Abbiamo bevuto a Dicembre

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meursault
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda meursault » 04 dic 2014 15:29

alì65 ha scritto:ma pensate che tutto quel legno venga assorbito negli anni???
per me rimarrà per sempre lasciando un tannino da legno particolarmnete amaro


Cattivone!!!!!!! :lol: :lol: :lol: :lol:
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda alì65 » 04 dic 2014 15:31

meursault ha scritto:
alì65 ha scritto:ma pensate che tutto quel legno venga assorbito negli anni???
per me rimarrà per sempre lasciando un tannino da legno particolarmnete amaro


Cattivone!!!!!!! :lol: :lol: :lol: :lol:


mi piace frustare a "legnate"!!! :mrgreen:
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda arnaldo » 04 dic 2014 15:35

alì65 ha scritto:
ma pensate che tutto quel legno venga assorbito negli anni???
per me rimarrà per sempre lasciando un tannino da legno particolarmnete amaro


Alla grande. se ti bevi i 2000 e i 2001 te ne accorgi....son buoni adesso......
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda de magistris » 04 dic 2014 17:04

arnaldo ha scritto:
alì65 ha scritto:
ma pensate che tutto quel legno venga assorbito negli anni???
per me rimarrà per sempre lasciando un tannino da legno particolarmnete amaro


Alla grande. se ti bevi i 2000 e i 2001 te ne accorgi....son buoni adesso......


un po' di 2001 Sottimano li ho stappati negli ultimi mesi e me ne sono accorto...

... che proprio non sono i miei, diciamo così.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda gp » 04 dic 2014 17:08

Mi sembra che Arnaldo dia per scontato che l'affinamento di un vino da invecchiamento debba essere dedicato allo smaltimento del legno inizialmente in eccesso. Invece l'affinamento di Baroli e Barbareschi meno legnosi serve comunque ad arricchire i vini, a patto naturalmente che abbiano una effettiva capacità di invecchiamento (ma questo vale per entrambe le tipologie).

Dopodiché lo smaltimento del legno non è un fatto scontato, in particolare per chi applica protocolli fissi indipendenti dalla qualità della materia prima in quell'annata, e soprattutto il risultato finale non è necessariamente apprezzabile da parte di chi ha preferenze stilistiche diverse, anche se ultimamente si predica molto il "volemose bene".
Ultima modifica di gp il 04 dic 2014 17:18, modificato 1 volta in totale.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda meursault » 04 dic 2014 17:09

de magistris ha scritto:
arnaldo ha scritto:
alì65 ha scritto:
ma pensate che tutto quel legno venga assorbito negli anni???
per me rimarrà per sempre lasciando un tannino da legno particolarmnete amaro


Alla grande. se ti bevi i 2000 e i 2001 te ne accorgi....son buoni adesso......


un po' di 2001 Sottimano li ho stappati negli ultimi mesi e me ne sono accorto...

... che proprio non sono i miei, diciamo così.


Non provarci furbacchione......sono i tuoi, li hai comprati, invecchiati.....ed ora te li bevi tutti.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda arnaldo » 04 dic 2014 17:58

gp ha scritto:Mi sembra che Arnaldo dia per scontato che l'affinamento di un vino da invecchiamento debba essere dedicato allo smaltimento del legno inizialmente in eccesso. Invece l'affinamento di Baroli e Barbareschi meno legnosi serve comunque ad arricchire i vini, a patto naturalmente che abbiano una effettiva capacità di invecchiamento (ma questo vale per entrambe le tipologie).

Dopodiché lo smaltimento del legno non è un fatto scontato, in particolare per chi applica protocolli fissi indipendenti dalla qualità della materia prima in quell'annata, e soprattutto il risultato finale non è necessariamente apprezzabile da parte di chi ha preferenze stilistiche diverse, anche se ultimamente si predica molto il "volemose bene".


verissimo. ti posso comunque dire,rimanendo circostanziati a Sottimano, che nel lungo periodo,il legno si smaltisce eccome. Riferimento in particolare su annate 2000 e 2001.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda arnaldo » 04 dic 2014 18:00

de magistris ha scritto:
un po' di 2001 Sottimano li ho stappati negli ultimi mesi e me ne sono accorto...

