Biondi Santi in cantina...

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il chiaro
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda il chiaro » 02 gen 2015 22:42

gpetrus ha scritto:
emigrato ha scritto:
maxb ha scritto:ed è assolutamente corretto, denota serietà commerciale. se tutti in cantina potessero comprare a prezzo di enoteca (e magari più basso, perchè E' QUESTO ciò a cui si ambisce, anche se non lo si scrive ne si ammette) allora i distributori ed i rivenditori che ci stanno a fare? un piccolo imprenditore si impegna a trattare un prodotto, investe suoi soldi per tenere in casa a disposizione del pubblico una selezione e poi si sente dire " sei caro, in cantina me lo danno a meno" oppure "a quel prezzo lo compro pure in cantina"

Solita storia comunque :mrgreen: capisco il punto di vista opposto, pero' essendo consumatore guardo logicamente a dove posso risparmiare, anche se vado in cantina non solo per comprare ma per l'esperienza principalmente.


e poi come faccio a entrare in concorrenza con l'acquisto di 6-12 bt al max ?
ogni anno mi faccio 600 km per la gita langarola e non e' che compri 300 bt....


Prima di tutto è una questione di principio: non posso fare concorrenza a chi vende il mio vino e in un anno fa numeri, non 6/12 bottiglie.
Secondariamente in cantina solitamente i conti li sanno fare: per svendere 6 bottiglie ad un perfetto sconosciuto rischio di perdere 3/4 (se non di più) clienti in una provincia. 3/4 clienti che mi fanno centinaia di bottiglie in un anno.
A me piacerebbe sapere voi cosa fareste a ruoli invertiti
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 02 gen 2015 23:00

il chiaro ha scritto:
gpetrus ha scritto:
emigrato ha scritto:
maxb ha scritto:ed è assolutamente corretto, denota serietà commerciale. se tutti in cantina potessero comprare a prezzo di enoteca (e magari più basso, perchè E' QUESTO ciò a cui si ambisce, anche se non lo si scrive ne si ammette) allora i distributori ed i rivenditori che ci stanno a fare? un piccolo imprenditore si impegna a trattare un prodotto, investe suoi soldi per tenere in casa a disposizione del pubblico una selezione e poi si sente dire " sei caro, in cantina me lo danno a meno" oppure "a quel prezzo lo compro pure in cantina"

Solita storia comunque :mrgreen: capisco il punto di vista opposto, pero' essendo consumatore guardo logicamente a dove posso risparmiare, anche se vado in cantina non solo per comprare ma per l'esperienza principalmente.


e poi come faccio a entrare in concorrenza con l'acquisto di 6-12 bt al max ?
ogni anno mi faccio 600 km per la gita langarola e non e' che compri 300 bt....


Prima di tutto è una questione di principio: non posso fare concorrenza a chi vende il mio vino e in un anno fa numeri, non 6/12 bottiglie.
Secondariamente in cantina solitamente i conti li sanno fare: per svendere 6 bottiglie ad un perfetto sconosciuto rischio di perdere 3/4 (se non di più) clienti in una provincia. 3/4 clienti che mi fanno centinaia di bottiglie in un anno.
A me piacerebbe sapere voi cosa fareste a ruoli invertiti

Azz ....perfetto sconosciuto ???
Ho la cittadinanza langhetta ormai :mrgreen: :mrgreen:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 03 gen 2015 00:11

gpetrus ha scritto:
il cdeiv[quote="gpetrus ha scritto:
emigrato ha scritto:
maxb ha scritto:ed è assolutamente corretto, denota serietà commerciale. se tutti in cantina potessero comprare a prezzo di enoteca (e magari più basso, perchè E' QUESTO ciò a cui si ambisce, anche se non lo si scrive ne si ammette) allora i distributori ed i rivenditori che ci stanno a fare? un piccolo imprenditore si impegna a trattare un prodotto, investe suoi soldi per tenere in casa a disposizione del pubblico una selezione e poi si sente dire " sei caro, in cantina me lo danno a meno" oppure "a quel prezzo lo compro pure in cantina"

Solita storia comunque :mrgreen: capisco il punto di vista opposto, pero' essendo consumatore guardo logicamente a dove posso risparmiare, anche se vado in cantina non solo per comprare ma per l'esperienza principalmente.


e poi come faccio a entrare in concorrenza con l'acquisto di 6-12 bt al max ?
ogni anno mi faccio 600 km per la gita langarola e non e' che compri 300 bt....


Prima di tutto è una questione di principio: non posso fare concorrenza a chi vende il mio vino e in un anno fa numeri, non 6/12 bottiglie.
Secondariamente in cantina solitamente i conti li sanno fare: per svendere 6 bottiglie ad un perfetto sconosciuto rischio di perdere 3/4 (se non di più) clienti in una provincia. 3/4 clienti che mi fanno centinaia di bottiglie in un anno.
A me piacerebbe sapere voi cosa fareste a ruoli invertiti

Azz ....perfetto sconosciuto ???
Ho la cittadinanza langhetta ormai :mrgreen: :mrgreen:[/quote]
Senza contare che gran parte dei vini che compro in Langa a Trieste li ha una sola enoteca.....gli altri neppure li trattano e di conseguenza non penso di fase perdere clienti a nessuno...
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda roda19909 » 03 gen 2015 10:20

sono perfetti alla BeSanti, commercialmente ed eticamente impeccabili.
Non c'è nulla da insegnar loro, ed i loro distributori saranno felicissimi di questa politica

potrebbero anche far solo assaggiare e non vendere nulla
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 03 gen 2015 11:10

