de magistris ha scritto:Si tratta di avere dei criteri chiari e trasparenti, che tutti possano capire, per sapere cosa distingue un vino enologicamente corretto da uno da bocciare (per come funzionano attualmente le denominazioni, ben ricordato da gp).
Desiderio comprensibilissimo, però ripeto che la definizione di "vino enologicamente corretto" è purtroppo data per nota e assodata (e immutabile), senza entrare in dettagli. Si potrebbe più realisticamente provare a chiedere che la motivazione delle eventuali bocciature sia più articolata e analitica e non possa utilizzare termini paradossali come "evidente" per evitare di entrare in dettaglio. Questo punto della chiarezza della motivazione non era sviluppato nel primo post su Campania Stories, ma poi tu qui nella discussione l'hai definito il "punto centrale", quindi forse come proposta operativa la condivideresti.
... ancorché (e magari perché) "enologicamente corretti", in certi casi al punto da diventare OEM ("organismi enologicamente modificati") ovvero vini-Dolly. Da noi gli OGM sono banditi, gli OEM purtroppo no.de magistris ha scritto:Io da consumatore vorrei essere garantito su questo, rimanendo poi nella libertà di scegliere le interpretazioni che mi piacciono di più o di meno. Specialmente se non c'è la stessa "severità" su vini totalmente non riconoscibili come Fiano di Avellino