Sabato scorso al ristorante Centro Storico di Budrio (BO), ritrovo di un manipolo di 4 romagnoli (tra cui Landmax e il sottoscritto) e 2 emiliani orientali (tra cui Lalas), per un bel pranzo accompagnato da un buon numero di bottiglie, con la scusa di salutarsi e scambiarsi gli auguri per le feste imminenti.
Il ristorante meriterebbe un capitolo a parte, per la gentilezza e la professionalità di tutto lo staff, ma soprattutto per la qualità eccellente dei piatti serviti in abbinamento ai vini portati da noi (e che Landmax aveva anticipato al titolare/chef). Consiglio a chiunque passi nei dintorni di fermarsi a pranzo o a cena, perché merita davvero.
Ma veniamo ai vini: 2 bolle, 3 bianchi, 4 rossi e 2 dolci.
Le bolle
Mattia Filippi - Cuvée Augusto Primo 2010 sboc. 11/14: blanc de blancs da chardonnay, che per me è stata una gran bella sorpresa. Naso non proprio esplosivo, che comunque evidenzia agrumi, ma pure gustose note balsamiche. Ma è in bocca che dà il meglio, con una bella freschezza, ma pure una buona lunghezza. Buonissimo aperitivo, che potrebbe essere facilmente scambiato per qualche cugino d'oltralpe.
Marie-Noelle Ledru - Champagne Grand Cru 2009: blanc de noirs da uno dei comuni più evocativi della Montagne de Reims, che al naso promette molto, con un'impostazione tanto tradizionale quanto intensa. Ma in maniera reciproca alla precedente bolla trentina, qui è in bocca che si perde qualcosa, tanto in termini di acidità quanto in intensità. Insomma, una bolla senz'altro piacevole, ma da un pinot noir di Ambonnay e da una vigneron di così alto livello, mi sarei aspettato qualcosa di più.
I bianchi
Pietracupa - Greco di Tufo 2009: una bella chicca, di grande finezza e di bevibilità quasi pericolosa, caratterizzato da una mineralità che a mio avviso si rivelerà anche il trait d'union con il successivo della batteria.
Nathalie Gaubicher et Christian Chaussard - Kharakter 2011: chenin blanc della Loira, che come ho anticipato è caratterizzato da grande mineralità, ma pure da tanta "ciccia", che potrebbe fare quasi pensare a latitudini un po' meno settentrionali. Mi è piaciuto molto.
Vina Tondonia - Rioja Blanco Reserva 1994: un produttore che per quel poco che lo conosco mi sorprende sempre piacevolmente. Anche questa riserva, a partire dal naso, è un'esplosione di profumi, che si evolvono nei minuti successivi in maniera caleidoscopica, per poi rivelare in bocca una potenza, un equilibrio ed una persistenza eccezionali. Un briciolo di acidità in più lo porterebbe al limite dell'eccellenza, ma già così non ci siamo poi troppo lontani.
I rossi
Poggio di Sotto - Brunello di Montalcino 2004: lo metto per primo in elenco, anche se abbiamo versato i rossi assieme (ma in bicchieri diversi!
). Non è da fuochi artificiali al naso, com'è normale che sia in un Brunello, ma poi in bocca rivela una freschezza che non fa certo pensare ad un'annata calda, un tannino pimpante ma già piacevolissimo, una splendida evoluzione nei minuti successivi. Insomma, un grande vino!
Massolino - Barolo riserva Vigna Rionda 2007: naso ovviamente molto più intenso del brunello, con note floreali, ma pure di piccolo frutto rosso, sottobosco, cuoio. Il tannino mostra ancora tutta la sua gioventù quasi graffiante, ma l'elegante austerità di questo grande vino è già bene evidente.
A. F. Gros - Richebourg 1999: il Gros meno ganzo dei quattro di Vosne-Romanée, ma che sa il fatto suo, un Grand Cru di quelli tosti ed un'annata tra le migliori che si possano bere in questo momento. Risultato: un vino notevolissimo. Ovviamente, grande eleganza, grandissima armonia, con una bella freschezza, un tannino di velluto, e una complessità lodevole. Chapeau!
Chateau Mouton Rothschild 1978: in programma c'era il 1972, ma vista la situazione ahimè drammatica della bottiglia, abbiamo sostituito annata e non poteva andarci meglio. Non ho una esperienza di bevute di questi vini tale da permettermi giudizi minimamente attendibili, ma tutte le bottiglie degli anni '70 che mi sono passate per le mani (del solo Mouton, avevo bevuto in passato relativamente recente uno splendido '70, ma pure i validissimi '74 e '75) mi hanno sempre emozionato. Parlandone con Vinogodi qualche giorno prima (mi ero permesso di rompergli le scatole per una consulenza sui tempi e le modalità dell'apertura di questa bottiglia e del Richebourg), mi faceva notare che le valutazioni non proprio entusiasmanti dei vini di quella decade spesso derivano dalle basse gradazioni che frequentemente li contraddistinguono e che generalmente non sono troppo amate né dalla critica francese né da quella anglosassone. Al contrario, questa caratteristica è tendenzialmente apprezzata da molti di noi (certamente dal sottoscritto). E allora veniamo a questo Mouton: 11,5 gradi! E dopo 37 anni si può dire che sia certamente in grandissima forma. Mette tutti in fila, già al naso, con note di piena maturità, ma anche con quella vena di dolcezza suadente che trovo sempre nei Mouton. Assaggiarlo è un viaggio lungo e in una miriade di dimensioni, che appaga la mente anche più che la bocca. Che vino, ragazzi!
I dolci
Chateau Climens 1er Cru Barsac 1998: buono, ma mi sarei aspettato qualcosina di più in termini di potenza e lunghezza, visto il livello del vino e anche l'annata che sul suo cugino Yquem ho sempre apprezzato. Ad ogni modo, il vino risulta comunque bene equilibrato, con una piacevole mineralità che ne favorisce la beva, permettendo di apprezzarne a più riprese le note di agrumi, miele, camomilla, zafferano.
Graham's Tawny Port 30 years: già a guardarlo promette bene, con un colore arancio intenso ed una densità quasi oleosa. Al naso è spettacolare, ricordando la dolcezza di un Caroni (fatte le debite proporzioni di intensità), ma con un finale balsamico, rinfrescante. In bocca è complesso, lunghissimo, ma soprattutto per nulla stucchevole, grazie ad un finale pulito, che invoglia a bere ancora. Veramente ottimo!
In conclusione, una bellissima giornata, con i 4 rossi e il Porto finale sulla breccia, ma anche gli altri in ottima forma. Quel che conta di più comunque è come al solito l'ottima compagnia di amici con cui è sempre un piacere condividere certe bottiglie.
Buone feste a tutti!