Alcuni interventi che ho letto su questo thread sono veramente demoralizanti. Ho fatto anche una breve ricerca sul web imbattendomi in forum a cui partecipano soprattutto ristoratori (es. Intravino) e sui quali ho letto testimonianze ancora più deprimenti.
Fanno capire quanto la cultura veramente liberale e di mercato sia lontana anni luce dalla nostra amata penisola: gli imprenditori, coloro che dovrebbero incarnare lo spirito e la cultura del mercato, del rischio ma soprattutto dell'esaltazione del cliente e della sua soddisfazione, sono invece quasi sempre dei paladini dello statalismo, della cultura medievale della norma, della protezione dall'alto, della sudditanza supina verso l'apparato burocratico. E poi si lamentano che lo Stato li rapina, appropiandosi del 55-60% dei loro guadagni? E' normale: lo Stato li "sevizia" perchè sono SUDDITI e non cittadini, non persone che mettono il cliente e lo sviluppo del loro business al centro dei loro pensieri ma sempre e solo le leggi, le regole ed i vincoli. Vergogna!
Siamo tutti così preoccupati dello Stato che anche l'argomento centrale di questo thread è "esiste una legge che VIETA di portare una bottiglia di vino al ristorante o che OBBLIGA il ristoratore ad accettarla"? Oppure qualcuno (sul blog di Intravino) ha discusso per ore se per essere conformi alla normativa HACCP si debba o meno FAR FIRMARE UNA LIBERATORIA al cliente (

) che decide di portarsi una bottiglia da casa (come suggeriscono quei simpatici bolscevichi, protezionisti, corporativisti e massoni rappresentanti di una nota associazione IMPRENDITORIALE .... [probabilmente imparentati con il caro Leader....

]).
Non lo capite che questo, se continua così, è un paese senza speeeraaaanzaaaa?????Ci fosse stato UNO, no dico
UNO, che si fosse posto davanti al problema con un approccio da vero imprenditore, ponendosi ad esempio la seguente domanda:
consentire ai miei clienti di portarsi la bottiglia da casa, può essere una strategia commerciale e gestionale efficace? Può permettermi di incrementare il giro d'affari e di diminuire lo stock di immobilizzo finanziario (enorme per quei pochi ristoranti che ancora se lo possono permettere) ed incrementare quindi la mia marginalità lorda? Posso essere attraente per la crescente clientela che pone sempre più attenzione al costo procapite a fine pasto? Magari modificando la struttura della mia offerta di vini (solo prodotti entry level a basso ricarico) e lasciando al privato l'onere di portarsi le bottiglie costose?
Posso imparare anch'io a trovare marginalità dal mio core-business (preparare e somministare pasti), invece che da un'attività accessoria come il commercio di vino? (come già fanno milioni di ristoranti in giro per il mondo?)
Le risposte possono essere le più disparate in funzione del target di clientela, la posizione logistica del locale, le altre scelte gestionali, ecc.
In ogni caso sarebbe un esercizio più utile che stare a cercare leggi e leggine che dovrebbero tutelarvi.
Svegliatevi! Per salvarci abbiamo una sola chance: ridurre il peso dello Stato nelle nostre vite, non aumentarlo!!! E se non cominciano gli imprenditori, chi lo deve fare?!?!