Messaggioda apa » 18 mag 2013 10:52
Tengo molto a scrivere qualche riga (in ritardo, solo adesso riesco a trascrivere le note, strappando del tempo ad impegni voraci) per ringraziare i partecipamti all'incontro di domenica scorsa. Ho percepito distintamente durante la mia permanenza da Marco, una sensazione di benessere ed il merito è stato di tutti i partecipanti alla degustazione che hanno saputo costruire il clima ideale per un evento fuori del comune. Il merito principale va al padrone di casa ed alla sua splendida famiglia. Marco è un maestro per educazione, generosità, competenza e cura dei particolari (si occupa di tutto, dalla scelta del cibo migliore per accompagnare i vini, all'accoppiamento scrupoloso ed intelligente delle annate). Qualche pensiero per i partecipanti che conosco di più: un ringraziamento a Tiziano che mi ha recuperato e condotto all'incontro, durante il tragitto ha subito i miei pensieri enologici e ad essi ha risposto con competenza e cortesia. E' anche un uomo notoriamente elegante, sulla creazione e scelta delle sue camicie si sta sviluppando un approfondito settore di ricerca, in cui si sta distinguendo Alessandro che ha raccolto prove documentate che hanno sorpreso lo stesso Tiziano. Nell'occasione ho fatto la conoscenza con Nicola, che si è prestato con cortesia ad essere il vettore finale dell'arrivo a destinazione, si è rivelato un modello di competenza e discrezione per tutta la degustazione. Ho rivisto alcuni tra gli amici che conosco meglio: Andrea, la cui competenza crescente nelle degustazioni cerca di essere esorcizzata da tutti noi con frequenti battute; Massimo, instancabile e generoso nella sua opera di nostro educatore nel campo della birra; Roberto (che si sta formando per un'attività aggiuntiva a quella che svolge attualmente. Infatti, sta perfezionando le sue conoscenze sui mezzi capaci di migliorare l'attività sessuale . L'interesse che ha suscitato a più riprese nell'uditorio fa intravedere un radioso futuro per lui. E' importante, però, che sappia gestire le diverse situazioni che può generare con il suo potere, ad esempio: se c'è la possibilità concreta che gli effetti paventati da diamonddave si concretizzino, in termini di interazioni fisiche tra i partecipanti alle prossime degustazioni, tale possibilità va decisamente scongiurata); Alessandro è troppo desiderato, lo volevano per forza ad una manifestazione sulla vernaccia vicino casa sua, è riuscito a sottrarsi a stento e solo all'ultimo minuto (tra l'altro è molto interessante vederlo interagire con Marco, da cui ha imparato ha organizzare incontri enologici di rilievo, quali le Baroliadi 1996 e Toscana 88-90); diamonddave, grande appassionato di enologia e piacevolissimo uomo che sa animare e rallegrare tutto il gruppo, dotato anche di grande generosità, mi ha gentilmente lasciato l'unica bottiglia vuota che ho mai chiesto in vita mia. Che dire, poi, di un personaggio reclamato a gran voce da alcuni partecipanti e sulla cui inedita assenza molti si sono interrogati? Costui, egregio commentatore di tutti i vini e grande amante dei bianchi, fotografo ufficiale (sostituito da Tiziano, la cui riuscita delle foto testimonia delle sue numerose doti) impegnato altrove (e benevolmente giustificato da Marco), ci ha fatto mancare la sua compagnia e si è perso un gran bel paio di bianchi, oltre gli altri "vinelli", come dalle scarne note che seguono:
I bianchi
- Amour de Deutz 2000: perlage sottile, agrumi, limoni maturi ed i loro fiori freschi, crosta di pane e gesso, non un mostro nella definizione, ma di una piacevolezza notevole. In bocca è fresco, tornano gli agrumi, la fine mineralità che si mantiene in una buona persistenza. Viene molto gradito e finisce subito.
- Meursault 1er "Charme" 1999 Comte Lafon: giallo luminoso, colpisce subito alla prima olfazione per la sua grande intensità, pesche mature, cedro, noccioline tostate ricoperte di miele, una buona acidità porta al naso una mineralità intensa unità a note saline. In bocca fa il suo ingresso intenso, appropiandosi di tutto il cavo orale con il cedro e la polpa di pesca che si integrano con una bella mineralità sapida dalla grande persistenza. Grande interpretazione di un'annata baciata dalla natura.
- Batard Montrachet Ramonet 2006: giallo luminoso, grande eleganza olfattiva, melone e pera, la vaniglia si percepisce, così come un sbuffo di spezie ed una nota calcarea. Il palato avverte subito la ricca componente fruttata, con note dolci integrate con una netta e profonda sapidità, solo lievemente coperta da una nota alcolica leggermente accentuata. Molto lunga la persistenza che conferma la sensazione di eleganza e di ammirazione che nutriamo per questo vino ed il suo grande produttore.
Prima batteria:
- Biondi Santi Annata 2007: TCA, non giudicabile. Una sfortuna, perchè Marco con grande intelligenza voleva proporci l'annata più recente, ed una fortuna al tempo stesso perchè il padrone di casa l'ha sostituita con una splendida 2001.
- Biondi Santi Annata 2001: colore rubino luminoso, colpisce subito per la fresca acidità la presenza di un frutto fragrante composto da mirtilli e ribes, poi le note di cioccolato con la sua componente dolce in evidenza, quindi prevalgono la componente balsamica ed un richiamo al tabacco dolce. In bocca è deciso, avvolgente, tornano le spezie, un cenno di curry, pepe bianco e un'evidente sapidità. Tannini fini e ben integrati, nonostante l'evidente gioventù.