... che proprio non sono i miei, diciamo così.


Non ho visto le note.....ma ti credo....non ti piacciono...ok.....io invece mi piacciano o no....li giudico in modo neutro e basta. legni smaltiti,comunque ben integrati. 8) 8)
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda gp » 04 dic 2014 18:08

A proposito di "volemose bene", ho come l'impressione che negli ultimi tempi a essere giudicata (favorevolmente) "in modo neutro" sia molto spesso una delle due tipologie a cui ho accennato sommariamente prima, e raramente l'altra...
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda arnaldo » 04 dic 2014 18:12

Ricordati GP che deve essere tutto algido, etereo, freddo, teso via via sino a diventare "cerebrale"...... :lol: :lol: ma cosa cacchio vorra' mai dire "cerebrale"??? :lol: :lol:
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda videodrome » 04 dic 2014 19:58

arnaldo ha scritto:
gp ha scritto:Mi sembra che Arnaldo dia per scontato che l'affinamento di un vino da invecchiamento debba essere dedicato allo smaltimento del legno inizialmente in eccesso. Invece l'affinamento di Baroli e Barbareschi meno legnosi serve comunque ad arricchire i vini, a patto naturalmente che abbiano una effettiva capacità di invecchiamento (ma questo vale per entrambe le tipologie).

Dopodiché lo smaltimento del legno non è un fatto scontato, in particolare per chi applica protocolli fissi indipendenti dalla qualità della materia prima in quell'annata, e soprattutto il risultato finale non è necessariamente apprezzabile da parte di chi ha preferenze stilistiche diverse, anche se ultimamente si predica molto il "volemose bene".


verissimo. ti posso comunque dire,rimanendo circostanziati a Sottimano, che nel lungo periodo,il legno si smaltisce eccome. Riferimento in particolare su annate 2000 e 2001.

Rimango dell'idea che la tolleranza al tannino più o meno assorbito sia cmq una componente anche soggettiva; senza dare un giudizio negativo, però l'impostazione di alcuni bevitori a cui piacciono vini di struttura importante, è di maggior tolleranza verso tannicità più marcate. Me ne accorgo leggendo anche alcuni giudizi su vini che a mio gusto risultano abbastanza marcati e che certi forumisti, anche di lungo corso, apprezzano.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda landmax » 04 dic 2014 20:36

gp ha scritto:Mi sembra che Arnaldo dia per scontato che l'affinamento di un vino da invecchiamento debba essere dedicato allo smaltimento del legno inizialmente in eccesso. Invece l'affinamento di Baroli e Barbareschi meno legnosi serve comunque ad arricchire i vini, a patto naturalmente che abbiano una effettiva capacità di invecchiamento (ma questo vale per entrambe le tipologie).

Dopodiché lo smaltimento del legno non è un fatto scontato, in particolare per chi applica protocolli fissi indipendenti dalla qualità della materia prima in quell'annata, e soprattutto il risultato finale non è necessariamente apprezzabile da parte di chi ha preferenze stilistiche diverse, anche se ultimamente si predica molto il "volemose bene".


Mi pare invece che gp dia sostanzialmente per scontato che un vino affinato in barrique, specie se di blasonata tradizione “botte grande", non possa mai compiutamente riassorbire il legno dando vita a grandi vini. Così non è, alla prova dei fatti. Di esempi ne potrei fare tanti, mi limito a citare il barbaresco di Gaja, affinato in botte piccola almeno dal 1958, che dimostra a distanza di decenni (nelle annate giuste) la sua assoluta grandezza, come è stato dimostrato recentemente alla nebbiolata a casa di Marco Vinogodi.
E lo dice uno che, a scanso di equivoci, (tendenzialmente) ama di più i nebbioli in botte grande.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda TheDude » 04 dic 2014 20:43

Bella bevuta tra colleghi...

