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Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 25 ago 2015 07:11
da AedesLaterani2012
zampaflex ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo, tranne qualche eccezione come appunto il kurni, poi comunque soprattutto nelle marche c'è proprio questa usanza di farli belli carichi di legno come podere s Lazzaro e tanti altri


Dovrei perdere tempo a cercare le schede tecniche di ogni Montepulciano che ho provato negli anni, ma il sospetto che le barriques siano la scelta di maggioranza ce l'ho.


Tranquillo, Luciano, non c'è bisogno: oggigiorno è una certezza!

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 25 ago 2015 12:29
da max.giuli
AedesLaterani2012 ha scritto:
zampaflex ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo, tranne qualche eccezione come appunto il kurni, poi comunque soprattutto nelle marche c'è proprio questa usanza di farli belli carichi di legno come podere s Lazzaro e tanti altri


Dovrei perdere tempo a cercare le schede tecniche di ogni Montepulciano che ho provato negli anni, ma il sospetto che le barriques siano la scelta di maggioranza ce l'ho.


Tranquillo, Luciano, non c'è bisogno: oggigiorno è una certezza!


Barrique quasi ovunque, tranne un insieme di misura nulla.
Bisogna dire che qui in Abruzzo, escluso il solito caso noto, fino a 25 anni fa c'era il contadino che portava il raccolto alla cantina sociale. Quando si è capito che si poteva investire per vendere vino in bottiglia a prezzi elevati, si è adottato un protocollo che prevedeva barrique, enologo e tutto il pacchetto. Nel giro di pochi anni è avvenuta la rivoluzione enologica abruzzese. Questi non sono ne i vecchi contadini abruzzesi ne tanto meno i "contadini" francesi o "piemontesi". La storia è questa, quale conoscenza del terroir o del vitigno? Altrimenti qui ci si prende per le natiche come direbbe Brancaleone da Norcia.
Detto questo da qualche anno a questa parte sono emerse realtà prima offuscate dalla massa che hanno lavorato su quella poca storia esistente, fatta da vecchi braccianti, potatori e anonimi conoscitori di un territorio fatto anche di capannoni chiusi con un lucchetto o vigne abbandonate (vedi De Fermo). Questi spero scrivano un altra storia, quella di un territorio consapevole ed indipendente che viene valorizzato da tecniche moderne e non soppresso da queste.

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 25 ago 2015 13:56
da brifazio
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo
San Calisto e Villa Gemma?

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 25 ago 2015 14:45
da AedesLaterani2012
brifazio ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo
San Calisto e Villa Gemma?


Barriques & tonneaux...

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 26 ago 2015 03:51
da brifazio
AedesLaterani2012 ha scritto:
brifazio ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo
San Calisto e Villa Gemma?


Barriques & tonneaux...
Perché tonneau? Barrique e barrique, almeno per le annate che ho bevuto, più recenti valle reale 2006 e masciarelli 2001 non singole poco tempo dopo l'ultima, maledetta, 1995. In questi casi andavano d'accordo eccome. Tra l'altro ho trovato un paio di volte in ottime condizioni la 2000 di vg nonostante non godesse di ottima fama tra coloro che l'hanno provata e i tanti che leggono e poi scrivono.

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 26 ago 2015 08:13
da AedesLaterani2012
brifazio ha scritto:
AedesLaterani2012 ha scritto:
brifazio ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo
San Calisto e Villa Gemma?


Barriques & tonneaux...
Perché tonneau? Barrique e barrique, almeno per le annate che ho bevuto, più recenti valle reale 2006 e masciarelli 2001 non singole poco tempo dopo l'ultima, maledetta, 1995. In questi casi andavano d'accordo eccome. Tra l'altro ho trovato un paio di volte in ottime condizioni la 2000 di vg nonostante non godesse di ottima fama tra coloro che l'hanno provata e i tanti che leggono e poi scrivono.


