Per San Valentino pranzo con “I vini del cuore”: ovvero ogni invitato ha portato il suo vino del cuore…
Champagne Rosé – Krug. Fresco e floreale, inizialmente piuttosto chiuso, necessita di aria, quindi frutto rosso e spezie orientali, comunque affatto esplosivo. Sorso fresco ed elegante, bollicina molto leggera, mi è sembrato di stile piuttosto differente dal gran cuvée…
Colli Orientali del Friuli Sauvignon Banel 2013 – Miani. Naso elegante, agrumato e con un tocco vegetale solo accennato, in bocca è più largo che verticale, ma non manca di freschezza. A temperatura di servizio non si notano affatto gli imponenti 15 gradi, poi col tempo in bocca si fanno sentire.
Costa d’Amalfi Furore Bianco Fiorduva 2013 – Marisa Cuomo. Limone e limoncella, fruttato fragrante ed elegante, bella freschezza ed equilibrio anche al sorso, ancora giovane ma più disteso dell’assaggio dell’estate scorsa, grande bianco del sud.
Nahe Oberhauser Brucke Riesling Spatlese 2002 – Donnhoff. Agrumi e canditi, bello nitido, su cedro e mandarino, in un perfetto momento di beva grazie anche alla bocca equilibrate, tra acidità e leggero residuo, finale di bocca fin quasi asciutto.
Lambrusco dell’Emilia Il Mio Lambrusco 2013 – Camillo Donati. Fruttone scuro ma profondo e non banale, ciliegie ed amarene, qualche tratto rustico, sul selvatico, e una bella bocca succosa ed asciutta.
Saumur-Champigny 2008 – Clos Rougeard. Appena versato avrei detto pinot noir, tutto fruttini rossi aciduli e bocca snella, col tempo arriva quindi il tocco erbaceo e si distende in bocca dove si risveglia il tannino da cabernet. Ottimo vino, non ai prezzi attuali però…
Venezia Giulia rosso 1997 – Gravner. Frutto maturo, pepe nero, prugna, bocca risolta ed in beva, poco mobile, pian piano arriva anche un lato floreale, maturo al punto giusto.
Barolo 1985 – Bartolo Mascarello. Parte parecchio maturo al naso, quasi da far preoccupare, ma stranamente un po’ di ossigeno lo distende un po’, con note da nebbiolo evoluto, liquirizia ed un curioso cumino. Si riscatta in bocca dove è invece fresco, piacevole, levigato e risolto.
Passito di Pantelleria 2006 – Ferrandes. Caramello e salamoia, fichi e macchia mediterranea, oleoso e grasso ma con la giusta freschezza, dolcezza ben dosata. Meno concentrato e meno “spremuta d’uva passa” di altre annate, ma è sempre un’ottima bevuta.
Passito di Pantelleria Martingana 2003 – Murana. Colore più pieno e cupo, mogano, ricorda un P.X. spagnolo sia al naso con quell’accenno di solvente che in bocca dove è concentrato e prorompente. Intenso sul fico secco e rosmarino, gran bel vino.