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Allora da sinistra verso destra:

- Ca del bosco "cuvee Anna Maria Clementi 2004": peccato che il tappo non abbia retto bene, il ritorno elastico del sughero non c'è stato e la bottiglia ha preso note ossidative troppo spinte
- Ca del bosco "cuvee Anna Maria Clementi 2005": una bomba, veramente ottimo
- Barolo "Luigi Baudana" Vajra 2009: Ottimo vino, ancora da aspettare
- Michele Satta "Il cavaliere 2007": fra i presenti si è insinuato il sospetto che venga chiamato così per l'odore di cavallo del vino, ma per cortesia non li imbottigliamo questi vini brettati :shock: :shock:
- Barolo "Le Vigne" Luciano Sandrone 1997 Magnum: un bel naso note evolutive piuttosto marcate, anche quì problemi di tappo, la tappatrice aveva fatto un solco su tutta la lunghezza inficiando in modo negativo l'affinamento, la bocca comunque ha retto meglio una buona spina acida a sorreggere il tutto c'era ancora.
- Tolaini "Picconero" 2010: vino super un bellissimo taglio bordolose elegante e di grande bevibilità.
Zymé "Harlequim" 2007: vino esagerato, esasperato con un residuo zuccherino piuttosto alto, troppo concentrato, troppo tutto, non nelle mie corde :?
- Petreto "pourriture noble 2006": il miglior Sauternes de noattri fatto sulle sponde dell'arno, bellissime le note agrumate e lo zafferano, residuo zuccherino non esagerato e un filo di acidità in più che agevola la beva, davvero un gran bel vino.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda claudietto » 04 dic 2014 21:22

Kalosartipos ha scritto:Questa non doveva essere stappata, in quanto si trattava di omaggio del produttore (presente a tavola) al padrone di casa-chef, da conservare negli anni.. ma il padrone di casa non ha resistito :lol: ... pur se giovanissimo (il produttore ha detto che si dovrebbe stappare dalla 2007 a scendere), ha mostrato una personalità ed una bellissima freschezza, che non la rendeva assolutamente stucchevole.. meglio di alcune Malvasie passite al di là del Po... un migliaio di mezzine, a 12 euro in cantina.

Bella la cantina, dalla pulizia della bottaia sembra quella di un francese :mrgreen:
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda Kalosartipos » 04 dic 2014 22:08

L'avevo comprata in azienda, durante le vacanze di agosto 2011 e poi dimenticata in cantina... dimenticata soprattutto per la rabbia causata dalla bottiglia gemella (ma di tipologia Dolce), che dopo un mese esplose :evil: , macchiando le etichetta di un centinaio di bottiglie (ovviamente, pure questa è macchiata) e costringendomi ad un lungo e paziente lavoro di ripulitura, asciugatura e sostituzione pellicole trasparenti protettive.
Non ero certo che la bottiglia, dopo tre anni, fosse ancora in forma, ma mi sono dovuto ricredere.. spuma vivace, un po' rustico, qualche nota vegetale, frutti rossi, un poco di tannino... un vino "simpatico", ruttante, da pane e salame.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda Kalosartipos » 04 dic 2014 22:09

claudietto ha scritto:
Kalosartipos ha scritto:Questa non doveva essere stappata, in quanto si trattava di omaggio del produttore (presente a tavola) al padrone di casa-chef, da conservare negli anni.. ma il padrone di casa non ha resistito :lol: ... pur se giovanissimo (il produttore ha detto che si dovrebbe stappare dalla 2007 a scendere), ha mostrato una personalità ed una bellissima freschezza, che non la rendeva assolutamente stucchevole.. meglio di alcune Malvasie passite al di là del Po... un migliaio di mezzine, a 12 euro in cantina.

Bella la cantina, dalla pulizia della bottaia sembra quella di un francese :mrgreen:

Ooops... :mrgreen:
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda Francvino » 05 dic 2014 00:48

Una serata per festeggiare il ritorno di un amico prezioso. Noi lo chiamiamo Pico ma all'anagrafe è conosciuto come Tuber Magnatum.

Champagne L'Amateur, D.Léclapart
Chardonnay in purezza, ha note ossidative evidenti che sovrastano gli accenti "pannosi" di tipicizzati blanc de blancs. Bocca saporita, non vivacissima, più larga che profonda. Non amo particolarmente la vena ossidativa nello Champagne in genere e questo vino non mi fa cambiare idea. Altri lo hanno fatto, esempio RD 1996. Ok, ok, esempio del cavolo, ne convengo.