Hai ragione, devo invertire l'ordine di scrittura con riferimento ai due prodotti 'di punta' aziendali: tonneaux da 5 hl di <secondo? e> terzo passaggio per il 'San Calisto' dai vigneti dell'areale di Popoli (24 mesi di affinamento in legno, se non ricordo male, ed 8 in vetro); per il Sant'Eusanio ed altri "esperimenti" sia tonneaux che barriques nuove in rovere francese da 227 litri. Per il 'Villa Gemma' le note barriques nuove di Allier & Troncais da 225 litri, poi particolarmente ricercate da alcune "giovani" aziende laziali ed umbre; una su tutte la veliterne 'Piana dei Castelli' di Matteo Ceracchi per l'affinamento dei suoi blend.

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 27 ago 2015 11:56
da brifazio
Per il San Calisto mi avevano dato informazioni inesatte, ma l'accordo con il legno piccolo o piccolo e piccolo piccolo che sia c'è eccome, nonostante la descrizione dell'ex astemio genio del marketing:
Profumi di forza linfatica d'integrità, di turgore raro ... ... la sua nera fittezza reca polpa d'intonsa, mentosa confettura di mora ...

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 27 ago 2015 17:08
da AedesLaterani2012
brifazio ha scritto:Per il San Calisto mi avevano dato informazioni inesatte, ma l'accordo con il legno piccolo o piccolo e piccolo piccolo che sia c'è eccome, nonostante la descrizione dell'ex astemio genio del marketing:
Profumi di forza linfatica d'integrità, di turgore raro ... ... la sua nera fittezza reca polpa d'intonsa, mentosa confettura di mora ...


Sì sì, buono quello! Lo stesso del Nero buono miglior vino d'Italia... :shock:

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 08 set 2015 12:41
da zampaflex
Aperto ieri il Montepulciano quasi-base di Valle Reale comprato lo scorso agosto in azienda: il Vigneto di Popoli 2010.
E' stato bello trovare un vino sincero, un po' contadino nella sua rusticità, profumato di mora e di ribes rosso, di una freschezza un po' aggressiva ma che tra qualche anno darà soddisfazioni. Tannino delicato e ben estratto. Complessità in divenire.
Lode alla morte dell'uso della barrique...

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 08 set 2015 13:58
da AedesLaterani2012
zampaflex ha scritto:Tannino delicato e ben estratto. Complessità in divenire.
Lode alla morte dell'uso della barrique...



Vigneto di Popoli 2010; diamine, gran bel "base"! :wink: Mi unisco alla tua lode, Luciano: la trama del Montepulciano d'Abruzzo è troppo fitta e complessa per "elevarla" in botte piccola!

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 26 set 2015 18:03
da Pot
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo


Sapete dirmi qualcosa a proposito del Montepulciano Zanna di Illuminati?

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 26 set 2015 22:51
da Smarco
Pot ha scritto:
Smarco ha scritto:Io sono del parere che montepulciano e barrique non vanno per niente d accordo


Sapete dirmi qualcosa a proposito del Montepulciano Zanna di Illuminati?

Illuminati dovrebbe fare botte 25, bevuto qualcosa anni fa ma sinceramente non ricordo, comunque oggi ho notato che trovare un Montepulciano che non fa barrique al ristorante è diventata un impresa... Alla fine ho dovuto optare per un trebbiano 2012 di Valentini, non che mi sia dispiaciuto ma a 65 euro rispetto ai 55 pagati lo scorso anno... L ho trovato un po diverso dalle altre annate, già il colore è limpido e non torbido, al naso non puzza ne di animale , zolfo, o cose varie c'è il solito fieno, camomilla, mineralita, certo qualche nota animale non manca ma non è intensa come in altre versioni, in bocca perde un po, è come se fosse un po tutto sussurrato, leggero, manca qualcosa, Ce poca materia e acidita, la persistenza non lunghissima insomma manca quella rusticità che lo caratterizza è che mi piace, non mi ha convinto proprio, probabilmente ci vorrà un po di tempo in bottiglia