BG .....e poi se proprio vogliamo pensare alla concorrenza , mi pare che questo forum ne sia un bell'esempio....
Ho comprato spesso sul GR anziché' in enoteca proprio perche' i prezzi sono parecchio più' vantaggiosi :D
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda Kevmit » 03 gen 2015 12:04

inafatti si difende il comportamento della cantina, poi magari si compra qui sul forum oppure su enoteche online che hanno prezzi fuori dal mondo :mrgreen:
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emigrato
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda emigrato » 03 gen 2015 14:28

maxb ha scritto:prova ad andare al ornellaia, alla tenuta sanguido, da conterno o da altri produttori di vertice. la storia sarà sempre quella. chi glielo fa fare per vendere una cassetta o due a vendere fuori listino? e a che pro? per il piccolo produttore che deve sbarcare il lunario è un conto, ma queste grandi aziende, che al 99% campano di export e mercato del lusso... altro esempio; gaja manco apre le porte ai visitatori... figurati mai sconti sul prodotto in cantina... ma per favore...

Ma qui sono d'accordo, che i top gamma debbano mantenere un certo comportamento penso che sia logico, ecco pero' e' comunque bello che alcuni piccoli produttori continuino a fare prezzi invece amichevoli :)
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 03 gen 2015 14:44

E poi le griffe del settore possono fare quello che vogliono,il mercato del vino è composto da migliaia di piccoli produttori, per NS fortuna,produttori che con gli anni son diventati anche amici,almeno nel mio caso.
Ultima battuta : il privato che fa turismo enologico mi pare sia l'unico che paghi cash alla consegna :mrgreen:
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mattiave
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda mattiave » 03 gen 2015 14:58

Io penso che molti enotecari della zona abbiano prezzi spenna-turisti e starebbero bene chiusi, indipendentemente dalla vendita diretta a prezzo minore in cantina.

Lasciamo perdere cosa penso dei distributori che è meglio... quando compro una bottiglia di certe aziende mi sento bene perchè ho dato da mangiare a 27mila persone nella catena produzione->...->... .... -> vendita.
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda vinogodi » 03 gen 2015 23:13

...penso che una politica commerciale rispettosa dei partners ... commerciali sia comprensibile, però ...
- Bisogna tener conto del tempo speso per trasferirsi negli ameni luoghi di produzione (il mio tempo è denaro ...)
- Bisogna tener conto che le spese di gasolio/benzina, autostrada, usura macchina, se vogliamo fare davvero i conti , andrebbero per lo meno conteggiati, dove la passione va bene ma se vogliamo fare le pulci alle spese , spostarsi fino ai luoghi di produzione è gravoso assai, per cui l'occhio benevolo per almeno queste spese vive andrebbe tenuto in considerazione...
- Pago , come tutti quelli che acquistano , dove possibile, in cantina , cash : cosa significa? Chiedetelo alle cantine che lottano con i 60 gg (quando va bene) al pagamento, ai solleciti, agli insoluti, al dramma del ritorno economico, alle spese logistiche di distribuzione e trasporti , all'immobilizzo che sempre di più grava sulla maggior parte dei piccoli produttori non sotto i riflettori mediatici, perchè di Conterno o Biondi Santi o Quintarelli che hanno prezzi stratosferici e il vino quasi venduto in prenotazione, ne conosco davvero pochi... perchè mai chi si prende la briga, anche il rischio , e spesa, di un lungo viaggio (mediamente per raggiungere la Langa, Montalcino oppure il Friuli, ci metto dalle 2 ore e mezza alle 4 ore ) non deve essere coccolato e appetito dalla miriade di produttori che gravitano sul suolo italico? Perchè mai non concedersi ad un rapporto che non è squisitamente commerciale ma anche di gratificazione del proprio lavoro con un piccolo beneficio a colui che, in fondo è il fruitore finale? Cerchiamo di non essere ipocriti: tanti produttori , pur serissimi, l'eccezione la fanno, soprattutto se dall'altra parte vedono passione vera . Io mi metto esclusivamente nella posizione di fruitore, ma penso che qualche bottiglia a costo "facilitato" di chi si sobbarca le sovradescritte fatiche di Ercole nel raggiungere una cantina sperduta nel nulla, non arrechino danno alcuno al commercio del vino... 8)
Ente Nazionale Tutela dei Bevitori Capiscitori (EnTuBeCa) - Ministero della Cultura Enologica Popolare (MinCulEnPop)
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 04 gen 2015 00:45