Wachenheimer Altenburg 2012 Dr. Bürklin Wolf
Sarò sfortunato io con questa cantina biodinamica della Pfalz ma non ho mai trovato qualcosa che mi abbia lasciato soddisfatto. Naso un po' avanti, spento nell'agrumato e debole sull'idrocarburo, bocca liscia e monotona.

Trebbiano d'Abruzzo 2002 Valentini
Ecco, qui ci siamo. Bianco su bianco e bianco: monocromo di albume, tartufo e vino. I colori caldi del tuorlo s'avviluppano alla prima snasata dove dominano i profumi bruniti dell'orzo e del caffè mentre un'idea di carbonica solletica la lingua. Il messaggio è chiaro: va atteso. Lo lasciamo aprire, del resto è lui che ce lo chiede. Ringiovanisce: agrumi, camomilla, erbe di campo. Palato solido, risolto e rassicurante. Articolazione e stile. Vino emozionale d'eccezionale tempra. Continuerà a cambiare. Terminerà troppo in fretta.

Prulke 2008 Zidarich
Non esulto mai quando arriva un bianco macerato in tavola. Li trovo difficili da abbinare, talvolta banali, qualcuno apertamente mal riuscito. Ci devo metter prima naso e palato: saranno loro a decidere. Fosse stato per me avrei scelto Les Monts Damnes di Pascal Cotat, un vino che berrei anche sulla Fiorentina. Ma avevo giocato il mio bonus sul Valentini precedente. Toccava ad altri. È andata comunque bene: mandarino, accenni di albicocca in confettura, piccole quote di foglie di te e terra umida. Bocca espansiva, sapida e appagante ma d'insospettabile levità. Bravo Beniamino.

Cabernet Sauvignon 1987 Milestii Mici
Moldavia, il frutteto delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. Quest'enorme cantina, dotata d'un reticolo sconfinato di volte sotterranee fatto per stoccare vino e probabilmente per difendere le bevute dell'intellighenzia dall'attacco atomico dei cattivoni americani, conserva tutta la memoria enologica della regione. Il Cabernet Savignon nella bottiglia è stato prodotto due anni prima della caduta del Muro di Berlino e imbottigliato nel 2001: naso ben dettagliato tra ricordi di peperone verde e più seducenti essenze speziate e legni aromatici; in bocca mostra qualche limite. Non d'età. Semmai di struttura, svelando un fisico gracilino. Ha una beva non intralciata pur invecchiando velocemente nel bicchiere.
Una buona esperienza che porta ad espandere il mappamondo delle bevute.

Cornas 2006 Clape
Qui c'è poco da attendere. Grattato il lieve velo vegetale delle note di testa si sparge un profumo di pepe nero inebriante. L'acidità ravviva al palato e fa sentire la sua scudisciata, specie se relativizzata ai maturi equilibri dei due vini precedenti. Il tannino morde, non gioca di dettagli e finezze ma svolge bene il suo ruolo a tavola. L'ossigeno ne svela il lato più minerale, legato probabilmente al granito dei suoli in cui poggiano le vigne di syrah.
Difficile trovare qualcosa di simile in Italia anche se quel Lagrein cresciuto sul porfido di Terlano....

Barbaresco Rabajà 2010 Cortese
Il profumo emanato dal sughero appena separato dalla bottiglia dava già l'idea del Mortirolo: tappone alpino. Versato nel bicchiere appare un ologramma del Comandante Picard che prima scuote la testa poi ci dice: "tanto sarebbe stato crudo e acido". Non ci conforta e mi pare di udire qualcuno che sottovoce si lamenta con l'Altissimo. O almeno con qualcuno dei suoi familiari.