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 28 set 2015 16:52
da Nebbiolino
Aperto ieri un cocciapazza 2010, Torre dei Beati. Globalmente non mi è dispiaciuto, ma onestamente ho trovato più legno di quanto avrei voluto. So che in buona percentuale fa barrique, ma mi si diceva che il legno non si avvertiva molto... eh, insomma. :)

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 28 set 2015 17:26
da bpdino
Nebbiolino ha scritto:Aperto ieri un cocciapazza 2010, Torre dei Beati. Globalmente non mi è dispiaciuto, ma onestamente ho trovato più legno di quanto avrei voluto. So che in buona percentuale fa barrique, ma mi si diceva che il legno non si avvertiva molto... eh, insomma. :)


Forse per il 2010 è troppo presto? A me il Cocciapazza (che preferisco al Mazzamurello) non dispiace soprattutto se aperto dopo 8-10 anni: adesso proverei un 2006 dove magari il legno è rientrato un po' :roll:

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 03 ott 2015 20:57
da AedesLaterani2012
Non per essere autoreferenziale, tuttavia mi permetto d'inserire su questo thread le note del Montepulciano '95 di Valentini aperto ieri con la consorte [il post emarginato lo trovate in copia su "Le bevute di Ottobre 2015"].
Buon Montepulciano a tutti! :wink:

aedeslaterani2012 ha scritto:- VALENTINI, Montepulciano d'Abruzzo (1995), voto :D :D :D :D :). Bottiglia da lotto n° 9, dunque botte in castagno dell'Ottocento. Trafilatura del sughero (completamente imbibito ma integro, perfetto), abbastanza evidente perché senza capsula (scorta personale del produttore). Piccola (ed incipiente) colatura nel trasporto dalla cantina alla tavola. Apro e scaraffo. Poi nuovamente travaso nel mezzo litro da osteria; l'eccedenza, infine, in due ampli calici da Nebbiolo. Piccolo sedimento sul fondo della bottiglia e, in perfetta corrispondenza, nel calice l'unghia appena scarica con viraggio al rosso mattone; in controluce, infatti, la carica polifenolica (praticamente integra dopo 17 anni) restituisce un bel rosso rubino intenso con sfumature granato. La volatile svanisce in men che non si dica. Alla seconda olfazione esce il caratteristico (ed indecifrabile) etereo dei Montepulciano Valentini appena "sbrigliati" dopo anni d'invecchiamento... inizia la magia di questa grandissima annata, assolutamente sottostimata dalla critica (e dai più), ma, a detta del figlio di Edoardo - cioè colui che lo produsse -, uno dei migliori Montepulciano di casa Valentini di sempre. Mia moglie non si prolunga nell'olfazione e si 'tuffa' nella beva; prima un piccolo sorso, subito dopo un altro... "Ma...è dolce, buono... anzi, buonissimo!". Mai sintesi più efficace fu fatta sugli effetti di riduzione del vino, quelli che determinano lo sviluppo dei “nuovi aromi" e comportano l'ossidazione degli aldeidi e la formazione degli esteri. Fra questi l'acetato di etile (il caratteristico sapore dei "frutti di bosco") e senza dilungarmi in improbabili [quanto soggettive] descrizioni degli aromi terziari direi genericamente "unami", ovvero il gusto ricco e corposo che ha origine dagli aminoacidi di cibi come i funghi e le patate (in bocca le note di humus su tutte). Ecco spiegato il 'dolce mistero', che condivido e sottoscrivo con la coniuge.
Diciamo, in sintesi, che nei nostri calici non ho affatto avvertito quelle note cosiddette “off-flavours”, descrittori tipici del 'fenolico' ed 'animale di natura varietale', che scaturiscono dai processi di ossidazione, esterificazione ed acetilazione, come spesso avviene nei Montepulciano di lungo invecchiamento.
A tal proposito, senza polemica alcuna, scriveva dell'annata '95 un docente AIS e noto wine-blogger: "Rubino intenso, ha un naso decisamente fruttato, confettura di ciliegia, si apre piano una nota animale di pelo e un sentore di liquirizia. In bocca il vino risulta frizzante, segno di una artigianalità di produzione che porta il vino a rifermentare in bottiglia. Sembra quasi un lambrusco. Corto in bocca. La variabilità del vino e la sua anima si determinano col passar del tempo quando, ridegustando a distanza di un'ora circa, la carbonica è del tutto scomparsa. Bottiglia da punto interrogativo".

