Un grazie come sempre
enorme a Marco per la splendida ospitalità e per l'opportunità che mi da di bere certe bottiglie, nonché per le tante conoscenze e consigli che riesco a trarre sulla Borgogna da giornate come questa, e sul vino in generale.
Ma bando alle ciance!
GRONGNET Champagne Extra-Brut “Carpe Diem”: bell’oro brillante, il naso è di stile “classico”: tipica nota ranchide, caffè, crema, lime, leggera balsamicità. Davvero un bel naso. In bocca le bolle non sono finissime, ma c’è una materia ricca (guarda caso è 80% pinot noir) e il finale è lungo.
87/100
DOM PÉRIGNON Champagne Brut ’04: TCA.
SALON Champagne Brut “S” ’99
Paglierino brillante, al naso è in una fase di chiusura, accenni di crosta di pane, crema e agrumi, ma molto in sottofondo. In bocca la bollicina è straordinariamente fine, ma il vino si perde a centro bocca e purtroppo non “ricompare”, ed infatti la persistenza è soltanto media. Opto decisamente per bottiglia “sottoperformante”.
87/100OLIVIER LEFLAIVE Montrachet ’03: bell’oro carico, naso inizialmente incipriato, poi salta fuori un bel corredo di note tostate, caffè, agrumi, crema pasticcera, erba tagliata. Unico difetto: non sembra evolvere ulteriormente nel bicchiere. La bocca è davvero opulenta, come ti aspetti da un montrachet, manca solo un po’ di freschezza a contrastarne la ricchezza, anche se indubbiamente il finale è lungo e appagante.
90/100
DOMAINE BRUNO CLAIR Chambertin-Clos de Bèze ’07: lo dico subito: questo non mi è piaciuto, naturalmente in rapporto al calibro. Sarà stato forse aperto troppo presto, sarà la mano del produttore, ma l’ho trovato un vino rigido, scontroso, molto poco concessivo. Il naso parte con accenni di salamoia, per poi evolversi lentamente su sentori boisè e speziati eleganti, ma il frutto è molto compresso. Bocca di estrazione tannica importante, quasi nebbiolesca, materia ricca, ma finale un po’ contratto. Forse, mea culpa, dovevo attenderlo di più nel bicchiere, ma non l’ho trovato particolarmente interessante.
89/100DOMAINE BART Chambertin-Clos de Bèze ’07: uno dei miei vini della giornata. Bellissimo spettro olfattivo, di grande nitore: frutti rossi macerati, arancia sanguinella, china, rabarbaro, oliva in salamoia, spezie dolci ed una balsamicità evidente e conturbante. Per me, dal punto di vista strettamente tecnico-valutativo, il naso più complesso e sfaccettato della giornata (sì, anche più di Leroy e Dugat Py). La bocca sfodera una classe e un’eleganza da manuale: vino giocato in sottrazione (forse la mano del vigneron, probabilmente può aver giocato un po’ anche l’annata), tannini puntiformi e setosi, freschezza e giusta sapidità ne fanno un campione di bevibilità. Grande interpretazione.
94/100DOMAINE ROSSIGNOL-TRAPET Chambertin ’06: naso molto simile al precedente, soltanto un po’ meno espressivo, dovuto a mio avviso a gioventù, sfodera una bocca magistrale per estrazione tannica, importante, ma raffinata, con un finale lungo, anche se, per ora, leggermente amaro. Deve ancora digerire un po’ di legno, ma si farà.
92+/100
DOMAINE LOUIS REMY Chambertin ’06: naso un po’ contratto, con note prevalenti di salamoia e fragola macerata. La bocca è di media struttura, molto sapida, con finale lungo e pepato. Fosse stato da solo, gran vino certamente, ma di fianco agli altri per me si ferma a
90/100DOMAINE TRAPET PÈRE ET FILS Chambertin ’06: grande. Era la seconda volta che assaggiavo lo chambertin di Trapet e si conferma vino di gran classe e di grande trasparenza territoriale. I profumi si evolvono con grande lentezza, per virare su note di spezie dolci (curry), piccoli frutti rossi e un’elegante scia sapida. La bocca è in perfetto equilibrio, ricca ma insospettabilmente leggiadra, calda e fresca, dai tannini setosi, per un finale davvero lungo, dove le spezie e il frutto accompagnano dolcemente il palato e le narici.
