Ma guarda, papero, pure io aprendo la bottiglia avevo in mente un assaggio lontano di un loro vino, simil "supertuscan", ma non ricordo altro, assai marcato dal legno nuovo e dolce e che comunque mi aveva indotto a non frequentare più, all'epoca, i prodotti di questa cantina e a classificarla come non nelle mie corde. Mai bevuto prima invece il Chianti.
Qui invece il legno si avvertiva che c'era, ma in sottofondo in maniera sapiente e ben assorbito, per nulla invadente; niente note vanigliate, dolciastre o simili. E invece, i profumi chiantigiani uscivano tutti alla grande, dalla viola ai frutti neri, appena un che di sottobosco, una componente ematica piuttosto netta, ferrosino pure al palato; e il vino presentava quell'unione di sostanza e capacità di invogliare alla beva che tanto mi piace nei Chianti di razza. Non certo un peso leggero, insomma, ma me lo son proprio goduto.
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LE BEVUTE DI SETTEMBRE 2015
Uno spazio per tutti, esperti o meno, appassionati o semplicemente incuriositi dall'affascinante mondo del vino: domande, idee, opinioni...