vinogodi ha scritto:...penso che una politica commerciale rispettosa dei partners ... commerciali sia comprensibile, però ...
- Bisogna tener conto del tempo speso per trasferirsi negli ameni luoghi di produzione (il mio tempo è denaro ...)
- Bisogna tener conto che le spese di gasolio/benzina, autostrada, usura macchina, se vogliamo fare davvero i conti , andrebbero per lo meno conteggiati, dove la passione va bene ma se vogliamo fare le pulci alle spese , spostarsi fino ai luoghi di produzione è gravoso assai, per cui l'occhio benevolo per almeno queste spese vive andrebbe tenuto in considerazione...
- Pago , come tutti quelli che acquistano , dove possibile, in cantina , cash : cosa significa? Chiedetelo alle cantine che lottano con i 60 gg (quando va bene) al pagamento, ai solleciti, agli insoluti, al dramma del ritorno economico, alle spese logistiche di distribuzione e trasporti , all'immobilizzo che sempre di più grava sulla maggior parte dei piccoli produttori non sotto i riflettori mediatici, perchè di Conterno o Biondi Santi o Quintarelli che hanno prezzi stratosferici e il vino quasi venduto in prenotazione, ne conosco davvero pochi... perchè mai chi si prende la briga, anche il rischio , e spesa, di un lungo viaggio (mediamente per raggiungere la Langa, Montalcino oppure il Friuli, ci metto dalle 2 ore e mezza alle 4 ore ) non deve essere coccolato e appetito dalla miriade di produttori che gravitano sul suolo italico? Perchè mai non concedersi ad un rapporto che non è squisitamente commerciale ma anche di gratificazione del proprio lavoro con un piccolo beneficio a colui che, in fondo è il fruitore finale? Cerchiamo di non essere ipocriti: tanti produttori , pur serissimi, l'eccezione la fanno, soprattutto se dall'altra parte vedono passione vera . Io mi metto esclusivamente nella posizione di fruitore, ma penso che qualche bottiglia a costo "facilitato" di chi si sobbarca le sovradescritte fatiche di Ercole nel raggiungere una cantina sperduta nel nulla, non arrechino danno alcuno al commercio del vino... 8)

Bravo :)....è quel che sostengo das sempre senza contare,come detto, al rapporto personale che conta parecchio,come dici anche tu di chi vede negliocchi la passione, una passione piuttosto costosa
davidef
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda davidef » 04 gen 2015 01:03

vinogodi ha scritto:- Bisogna tener conto del tempo speso per trasferirsi negli ameni luoghi di produzione (il mio tempo è denaro ...)
- Bisogna tener conto che le spese di gasolio/benzina, autostrada, usura macchina, se vogliamo fare davvero i conti , andrebbero per lo meno conteggiati, dove la passione va bene ma se vogliamo fare le pulci alle spese , spostarsi fino ai luoghi di produzione è gravoso assai, per cui l'occhio benevolo per almeno queste spese vive andrebbe tenuto in considerazione...



ecco...questi ragionamenti io ad un produttore non andrei a farli...chiedere un miglior prezzo di acquisto per compensare costi chilometrici ed ore investite mi suonerebbe quanto meno ridicolo...suvvia dai spero sia una iperbole questo ragionamento, a novembre sono stato a Bordeaux in auto e al ritorno in Borgogna, mi dovevano regalare praticamente le bottiglie se uso questo parametro di ragionamento :mrgreen: :mrgreen:

Perchè mai non concedersi ad un rapporto che non è squisitamente commerciale ma anche di gratificazione del proprio lavoro con un piccolo beneficio a colui che, in fondo è il fruitore finale? Cerchiamo di non essere ipocriti: tanti produttori , pur serissimi, l'eccezione la fanno, soprattutto se dall'altra parte vedono passione vera .


questo invece è il fulcro del discorso e lo condivido pienamente, comunque non ho mai conosciuto un produttore (non la grande cantina commerciale ma il vigneron autentico) che di fronte all'appassionato vero non cerchi di trovare una soluzione di compromesso ideale, tenendo presente che l'appassionato vero spesso è anche il suo miglior ambasciatore in altre realtà, questo è l'essenza del rapporto che deve starci dietro tra produttori ed appassionati

comunque a me va benissimo anche quando un produttore mi premia con la sua disponibilità e con una degustazione esauriente dei suoi vini, ritengo che quell'ora che investe anche lui e quelle bottiglie che mi stappa spesso valgano comunque l'investimento, se poi compero bene meglio ancora ma non è alla fine il solo punto essenziale...quando invece mi viene proposto un prezzo superiore ai canali di vendita normali cancello il produttore, preferisco di gran lunga chi ti fa far la visita la degustazione e non vende in cantina ma ti indirizza da una enoteca di fifucia che ti farà uno sconto sul prezzo di scaffale ad esempio
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda davidef » 04 gen 2015 01:07

comunque è bello vedere come i termini coerenze, correttezza commerciale, concorrenza ecc. ecc. siano spesi a seconda dell'occasione da diversi addetti ai lavori salvo poi far finta di nulla sulla mole di vendite che spesso loro stesi realizzano in barba ai clienti "ufficiali" che di fatto si vedono erose le possibilità di lavoro da un mercato parallelo alimentato dagli stessi che li riforniscono in alcuni casi...a me fa impazzire questa cosa :lol: :lol:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda AedesLaterani2012 » 04 gen 2015 07:02

davidef ha scritto:comunque è bello vedere come i termini coerenze, correttezza commerciale, concorrenza ecc. ecc. siano spesi a seconda dell'occasione da diversi addetti ai lavori salvo poi far finta di nulla sulla mole di vendite che spesso loro stesi realizzano in barba ai clienti "ufficiali" che di fatto si vedono erose le possibilità di lavoro da un mercato parallelo alimentato dagli stessi che li riforniscono in alcuni casi...a me fa impazzire questa cosa :lol: :lol:


