In attesa di reimbarcarmi per l'Italia, qualche impressione sulle visite effettuate e sui vini bevuti.
In generale, per le condizioni climatiche, la composizione del terreno e la presenza di vitigni autoctoni penso la Croazia abbia potenzialita' enormi, al momento solo in parte espresse. E' decisamente un Paese da tenere d'occhio, con l'auspicio che vinifichi per la qualita' e non per il turismo.
Ma veniamo alle visite.
Vinarija Krolo, nella regione di Trilj, ad ovest di Spalato, e' di proprieta' di un finanziere croato. Cantina nuova, vinifica vitigni internazionali ma anche, relativa rarita', il Crijlenac Kastelanski, ovvero l'"originale" Primitivo/ Zinfandel.
I vini internazionali sono innocui, mentre il CK, assaggiato in rosato ed in rosso, e' interessante: piuttosto leggero, fresco, certo agli antipodi degli Zinfandel di Turley o dell'Es
. Non grido al miracolo, ma e' un vino di carattere.
Proseguiamo da
Suha Punta, a Primosten. Vinificano un solo vitigno, il Babic, in tre versioni: rosato, rosso base, rosso da vecchie vigne. Il rosato mi e' piaciuto moltissimo, l'ho trovato vicino, per intenderci, a quello di Massa Vecchia, intenso e con profumi relativamente scuri. Commercializzano ora il 2010. Notevolissimo anche il rosso di punta: per avere un'idea, immaginate un Montepulciano d'Abruzzo con meno tannino e piu' speziatura pepata. L'enologo e proprietario, Leo Gracin, e' considerato in Croazia un po' come Tachis da noi.
Piccola scoperta causale, l'azienda di
Marko Sladic, nell'interno, verso il parco di Krka. Vini piuttosto ruspanti, ma ci e' molto piaciuto il bianco da vitigno Marastina, che poteva ricordare il Santa Chiara di Bea, con netti profumi di camomilla ed erbe officinali.
Chiudiamo in bellezza con
Vianrija Milos, nella meravigliosa penisola di Pelesjac. Vigneti abbarbicati alla roccia su pendenze da Mosella, esposti a sud verso il mare. Concentrazione estrema, ma il risultato e' veramente notevole. Qui si vinifica solo Plavac Mali, in versione rosato, rosso base, rosso riserva, demi sec e passito. Ci colpiscono in particolare il riserva (assaggiata la 2006, elegante pur nella carica alcolica e glicerica) e 2003 (piu' concentrato, con nette note animali). Buonissimo e goloso il passito, alla cieca poco distinguibile da un Sagrantino di Montefalco di quelli buoni (Antano mi e' soprattutto venuto alla mente). Diciamo che sono vini vicini al modello Es, con tutto cio' che ne consegue in termini di possibile attitudine a provcare divisioni tra gli appassionati.
A parte le visite, tra le bevute a tavola cito il Posip di
Grgich, nettamente salino, il Debit di
Bibich, piu' beverino, e soprattutto il Teran di
Roxanich, buonissimo, in grado di competere con molti rossi friuliani.
Ed ora, la settimana prossima, Loira