Perdonate la franchezza: ma che diavolo di bottiglia hanno portato in degustazione? O ritorniamo alla solita variabilità (ed incognita) dei vini del Maestro lauretano?

Vino di corpo, armonico, caldo, intenso, elegante; chiude - tutt'altro che corto in bocca - con una sottile vena erbacea.

Gran bella beva questa '95. Prosit :D

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 03 ott 2015 22:55
da AedesLaterani2012
alì65 ha scritto:Riccardo, perdona la franchezza, ma tu quando sei a cena con tua moglie riesci a concentrarti sul vino tanto da descriverlo con una scrittura così impegnata!!!???

scusami ma è l'ultima cosa a cui penserei......mi sa di tristezza...


Beh, al vino ripenso l'indomani, Claudie', quando scrivo le note, alla moglie penso ogni giorno da undici anni e spero di farlo per altrettanti (almeno!) :wink: ... con vini del genere, poi, non serve una concentrazione mostruosa, sbaglio?!?

Dai, Cla', non penso proprio che sia una scrittura impegnata la mia: semplicemente ragionata. E per ragionare lo faccio 'a freddo', abitualmente, fuori dagli schemi...
La beva è ciò che deve essere: puro, istintivo piacere, così come quello che scalda una serata tête-à-tête tra due persone! :mrgreen: Ad ogni modo eravamo entrambi stanchissimi, ma ha apprezzato molto che volessi festeggiare il suo eccellente intervento (era relatrice ad un convegno) con una 'bella bottiglia'! Niente di più fausto, Claudie'! :D Sursum corda :mrgreen:

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 03 ott 2015 22:55
da alì65
Riccardo, perdona la franchezza, ma tu quando sei a cena con tua moglie riesci a concentrarti sul vino tanto da descriverlo con una scrittura così impegnata!!!???

scusami ma è l'ultima cosa a cui penserei......mi sa di tristezza...

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 03 ott 2015 23:00
da AedesLaterani2012
alì65 ha scritto:Riccardo, perdona la franchezza, ma tu quando sei a cena con tua moglie riesci a concentrarti sul vino tanto da descriverlo con una scrittura così impegnata!!!???

scusami ma è l'ultima cosa a cui penserei......mi sa di tristezza...


Come hai avuto modo di leggere nel mio post, Claudie', non mi è servita certo un'ora per capire che il vino nel calice - procedendo per esclusione - non fosse un Lambrusco! :lol: Ciò che ho degustato è sintetizzato nel penultimo capoverso: un rigo e mezzo [e due note in croce iniziali sul colore]; tutto il resto è solo noia... voluta, per carità, e rimuginata a mente limpida, altrimenti dell'artigianalità dei Valentini resta solo la volatile iniziale, la carbonica tipo 'ribollir de' tini' nel calice, le note animali e poco altro; tutto ciò spesso riferito come necessario cliché del degustatore...:cry: Non era mia intenzione tediare né rattristare nessuno, specialmente Te! :mrgreen:
Ho avuto abbastanza tempo, invero, per concentrarmi su altro... parola! :wink:

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 04 ott 2015 08:09
da gianni femminella
AedesLaterani2012 ha scritto:

aedeslaterani2012 ha scritto:- VALENTINI, Montepulciano d'Abruzzo (1995) ... Mia moglie non si prolunga nell'olfazione e si 'tuffa' nella beva; prima un piccolo sorso, subito dopo un altro... "Ma...è dolce, buono... anzi, buonissimo!". Mai sintesi più efficace fu fatta sugli effetti di riduzione del vino, quelli che determinano lo sviluppo dei “nuovi aromi" e comportano l'ossidazione degli aldeidi e la formazione degli esteri. Fra questi l'acetato di etile (il caratteristico sapore dei "frutti di bosco") e senza dilungarmi in improbabili [quanto soggettive] descrizioni degli aromi terziari direi genericamente "unami", ovvero il gusto ricco e corposo che ha origine dagli aminoacidi di cibi come i funghi e le patate (in bocca le note di humus su tutte). Ecco spiegato il 'dolce mistero', che condivido e sottoscrivo con la coniuge.


Non dare retta a quel romanticone di Claudio.
Complimenti per la bellissima descrizione, ce ne vorrebbero di più.
Una domanda, sei certo che questa dolcezza sia dovuta ai fattori che citi? Non sono un chimico, ma mentre comprendo che il fattore "acetico" contribuisca alla dolcezza, secondo la mia esperienza di assaggi di vini lungamente invecchiati non riesco a inquadrare i terziari come corresponsabili.

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 04 ott 2015 08:49
da Smarco
AedesLaterani2012 ha scritto:Non per essere autoreferenziale, tuttavia mi permetto d'inserire su questo thread le note del Montepulciano '95 di Valentini aperto ieri con la consorte [il post emarginato lo trovate in copia su "Le bevute di Ottobre 2015"].
Buon Montepulciano a tutti! :wink:

aedeslaterani2012 ha scritto:- VALENTINI, Montepulciano d'Abruzzo (1995), voto :D :D :D :D :). Bottiglia da lotto n° 9, dunque botte in castagno dell'Ottocento. Trafilatura del sughero (completamente imbibito ma integro, perfetto), abbastanza evidente perché senza capsula (scorta personale del produttore). Piccola (ed incipiente) colatura nel trasporto dalla cantina alla tavola. Apro e scaraffo. Poi nuovamente travaso nel mezzo litro da osteria; l'eccedenza, infine, in due ampli calici da Nebbiolo. Piccolo sedimento sul fondo della bottiglia e, in perfetta corrispondenza, nel calice l'unghia appena scarica con viraggio al rosso mattone; in controluce, infatti, la carica polifenolica (praticamente integra dopo 17 anni) restituisce un bel rosso rubino intenso con sfumature granato. La volatile svanisce in men che non si dica. Alla seconda olfazione esce il caratteristico (ed indecifrabile) etereo dei Montepulciano Valentini appena "sbrigliati" dopo anni d'invecchiamento... inizia la magia di questa grandissima annata, assolutamente sottostimata dalla critica (e dai più), ma, a detta del figlio di Edoardo - cioè colui che lo produsse -, uno dei migliori Montepulciano di casa Valentini di sempre. Mia moglie non si prolunga nell'olfazione e si 'tuffa' nella beva; prima un piccolo sorso, subito dopo un altro... "Ma...è dolce, buono... anzi, buonissimo!". Mai sintesi più efficace fu fatta sugli effetti di riduzione del vino, quelli che determinano lo sviluppo dei “nuovi aromi" e comportano l'ossidazione degli aldeidi e la formazione degli esteri. Fra questi l'acetato di etile (il caratteristico sapore dei "frutti di bosco") e senza dilungarmi in improbabili [quanto soggettive] descrizioni degli aromi terziari direi genericamente "unami", ovvero il gusto ricco e corposo che ha origine dagli aminoacidi di cibi come i funghi e le patate (in bocca le note di humus su tutte). Ecco spiegato il 'dolce mistero', che condivido e sottoscrivo con la coniuge.
Diciamo, in sintesi, che nei nostri calici non ho affatto avvertito quelle note cosiddette “off-flavours”, descrittori tipici del 'fenolico' ed 'animale di natura varietale', che scaturiscono dai processi di ossidazione, esterificazione ed acetilazione, come spesso avviene nei Montepulciano di lungo invecchiamento.
A tal proposito, senza polemica alcuna, scriveva dell'annata '95 un docente AIS e noto wine-blogger: "Rubino intenso, ha un naso decisamente fruttato, confettura di ciliegia, si apre piano una nota animale di pelo e un sentore di liquirizia. In bocca il vino risulta frizzante, segno di una artigianalità di produzione che porta il vino a rifermentare in bottiglia. Sembra quasi un lambrusco. Corto in bocca. La variabilità del vino e la sua anima si determinano col passar del tempo quando, ridegustando a distanza di un'ora circa, la carbonica è del tutto scomparsa. Bottiglia da punto interrogativo".