D'accordo al 100% :D ... e spesso (e volentieri) il wine-shop aziendale è la "scatola cinese" in gestione a terzi (o con diversa ragione sociale), con ricarichi (ed annessi) quasi "a scaffale"; poi, magari, mi allontano di pochi chilometri e scopro che il distributore ufficiale (spesso plurimarchi) applica lo sconto del 5-10% sul prezzo ivato "franco cantina". Poi, magari per caso (o meglio, "per cooptazione"), m'inbatto nel canale parallelo della vendita diretta "a chi mi pare e piace": ristoratore, privato, enotecario, persona fisica o giuridica che sia... rigorosamente cash, ovvio! :wink:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda Bruciato » 04 gen 2015 12:39

davidef ha scritto:comunque è bello vedere come i termini coerenze, correttezza commerciale, concorrenza ecc. ecc. siano spesi a seconda dell'occasione da diversi addetti ai lavori salvo poi far finta di nulla sulla mole di vendite che spesso loro stesi realizzano in barba ai clienti "ufficiali" che di fatto si vedono erose le possibilità di lavoro da un mercato parallelo alimentato dagli stessi che li riforniscono in alcuni casi...a me fa impazzire questa cosa :lol: :lol:


mi permetto.
quando ci sono di mezzo i soldi tutte le regole etiche spesso si sfanculano.

però vorrei dire che
il mondo è popolato da cretini
esistono enotecari,rivenditori,ristoratori,baristi etc cretini
ed esistono consumatori finali cretini
per la legge dei grandi numeri, essendo di più i consumatori finali, il numero di cretini è meggiore in questi. :D
a volte capita che ai privati arrivino in mano listini ufficiali della rete vendita (spesso perchè il rappresentante ha bisogno di chiudere il mese o l'anno in attivo...o l'enoteca di liberarsi la cantina), poi accusino il barista\enotecaro di turno di essere caro perchè la bottiglia loro l'hanno vista sul listino a 10 euro e l'enoteca la vende a 18...ovviamente senza calcolare l'iva, i costi di magazzino, le tasse, il rischio d'impresa, il rischio di tappo (il fatto che le aziende ti rimborsino la bottiglia sbagliata è fantasia visto che non ti fanno un bonifico ma spesso ti danno una bottiglia gratis con l'ordine successivo..il che ti obbliga a fare un nuovo ordine), il fatto che l'enoteca ha dovuto comprare un minimo di bottiglie e il giusto e ovvio guadagno che ci mette l'enoteca visto che per lei vendere vino è LAVORO e, in quanto tale, esige un guadagno. :)

Ma visto che il mondo è popolato anche da furbi a me piacerebbero semplicemnete regole chiare e comuni.
Se il privato va in cantina e al momento dell'acquisto si trova di fronte un listino identico a quello per i professionisti non c'è problema basta che abbiano le stesse identiche condizioni:
-cartoni indivisibili
-pagamento dell'iva (è un'ovvietà mai abbastanza ovvia)
-pagamento alla consegna
-scontistica sul quantitativo
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda vinogodi » 04 gen 2015 13:33

davidef ha scritto:
vinogodi ha scritto:- Bisogna tener conto del tempo speso per trasferirsi negli ameni luoghi di produzione (il mio tempo è denaro ...)
- Bisogna tener conto che le spese di gasolio/benzina, autostrada, usura macchina, se vogliamo fare davvero i conti , andrebbero per lo meno conteggiati, dove la passione va bene ma se vogliamo fare le pulci alle spese , spostarsi fino ai luoghi di produzione è gravoso assai, per cui l'occhio benevolo per almeno queste spese vive andrebbe tenuto in considerazione...



ecco...questi ragionamenti io ad un produttore non andrei a farli...chiedere un miglior prezzo di acquisto per compensare costi chilometrici ed ore investite mi suonerebbe quanto meno ridicolo...suvvia dai spero sia una iperbole questo ragionamento, a novembre sono stato a Bordeaux in auto e al ritorno in Borgogna, mi dovevano regalare praticamente le bottiglie se uso questo parametro di ragionamento :mrgreen: :mrgreen:

[quote]
... eccerto, le faccio proprio qua perchè luogo di discussione frequentato, "normalmente", da appassionati più o meno "puri" ed uno a cui le rivolgo sei proprio tu e qualche altro piuttosto e particolarmente cavillosi nell'analisi dei costi ,sempre "almeno" normalmente, anche se non in questa occasione. Il discorso in citazione va solo sottinteso, all'atto dell'acquisto da parte del produttore sensibile. Visto che è onesto il commerciante che pretende il sacrosanto guadagno, non capisco perchè debba essere coglione o con l'anello al naso chi invece alla fine lo beve e lo compra, cioè il famoso "parco buoi" clienti che sostiene e dà da mangiare a tutta la filiera e, quindi, non capisco perchè non debba relazionarsi con il produttore, direttamente, anche per sostenere le spese di acquisto, oltre alla auspicata sete di scienza e conoscenza dei luoghi, della filosofia, della tecnica e dell'arte del vinificare. L'assaggio "quantitativamente soddisfacente" durante la visita? Scordatelo, almeno il "soddisfacente" visto che l'etilometro è sempre dietro l'angolo e gli amici che hanno subito tale vessazione, si ritrovano con un incubo sulle spalle che non auguro al peggior nemico (uno era proprio reduce da una visita in una cantina nel modenese e ancora oggi , dopo un anno e più, deve fare le visite ed analisi di controllo e avere il visto dello psicologo, dopo mesi di sospensione della patente) .Guarda Davide: io sono abbastanza stufo di quegli strani personaggi che oltre a dovergli pagare un bene , quale il vino, assolutamente voluttuario, quando vai accanto a bottiglie dal costo insensato devi anche gratificarli con salamelecchi ed inchini, come sta succedendo, in controtendenza generale, nel mondo del vino.Dove, invece, vedo empatia reciproca, rispetto ed anche una convenienza "amichevole" su certe bottiglie, non ci trovo niente di scorretto dal punto di vista commerciale, anzi. Non sto parlando di guadagni risicati del bravo Frozza o dell'artigiano ispirato che alla fine di vende il vino a pochi euro. Stiamo parlando di bottiglie e vini dal prezzo esorbitante, che tutta la gente comune quando vede certe cifre (mio padre , grande tecnico e uomo del settore , era fra quelli), ti da del demente, non dell'appassionato. OK , tutto è relativo, ma generalizzare e sottolineare l'aspetto dei costi solo quando si parla di filiera commerciale e non tenerne conto, a volte , con l'occhio del "bevitore appassionato" ( e sottolineo Bevitore Appassionato, non appassionato commerciante o commerciante di sfruso oppure compraevenditore di professione o collezionista o compratore seriale tout court) mi sembra solo argomento in sezione sbagliata e con più presa nel Compra&Vendi, anche se quella è la massima delle contraddizioni, visto che si paga normalmente ben al di sotto che in qualsiasi esercizio o addirittura in cantina. Ripeto, questa "schiera" di appassionati oppure turisti del vino sono piccola cosa rispetto ai volumi mossi dal vino e, come eccezione, la ritengo una regola da perseguire. Questa è la mia opinione. 8)
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda Kevmit » 04 gen 2015 13:37

