Ieri sera per un compleanno, bocce coperte senza tema, molte sorprese positive.
Bolla. Naso potentemente floreale e maturo, quasi sull'ananas più che l'agrume, ma bello bello. Bollicina non perfetta, un po' grossina e non molto abbondante né persistente. Bocca appare inizialmente debole, poi non ancora integrata con alcool, amari (fini) e acidità su cammini separati. Piano piano si svela una capacità di saturazione del palato che fa pensare a champagne di razza.
Però al momento del disvelo, lo stupore è collettivo. Da certe etichette ci si aspetta di più.
Dom Pérignon P2 1998 ++
Idrocarburo forte, bottiglia renana, no doubt. Riesling tedesco? La carica alcoolica e glicerica fanno pensare al tavolo all'Alsazia (io sbaglio e per la secchezza e la freschezza notevole penso alla Germania). Non c'è frutto, non c'è dolcezza, pare avere una età maggiore di quella reale, ma forse è parzialmente in chiusura perché la paletta aromatica non dovrebbe essere così renitente.
Weinbach - Cuvée Sainte Catherine 2009 Mai visto un vino così chiuso, tripla mandata, per lo scoramento del conferitore...un filo di fruttini, un soffio di yogurt alla fragola, vegetale preponderante. Bocca che da un colpetto all'ingresso, giusto per dire che è passato di lì, poi svanisce.
Mikulski - Pommard 2007 Naso dolce, lieve pirazina, si circoscrive il vitigno (bordolese), qualche indizio aiuta sull'uvaggio (merlot in purezza). L'assaggio si rivela fortemente fresco, nitido, coerente con accenni di evoluzione iniziale (thé), note fumé emergono. Tannino ancora vispo. Si tira in ballo la Francia, li aiuto, non viene da lì. La Toscana viene scartata dopo molti tentativi. Rimane il Friuli. Bella struttura davvero, tanto più con le 24 ore di stappatura (e sono servite).
Gravner - Rujno 1994 +
Riduzione che svanisce subito. Fruttone, veicolato dall'alcool, poi un lieve tono brodoso. Ondeggia qui e là finché non si pulisce definitivamente, svaria citando del caffé, ma in bocca è potentissimo. Salino, decisamente. Si fatica a collocarlo, poi mi ricordo cosa mi anticipò il conferitore e collego tutto. Il substrato marino che si innalza fino a poche decine di cm dalla superficie. Un assaggio della splendida annata 2004, la prestazione alla Brunellata a Siena.
Col D'Orcia - BdM Poggio al Vento 2001 Animalissimo, oliva verde...syrah, senza dubbio. Il sorso sembra confermarlo. Però piano piano questo lato zozzone ripiega ed emerge un delicato e nitido coté fruttato, sale, cresce come una lenta ma imperiosa marea. Agrume, melograno, ciliegia. Bocca integratissima, vellutata, di gran classe. Copre bene il palato senza strafare. Evolve in continuazione, appaiono toni ematici, poi dopo un po' anche della cera d'api. Resiste benissimo nel bicchiere al passare del tempo, se ne frega anzi reclama l'ossigeno per svelarsi compiutamente. Mano artigianale? Sans doute, e di che livello. Per almeno metà di noi, vino della serata. 95/100
Valentini - Montepulciano 2000 ++
Lieve nota pirazinica, molto delicata, fine, di peperone verde grigliato: Bordeaux agé, certo. L'unghia mattone lo data chiaramente. La tessitura è esemplare come solo lorsignori riescono ad ottenere. Seta pura. Deve trattarsi di uno chateau di punta. Lo attendiamo e col tempo ci dà del pomodoro secco, un delicato balsamico; ma anche uno sgraziato sedano. alla fine non decolla mai e nonostante per qualcuno sia stato il top, per me la bottiglia non era perfetta: troppe note evolutive e un affievolimento quando ci si sarebbe aspettata l'accelerazione.
Chateau Latour 1990 +
Boccia aperta e mezza svuotata il giorno prima, acchiappata e scolata perché ci mancava un nebbiolo a tavola.
Note d'argilla, poi di ciliegia emergono subito dal bicchiere. Il sorso fine del nord Piemonte ma di una eleganza poche volte riscontrata. Avrebbe avuto le sue ragioni per dichiararsi stanco, ma non è così e arriva una bellissima foglia di mentuccia, poi pesca sciroppata, infine liquirizia, ad accompagnare le ultime gocce. Bocca? Centrata, coerente, fine.
Nervi - Gattinara vigneto Molsino 2006 -
Altro extra, viva l'abbondanza! Giovane, salmastro sopra i fruttini rossi classici del vitigno, un po' acidi qui fino a sconfinare nel sanguigno. Bocca scorrevole ma non vuota, dà una sensazione di mancanza di asperità pur nella sua sfericità. Ben fatto, buona annata.
Ka' Manciné - Rossese Beragna 2012 +
Chiudiamo con un accostamento riuscito col dolce, un Porto Barros che non si capisce se sia Vintage 1985 (fronte bottiglia) o Colheita 1979 (retroetichetta). Mah. Di certo, versato e visto il colore rosato lattiginoso opaco e spento si potrebbe temere; ma la bocca c'è e accompagna benissimo la Torta Barozzi col mascarpone.
Infine il Marsala 1986 di Marco De Bartoli. Dopo il dolce è uno schianto sul palato, un contrasto da gestire. Ci vuole tempo, mediazione intellettuale, assuefazione gustativa per cominciare ad apprezzarne le sfumature, la freschezza disarmante, la carica sapida. Pulito, lungo, defatigante e impegnativo al tempo stesso.