Appena rientrato ... ma da Ivo ci tornerei anche domani non tanto per la sua meravigliosa cantina ma per il cuore grande che ha ... sono giornate che ti commuovono !
Dopo aver smaltito i fumi dell'alcool, perché ovviamente le bottiglie sono state strizzate (che strano, quando i vini sono grandi non rimane mai niente, questo ti fa sempre capire che quando la bottiglia non evapora c'è sempre qualcosa che non va ... anche se la lasci li due giorni sperando che migliori ...

), mettiamo subito due note sui vini ...
Batteria Sangiovese, quando si beve l'etichetta e non il vitigno ... aspettate e non traete conclusioni premature ...
Percarlo 1997 ... Resinoso, cupo, terroso e lievemente smaltato. Una bestia di sangiovese tutta potenza. Entrata non proprio fine, bella struttura in bocca, sia di corpo che tannica, mordace e irriverente. Colpisce ma non seduce. Ci aspettavamo un vino molto più cotto vista l'annata, si sente il caldo del 97 ma ciò nonostante regge molto bene. Se confrontato con i Percarlo delle annate contigue è decisamente più maturo. Pecca quel tannino graffiante e leggermente amarognolo, con un filino di acidità in più sarebbe stato più in beva.
Biondi Santi Ris. 1993 ... Ecco sua maestà il galestro al naso, pietroso e minerale condito con note fresche e mentolate che col passare del tempo si infittiscono. La freschezza è il denominatore comune di questo vino, te la ritrovi dappertutto. Bicchiere elegante, entra deciso e dimostra tutto il suo potenziale, bocca acida e minerale che lo rende spaventosamente in beva, gli manca un filino di frutta per renderlo grandissimo ma ti siede e ti lascia meditare ... condivido quanto espresso dal mio vicino, non è Sangiovese, è Biondi Santi. Siamo ai massimi livelli di definizione, prima al naso e poi in bocca, quando l'imprecisione non è di casa e si sa quello che vuole ottenere. Impressionante la chiusura fresco acido mentolata e il fatto che sia riuscito comunque a creare una grande bottiglia in un'annata sulla carta minore. Ma al Greppo si interpreta sempre al meglio
Pergole 1990 ... Qui invece ci spostiamo nel puttanesco ...

Un vorticoso mix di sentori ti entra nel naso e inizialmente non capisci bene che ..zzo hai nel bicchiere. Frutta sottospirito e terra bagnata si intrecciano a cuoio, pellame, resine varie, estratti di eucalipto e poi ... l'essenza gambelliana !!! Un'entrata suadente che stupisce per quanto si possa poi trasformare in potenza, ogni sorso è leggero e principesco ma un secondo dopo ti ricorda di quanta potenza sia dotato. Impressiona la finezza, la massa tannica ben presente ed integrata, fitta e vellutata, impressiona la dolcezza di frutto (che purtroppo a mio avviso manca in BS), impressiona la componente sapida che rimane soprattutto nel finale, ovviamente lunghissimo. Vita ancora molto lunga per un campione di razza assoluto
Pergole imho vince la sfida per la sua capacità di sedurre nel bicchiere e per l'integrazione di ogni sua singola componente che lo rende grande ora e grandissimo in futuro, non abbiate fretta a stappare (chi ne ha ancora ...

