Aglianico e dintorni - il thread relativistico

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zampaflex
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda zampaflex » 29 ago 2014 12:56

de magistris ha scritto:...l'ultima annata del Bue Apis mandata in degustazione dalla Cantina del Taburno è stata la 2004...


Giusto questa l'ho assaggiata distrattamente al Vinitaly 2013 e mi sono detto che se presentava ancora così tanto tannino, e ruvido, dopo otto anni, quando lo avrebbe riassorbito? Mai, forse.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 29 ago 2014 13:02

de magistris ha scritto:
gianni femminella ha scritto:Mi accodo e chiedo se D'Angelo ha avuto buone riuscite anche recentemente. Ho stappato a maggio un Vigna Caselle 2006 strepitoso.

sinceramente su D'Angelo non ci ho capito molto dopo la divisione familiare..
Sul Vigna Caselle sono fermo anch'io alla 2006 che è molto buono, sono d'accordo, se becchi la bottiglia giusta. Purtroppo non sempre succede.


Concordo sulla variabilità, anche il mio singolo assaggio di Caselle (Vigna non è più da un pezzo) 2006 è stato deludente, ben al di sotto delle prove delle annate 2001 e 2004.
Anch'io non ho capito quali vini vadano attribuiti a chi, oltre a non trovare da nessuna parte a Roma la nuova azienda del defenestrato (Donato D'Angelo) e della moglie.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 29 ago 2014 13:21

de magistris ha scritto:
Andyele ha scritto:Paolo le ultime uscite del Taurasi di Urciuolo come sono?
Io avevo preso qualche bottiglia di 2005 ed era molto buono ma ancora per me un po' troppo giovane, per cui ne ho aperte un paio ma le altre aspetto ancora a berle.


da Urciuolo non bisogna attendersi il vino da 95 punti, fatta forse eccezione per il '99, che a questo punteggio non ci arriva ma sta evolvendo magnificamente ed è già uno degli spot migliori per le denominazione, specie per chi non crede che c'è un'anima "nebbiolesca" nell'aglianico.
Quello che manca a livello di punte "emozionali", nei Taurasi di Urciuolo è compensato secondo me da un'ammirevole costanza di rendimento, anche in annate molto diverse, seconda forse solo a quella dei Taurasi di Mastroberardino. Chiaramente devono piacerti gli spigoli acidi e una certa severità tannica (che qualcuno potrebbe anche ricondurre ad una velatura gallica), così come non devi aspettarti fuochi d'artificio, specie da giovani, su nasi tendenzialmente riduttivi e giocati su umori terrosi e speziati più che sul frutto chiaro.
Dal 2000 al 2010 le meno convincenti secondo me sono 2000, 2004 e per alcuni versi 2008, che non è cattivo ma è sicuramente la migliore annata del decennio per il Taurasi e si poteva fare probabilmente di più. Per 2002 e 2003 vale un po' il discorso inverso: annate difficili per motivi opposti, ma pochi hanno fatto meglio degli Urciuolo (il miglior 2002 è senza dubbio quello di Perillo e sul 2003 c'è solo il Radici Riserva Etichetta Bianca forse su uno scalino più alto).
2005, 2006 e 2007 li metto sullo stesso piano come riuscite, anche se naturalmente con declinazioni diverse legate ai millesimi (più acido e sottile il 2005, più pieno e rigoglioso il 2006, orizzontale ma vitale il 2007).
2009 è un'altra bella versione se consideriamo l'annata disastrosa, il 2010 è giovanerrimo ma a mio avviso il tempo gli darà ragione.
2011 e 2012 in affinamento mi sembra continuino il discorso in maniera coerente.

