Messaggioda de magistris » 30 ott 2014 10:54
veloce passaggio in Campania di Luca Cascinafrancia Grandebozzo. Ne abbiamo approfittato per stappare qualche boccia. Poche ma buone:
- Trebbiano '10 -Valentini: a chi non piacciono le rusticità contadine di Valentini, non piacerà nemmeno questo 2010. I fan, categoria alla quale tutto sommato mi iscrivo, probabilmente la accoglieranno come una delle migliori versioni recenti. Sul naso si può dire tutto e il contrario di tutto, specie appena stappato, quando sgasa, il lievito indigeno spinge a manetta e le parti più belle vanno un po' cercate.
Ma la bocca non lascia dubbi: sontuosa, leggera eppure capace di occupare tutti gli spazi col sapore, i fiori, le erbe, le bacche di caffè e le ostriche. Persistenza iodata pressoché infinita, per me superiore alla celebrata 2007, che è più "cruda" e malica.
- Greco di Tufo '92 - Vadiaperti: bottiglia molto diversa da tante stappate in questi anni, ma non so dire se inferiore. Di sicuro era meno agrumata-nordica e più "terroso-speziata", ma quando prende ossigeno e temperatura viene fuori tutto il carattere da grande greco, col frutto rosso, la spalla, l'energia, l'integrità che pochissimi greco dimostrano ad oltre vent'anni (ma anche molto meno).
- Asili '99 - Giacosa: pronti via, il pomodorino del piennolo dice subito che è lui, Magrone, col suo timbro inconfondibile. Ed è un naso che resta sulle sottigliezze, sul frutto rosso quasi acerbo, un po' di radici, qualche tocco speziato, senza particolari ampiezze e complessità, almeno all'inizio. Nel bicchiere migliora tanto, diventa più profondo e aristocratico, restano invece i limiti di bocca: è vino freddo, algido, senza la fittezza saporosa e tannica dei grandi '99. E' buono ma non coinvolge fino in fondo, un filo stretto in definitiva.
- Clos de Chenes '96 - Lafarge: parte completamente muto al naso e più duro della durezza in bocca, come dice grandebozzo. Poi si apre e diventa decisamente più colloquiale ed empatico, conservando il suo profilo da cote de beaune serio da annata seria. Una velatura di chiusura al naso la mantiene, ma va giù che è una meraviglia, facilità di beva a 5 stelle senza ruffianerie. Adoro Lafarge.
- Rancia '95 - Felsina: alla cieca andiamo in due secondi su Chianti Classico (come zona), da sangiovese con aiutino di cabernet. Altro vino duro e freddo, che richiederebbe bisteccona tipo quelle di paperofranco. Non è il vino da fine cena disimpegnato, oggi ci ritorno su: la migliore boccia di Rancia '95 incontrata, comunque.
Paolo De Cristofaro
http://www.tipicamente.it/Ci si può divertire anche senza alcool. Ma perché correre il rischio? (Roy Hodgson)
Auspico una guida che non metta i vini DRC al vertice. Sarà la migliore. (Edoardo Francvino)