di questi aromi. Inoltre sono "aromi a tempo" : come tutti gli aromi, sia naturali che natural identici, hanno una decomposizione temporale, data sia da ossidazioni che altri fenomeni di degrado o polimerizzazione , per cui quello che senti al tempo "0" , già dopo tre mesi (se conservati in maniera "ottimale") si modifica fino a scemare dopo 6-8 mesi, per cui quell'archivio che ritenevo "eterno" si è rivelato una inculata epica. Oggi giace decotto in un angolo sperduto ed inutilizzato dei seminterrati di Bue House. Inoltre, i terpeni o composti odorosi naturali nel sistema vino, sono difficilmente riproducibili sinteticamente o stabilizzati quando sono naturali ... e la nota "sintetica" per il naso allenato, è percepibile ...