Messaggioda Alberto » 11 dic 2015 16:53
Ieri sera ritrovo di un piccolo drappello veneto all'ottimo Agriturismo Porcaloca di Casale sul Sile (TV), in cui si è stappato nell'ordine:
Champagne Brut Blanc de Blancs, Pascal Cheminon, SA
BdB sicuramente giovane, prima floreale e poi leggermente nocciolato, ha un limite nella carbonica poco persistente, ma per il resto fa il suo compito di sgrassare gli antipasti con una lama adeguata. Bevibilità ovviamente "pericolosa".
Fiano di Avellino, Guido Marsella, 2005
Giro di applausi, doveroso: un fantastico bianco italico decenne, composto, coeso, compiuto, prima al naso dove oltre al fumé c'è anche un idrocarburo sottile, eppoi in un una bocca grintosissima, lunga, dalla gran presa salina, col frutto giallo che guadagna in intensità nel tempo, segno che il vino ne ha ancora nella sua parabola di ascesa. Bravo Guido.
Veneto Moscato Sirio, Vignalta, 2001
Altro giro di applausi, per questo antesignano dei moscati secchi euganei: eccezionale per integrità e freschezza, con un naso che è un vero manuale del moscato giallo maturo, fiori e agrumi di tutti i tipi con una piccola vena speziata-piccante (un filino di botrite?), bocca sottile ed oggettivamente non all'altezza del precedente, ma senza ossidazioni o affaticamenti, solo leggermente amara-terpenica sul finale.
Trebbiano d'Abruzzo, Valentini, 1997
Annata già sentita più volte in occasioni precedenti, posso dire che si è trattato di una bottiglia sicuramente non performante al 100%, e forse neanche al 70%. Bellissimo il colore oro chiaro brillante, fascinoso il naso, con cera e nougat e terra scura, ma in bocca segna un po' il passo con note di zabaione leggermente ossidative, e senza mostrare il solito grip in progressione. Il Maestro ti dà, il Maestro ti toglie!
Barolo Vigna Liste, Borgogno, 2005
"Barolaccio" come forse se ne facevano 40 anni fa e più, complice l'annata avara di frutto e rigida nei tannini; qui effettivamente le durezze sono preponderanti senza mezzi termini, ed il naso timidino con solo un po' di frutto rosso ed una violetta tenue tenue non ne aumenta la comunicatività. Praticamente identico oggi a pranzo. Da attendere 10-15 anni ancora...ma per poi correre il rischio di trovarlo brodoso?
Langhe Rosso Arborina, Elio Altare, 2005
Vino d'Autore nel senso migliore del termine, assieme atipico nei presupposti e nella ratio, e tipico invece negli esiti, col frutto rosso in cui emergono limpidi i tratti del nebbiolo, ed una florealità che si fonde ad una balsamicità leggera, segno che il legno è ormai ben integrato al tutto. Nettamente oltre i limiti dell'annata, un'interpretazione di grande sensibilità da parte di Altare.
Vigneti delle Dolomiti Rosso (Merlot) Pivier, Cesconi, 2003
Molta (troppa?) oliva nera al naso, bocca non male, sicuramente non un mollaccione, ma risentendolo oggi a pranzo aleggia comunque un sospetto di tappino...perciò propendo per un salomonico NG.
Colli Piacentini Cabernet Sauvignon Stoppa, La Stoppa, 2003
Partenza con dello straccio bagnato al naso, piuttosto prevedibile, ma ha dalla sua la mobilità e perciò presto se ne libera, facendo uscire un frutto di bosco concentrato, che ritrovi poi in una bocca larghissima e saturante...a stagnola su i più dicono addirittura Amarone! Naso se vogliamo mancante dello scatto di complessità superiore, ma che bocca ragazzi...davvero un cerchio di fuoco...
Venegazzù Rosso Riserva di Casa, Loredan-Gasparini, SA (presumibilmente seconda metà-fine anni '60)
Tappo. Peccato perché il vino sembrava esserci tutto quanto, e tutto con un'integrità notevole.
Montefalco Rosso Riserva Pipparello, Paolo Bea, 2004
Credo uno dei peggiori vini di cui abbia personale memoria di assaggio. Naso che parte con una nota d'incenso che farebbe anche ben sperare, ma poi escono anche toni animali piuttosto grevi, bocca letteralmente impazzita con un'acetica raggelante e tannini verdissimi. Boh.
Sicilia Rosso Magma 5R, Frank Cornelissen, 2006
Qui per fortuna ci si risolleva alla stragrande. Per chi gode di un bicchiere pulito dal fondo (abbondantissimo), si è rivelata una bottiglia per me in stato di grazia e un GRANDE rosso mediterraneo, di viscere e cervello assieme, naso con mille note speziate e balsamiche, bocca dal calore vulcanico trascinante, lunga, vibrante, appagante. Ci credevo molto, e di certo non sono rimasto deluso!
Albana di Romagna Passito Arrocco, Fattoria Zerbina, 2003
TCA sesquipedale. Ri-peccato, perché oltre a ragioni sentimentali private, nelle bevute precedenti si è sempre dimostrato una bottiglia assolutamente non in tono minore rispetto al fratellone Scacco Matto, di bella freschezza ed eleganza nonostante l'annata calda.
Should auld acquaintance be forgot, and never brought to mind?
Should auld acquaintance be forgot, and days of auld lang syne?
For auld lang syne, my dear, for auld lang syne,
we'll tak a cup o' kindness yet, for days of auld lang syne.