Nonostante il caldo afoso, domenica siamo riusciuti ad affrontare qualche nebbiolo alla cieca (forse allora c’abbiamo ancora il fisico
): una batteria di Barolo, un po’ sottotono, più in grinta la batteria di nebbiolo “dal resto del mondo”.
Champagne brut Le Nombre d’Or 2005 – Aubry. Fiori e frutta, piuttosto elegante, “pettinato”, teso ma lieve, spezie e un tocco di yogurt, ce ne vorrebbe un secchio, finisce troppo presto…
Nebbiolo d’Alba Valmaggiore 2005 – Luciano Sandrone. Tanta frutta matura, un po’ di china e spezie, un pelo di alcol. Bocca abbastanza morbida e rotonda ma sicuramente non piatta, volendo lo si può attendere ancora. Alla cieca sparo Roero e incredibilmente ci azzecco…
Gattinara Osso San Grato 2004 – Antoniolo. Frutta fresca e soprattutto tanti fiori, violetta in primis, col tempo esce anche un po’ di origano, per un naso molto elegante e nitido. Bella bocca succosa, ritorni di arancia, scia sapida. Molto godibile, per me migliore della serata.
Gattinara Monsecco 2000 – Zanetta. Il tratto più evoluto si sente, è etereo e ferruginoso, autunnale, tannino ancora deciso, in bocca è più rigido ma anche più corto. Produttore a me sconosciuto… I tratti comuni col vino precedente ci sono, si sente il nord Piemonte.
Barolo vigneto Gattera 1996 – Bovio. Profilo da barolo maturo, anche se gli avrei dato qualche anno di meno, la bocca piena e poco dinamica appesantisce un po’ la beva.
Barolo Sperss 1991 – Gaja. Molto chiuso inizialmente, anche qui si sentono tratti evoluti, con una nota di fungo e spezie, meglio in bocca dove il tannino risolto e levigato dona buon equilibrio. Mai avrei detto Gaja… E’ proprio così in quest’annata?
Barolo 1986 – Bartolo Mascarello. Bottiglia non fortunatissima: torniamo al profilo autunnale, foglie secche e terra, etereo, ma il mallo di noce è lì a far capolino… Meglio in bocca dove è bello pieno e rotondo.
Barolo 19?? – Borgogno. Annata sconosciuta, presumibilmente anni 60 o inizio 70 guardando l’etichetta, e i 13,5 gradi potrebbero far sperare in una buona annata. C’è ancora, dal colore aranciato e tenue ma ancora brillante, chiodi di garofano e spezie, una bella freschezza a sostenere la beva.