Messaggioda Sisifo » 26 dic 2015 21:22
sui rossi dipende...
se ami la schiava ti puoi divertire, oltre al succitato Martin Abraham, che fa la miglior schiava dell'AA, secondo il mio personale giudizio, sia nella versione base ( che base non è e si può paragonare più a riserve di altre cantine, tipo Gschleier di Girlan), che nella riserva Upupa che, in alcune annate, vede un piccolo contributo di pinot nero. Produce anche un pinot nero di splendida fattura, che però per i mie gusti risente un filo dell'uso, solo parziale, della barrique. Resta da vedere se scarica del tutto il legno nel corso degli anni. Ma è un problema ancora più sensibile nella maggior parte degli altri pinot nero della zona. Interessanti anche i suoi bianchi.
Sempre per la schiava c'è la classica Fass 9 di Girlan e la vecchie vigne Gschleier. Ultimamente mi sembrano un po' in calo. L'ultima volta che ho sentito in cantina la Gschleier ci ho trovato una volatile fastidiosa. Ne ho preso cmq qualche bottiglia confidando in una bottiglia stappata da un po' o sfigata... Fass 9 si lascia sempre bere piuttosto bene ma mi sembra avere perso un po' del nerbo di qualche anno fa.
Poi, restando sulla schiava coltivata al limite altimetrico come dicevo ci sono quelle della tenuta Kränzel a Cermes.
Scendendo sul Lago di Caldaro la scelta si allarga, anche se la schiava del lago ha un carattere più facile e piacione che amo meno: Erste e Neue, Cantina di Caldaro, Solva, ecc.
Sempre sul genere, tra i S. Maddalena, consiglio Huck am Bach della Cantina di Bolzano, famosa anche per il lagrein Taber, che però trovo sempre eccessivo e legnosetto, ma non faccio testo perchè è un vitigno che capisco poco. Per il mio palato meglio i lagrein di Heinrich Mayr, soprattutto il Kretzer (sempre perchè del vitigno non capico nulla e preferisco la versione "povera"), interessante anche il bianco Blaterle (altro notevole recupero ampelografico), che si affina bene con il tempo. Aggiungo Elda, sempre di Mayr, che si potrebbe volgarmente definire un S. Maddalena senza denominazione.
Per quanto riguarda il pinot nero faccio fatica a dare consigli. Quello che preferisco da anni è Stroblhof, poi direi Carlotto e la riserva di Brigl (S. Michele Appiano), che - seppure sottovalutata - trovo sempre molto austera e non legnosa, al contrario di gran parte dei PN tirolesi. Dopo averne provati tanti ho un po' rinunciato a cercare un bel pinot nero da quelle parti (e non solo), mi sembra un'impresa quasi inutile. Ci sono tanti nebbioli di montagna (ovviamente in altre regioni) e vini a base schiava che richiamano di più un piccolo village di quanto non facciano i troppi pretenziosi pinot nero italici. Opinione personale ovviamente. Poi quando cerco un pinot nero come si deve mi rivolgo a casa sua, ma non andiamo OT.
Mentre per i bianchi si dovrebbe aprire il discorso valle Isarco ma, visto che non ci vado da anni, è meglio che ti consigli qualcuno più afferrato.
La mia prima risposta era legata comunque al discorso della visita in cantina e come si diceva vale la pena visitare la cantina di Terlano, riuscendo a farsi portare nella cantina e non al punto vendita. Sentendoli prima non è particolarmente difficile, magari più complesso con una data fissa del tipo 29/12. Poi consiglio le piccole cantine se sei interessato anche alla cantina in senso proprio: vedere la cantina, capire come lavora il produttore ecc. ecc.