Riguardo al 2009 di Urciuolo, nell'assaggio che ho detto l'ho trovato interessante, anche se meno convincente dei pari annata Principe di Amarano e Renonno di Molettieri, più a causa del sapore (dolce-surmaturo-alcolico) che del naso, che aveva tratti pregevoli di foglie autunnali e legna arsa.
Riguardo al 2005, l'avevamo assaggiato tutti insieme a Lost in Aglianico due anni e mezzo fa, ed era stato il secondo vino più votato dopo l’impressionante Taurasi 2005 di Perillo, che stava in un'altra batteria (ognuno indicava il preferito batteria per batteria, alla cieca; in ognuna c'era un aglianico irpino, uno del Vulture e uno di altre zone: il thread qui sul forum è perso, ma per fortuna è rimasto in rete il referto del "notaio", http://www.scribd.com/doc/85141895/Lost-in-Aglianico ).
Ultima modifica di gp il 29 ago 2014 14:36, modificato 1 volta in totale.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda Spectator » 29 ago 2014 13:23

de magistris ha scritto:
Spectator ha scritto:...Se ho letto bene,nessuno l'ha nominato :Bue Apis...Aglianico del beneventano di di Cantina del Taburno.In annate ok,..vecchiarelle (98/2001),ho bevuto belle cose.Le annate relativamente nuove,2006/2008,invece, le ho trovate un po'grassottelle e con legno ancora in buona evidenza.


l'ulltima annata del Bue Apis mandata in degustazione dalla Cantina del Taburno è stata la 2004. Da quel momento in poi non l'ho più assaggiato: per "scienza e conoscenza" lo farei, ma 50 euro per un vino che tendenzialmente non mi è mai piaciuto (tranne forse il 2001) non li spendo.



...2004/2006,bevuti in un rist del salernitano che ne ha buona scorta e lo propone a meno di 50eur (di solito dividiamo la bott. in 3 :) ); il 2001 e il 98 comprati su forum sui 35eur.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda agamennone » 29 ago 2014 14:59

Io i vini D'angelo non li compro più da un po'.
Dalla scissione ho notato un bel calo soprattutto sul Canneto e visitando la cantina non ho avuto belle sensazioni(mi riferisco all'azienda del nipote, quella dello zio non sono riuscito a visitarla).
Fra gli aglianico 2005 segnalo l'ottima performance dello Stupormundi di Carbone.
Sta invecchiando molto bene e mi ricorda i vecchi Don Anselmo(chissà perché......)
Musto Carmelitano sta lavorando molto bene. Se riescono a risolvere il problema della longevità dei vini potrebbero diventare il riferimento per il Vulture, colmando così una bella lacuna per l'aglianico lucano.
Per il Vulture sconsiglio caldamente l'annata 2010.
Ad oggi non ne ho trovato uno che mi sia piaciuto.
Il Serra del Prete di Musto Carmelitano, ad esempio, comincia già a cedere.
Allora pare azzeccata la scelta di Carbone di non uscire con lo Stupormundi nel 2010.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda de magistris » 29 ago 2014 15:39

Spectator ha scritto:
de magistris ha scritto:
Spectator ha scritto:...Se ho letto bene,nessuno l'ha nominato :Bue Apis...Aglianico del beneventano di di Cantina del Taburno.In annate ok,..vecchiarelle (98/2001),ho bevuto belle cose.Le annate relativamente nuove,2006/2008,invece, le ho trovate un po'grassottelle e con legno ancora in buona evidenza.


l'ulltima annata del Bue Apis mandata in degustazione dalla Cantina del Taburno è stata la 2004. Da quel momento in poi non l'ho più assaggiato: per "scienza e conoscenza" lo farei, ma 50 euro per un vino che tendenzialmente non mi è mai piaciuto (tranne forse il 2001) non li spendo.



...2004/2006,bevuti in un rist del salernitano che ne ha buona scorta e lo propone a meno di 50eur (di solito dividiamo la bott. in 3 :) ); il 2001 e il 98 comprati su forum sui 35eur.


98 mai bevuto, ero convinto che la prima annata fosse la '99.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda de magistris » 29 ago 2014 15:40

Andyele ha scritto:Grazie Paolo :wink:





Da quando ti sei lasciato con il Papero sei tornato una persona seria :mrgreen:


non ci siamo lasciati, abbiamo solo optato per una pausa di riflessione.. :P
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda paperofranco » 29 ago 2014 16:02

de magistris ha scritto:
Andyele ha scritto:Grazie Paolo :wink:





Da quando ti sei lasciato con il Papero sei tornato una persona seria :mrgreen:


non ci siamo lasciati, abbiamo solo optato per una pausa di riflessione.. :P


....per me è finita.......... :mrgreen:
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda Vinis » 29 ago 2014 19:32

Luigi Tecce secondo me è un punto di riferimento del Taurasi, ogni suo vino è pura espressione del territorio e delle annate e per me questo non è poco.

