miccel ha scritto:Magari queste sono non-notizie per i forumisti umbri o conoscitori, ma, visto che non si manifestano molto...lo scrivo io.
Altra cosa, mi sembra a occhio che il vitigno comunemente diffuso e utilizzato in zona per sfusi, quotidiani o simili sia il sangiovese bene più del sagrantino, giusto? Il sagrantino è una cosa da forestieri?
Direi proprio di no, carissimo! il Sagrantino, peculiare quello di Montefalco (un po' come lo è Todi per il Grechetto, di pliniana memoria - <
peculiaris est Tudernis>), nasce da un uvaggio monovarietale destinato alla Santa Messa. Come tradizione francescana [dunque del vitigno autoctono] vorrebbe, se è vero che le prime attestazioni rimontano agli inizi del XVI secolo, lo si sarebbe prodotto fin dagli esordi 'passito' (quello più famoso oggi è 'secco'), per l'appunto come
vino liquoroso ad uso liturgico; un po' come oggi avviene nella Sicilia occidentale (per lo più nella diocesi di Mazara del Vallo) per il vino sacramentale su base di Grecanico ed Ansonica locali.
Le basse rese per ettaro, la produzione limitata a cinque comuni in provincia di Perugia da disciplinare, nonché una delle prime DOC assegnate in Umbria [dopo il 'Torgiano Rosso Riserva' ed il 'Colli del Trasimeno'], ne hanno fatto subito un vanto ed oggetto di "riscoperta", a partire dagli anni '60, da parte di alcuni eroici vignerons del comprensorio di Montefalco; penso ad aziende 'storiche' come Antonelli San Marco e Scacciadiavoli, ma anche a produzioni che avrebbero indissolubilmente legato il loro nome al Sagrantino nel mondo, partite proprio in quegli anni, grazie alla sperimentazione di un Domenico Adanti ed alla lungimirante 'diversificazione', affrancandosi dal ramo tessile, di un Arnaldo Caprai.
Beh, in quanto al Sangiovese lo trovi allevato un po' ovunque in Umbria, con prevalenza nel comune di Torgiano, costituendo la base più importante (usualmente nella misura del 70%) proprio del Torgiano Rosso Riserva più sopra menzionato, la prima DOC umbra, nel 1968. E qui è d'obbligo citare, di un certo Giorgio Lungarotti, il Rubesco Riserva "Vigna Monticchio" del 1958, altro glorioso 'pezzo' della storia enologica nazionale...