Sì, verissimo, anche l'aspetto del prezzo ha il suo impatto...
Nel pomeriggio, visita a
Fenocchio. Produttore vulcanico, appassionato e gentilissimo.
Abbiamo avuto modo di assaggiare tutti i barolo, comprese le annate successive alla 2011, ovviamente non imbottigliate.
Brevemente: i 2014, ancora in inox, sono... incredibilmente profumati. Mi fermo qui, inutile scrivere altro visti i pochissimi mesi di vita. Però sentirli così profumati al naso e presenti in bocca, è stata una bella sorpresa. Rese inferiori del 30%, ci raccontava. Vedremo.
I 2013, a casa Fenocchio, sembrano essere intenzionati a mantenere tutte le promesse: con tutti i se e i ma dell'estrema gioventù, mi hanno proprio dato l'impressione di essere splendidi vini. Su tutti Villero, seguito da Bussia. Non manca proprio nulla: equilibrio, lunghezza, sapidità, eleganza... Appuntamento da non mancare.
Anche i 2012 andavano dal buono al molto buono, ma a differenza dell'annata precedente qui l'alcol alza la voce. Fondamentalmente ben gestito, ma tutto gira intorno ai 15 gradi... Come impronta aromatica mi hanno effettivamente ricordato i 2008, minerali e floreali in primis. Non so se avranno la struttura del 2008, alcol a parte, ma di certo il prossimo anno non mancheranno all'appello.
Sui 2011: Assaggiati tutti, tranne Cannubi - finito... Pare che gli stranieri vadano matti per la vigna in questione, forse anche perchè oltre oceano si fa un gran parlare di Cannubi. Considerate, comunque, che di queste bottiglie ne fa poche. Mi sono ampiamente consolato con gli altri.
A proposito, altra sopresa: da quest'anno viene vinificato a parte anche Castelletto. Quando me lo sono trovato davanti, devo aver fatto una faccia del genere
.
Comunque: Villero profumatissimo, molto floreale, probabilmente il più elegante. Bussia a ruota, un filo più sul frutto, bocca più corposa. Castelletto quello più speziato e un filetto più scuro, comunque davvero buono pure lui. In bocca ben presente, magari appena più corto (parlo di persistenza aromatica) dei due fratelli.
In generale parliamo (i 2011) di vini buoni, già godibilissimi (tannini presenti, per carità, ma piuttosto dolci), di buona struttura ma che pagano dazio - unico limite - ad un alcol importante, anche se ben gestito. Ne ho presi e ne prenderò altri, essendomi piaciuti; e me li berrò aspettando altre annate che, in questo momento, hanno bisogno di qualche anno di "riflessione".
Per i miei gusti, decisamente meglio dei 2009, e pure dei 2007.
Comunque ogni volta che passo in langa, mi rappacifico col mondo.