Elena Fucci mi piace tantissimo, produttrice in divenire ancora non ha trovato la sua quadratura del cerchio, secondo me, e lo si sente nei suoi vini dalla 2004(STUPENDA!!) alla 2009.

Fattoria la Rivolta bellissima realtà dell'Aglianico del Taburno.

Io vorrei segnalare una piccola e contadina realtà di Castelfranci che sono i Boccella a volte forse sono rustici, ma di una bontà disarmante i loro vini.

Molettieri altro grande zona Montemarano, tannini più incisivi ma quanto erano grandi i suoi vini, mi ricordo una sua riserva 1999 e 2004 da applausi, come il suo Irpinia Aglianico 2006, di recente non ho bevuto niente.

Contrada di Taurasi beh , penso che oramai si è detto abbastanza sulla serietà e bontà dei vini di questa azienda :wink:
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda miccel » 30 ago 2014 11:44

Provo a fare una specie di sintesi di quanto detto finora per vedere quanto c’ho capito.
Come produttori, in Irpinia, a parte non perdere di vista i famosi Mastroberardino e Molettieri, grandi vini possono venire da Perillo e Tecce, ma attenzione all’annata. Da tenere d’occhio, poi, specialmente Contrade di Taurasi ed Amarano, ma anche vari altri nomi fatti. In generale è opportuno nutrire una certa diffidenza verso l’annata 2009.
Nel Vulture, Fucci a parte, sembra molto interessante la realtà di Musto Carmelitano (a me del tutto sconosciuta). In generale sospettare dell’annata 2010. Pochi altri nomi sono stati fatti, mi sembra il solo Carbone. Su D’angelo io sono fermo a Canneto e Caselle pre-scissione, e qui non sembrano emergere particolari elementi di certezza sui nuovi assetti. Aggiungo soltanto che la guida Espresso sembra dare molto credito alla cantina che chiama “D’Angelo-Ruppi”, che se non sbaglio dovrebbe essere la nuova nata.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda vinogodi » 30 ago 2014 16:28

...guardando in giro, non vedo chi possa reggere l'urto di un maturo Bue Apis o di una stramatura Riserva di Mastroberardino...
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda Vinis » 31 ago 2014 10:32

Nessuno ha mai assaggiato qualche vino fatto con l'AGLIANICONE uva che veniva unita all'aglianico per dargli un po' più acidità, mi sembra ci sono un paio di cantine come De Concilis e Rizzo che lo stanno rivalutando, mi sapete dare qualche info sui vini?
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 31 ago 2014 11:36

vinogodi ha scritto:...guardando in giro, non vedo chi possa reggere l'urto di un maturo Bue Apis o di una stramatura Riserva di Mastroberardino...

Se per le riserve stramature di MastroB intendi i mitici 1968, a quanto ne ho letto (mai assaggiati) è probabilmente così, anche se a rigore il confronto alla pari richiederebbe una macchina del tempo...

Discorso molto diverso per il Bue Apis. Due anni e mezzo fa era presente in forze alla disfida Irpinia-Vulture-Resto della Campania di "Lost in Aglianico", nel senso che ce n'erano due annate nelle 8 batterie di 3 vini alla cieca. Nessuna delle due per me ha dominato la rispettiva batteria (per i risultati collettivi, vedi il link che ho messo sopra, in questa pagina del thread). D'altronde il terroir o ce l'hai o non ce l'hai: in questo le potenzialità del Taurasi -- e in parte anche del Vulture -- sono ben altre, mentre il Bue Apis mi sembra il classico vino che cerca di sopperire alla debolezza del terroir con la superselezione delle uve e un grosso lavoro in cantina, ricetta che nella seconda metà degli anni '90 quando questo vino è nato sembrava di sicuro successo e in grado di garantire a un territorio minore il sorpasso nei confronti di uno maggiore. Oggi non più.
Ultima modifica di gp il 01 set 2014 11:38, modificato 3 volte in totale.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda de magistris » 31 ago 2014 11:59

vinogodi ha scritto:...guardando in giro, non vedo chi possa reggere l'urto di un maturo Bue Apis o di una stramatura Riserva di Mastroberardino...