in italia avere regole chiare, listini chiari ecc.. è pura utopia! non solo in questo settore ma ormai in tutti!

elettronica basta guardare la germania e si trova lo stesso prodotto a meno, e anche in italia tra internete e sotto costi non c'è la certezza di un prezzo.

mtb ( un'altra mia passione) c'è la follia.. in italia a differenza di altri paesi per molti marchi c'è un distributore ( invece che il produttore stesso che vende come fa in altri paesi) e alcuni prodotti di listino al negoziante sono più alti rispetto al prezzo di vendita finale in altri stati europei..

da noi tra tasse, voglia di non rischiare ( ordinare alla casa madre solo sul venduto ) ecc... fanno si che non ci sia certezza di nulla!
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda egio » 04 gen 2015 15:58

Siccome questo è un tema già più volte trattato e nel quale sembra che alla fine esistano due posizioni apparentemente inconciliabili, provo a dire la mia, da consumatore puro e quasi-ex fruitore degli acquisti da cantina.

Sinceramente, dico subito che non riesco a comprendere la logica della "tutela" a priori del rivenditore (all'ingrosso o al dettaglio che sia) esercitata attraverso l'applicazione di prezzi esorbitanti in cantina.

Mi spiego meglio: se io, imprenditore vinicolo, faccio i conti e stabilisco che per far funzionare la mia azienda, calcolando costi, rischi, guadagno e domanda, la mia bottiglia di vino devo e posso venderla a 10, dall'altra parte ho un consumatore che sa che sullo scaffale dell'enoteca sotto casa la troverà non a 10, ma a 10 + oneri di distribuzione + margine di distribuzione + oneri di rivendita al dettaglio + margini di rivendita al dettaglio + IVA sul totale.

Bene, mettiamo che a questo punto la bottiglia (che io produttore ritengo congruo, per rientrare dei costi e guadagnarci quel che considero giusto, vendere a 10) arrivi al mio cliente finale a, che so, 22 (dico a caso). E che sempre io produttore decida che a chiunque viene a chiedermi in azienda quella bottiglia (che io al mio distributore vendo a 10 con inoltre scontistica varia), debba farla pagare 24. Ebbene, ma quei 10 e passa di differenza (l'IVA comunque da una parte o dall'altra andrebbe pagata...) che fine fanno???

Se la prendo sottocasa, con quei 10/11 mi son pagato un servizio mica da ridere. Ho un distributore che c'ha messo del suo per andare in giro a assaggiare, scoprire, scegliere. E poi ha investito sull'azienda, se ne è fatto un magazzino, ha lottato con l'enoteca sotto casa e con cento altre per convincerli a inserire un nuovo vino sullo scaffale. E ho l'enoteca sotto casa che l'ha acquistato, probabilmente a un certo punto l'ha pure pagato, e me lo fa trovare pronto e se qualcosa non va ne risponde in tempo reale.

Tutti questi servizi, se prendo la mia macchinina e raggiungo il produttore sperduto chissà dove, mica li ho. Però li devo pagare lo stesso, altrimenti l'enotecario sotto casa, dal quale acquisto altre cento bottiglie simili o diverse nel corso dell'anno, poi mi soffre per la mancata vendita di quei due cartoni???

Io personalmente dalla prima metà degli anni '80 ho girato in lungo e in largo Italia e buona parte di Europa, visitando aziende e comperando in loco. Da noi a quell'epoca non esisteva nulla, guide, internet, schede, siti, niente. Mi presentavo davanti alle porte dell'azienda nei periodi meno incasinati, e bussavo. Se mi aprivano, mi facevo raccontare il loro lavoro e, a volte dopo iniziali diffidenze, vedevo queste persone aprirsi e con entusiasmo farmi partecipe di quel che facevano.

Dico la verità, che molte volte l'acquisto avveniva quasi più per un senso di attenzione mia nei loro confronti, che per necessità vera di acquisto. E i prezzi erano comunque sempre decisamente inferiori a quelli che trovavo a Bologna, quando poi li trovavo. Chiaro che parlo dei due o tre cartoni di assaggio; presentarsi in azienda per farsi la scorta di vini per gli anni a venire e pretendere prezzi da promozione, non lo trovo sensato. Ma fino a due/tre bottiglie per tipo, credo che potrebbe esser fatto senza squilibri per la catena distributiva.

