Dedalus ha scritto:AedesLaterani2012 ha scritto:un effluvio di tannini catechici di gioventù per un corredo fenolico con pochi eguali... ciò si traduce in una grande acidità ed una poderosa struttura
cioè i tannini si traducono in acidità? interessante fenomeno
pari alla dolcezza da 12 g/l di un vino comunque secco, direi...
fantastico come il fiume scorrendo rimanga sempre identico a sé stesso
Posto che almeno io non sono un chimico, ma un semplice appassionato che legge di vino (come il 98,66% dei forumisti... credo
), sappiamo entrambi che una componente 'dura' del vino non si traduce (lett.:
portata da un luogo ad un altro,
trasferita) in un altra, se è questo che intende adombrare la tua corrosiva esegesi.
Poiché dei tannini sono responsabili anche i fenoli (polimeri condensati che - come tu ben sai - reagiscono con le proteine della saliva creando appunto la sensazione di 'astringenza'), mentre dell'acidità una serie di sostanze acide con un gusto proprio e caratteristico, trovavo interessante sottolineare [forse preso da "alate parole" ho seguito "l'effluvio sensoriale"
e non sono stato chiaro] dopo la pausa 'emotiva' più che logica - data dai puntini di sospensione - che l'acidità ben presente nel vino svolgesse un'azione diciamo "al quadrato" con le altre sensazioni 'dure' - astringenza
in primis - rafforzandone l'effetto organolettico. Questo Kurnì è fresco, c'è poco da fare, parlando della sua 'forza acida' di penetrazione: la sensazione di acidità è netta al primo sorso; la salivazione abbondante; il vino, infatti, è un infante o poco più. Almeno dal punto di vista gusto-olfattivo, IMHO, i conti tornano, se a bilanciare le componenti dure intervengono quegli elementi che esaltano la decisa morbidezza del vino, in virtù della grande concentrazione glicerica ed alcolica e della sua poderosa struttura.
Alla fin fine, tornando alla mia succinta descrizione, ho utilizzato l'espediente della catena dei significanti che riportano ad un unico significato, in relazione proprio al buon equilibrio gustativo del vino, posta la sua complessità (lo spostamento verso le morbidezze - come scrivevo inizialmente - è una 'pecca di gioventù', passamela, dai!
).
Questo è ciò che ho avvertito (e descritto) con nettezza al palato. Nessun fenomeno degno di nota, come scrivi tu; né, sinceramente parlando, ho voglia di dare ulteriore risonanza a due note in croce che ho pubblicato sul Kurnì 2013 qua sopra.
Il fiume scorre identico a se stesso - parafrasando il nostro presocratico e procedendo per aforismi - anche perché
la natura ama nascondersi...