il Bue Apis più maturo che esista a quanto pare è il '98. E per quello che ho avuto modo di assaggiare e riassaggiare anche a distanza di tempo, i vecchi Mastro e i "vecchi" Bue Apis giocano semplicemente sport diversi.
Non ci sono solo i mitici cru '68, ma decine e decine di annate dagli anni '20 agli anni '80 straordinarie, ancora reperibili, testate più volte e uscite bene anche quando la conservazione non era stata ideale.
Bue Apis è un progetto anni '90, l'alter ego in rosso del Fiorduva (non a caso ispirato dallo stesso enologo), dichiaratamente giocato sulla "quantità" materica ed estrattiva. Se piace il genere "vinone" ok, ma sulla la riconducibilità territoriale e viticola per quanto mi riguarda ci sono 30-40 etichette in regione più convincenti e coerenti del Bue Apis.
Sono cambiate parecchie cose negli ultimi dieci anni in regione, i nomi sono molti di più e bisogna starci dietro vendemmia per vendemmia come dicevo. Ci vuole molto tempo, molta curiosità, molta passione, molta umilità e molta pazienza per orientarsi, non è come il Piemonte dove la top ten bene o male rimane stabile.
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Messaggioda vinogodi » 31 ago 2014 18:02

gp ha scritto:
vinogodi ha scritto:...guardando in giro, non vedo chi possa reggere l'urto di un maturo Bue Apis o di una stramatura Riserva di Mastroberardino...

Se per le riserve stramature di MastroB intendi i mitici 1968, a quanto ne ho letto (mai assaggiati) è probabilmente così, anche se a rigore il confronto alla pari richiederebbe una macchina del tempo...

Discorso molto diverso per il Bue Apis. Due anni e mezzo fa era presente in forze alla disfida Irpinia-Vulture-Resto della Campania di "Lost in Aglianico", nel senso che ce n'erano due annate nelle 8 batterie di 3 vini alla cieca. Nessuna delle due per me ha dominato la rispettiva batteria (per i risultati collettivi, vedi il link che ho messo a pagina due del thread). D'altronde il terroir o ce l'hai o non ce l'hai: in questo le potenzialità del Taurasi -- e in parte anche del Vulture -- sono ben altre, mentre il Bue Apis mi sembra il classico vino che cerca di sopperire alla debolezza del terroir con la superselezione delle uve e un grosso lavoro in cantina, ricetta che nella seconda metà degli anni '90 quando questo vino è nato sembrava di sicuro successo e in grado di garantire a un territorio minore il sorpasso nei confronti di uno maggiore. Oggi non più.
...argomentazioni di buon senso ma che mi trovano parzialmente d'accordo all'atto pratico, quello del bicchiere, dove per mia negligenza intellettuale, mi fido più del mio palato di tutte le commissioni che conosco ( e in parte che non conosco :lol: ). Le prime annate di Bue Apis erano sontuose e rigorosamente territoriali, seppur, come hai giustamente argomentato, frutto di selezione feroce e del genio del professor Moio che ha seguito personalmente l'opera dell'agrotecnico (e amico) Pippo Colandrea. Sono pure d'accordo, guarda te, che le ultime uscite non mi hanno convinto appieno, ma in cantina mi dicono a causa delle mutate condizioni climatiche che ne hanno determinato caratteristiche diverse da quelle per cui era nato.
PS: capitolo Taurasi, che è vino che adoro... indipendentemente dalle tre mitiche '68, già in passato abbiamo fatto quello che tu auspichi, vale a dire macchine del tempo dei Taurasi del Mastro . Il paradosso era proprio che più si andava indietro negli anni e più era buono . Anche di recente , una '70 aperta d'amblée in una serata che non c'entrava niente , ha rivaleggiato con fior di Barolo , sembrando decisamente più pimpante .
PPS: fra le annate a ritroso, se qualcuno è capace di andare a scovare negli archivi, dovrebbero esserci 1996 - 1995 - 1991 -1989 - 1985 -1981 - 1978 - 1975 - 1971 - 1970 (almeno una mezza dozzina di volte) e più volte la 1968 in tutti e tre i cru ... poesia pura ...
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda vinogodi » 31 ago 2014 18:08

de magistris ha scritto:
vinogodi ha scritto:...guardando in giro, non vedo chi possa reggere l'urto di un maturo Bue Apis o di una stramatura Riserva di Mastroberardino...


