Bruciato ha scritto:mi permetto.
quando ci sono di mezzo i soldi tutte le regole etiche spesso si sfanculano.
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a volte capita che ai privati arrivino in mano listini ufficiali della rete vendita (spesso perchè il rappresentante ha bisogno di chiudere il mese o l'anno in attivo...o l'enoteca di liberarsi la cantina), poi accusino il barista\enotecaro di turno di essere caro perchè la bottiglia loro l'hanno vista sul listino a 10 euro e l'enoteca la vende a 18...ovviamente senza calcolare l'iva, i costi di magazzino, le tasse, il rischio d'impresa, il rischio di tappo (il fatto che le aziende ti rimborsino la bottiglia sbagliata è fantasia visto che non ti fanno un bonifico ma spesso ti danno una bottiglia gratis con l'ordine successivo..il che ti obbliga a fare un nuovo ordine), il fatto che l'enoteca ha dovuto comprare un minimo di bottiglie e il giusto e ovvio guadagno che ci mette l'enoteca visto che per lei vendere vino è LAVORO e, in quanto tale, esige un guadagno.
Se il privato va in cantina e al momento dell'acquisto si trova di fronte un listino identico a quello per i professionisti non c'è problema basta che abbiano le stesse identiche condizioni:
-cartoni indivisibili
-pagamento dell'iva (è un'ovvietà mai abbastanza ovvia)
-pagamento alla consegna
-scontistica sul quantitativo
Una doverosa precisazione:
in cantina l'IVA il privato la paga.
Sempre.
Chi paga una bottiglia 10 € in cantina, significa che tale bottiglia l'ha pagata 8.1967 € più IVA.
Il fatto che nella maggior parte dei casi non vengano rilasciati scontrini o ricevute fiscali da parte dei piccoli produttori, dipende dalla legge; mi spiego meglio:
il sottoscritto e tanti altri piccoli vignaioli seguono il regime IVA "Fiscale agricolo" dove la stessa imposta è un costo (Es: compro un trattore che costa 40.000 euro, devo sommare anche l'IVA, per cui il mezzo alla fine mi costa 40.000 più 8.800) e sui prodotti che cedo la incasso a seconda dell'aliquota alla quale la merce è soggetta (es: la frutta è al 4% e quindi l'IVA la trattengo tutta, l'uva è al 10% e devo versare alle casse dello stato il 6% dell'imponibile e trattenere sempre il 4%; il vino è al 22% e devo versare allo stato il 9,5% e trattenere il 12,5%).
Chiarito questo, preciso anche che il famoso "nero" le cantine non possono farlo, a meno di dichiarazioni non veritiere sui registri di cantina (meno vino dichiarato in sede di denuncia annuale di produzione; ma i registri e tutti i contenitori vinari, bottiglie comprese, sono soggette ai controlli della repressione frodi). Ogni vino (anche quello ex "da tavola") è soggetto a controlli e se vengono gli organismi deputati in cantina e trovano meno vino di quello in carico sono dolori, grossi.
Quindi, ripeto, il nero non è contemlato. Inoltre, in cantina io rispondo delle mie bottiglie nel senso che quella che sa di quella che sa di tappo, quella ossidata etc, la sostituisco sempre; non tutte le enoteche lo fanno. Quindi chi viene in cantina a comprare il vino da me, sa che se incappa nella bottiglia tappata, mi può scrivere e io spedisco (A MIE SPESE) la bottiglia in sostituzione.
Detto tutto ciò, tutti i miei vini in cantina costano circa 1 euro in meno delle enoteche della zona che comunque me lo comprano continuativamente e non un cartone all'anno.
Peace & love