Cambio di rotta della guida espresso

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vinogodi
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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda vinogodi » 09 feb 2016 16:31

Sonnenhur ha scritto:
vinogodi ha scritto:
yotamoteuchi ha scritto:
vinogodi ha scritto:...in questo caso, soprattutto per Gaja o Pergole Torte , il problema non era di chi leggeva ... 8)


Cioè?
...che chi schifa Gaja o Pergole Torte qualche problemino di base , o preconcettuale, magari ce l'ha ....


A quanto risulta il Pergole Torte è stato premiato dalla guida espresso qualcosa come otto o nove volte, l'ultima due o tre anni fa. Non mi pare sia corretto dire che veniva schifato. Invece Gaja hanno scritto chiaramente che non dava i vini. C'è una bella differenza.
...ma infatti, mica l'ho detto io, ho solo commentato chi ha fatto questa affermazione...
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gp
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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda gp » 09 feb 2016 16:41

vinogodi ha scritto:
supersonic76 ha scritto:
L'unica che ha il coraggio di schifare (più o meno giustamente) Gaja, Hofstatter e di ritenere il Pian del Ciampolo superiore al Pergole Torte :lol:
...in questo caso, soprattutto per Gaja o Pergole Torte , il problema non era di chi leggeva ... 8)

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giucas
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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda giucas » 09 feb 2016 17:02

Patatasd ha scritto:[quote="giucas" Ovviamente con diversi chiodi fissi e molte cose discutibili od esoteriche, ma nel complesso abbastanza laica.


Cosa intendi esattamente per cose discutibili od esoteriche?[/quote]

..diciamo , ad esempio, che l'elogio del vino 'finto-semplice' ha premiato a volte vini di classe evidente, ma altre volte vini forse solamente semplici, se non anoressici :cry: . Oppure la beatificazione ad oltranza di alcuni produttori. E poi: la demonizzazione a prescindere dello stilema 'frutto/legno/colore' , a favore di un non ben preciso criterio di bevibilità ( con annessa allergia per tutti i vini 'costruiti' dall'enologo :shock: ) . Infine : l'impressione di voler essere un po' originali a tutti i costi, scovando a volte vini veramente degni e fuori dal coro, ma sconfinando in altri casi nell'elogio del vino puntiforme e misterioso ( per non dire misterico) . Detto cio', come postavo sopra: rimaneva per me una delle letture di genere piu' divertenti e laiche. Evidentemente però i conti non tornavano in molti sensi, vedasi anche le giuste osservazioni di Vinogodi. Senza essere idealisti: rimane da vedere quale siano le piattaforme ed i contenuti possibili per potere scrivere ( e leggere..) oggi sul vino senza cadere troppo nel genere 'comico-surreale' o 'nazionalpopolare pecoreccio' :wink: , ma rifuggendo anche toni troppo alti od elitari.
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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda vinogodi » 09 feb 2016 17:22

gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:
supersonic76 ha scritto:
L'unica che ha il coraggio di schifare (più o meno giustamente) Gaja, Hofstatter e di ritenere il Pian del Ciampolo superiore al Pergole Torte :lol:
...in questo caso, soprattutto per Gaja o Pergole Torte , il problema non era di chi leggeva ... 8)

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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda landmax » 09 feb 2016 17:45

giucas ha scritto: E poi: la demonizzazione a prescindere dello stilema 'frutto/legno/colore' , a favore di un non ben preciso criterio di bevibilità ( con annessa allergia per tutti i vini 'costruiti' dall'enologo :shock: )


Su questo passaggio non sono proprio d'accordo: potrei fare vari esempi di "vini dell'enologo" premiati da questa guida (Sassicaia, ad esempio, premiato quasi tutti gli anni), ma un esempio su tutti secondo me è indicativo: il vino della tenuta toscana dello stilista Cavalli, premiato con l'eccellenza (almeno una volta) solo perché ritenuto eccellente (a torto o a ragione, sia chiaro: il vino in questione non l'ho mai bevuto). Che poi tanti altri "vini dell'enologo" non venissero premiati secondo me dimostra solo che sapevano discernere, secondo il loro gusto, è ovvio.

Ma anche "vini del vignaiolo" arcinoti e quotati, come il Kurni ad esempio, non venivano premiati con l'eccellenza (negli ultimi anni, almeno).

Secondo me era l'unica guida con una chiara e ben definita prospettiva critica: sui singoli vini spesso anch'io non ero d'accordo, ma che avesse dei preconcetti proprio non mi pare, sennò, come detto, non avrebbero premiato il vino (dell'enologo) di Cavalli.
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Re: Cambio di rotta della guida espresso

Messaggioda gp » 09 feb 2016 17:47

In ciò che scrive Giucas qui sopra c'è una maggior parte di verità se si ragiona in assoluto, piuttosto che comparativamente rispetto alle altre guide, nonché rispetto ai limiti intrinseci nell'attività più industriale che artigianale che una guida comporta.

Se invece si ragiona comparativamente rispetto ad altre guide, per un appassionato il possibile eccesso di diffidenza nei confronti dei "vini dell'enologo" appare molto meno fastidioso rispetto alla loro adorazione, che in alcuni casi procede immutata da decenni, portando a premi multipli al tale e al talaltro enologo laureato malamente travestiti da premi ai singoli vini. Così come la diffidenza nei confronti del legno, o meglio del suo uso/abuso, è molto meno fastidiosa rispetto all'adorazione di qualsiasi liquido che testimoni l'elevazione in legno piccolo e nuovo.

Sicuramente questa guida ha avuto simpatie nei confronti di certi produttori e vini, ma in generale ha dato l'impressione di una simpatia di tipo intellettuale, non di tipo personale (intrallazzo o piaggeria che fosse), come invece si è usato per tanti anni nell'ambiente e per alcune "parrocchie" usa tuttora. Per esempio, non so perché ritenere tra i 100 migliori vini italiani più o meno tutti gli anni il Sàgana di Cusumano e il Roggio del Filare di Velenosi debba essere considerato meno discutibile rispetto alla ricerca magari azzardata di vini eccellenti fuori dal coro: a me invece fa l'effetto contrario, dato che mi sembra assodato che certi vini non hanno minimamente la statura che si continua ad attribuire loro, quindi il perseverare mi appare diabolico, a differenza dell'azzardare strade di volta in volta nuove.

Infine, sempre sul discorso intelletuale: questa guida sembrava avere fatto un percorso intellettuale sincero, che piacesse o non piacesse, dalla prima edizione curata da Gentili e Rizzari (2003), in cui ricordo una Toscana supertoscaneggiante anzicheno, a oggi. Anche questo non è da poco, in un ambiente in cui si sentono ripetere gli stessi discorsi da vent'anni da parte di critici che interpretano se stessi come la terra del sistema tolemaico, e non hanno mai cambiato sinceramente e disinteressatamente un'idea che fosse una in tutto questo tempo.
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