il Bue Apis più maturo che esista a quanto pare è il '98. E per quello che ho avuto modo di assaggiare e riassaggiare anche a distanza di tempo, i vecchi Mastro e i "vecchi" Bue Apis giocano semplicemente sport diversi.
Non ci sono solo i mitici cru '68, ma decine e decine di annate dagli anni '20 agli anni '80 straordinarie, ancora reperibili, testate più volte e uscite bene anche quando la conservazione non era stata ideale.
Bue Apis è un progetto anni '90, l'alter ego in rosso del Fiorduva (non a caso ispirato dallo stesso enologo), dichiaratamente giocato sulla "quantità" materica ed estrattiva. Se piace il genere "vinone" ok, ma sulla la riconducibilità territoriale e viticola per quanto mi riguarda ci sono 30-40 etichette in regione più convincenti e coerenti del Bue Apis.
Sono cambiate parecchie cose negli ultimi dieci anni in regione, i nomi sono molti di più e bisogna starci dietro vendemmia per vendemmia come dicevo. Ci vuole molto tempo, molta curiosità, molta passione, molta umilità e molta pazienza per orientarsi, non è come il Piemonte dove la top ten bene o male rimane stabile.
...dovevo giustappunto aggiungere "nelle loro rispettive categorie" ...
PS: ma con il Fiorduva che centra, a parte l'apporto dell'enologo? sono molto diversi sia come sfumature che come struttura; Bue Apis lo categorizzo nella schiera dei "supercampanians" , alla stregua di Naima , Terra di Lavoro, Serpico & C ... 8)
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 31 ago 2014 19:26

A me invece il parallelo sembra azzeccato: sono vini "sforzati" che cercano di fare le scarpe ai rivali di denominazioni storicamente più quotate, sia in rosso che in bianco. In quegli anni come ho scritto questo sorpasso era nell'aria, in teoria bastavano ambizione, basse rese in vigna, legni piccoli e nuovi, un enologo di grido e il gioco era fatto.
Supercampanians: chi dice che devono essere rossi per forza? Il Fiorduva come Supercampanian bianco è perfetto.

Riguardo alla macchina del tempo, forse non mi sono spiegato: confrontare un vecchio Mastroberardino con un nuovo Perillo, o Tecce, o Amarano, non ha molto senso, bisognerebbe riuscire a invecchiare artificialmente questi ultimi per un confronto alla pari.
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 01 set 2014 12:31

A proposito di Vulture: oggi Rizzari dà una descrizione sintetica dell' ultima annata di 4 vini, alcuni dei quali menzionati in questo thread:
http://piattoforte.tiscali.it/blog-daut ... anico.html
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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda de magistris » 02 nov 2014 20:54

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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda kubik » 02 nov 2014 21:43

Assaggiato al volo e con la bocca provata il Taurasi 2010 Antico Castello..
Tanta tanta roba mi è sembrato, compatto, tonico, giovanissimo,
serrato, piaciuto molto in questa fase magmatica, quando si disterrà verrà fuori un Signor Taurasi a perer mio (?), lo devo riassaggare con il dovuto ascolto però.
Dall'ultimo tuo assaggio Paolo che ne pensi?
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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda de magistris » 03 nov 2014 10:11

kubik ha scritto:Assaggiato al volo e con la bocca provata il Taurasi 2010 Antico Castello..
Tanta tanta roba mi è sembrato, compatto, tonico, giovanissimo,
serrato, piaciuto molto in questa fase magmatica, quando si disterrà verrà fuori un Signor Taurasi a perer mio (?), lo devo riassaggare con il dovuto ascolto però.
Dall'ultimo tuo assaggio Paolo che ne pensi?


la penso come te: in botte prometteva tantissimo, in bottiglia si è chiuso, trovato molto compresso questa estate. Ma dopo un paio di giorni si libera e si schiarisce: grande energia, andrà avanti parecchio (è uno dei pochissimi Taurasi dell'annata fatti con uve vendemmiate prima delle piogge..)
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Re: Aglianico: i migliori.