94/100
MICHEL BONNEFOND Ruchottes-Chambertin ’06: che bel naso! Inizialmente un po’ foxy, con l’areazione si apre nitidamente su note di lampone e fragola macerata, agrume e salamoia, il tutto impreziosito da una bella speziatura orientale (cannella e curry) . La bocca gioca molto sull’eleganza, la freschezza è tagliente (forse troppo), il finale lungo ed agrumato.
93/100DOMAINE ARMAND ROUSSEAU P. & F. Chambertin ’06: si può rimanere delusi attribuendo l’eccellenza? Per me si può, se dal vino che hai di fronte ti aspettavi il
coup de coeur. Al naso parte su evidenti note di pelliccia, per poi distendersi adeguatamente su sentori di liquirizia, salamoia, agrumi, prugna e spezie dolci. La bocca è davvero imponente, ma, IMHO, le manca un filo di freschezza per renderla davvero profonda. Così, il bilanciamento non è ottimale e questa potenza finisce per finire più in fretta di quanto mi sarei immaginato da un vino del genere. La controprova l’ho a bicchiere vuoto, dove mentre i due vini successivi rimangono potenti e quasi stordenti, questo tira fuori una leggera nota vegetale (geranio). Secondo me, grande vino, ma forse sopravvalutato dai più a causa di un de-stagnolamento compulsivo di Marco (
), che ci ha fatto ammirare la bellezza dell'etichetta dopo circa 2/3 secondi dallo sversamento nel bicchiere!!!
94/100BERNARD DUGAT-PY Chambertin vieilles vignes ’06: qui entriamo nell’empireo. Il naso, che a mio parere ha bisogno di ancora qualche anno per dispiegarsi appieno, è però già oggi di una potenza ed eleganza straordinari: letteralmente un magma di sensazioni agrumate, speziate, sapide e fruttate. Ma è la bocca a scioccare per consistenza, potenza, pienezza, il tutto perfettamente bilanciato da una grande freschezza e tannini abbondanti ma vibranti, per un finale agrumato (scorza di mandarino) e speziato letteralmente interminabile.
96+/100DOMAINE LEROY Chambertin ’06: se sulle prime ero quasi indeciso se collocarlo a pari merito del precedente, è nella MAESTÀ ed assoluta armonia con cui si distende nel bicchiere che dimostra la sua classe insuperabile. Per me autentico colpo al cuore (e forse per tutti i presenti), risulta persino difficile descriverlo. I profumi sono intensissimi di incensi e spezie dolci, con un sottofondo di fragola macerata e arancia amara, e una scia balsamica ad impreziosire un quadro olfattivo spaventoso per potenza. La bocca è appena meno potente, all’attacco di bocca, di quella di Bernard, ma poi si dispiega con una pienezza a tutto tondo, un tannino poderoso ed insieme impercettibile, una freschezza vibrante ma non tagliente, per un finale letteramente irradiante, dove si ritrova tutto, in un turbinio di sensazioni sconvolgente e al contempo dolce ed appagante. Per me
98/100 (perché sono lievemente *** e perché, sforzandosi di ragionare, i profumi, pur complessi ed intensissimi, non raggiungevano un’ampiezza da caleidoscopio).
ALFRED MERKELBACH Mosel Riesling Beerenauslese “Ürziger Würzgarten” ’10 e EGON MÜLLER Mosel-Saar-Rüwer Riesling Kabinett “Scharzhofberger” ’06: su questi due vini non sono in grado, onestamente, di scrivere delle note, perchè ormai la mia bocca era alquanto provata. Posso solo dire che ho trovato il beerenauslese molto meno dolce di quanto mi sarei aspettato, mentre il kabinett di Muller, sebbene aperto all’istante e a temperatura di cantina, ha sfoderato una bella profondità, sarei molto curioso di risentirlo tra 10 o 20 anni, quando magari si sarà reso ancor più complesso, soprattutto all’olfatto.