Brunello di Montalcino 2004 Biondi Santi
S'è dovuto giocar d'astuzia. Immaginando la fase riduttiva s'è provveduto con buon anticipo a versare la bottiglia nei panciuti bicchieri d'ognuno. Bicchieri da Borgogna, o da Barolo. Ma si sapeva che non si bussa da Biondi Santi per cercare la golosità degli accenti fruttati del sangiovese. E infatti: il bicchiere immacolato, cristallino nella foggia e nei profumi, di colpo prende le fattezze del comò della nonna. Come in un paziente remuage, ci si torna su periodicamente: roteata di bicchiere e lo si lascia lì. Toccherà aspettare un'oretta abbondante per stanarne l'anima terrosa e inquieta del sangiovese altero, il bouquet di fiori appassiti, le foglie secche, note di sottobosco. Un olfatto decisamente autunnale, quasi struggente. Tutto sfumature e bisbigli. A riportarci sulla terra è l'assaggio e la conseguente, terrificante mazzata dell'acidità: freddissima, chirurgica, implacabile. Il tannino è quasi in disparte. "Fai tu" sembra dire al tartarico. E lui mena di brutto. Ma noi non gliela diamo vinta, non ci tiriamo indietro, porgiamo il petto al lattico, al citrico, al succinico: ce lo scoliamo sino all'ultima goccia.
Ti sia lieve la terra, dottor Franco. E grazie.
Ultima modifica di Francvino il 05 dic 2014 23:43, modificato 2 volte in totale.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda Andyele » 05 dic 2014 09:22

Che piacere leggere Francvino
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda arnaldo » 05 dic 2014 09:26

Francvino ha scritto:Champagne L'Amateur, D.Léclapart
Chardonnay in purezza, ha note ossiditive evidenti che sovrastano gli accenti "pannosi" di tipicizzati blanc de blancs. Bocca saporita, non vivacissima, più larga che profonda. Non amo particolarmente la vena ossidativa nello Champagne in genere e questo vino non mi fa cambiare idea. Altri lo hanno fatto, esempio RD 1996. Ok, ok, esempio del cavolo, ne convengo..


Mai piaciuto nemmeno a me....sicuramente bollicina dal carattere forte, vinosa,autentica.....ma spesso abbastanza sgraziata,grossolana...rusticotta......
..
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda Kalosartipos » 05 dic 2014 09:45

arnaldo ha scritto:
Francvino ha scritto:Champagne L'Amateur, D.Léclapart
Chardonnay in purezza, ha note ossiditive evidenti che sovrastano gli accenti "pannosi" di tipicizzati blanc de blancs. Bocca saporita, non vivacissima, più larga che profonda. Non amo particolarmente la vena ossidativa nello Champagne in genere e questo vino non mi fa cambiare idea. Altri lo hanno fatto, esempio RD 1996. Ok, ok, esempio del cavolo, ne convengo..


Mai piaciuto nemmeno a me....sicuramente bollicina dal carattere forte, vinosa,autentica.....ma spesso abbastanza sgraziata,grossolana...rusticotta......
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Mi tocca quotarti.. :(
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda picenum » 05 dic 2014 10:07

Francvino ha scritto:Prulke 2008 Zidarich
Non esulto mai quando arriva un bianco macerato in tavola. Li trovo difficili da abbinare, talvolta banali, qualcuno apertamente mal riuscito. Ci devo metter prima naso e palato: saranno loro a decidere. Fosse stato per me avrei scelto Les Monts Damnes di Pascal Cotat, un vino che berrei anche sulla Fiorentina. Ma avevo giocato il mio bonus sul Valentini precedente. Toccava ad altri. È andata comunque bene: mandarino, accenni di albicocca in confettura, piccole quote di foglie di te e terra umida. Bocca espansiva, sapida e appagante ma d'insospettabile levità. Bravo Beniamino.

Possono non piacere i macerati, ma Zidarich non sbaglia un colpo (quando non esagera)... molto territoriali, agrumati si ma belli sapidi, veramente bravo.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda de magistris » 05 dic 2014 10:21

arnaldo ha scritto:
de magistris ha scritto:
un po' di 2001 Sottimano li ho stappati negli ultimi mesi e me ne sono accorto...

... che proprio non sono i miei, diciamo così.