Se io volessi fare un viaggio, e invece di entrare in una agenzia di viaggi, che occupandosi di tutto, mi farebbe pagare poi giustamente il lavoro svolto, andassi su internet a acquistare il biglietto aereo da me, a prenotare l'hotel, a noleggiare l'auto, ecc. mi sentirei preso in giro, se non truffato, se la compagnia aerea, l'hotel, la società di noleggio, mi applicassero tariffe con inclusi i costi e i guadagni dell'agenzia di viaggi sotto casa.

Ecco, così mi son sentito quando ho iniziato, ormai diversi anni fa, a entrare in aziende che mi facevano pagare 24 la bottiglia da 10. Ma poi, quei dieci e passa di differenza, mi chiedevo, li gireranno al distributore o all'enotecario, o se li tengono loro come super-bonus rubato? Pensavo che la cosa più saggia fosse - una volta stabilito dal produttore che per quella bottiglia dovessero entrare in media 10 - vendere che so, al distributore a 8 con gli sconti vari, mentre in cantina vendere tipo a 13 o 14, aggiungendo poi anche l'IVA. Alla fine, chiaro che il cliente che arriva in cantina non risparmia interamente i costi di distribuzione, ma almeno una parte interessante sì. Non acquista a 12,2, insomma (10 più IVA), ma tipo un bel 17 finale, rispetto al 20 o 22 della enoteca locale o di quella sotto casa. E la parte mancante di differenza viene rigirata a favore del distrbutore (e dunque a chi poi acquista da lui) sotto forma di sconto ulteriore all'acquisto. Insomma, volendo il sistema si trova.

Io credo che vendere uno o due cartoni all'appassionato che si sobbarca km e disagi, e che bussa alla porta della cantina, non sia un danno reale per chi poi porta quello stesso vino all'enoteca sotto casa. Crea anzi una fidelizzazione del cliente, che avrà un bel ricordo del vignaiolo e del vino stesso, e finiti i due cartoni, non potendo permettersi di essere sempre in vacanza a girare per cantine, entrerà nell'enoteca sotto casa a ricomprare la bottiglia, pagandola il giusto prezzo per il servizio ottenuto.

Questa poi è evidentemente la mia visione personalissima, ma è quella che mi ha fatto quasi smettere di andare in giro per cantine, nel momento in cui anziché entrare da un appassionato come me, mi sembrava di entrare in un drugstore. Certe belle esperienze capitano ancora, per fortuna. Ma son sempre più rare.

Penso che a quel punto, la soluzione migliore sia quella di evitare proprio di vendere in cantina, dando disponibilità per visite e assaggi, ma poi indirizzando ai rivenditori. Anche se immagino che non tutti se la possano permettere, mi pare comunque la cosa più seria e trasparente; risolve ogni questione e non crea equivoci, anche se come contropartita, a livello di immagine mi pare un po' una sconfitta, perché sappiamo bene che per l'appassionato, le bottiglie comperate in cantina, magari con un piccolo sconticino, han tutto un altro "sapore", e ci fanno affezionare all'azienda. Siamo dei folli romanticoni, in fondo...

Così, tanto per sbrodolare la mia, senza pretendere di dare soluzioni in realtà.
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda gpetrus » 04 gen 2015 16:22

Caro Egio, diciamo che son d'accordo con te sulla maggior parte dei punti de te espressi......solo che chiedo : se l'unica enoteca della mia città' che tratta certi vini (langa ) li vende a prezzidafuori di testa ? Che devo fare ? E se le altre enoteche questi vini manco li hanno ?
Dal mio punto di vista trovo comunque piú gratificante spenderli per la mia vacanza langarola di 7 GG all'anno e andare in cantina a comprare direttamente dal produttore.
Senza contare le ottime con le quali faccio contenta la moglie, il che non é poco :mrgreen:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda eno » 04 gen 2015 17:30

Tutte argomentazioni condivisibili, solo che a volte, avolte eh, molto prosaicamente e'una ba nale questione di numeri:il privato acquista di solito in quantita molto inferiore.e non sempre l"appassionato"ritorna, anch io acquisto da "appassionato" ma spesso si tratta di poche bottiglie e poi per varie ragioni, in primis la vastita' di scelta, per parecchio tempo non ritorno.
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda il chiaro » 04 gen 2015 19:14

Qui non si capisce che il produttore non tutela le enoteche di una provincia, ma TUTELA SE STESSO. Vi assicuro che un enotecaro appena sa che il produttore vende ai privati a cifre che lui manco si sogna, smette di essere cliente della cantina. Moltiplicate per il numero di enoteche di una zona (perchè le voci corrono veloci e il privato 9 volte su 10 sembra non veder l'ora di sbandierarlo ai sette venti che in cantina ha pagato meno che sullo scaffale dell'enoteca sotto casa) e il conto del danno è presto fatto.
Ve lo scrivo perchè sono situazioni che io ho vissuto direttamente. Di aziende che perdono parte del mercato in determinate zone è scura l'aria. E pure noi agenti ad un certo punto rimettiamo il mandato perchè lavorare e sentirsi dire da ristoratori ed enotecari che non comprano più per questo motivo non è proprio bello.
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda davidef » 05 gen 2015 00:50

vinogodi ha scritto: Visto che è onesto il commerciante che pretende il sacrosanto guadagno, non capisco perchè debba essere coglione o con l'anello al naso chi invece alla fine lo beve e lo compra, cioè il famoso "parco buoi" clienti che sostiene e dà da mangiare a tutta la filiera e, quindi, non capisco perchè non debba relazionarsi con il produttore, direttamente, anche per sostenere le spese di acquisto, oltre alla auspicata sete di scienza e conoscenza dei luoghi, della filosofia, della tecnica e dell'arte del vinificare.


