Messaggioda Ludi » 08 ott 2013 17:22
Ieri sera, al BEM, lezione sui bianchi di Borgogna. Si è bevuto:
Droin, Chablis GC Valmur 2011: il meno convincente (ma tutto è relativo) della batteria. Paga l'eccessiva gioventù, e allo stato è ripiegato su gradevoli note floreali e fruttate, anche se nuances di caffè verde fanno intuire che, tra qualche anno, sarà in grado di spiccare il volo.
Billaud Simon, Chablis GC Les Preuses 2008: molto più evoluto, anche se ancora ben lontano dal suo picco di maturità. Qui cominciano ad essere protagoniste le sensazioni minerali, che virano verso la pietra focaia e non disdegnano sconfinamenti in territorio salmastro. Molto lungo.
Bruno Colin, Chassagne Montrachet 1er cru Chevenottes 2009: dopo gli chablis, stacco molto deciso verso note più condizionate dal legno, con tostatura in evidenza e frutta tropicale a iosa. Un filo meno composto di quanto avrei auspicato, ma la materia è tanta e buona.
A. Jobard, Meursault 1er Cru Genevrieres 2008: mi è piaciuto di più. L'avrei a priori previsto come più opulento e ricco rispetto allo C.M., ma viceversa ha sfoggiato grande classe ed eleganza. Veramente un bel vino.
Bonneau du Martray, Corton Charlemagne 2009: qui si è saliti veramente di parecchi punti. Splendido nel color oro pallido, ha declinato con classe immensa tutte le note dell'eleganza, da quelle minerali, soffuse ed aggraziate, ad un agrume dolce ma mai invadente. Freschezza, sapidità, tutto si insegue senza soluzione di continuità in un quadro di mobilità e precisione. Grande vino, che invecchierà per almeno altri 15 anni, probabilmente di più.
M. Morey, Batard Montrachet 2010: certamente più potente del C.C., ma non scende a compromessi su stile ed eleganza. Lo prevedo leggermente meno longevo, ma al contempo al momento da più soddisfazione al degustatore per la nettezza con cui descrive, scandendoli, i classici sentori dei grand cru d Montrachet.