Perdonate la franchezza: ma che diavolo di bottiglia hanno portato in degustazione? O ritorniamo alla solita variabilità (ed incognita) dei vini del Maestro lauretano?

Vino di corpo, armonico, caldo, intenso, elegante; chiude - tutt'altro che corto in bocca - con una sottile vena erbacea.

Gran bella beva questa '95. Prosit :D


Bella bevuta, "ricordo" cioè sono andato a ricontrollare :mrgreen: , che alla verticale di Valentini il 95 fu uno di quelli che risulto tra i migliori (anche se ancora giovane e con una leggerissima carbonica) insieme alla 77

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 04 ott 2015 09:24
da AedesLaterani2012
gianni femminella ha scritto:
AedesLaterani2012 ha scritto:

aedeslaterani2012 ha scritto:- VALENTINI, Montepulciano d'Abruzzo (1995) ... Mia moglie non si prolunga nell'olfazione e si 'tuffa' nella beva; prima un piccolo sorso, subito dopo un altro... "Ma...è dolce, buono... anzi, buonissimo!". Mai sintesi più efficace fu fatta sugli effetti di riduzione del vino, quelli che determinano lo sviluppo dei “nuovi aromi" e comportano l'ossidazione degli aldeidi e la formazione degli esteri. Fra questi l'acetato di etile (il caratteristico sapore dei "frutti di bosco") e senza dilungarmi in improbabili [quanto soggettive] descrizioni degli aromi terziari direi genericamente "unami", ovvero il gusto ricco e corposo che ha origine dagli aminoacidi di cibi come i funghi e le patate (in bocca le note di humus su tutte). Ecco spiegato il 'dolce mistero', che condivido e sottoscrivo con la coniuge.


Non dare retta a quel romanticone di Claudio.
Complimenti per la bellissima descrizione, ce ne vorrebbero di più.
Una domanda, sei certo che questa dolcezza sia dovuta ai fattori che citi? Non sono un chimico, ma mentre comprendo che il fattore "acetico" contribuisca alla dolcezza, secondo la mia esperienza di assaggi di vini lungamente invecchiati non riesco a inquadrare i terziari come corresponsabili.


Gianni, grazie, sei sempre molto gentile!
Ascolta, Gianni, la cosa è lunga e dibattuta ed io [premessa d'obbligo] non sono certo un enologo né un Ordinario di Enologia. L'argomento, tuttavia, mi ha sempre affascinato e posso con certezza dirTi [al li là della scontata sequenza di trasformazione dell'uva in vino, che ha dato luogo alla scolastica tripartizione degli aromi - e alla boutade di Albanese sulla degustazione! - :lol: ] che, alla finezza ed eleganza olfattiva di un vino è associata la presenza dei cosiddetti 'precursori varietali', presenti nella buccia dell'uva. I precursori, nel mosto, sono legati ad una o più molecole di zucchero e non sono percepibili all’olfatto. Durante la fermentazione vengono “liberati” dallo zucchero e diventano percepibili, diventando quindi i responsabili della evoluzione sensoriale del vino stesso. Diciamo che, condizione necessaria (ma non sufficiente) perché il processo d'invecchiamento avvenga (la cd. "amplificazione ed armonizzazione odorosa" dei manuali), senza derive né problemi [rifermentazioni, riduzioni, etc.] è solo il tempo, tanto tempo. Al contrario, laddove il processo si consumi rapidamente [nei vini cd. "evoluti/vecchi" nella nomenclatura ufficiale dei degustatori] avremmo solo odore di “vino vecchio”, spesso sgradevole, in conseguenza del rapido decadimento (in particolare) degli esteri.