Marco, io condividevo in toto il tuo discorso ma non quello su chiedere prezzi amichevoli perchè consumo tempo, carburante, usura macchina e via...dai ammettilo anche te che fa un pochino ridere come cosa, tutto il resto te lo sposo in toto ma non mi vedo proprio ad arrivare dal produttore e dirgli, guarda ho speso 70 € di benzina, 17€ di autostrada, 4,20 € del menù mattino all'autogrill, 6 ore di tempo e 400 km da calcolare secondo tabella ACI, per favore scontami il tutto che ho questi costi vivi da ammortizzare :mrgreen: ..io son consinto che scherzi dai, ne son sicuro :D

L'assaggio "quantitativamente soddisfacente" durante la visita? Scordatelo, almeno il "soddisfacente" visto che l'etilometro è sempre dietro l'angolo e gli amici che hanno subito tale vessazione, si ritrovano con un incubo sulle spalle che non auguro al peggior nemico (uno era proprio reduce da una visita in una cantina nel modenese e ancora oggi , dopo un anno e più, deve fare le visite ed analisi di controllo e avere il visto dello psicologo, dopo mesi di sospensione della patente)


io per assaggio soddisfacente non intendo la quantità, anche perchè io sputo tutto, chiedi a Enzo Pontoni per citarne uno che conosciamo entrambi...ma intendo il tempo che mi dedica, il confronto, la visita, quello che apporta alle mie curiosità, i vini che mi stappa, Cristo so che è il suo lavoro ma la migliore gratificazione per me è uscire da una visita con un produttore dove ho avuta la chiara impressione che non è stato temèpo perso e che sia stato un incontro tra persone interessate, so che possono sembrare stupidate ma, per me che forse negli ultimi anni visito più produttori in Francia che in Italia, è la cosa che conta di più e ti assicuro che quando vai a visitare Monsieur X, lo tiri giù dal letto al sabato mattina e ti incontri nella piazza del paese, ti porta in cantina, ti stappa tutto, chiaccheri a lungo con interesse reciproco, ti regala una bottiglia per la cena...insomma questo per me vale molto, questo è assaggio o visita soddisfacente


.Guarda Davide: io sono abbastanza stufo di quegli strani personaggi che oltre a dovergli pagare un bene , quale il vino, assolutamente voluttuario, quando vai accanto a bottiglie dal costo insensato devi anche gratificarli con salamelecchi ed inchini, come sta succedendo, in controtendenza generale, nel mondo del vino.


appoggio al 100%, segati via tutti...ci manca solo la litania...una volta in visita da Soldera con la passeggiata ad ammirare le sue 1.000 rose ho detto ai miei compagno di viaggio mai più :lol: :lol:

Dove, invece, vedo empatia reciproca, rispetto ed anche una convenienza "amichevole" su certe bottiglie, non ci trovo niente di scorretto dal punto di vista commerciale, anzi. Non sto parlando di guadagni risicati del bravo Frozza o dell'artigiano ispirato che alla fine di vende il vino a pochi euro. Stiamo parlando di bottiglie e vini dal prezzo esorbitante, che tutta la gente comune quando vede certe cifre (mio padre , grande tecnico e uomo del settore , era fra quelli), ti da del demente, non dell'appassionato. OK , tutto è relativo, ma generalizzare e sottolineare l'aspetto dei costi solo quando si parla di filiera commerciale e non tenerne conto, a volte , con l'occhio del "bevitore appassionato" ( e sottolineo Bevitore Appassionato, non appassionato commerciante o commerciante di sfruso oppure compraevenditore di professione o collezionista o compratore seriale tout court) mi sembra solo argomento in sezione sbagliata e con più presa nel Compra&Vendi, anche se quella è la massima delle contraddizioni, visto che si paga normalmente ben al di sotto che in qualsiasi esercizio o addirittura in cantina. Ripeto, questa "schiera" di appassionati oppure turisti del vino sono piccola cosa rispetto ai volumi mossi dal vino e, come eccezione, la ritengo una regola da perseguire. Questa è la mia opinione. 8)


anche questa te la appoggio al 100%...però devi anche considerare che io e te, solo per restare in tema e senza mancare di rispetto a nessuno, siamo dei compratori atipici, per interesse, per frequenza/storicità in alcuni casi, per passione e pure per volumi

il visitatore medio che va dal produttore è il forumista che ha aperto la discussione, si fa la visita da Biondi Santi, visita completa, assaggia dei vini, medita se acquistare 1 o 2 bottiglie...capisci bene che questa non è la nostra realtà e che ci debbano essere due pesi e due misure per forza

i francesi hanno coniato il termine particulier, altri paesi ci chiamano wine-lovers, io e te nello specifico siamo quella categoria di enoviaggiatori border-line che non sono enoturisti, non sono distributori/enotecari, ma muoviamo bottiglie ed interesse e ci approcciamo al produttore con una passione che quando viene percepita porta quasi sempre ad un trattamento favorevole di fondo, correggimi se non è così, con buona pace di distributori ed enotecari (che tanto i distributori ci vendono direttamente :mrgreen: e gli enotecari ci fanno bene perchè sanno che abbiamo canali alternativi :mrgreen: )

