Messaggioda Ziliovino » 25 gen 2014 15:55
Prima riunione del “Seminario Permanente Champagne à gogo”, grande serata, tutta in crescendo:
Champagne Extra Brut Blanc de Blancs Eloquence - Marie Courtin. Verticale e minerale, fin quasi scorbutico, pensavamo erroneamente fosse un BdN senza sembrarlo affatto: frutta gialla e bocca più verticale che di struttura, ancora giovane, bollicina non perfetta. Ottimo inizio.
Champagne Brut Rosé GC – Egly Ouriet. (sb.2011) Qui è invece l’eleganza a farla da padrone, soprattutto in bocca dove c’è anche un po’ di struttura in più, color buccia di cipolla brillante, fruttini rossi e tante rose. Cesellato.
Champagne Brut Premier Cru Ivoire & Ébène 2000 – Aubry. Tanto agrume, molto giovane e anche qui dal tratto elegante, floreale e gessoso, un tocco di mela, bella bocca.
Champagne Brut GC Blanc de Blancs Initiale – Selosse. (sb. 2010) Scorza di agrumi, leggero zenzero, frutta matura, grande sapidità, dal tratto riconoscibilissimo e leggermente in piccolo rispetto al 2003 bevuto poco tempo fa, in bocca è già un piccola bestia. Aspettare qualche anno dalla sboccatura gli fa solo che bene, davvero un ottima bevuta.
Champagne Brut Dom Ruinart 1993 – Ruinart. Questo me lo aspettavo decisamente un po’ più evoluto: colore irreale e brillante, è decisamente una lama, lungo e molto elegante, agrumi e leggero fungo champignon, scorza di limone, sacrifica un pelo di complessità al naso ma che raffinatezza in bocca… Decisamente una spanna sopra al Dom P. pari annata.
Champagne Brut GC Ambonnay 1996 – André Beaufort. Apre su di un leggero melone bianco, bella speziatura, scorza d’agrume, molto composto e dal naso mobile e caleidoscopico. In bocca è invece una bordata acida e salata, senza però accenni ad asprezze, tagliente ma definito, torna una definitissima buccia di mandarino, lunghissimo. Vincitore di tappa e grandissima bottiglia, dovessi dare un numero probabilmente volerebbero punteggioni.
Champagne Extra Brut Blanc de Blancs GC 1999 – Selosse. (sb.2009) Appena ci metti il naso riconosci il produttore, forse il tratto più distintivo è lo zenzero (sbaglio?), in questa versione decisamente candito, tanta frutta gialla matura e sfumature dolci e morbide, pan di spagna. Sorso pieno e corposo, avvolgente, acidità in secondo piano, asfalta tutto e tutti. Forse un po’ eccessivo e pomposo, lascia sicuramente il segno. Il 2003 sfoggia però anche una bella elegnaza.
Sauternes 1988 – Raymond Lafon. Un classico sauternes con pesca sciroppata, amaretto, anche un po’ di floreale, piuttosto elegante e fragrante, tocco balsamico di resine. In bocca è fresco e snello, pulito e cristallino. Fa un po’ a botte con i dolci con le creme, meglio da solo. Col tempo esce un intrigante mix di erbe, canfora ed anestetico/medicinale. Interessante.
Peccato che il mio cellulare abbia le impostazioni della fotografia bloccate su “vista annebbiata/ubriaco”…
"Il successo di tavernello invita a riflettere"
(Anonimo, bomboletta spray su muro)
"Il vino non lo scegli... è lui che sceglie te"