Va da sé, Gianni, che la "degustazione edonistica del vino" di cui spesso si legge [ecco spiegata la mia 'incursione' con le note di degustazione del wine-blogger], è tutt'altra cosa, giacché il quadro aromatico di cui riferisce è influenzato dalla soggettività del degustatore, dalla sua esperienza di vita, dalla sua 'cultura olfattiva' e - perché no?!? - anche dal suo stato d'animo al momento della verticale. In sala, nella mia Delegazione, c'è chi al quarto assaggio sente distintamente l'anice stellato che, personalmente, non è nella mia memoria olfattiva, non essendo mai stato ai Tropici, ma - come sovente avviene - lo si distingue per fede, mica per altro! :lol:
Facezie a parte, Gianni, ecco perché son partito dall'osservazione di mia moglie (potenza e saggezza delle donne!) la quale, con due parole, ha rotto tutti gli indugi scolastici ed i numerosi "dogmi" dell'approccio alla degustazione tradizionale, quella "edonistica" per intenderci, lasciando, invece, che io potessi riflettere non sulle percezioni sensoriali, ma sullo stato evolutivo del vino [il famoso quadro aromatico di cui parlavamo prima].

Gli aromi terziari, Gianni, sono implicati nella misura in cui dalla fermentazione alcolica del vino (e conseguente sintesi dei lieviti) - dato il lungo invecchiamento e sempre che tutto vada a buon fine - si formano gli esteri, cui rimandavo nel post, e quelle componenti volatili, che hanno come tipici descrittori gli aromi (per l'appunto 'terziari') riconducibili ai vini invecchiati. Pensa fra gli esteri di sintesi a descrittori come la "cera d'api" (credo faccia parte della famiglia degli esteri gliceridi) o le note di frutta rossa a bacca piccola dei cheto-esteri.

Ripeto, Gianni, il mio enorme limite è di non essere un chimico... spero solo di averTi esplicitato con sufficiente chiarezza quanto ho capito. Spero soltanto di non aver fatto troppa confusione fra cavoli e patate! :lol:

Un caro saluto e buona Domenica! :D

P.s.: che Ti apri oggi?

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 04 ott 2015 09:32
da AedesLaterani2012
Smarco ha scritto:
AedesLaterani2012 ha scritto:Gran bella beva questa '95. Prosit :D


Bella bevuta, "ricordo" cioè sono andato a ricontrollare :mrgreen: , che alla verticale di Valentini il 95 fu uno di quelli che risulto tra i migliori (anche se ancora giovane e con una leggerissima carbonica) insieme alla 77


Le stesse parole di Francesco Paolo Valentini: è proprio così! :D

Piccola anticipazione: da Ivo, nel 2016, apriremo un Montepulciano (bt. n° 85) ed un Trebbiano (bt. n° 89), vendemmia 1979.
Ne vedremo delle belle... :wink:

Per ora, posso solo scrivere coming soon... :wink:

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 31 gen 2017 11:05
da gbaenergiaeco10
qualcuno ha news sull'uscita del trebbiano 2013 di valentini?

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 31 gen 2017 12:56
da AedesLaterani2012
gbaenergiaeco10 ha scritto:qualcuno ha news sull'uscita del trebbiano 2013 di valentini?


Marzo, maybe...

Re: Montepulciano e trebbiano d'Abruzzo

Inviato: 31 gen 2017 13:55
da gbaenergiaeco10
AedesLaterani2012 ha scritto:
gbaenergiaeco10 ha scritto:qualcuno ha news sull'uscita del trebbiano 2013 di valentini?


Marzo, maybe...


grazie Aedes