)
Batteria Bordeaux ... ahhhh questi schifosi francesi dai colori irreali ...
Mouton 1995 ... Un naso da Mouton ? MMM ... ciliegia e ribes, ferroso, sanguigno, elegante, cesellato, leggermente pirazinico (ma è giovane ... si farà si farà) ... si è Mouton. In bocca lo definirei l'elegante essenza di Pauillac, per la sua capacità di essere un Bordeaux di razza riuscendo a mantenere un'eleganza alquanto inusuale. Non la ruffianaggine sfegatata dei nostri concentrati tagli bordolesi di oggi, intendiamoci, qui il sorso è leggero e carezzevole, seguito da un'esplosione in bocca di livello. E' adorabile per come seduce il palato, con i suoi tannini al limite del perfetto, ancora ruggenti ma al tempo stesso fitti e setosi, alla dimensione di ogni sorso che impressiona per definizione. La beva è balsamica, definita e assolutamente precisa. Chiude con un finale schifosamente lungo e nel quale indigna la dolcezza del frutto. A trovargli un difettuccio si sente una venetta di "verde" ma sono dettagli ... Tra i grandi Mouton ? Annata da seguire con attenzione ...
Latour 1988 ... Si cambia registro ... L'intensità del naso necessita uno scostamento del bicchiere causa eccesso di impetuosità ... parte fumè ed affumicato per poi virare sul roccioso e minerale. Si stabilizza sul tabacco biondo per poi ... non lo so perché l'ho bevuto tutto ... Ecco la "cattiveria di Pauillac" fin dal primo sorso, non è ruffiano come Mouton ma deciso ed impetuoso. Il sorso è più potente, sempre definito anche se con un altro registro. Impressiona la capacità di Latour di farsi strada nella scia di ogni altro vino bevuto precedentemente. L'ho trovato "stranamente" ancora poco integrato, in fin dei conti ha solo 25 anni, ma si farà ... intanto ci regala un tannino da manuale in quantità esagerata, controbilanciato da una componente acido sapida di livello. Finale lungo e bellicoso ...
Trotanoy 1970 ... Irreale nel colore, definito ed algido al naso, nelle sue note ferrose e speziate. Dopo 43 anni di bottiglia di ritrovi un rosso rubino scintillante nel bicchiere che sussurra, dalla beva elegante e dove tutto è ben integrato. Pecca di potenza rispetto agli altri concorrenti, ha meno carattere ma non passa inosservato. Paga pegno di avere due mostri sacri a confronto. In bocca è un puro velluto, i tannini sono seta, una leggera scia acida rinfresca la beva, chiude deciso e verticale.
Penso sia scontato dire che la brillantezza di questi vini è il preludio della loro grandezza, poi ad ognuno le considerazioni finali con una mia personale preferenza per il Latour per la quintessenza di Bordeaux che mi ha trasmesso
Terza batteria ... Esperienze esoteriche ...
Vin Santo 1886 da Albana di Romagna ... sappiamo che è stato fatto in Romagna ed è dedicato a Mr. Zoffoli, l'etichetta è riportata in foto sopra, non si sa altro ... Non è un vino, è una bibita esoterica dello scorso secolo, un esperimento mal riuscito ...

Infatti secondo me doveva essere destinato alla chiesa locale come succedaneo dell'incenso. Si avete presente quel contenitore che il chierichetto fa ondeggiare in chiesa e che emana quel fumo denso? Ci siamo rivisti tutti da piccoli quando si frequentavano le funzioni ecclesiastiche … In confronto i nasi incensuosi di borgogna sono ridicoli. Il colore è giallo paglierino carico, di una brillantezza assurda. In bocca non disarma per potenza ma ovviamente lascia basiti per la sua bevibilità. Non è né dolce né secco, è decisamente glicerico, sicuramente c’è stata la botrytis (dove sia finita non lo so) ma trovarsi ancora acidità in bocca lascia impressionati. Un rimando minerale nel finale, la terra era buona e le vigne pure … Non avevo mai passato il secolo scorso, ora ho aggiunto una nuova prospettiva al mio piccolo bagaglio culturale
Sherry Jerez … con un’ottantina d’anni sul groppone … Così ci è stato riferito da gentile conferitore di questa perla, dal colore oro antico brillante, con un naso di noce, mallo e frutta secca gravemente impetuoso. In bocca è secco ed elegante, dominato dall’acidità così fervida e salina da renderlo pericolosamente bevibile. Alcolico come di rito, chiude con una persistenza lunghissima e fresca
Da Silva’s Quinta do Noval Porto 1955 … Altra esperienza mistica, il colore è oro rosa antico brillante. Naso sparato di frutta candita, spezie, sbuffi alcolici dolci. In bocca è stratificato … inizia con una bella pulizia generale mentolata, quasi fosse una preparazione, per poi rilasciare uno strato di potenza dove l’aspetto alcolico è contenuto dalla parte zuccherina, il tutto irrealmente sostenuto dalla freschezza. Solo questo ? No … un vino di una definizione assoluta dove tutto è perfettamente integrato. Volevo trovarci un difettuccio sul lato alcolico ma devo starmene zitto vista la tipologia.
Non si può avere una preferenza su questi tre bicchieri, quando si ha la fortuna di poter assaggiare cose di questo tipo bisogna assaggiare, bere, stare zitti e ringraziare !
Un abbraccio a Ivo e a tutti i commensali
PS ... Egio inizia l’operazione sdebitamento, mò ti informo sul calendario …