Non ho visto le note.....ma ti credo....non ti piacciono...ok.....io invece mi piacciano o no....li giudico in modo neutro e basta. legni smaltiti,comunque ben integrati. 8) 8)


Se la metti su questo piano, ti dico che il tuo gusto è neutro nel senso che ormai non riconosce più odori e sapori...
I forumisti di lunga data ricordano che in passato ho spesso "difeso" Sottimano utilizzando proprio gli argomenti che dici tu: pazienza, tempo, legno che si integra, ecc.
Oggi che li sto ristappando a maturazione, devo fare pubblica ammenda perché l'evoluzione è stata a dir poco deludente. Pajorè '01 qualche mese fa era un vino fortemente ossidativo, con note di pesca sciroppata e ciliegia cotta, molle al palato, legno ancora in primissimo piano, amaro e asciugato, con tannini di grana allappante. Il gusto personale non c'entra assolutamente niente con un nebbiolo di oltre dieci anni con queste caratteristiche. Poi c'è a chi piace ugualmente: amen, almeno non ci litighiamo le bottiglie.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda gp » 05 dic 2014 13:19

D'altronde, barrique nuove al 100% a prescindere (anche dalla qualità dei legni, tra l'altro) era il protocollo favorito dalla gran parte della critica italiana. Accompagnato dalla incoraggiante assicurazione che "in tutti, comunque, non si avverte l'apporto del legno nuovo" (guida Gambero Rosso 2001 sui Barbareschi 1997 di Sottimano: com'era quella dell'excusatio non petita? :roll: ).
Tra l'altro la guida 2002, uscita nei pressi della vendemmia 2001, assegnò un doppio tre bicchieri a Sottimano, alla pari con Gaja, quindi il segnale che il produttore poteva recepire era quello di spingere ancora di più sull'acceleratore modernista.
Ah, Pajorè 2001 ovviamente YYY (sulla guida 2005) :wink: .
Ultima modifica di gp il 05 dic 2014 13:31, modificato 2 volte in totale.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda landmax » 05 dic 2014 13:20

Francvino ha scritto:Cornas 2006 Clape
Qui c'è poco da attendere. Grattato il lieve velo vegetale delle note di testa si sparge un profumo di pepe nero inebriante. L'acidità ravviva al palato e fa sentire la sua scudisciata, specie se relativizzata ai maturi equilibri dei due vini precedenti. Il tannino morde, non gioca di dettagli e finezze ma sulla svolge bene il suo ruolo a tavola. L'ossigeno ne svela il lato più minerale, legato probabilmente al granito dei suoli in cui poggiano le vigne di syrah.
Difficile trovare qualcosa di simile in Italia anche se quel Lagrein cresciuto sul porfido di Terlano....


Innanzitutto complimenti per le note, davvero belle e anche vivaddio divertenti!

Nel merito di questo vino, invece, non riesco a provare il tuo stesso entusiasmo. Ne ho bevute cinque annate in verticale a marzo di quest'anno (dalla 2005 alla 2009): 2005 a parte, che è veramente un grande vino (peraltro ancora giovanissimo), non mi sono sembrati, in generale, vini particolarmente conturbanti, checché ne dicano diversi qui sul forum. Ho trovato sì vini più che buoni, ma privi di particolare personalità. Ok, la speziatura rodanesca c'è tutta, e anche la freschezza, ma bastano forse queste caratteristiche per farne dei grandi vini? Io ho seri dubbi.
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Re: Abbiamo bevuto a Dicembre

Messaggioda meursault » 05 dic 2014 13:36

I vini di Sottimano di 10/15 anni non sono affatto evoluti bene, ed anche quelli degli ultimi anni non sono piacevoli.
Non è una questione di tecniche produttive, affinamento o altro; senza sapere come sono fatti quei vini, nel bicchiere si mostrano spesso squilibrati, con un tannino completamente fuori registro, amari, e non evolvono bene.

A mio avviso questo progetto della "langa borgognona" è fallito senza ombra di alcun dubbio, da tutti i punti di vista.
Tirare in ballo critiche preconcette o dire che li si critica perchè si è a prescindere contro la botte piccola è francamente risibile.
Io non sono contro a nulla, sono contro al vino cattivo, e basta.
Questa ovviamente è la mia opinione squisitamente personale, e non pretendo che sia condivisa da tutti, ma sulla bontà dei vini di Sottimano ho le idee abbastanza chiare.
...non può superare un certo delta, altrimenti, scusassero, uno dei due non ci ha capito un cazzo di quel vino(vinogodi)
La valutazione è oggettiva a meno di un delta (limitato, diciamo circa 5 punti) dovuto alla inevitabile componente soggettiva(fufluns)

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