Messaggioda gp » 03 nov 2014 11:30

Allora se aglianico dev'essere, up anche questo (anche se è piccolino)!
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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda Sibballatore » 03 nov 2014 19:27

Avrei due domande, una semplice e una impegnativa.

Quella semplice: cosa mi dite del Taurasi Tenuta Ponte? Sia per annate giovani che per annate meno recenti(2002)?
Quella impegnativa: come cambia l'espressione dell'aglianico(sia vulture che Taurasi) con l'utilizzo di legni diversi? Noto che è molto frequente l'utilizzo di botti piccole e spesso i risultati mi sembrano ottimi mentre è raro(soprattutto in Vulture) l'utilizzo del solo legno grande. Insomma, la diatriba tra classici e modernisti che ancora oggi infiamma, ad esempio, le langhe pare non esserci per l'aglianico. Da cosa dipende secondo voi? L'aglianico assorbe meglio il legno piccolo? Oppure è una questione di 'mancata' storia? A volte ho come l'impressione che non ci sia un modo 'codificato' di produrre l'aglianico come avviene per altri vini importanti(non solo il barolo ma anche brunello, Chianti, etc.).
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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda de magistris » 03 nov 2014 19:40

Sibballatore ha scritto:Avrei due domande, una semplice e una impegnativa.

Quella semplice: cosa mi dite del Taurasi Tenuta Ponte? Sia per annate giovani che per annate meno recenti(2002)?
Quella impegnativa: come cambia l'espressione dell'aglianico(sia vulture che Taurasi) con l'utilizzo di legni diversi? Noto che è molto frequente l'utilizzo di botti piccole e spesso i risultati mi sembrano ottimi mentre è raro(soprattutto in Vulture) l'utilizzo del solo legno grande. Insomma, la diatriba tra classici e modernisti che ancora oggi infiamma, ad esempio, le langhe pare non esserci per l'aglianico. Da cosa dipende secondo voi? L'aglianico assorbe meglio il legno piccolo? Oppure è una questione di 'mancata' storia? A volte ho come l'impressione che non ci sia un modo 'codificato' di produrre l'aglianico come avviene per altri vini importanti(non solo il barolo ma anche brunello, Chianti, etc.).


Tenuta Ponte buon Taurasi di stile abbastanza rilassato tutto sommato: non ha mai raggiunto per me vette assolute ma come rapporto qualità prezzo è un sì convinto.

sul discorso legno ne abbiamo parlato abbastanza anche qui ma non sarei capace di ritrovare i post precisi. Senza aprire parentesi sterminate, credo che la tua impressione sia giusta: non c'è un modo "codificato" di produrre l'aglianico e molto contano ancora i protocolli degli enologi, ciascuno con le sue idee sulle estrazioni, il tipo di legno e la durata degli affinamenti.
A mio avviso la diatriba tradizionali/modernisti non c'è stata per due ragioni:
1) storia collettiva giovanissima (un ventennio suppergiù): nella fase in cui in Langa si guerreggiava sugli stili, sull'appennino meridionale c'erano da risolvere prima di tutto questioni viticole e "grammaticali"
2) non è così facile distinguere alla cieca gli aglianico lavorati totalmente in botte grande e quelli maturati esclusivamente in barrique. E ancora più difficile è associarli a stili ben precisi. Lo zoccolo duro è oggi formato da vini stilisticamente non polarizzati, perlopiù soluzioni intermedie in cui si utilizza la barrique nuova e usata, il ltonneau e il legno più grande, anche in rapporto a esigenze di spazio e flussi finanziari.
Paolo De Cristofaro

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Re: Aglianico e dintorni - il thread relativistico

Messaggioda Sibballatore » 03 nov 2014 20:09

de magistris ha scritto:2) non è così facile distinguere alla cieca gli aglianico lavorati totalmente in botte grande e quelli maturati esclusivamente in barrique.


Quest'ultima nota mi pare interessantissima: mi pare di capire che l'aglianico abbia una caratteristica quasi unica nell'assorbire il legno, fino a 'dominarlo'.
Per altri vitigni (penso a nebbiolo e sangiovese su tutti) la distinzione è abbastanza netta. Anche una bocca poco esperta come la mia riesce con una certa facilità a distinguere un barolo invecchiato in barrique da uno invecchiato in maniera classica.
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