abbiamo entrambi contatti storici e ne sviluppiamo di continuo altri, alla fine il problema ci tocca meno che altri dai, poi ripeto, quando dall'altra parte si percepisce la tua passione, si capisce che fai strada per andare ad incontrarli, che investi le tue energie per conoscere il loro lavoro tutto prende un'altra via...io ho produttori in Francia che ormai frequento da anni e che mi hanno accolto inizialmente con diffidenza come per dire ecco il solito italiano che vien quà a spaccarci le balle durante il lavoro e che oggi quando li chiamo si ricordano e son pure contenti che passi ed interessati a quello che te gli racconti, qualche mese fa un produttore francese di non poca importanza mi ha accolto col vuoto della bottiglia che gli regalai due anni fa... fai te, questa è l'essenza della nostra passione e questo ci viene premiato negli acquisti spesso, dove non scatta la scintilla lasciamo spesso stare (io due settimane fa ad esempio con la nuova gestione Quintarelli ho tranquillamente evitato di prendere i vini)

per quello son giusti tutti i discorsi, quello delle enoteche/distributori e quello delle cantine che cercano oculatezza nel gestire i rapporti ma che non negano un trattamento adeguato a noi maniaci, con buona pace e rispetto di tutti

mi son spiegato ? :roll:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda AedesLaterani2012 » 05 gen 2015 06:37

davidef ha scritto:segati via tutti...ci manca solo la litania...una volta in visita da Soldera con la passeggiata ad ammirare le sue 1.000 rose ho detto ai miei compagno di viaggio mai più :lol: :lol:


... esperienza edonisticamente autoreferenziale (per lui!) vissuta nel maggio 2013 con due bimbi piccoli, sotto l'ombrello, al seguito [tipo "rosàlie", di antica memoria].
Condivido (e sottoscrivo) la chiosa finale :wink:
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda vinogodi » 05 gen 2015 10:21

davidef ha scritto:(... omissis)
per quello son giusti tutti i discorsi, quello delle enoteche/distributori e quello delle cantine che cercano oculatezza nel gestire i rapporti ma che non negano un trattamento adeguato a noi maniaci, con buona pace e rispetto di tutti

mi son spiegato ? :roll:

...guarda, so benissimo che potremmo contarcela e cantarcela per giorni ma io e te è come parlarsi allo specchio: Mi sembra chiaro che abbiamo convergenza di vedute (e di esperienze) tali da poter variare i fattori del discorso uno con l'altro solo per come mettiamo il piede a terra la mattina, ma in fondo leggi bene e vedi che giriamo attorno agli stessi concetti ed alle stesse conclusioni. Il succo di tutto il corollario delle chiose nostre rimane comunque quello che non esiste scandalo oppure grave insulto commerciale se nel tempo il vero appassionato si relaziona direttamente con un produttore per minimizzare le spese d'acquisto a volte sconsiderate, nel medio pensare, , cosa che tu fai, io faccio e qualcun altro fa . Si parla di risparmi di migliaia di euro (spendo mediamente dai 20.000 ai 35.000 Euro di vini all'anno ... e ne bevo quasi altrettanto) . Il focus è proprio la dabbenaggine di chi pretende che per privilegio commerciale si sotterri una consuetudine consolidata più da amicizia che da interesse , che ha volumi talmente irrisori da non creare turbativa alcuna,mentre sempre di più le seconde e terze parti di questa filiera (dal distributore, all'enoteca al ristorante) stanno tentando una tabula rasa intellettuale e pressione psicologica come se i produttori non fossero "datori di lavoro" con un certo margine di manovra quanto ostaggi di vere e proprie ritorsioni commerciali approfittando della loro debolezza endemica sia culturale che commerciale. In Borgogna fanno il cazzo che vogliono, in cantina, e certi atteggiamenti li hanno solo perchè hanno la forza dei numeri dalla loro parte, sia con i clienti che con i distributori.Quindi continuo ad essere convinto che la guerra fra queste due componenti , appassionato che vuole risparmiare qualcoisa comprando direttamente in cantina e catena commerciale) sia una guerra inutile (parlo di guerra dialettica , sia chiaro, perchè con tutti i forumisti commercianti che stanno intervenendo c' è risèpetto ed amicizia anche di vecchia data) e andrebbe vista con rispetto reciproco. Certo, se si vuole lucrare su quantitativi di vino a buon prezzo per poi rivenderlo per canali alternativi allora do ragione al 100% a chi ci lavora per vivere... 8)
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Re: Biondi Santi in cantina...

Messaggioda Nebbiolino » 05 gen 2015 11:00

Kevmit ha scritto:
al momento di lasciarci ci ha proposto di comprare qualcosa, mi ha fatto vedere il listino.. e gli ho detto quello che ho chiesto anche qui " perchè dovrei pagare una bottiglia di più in cantina che non all'enoteca sotto casa ? la sua risposta "perchè non vogliamo fare concorrenza a chi vende il nostro vino e quindi teniamo un prezzo più alto " ... bah mi sembra una ca@@ata ....



Altro che questione di principio o di correttezza... :lol: Se così fosse, non venderebbero in cantina al privato e punto.
Come già fanno altre cantine.

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