- Biondi Santi Annata 1993: all'esame visivo mostra una bella veste di un rubino pieno di luce, naso elegante con discreti sentori di arancia, segue un profumo di erba essiccata, sassofrasso, cioccolato speziato, anice. In bocca si percepisce una discreta acidità, che veicola una struttura tannica sottile ed, apparentemente più scarica rispetto agli altri vini con cui è confrontata. In realtà si tratta di un prodotto elegante e tra le migliori realizzazione del suo anno.
- Biondi Santi Annata 1985: rubino luminoso, struttura olfattiva di grande complessità, sentori di arancia succosa, cioccolato amaro, tiglio, mallo di noce. In bocca è coerente, la potente acidità richiama ancora il succo di un agrume rosso, avvolge il palato e non lo vuole più lasciare, con le sue componenti minerali e calcaree, unite ad una grande sapidità. Per giudizio unanime, il miglior vino di questa batteria.
- Biondi Santi Annata 1974: conserva una buona trasparenza nella sua veste rubino, si avvertono elementi olfattivi legati ai fiori secchi, al sottobosco, al fieno. Le sue componenti speziate e dolci rimandano, poi, al catrame bagnato, alla corteccia. In bocca è potente, i tannini creano un impatto gustativo inizialmente un pò duro, per ammorbidirsi poi in una complessità minerale e salina. Molto buona la persistenza.
- Ringer : Brunello di Montalcino Fattoria Camigliano 1975: poco considerato nel confronto con gli altri partecipanti della prima batteria ai quali paga il pegno di una minore finezza, ma si tratta di un bel vino, scelto con intelligenza. Si rivela integro nella sua veste rosso cupo, con striature granato. Ha una bella apertura su tonalità di ciliegia matura, fieno, terra bagnata, cardamomo. si avverte anche una tenue mineralità salina. In bocca è vivo, con componente acida che ne ravviva la beva piacevole, con tannini ben integrati ma non troppo fini, in un contesto minerale in cui le note terziarie presenti si integrano in un insieme armonico.
Una nota sui tappi: tutti in eccellenti condizioni, eccetto che per il ringer. I tappi delle riserve sono in media circa cm. 0,5 più lunghi dei corrispondenti delle annate. Il tappo della 1955 è di una consistenza fuori dal comune, integro, testimonia una perfetta tenuta.
Seconda batteria:
- Biondi Santi Riserva 1993: veste cromatica di un bel rubino chiaro, naso elegante con profumi delicati di buona pulizia: tabacco biondo e sottobosco, piccoli frutti rossi maturi e resina, sottile nota mentolata che rende fine l'insieme aromatico. In bocca entra sottile e si espande sul palato con un una discreta struttura tannica, confermando l'impressione di una beva elegante, segnata da una componente fruttata sussurata, un cacao dolce e terroso, una balsamicità tenue e preziosa. Ha una maggiore profondità e persistenza rispetto all'annata corrispondente assaggiata nella prima batteria.
- Biondi Santi Riserva 1985: bel colore rubino profondo che precede, nell'esame del vino, la percezione di un corredo aromatico imponente per complessità, ricchezza e potenza: prima giungono degli aromi che richiamano la buccia della pesca, che si integrano con una florealità balsamica, cui si aggiungono sentori di bergamotto, tamarindo, cuoio, radici, corteccia, ruggine. Ha un ingresso in bocca potente in cui rivela una complessità tannica straordinaria ed equilibrata, prevalgono la ricchezza del frutto, descritta con precisione dal naso, ed una mineralità sapida e piena con un finale lunghissimo. Un fuoriclasse, il miglior vino della batteria ed alfiere di una grande annata in Toscana.
- Biondi Santi Riserva 1969:
Rubino profondo, al naso rivela una speziatura delicata, pietre scaldate, camino spento, cenere e rosa appassita, ardesia, radice di liquirizia, bacche, catrame vegetale. L'esperienza gustativa ci rivela un vino ancora vivo, integro, coerente con il suo corredo aromatico, avvolge il palato e vi rimane a lungo dopo la deglutizione, con una prevalenza di elementi minerali, una tenue speziatura e note terziarie che ci parlano di un vino maturo che esibisce con giusta fierezza la propria dignità al trascorrere del tempo.
Marco ci ha detto che è un vino che piaceva a Franco. Forse perchè, oltre che essere un grande vino, gli ricordava il padre. Dovrebbe essere l'ultimo vino fatto da Tancredi che era entrato in cantina negli anni venti per lasciarla temporaneamente nel 43 e riprenderla alla fine della guerra, regalandoci vini e riserve straordinarie, fino all'anno della sua scomparsa, avvenuta nel 70. Oggi ci sarà un altro vino che porta la sua firma, l'ultimo rosso.
Terza batteria:
- Biondi Santi Riserva 2001: rubino concentrato. Grande ricchezza olfattiva con tenui sentori floreali, geranio, nette note fruttate di ciliegia e polpa di pesca subito seguite da tabacco dolce, spezie dolci, ed erbe aromatiche, acidità e gioventù scalpitante. In bocca l'attacco alcolico è piacevole ma netto, un'acidità notevole e tannini stratificati ma ancora non perfettamente integrati rivelano struttura imponente che si impadronisce del cavo orale e lo conquista con le sue eleganti componenti fruttate e minerali ben integrate, persistenza lunghissima dalla bella tonalità sapida.
- Brunello Case Basse Riserva 2001: rubino molto concentrato, bella conferma di un vino che al naso sorprende per una florealità precisa fatta di viola e rosa canina, la componente fruttata è altrettanto precisa con aromi di visciole e ciliege di Vignola, alternate ad una speziatura degna dei migliori Case Basse. L'esperienza olfattiva continua e si arrichisce con sentori di alloro, una soffusa balsamicità e poi, ancora, iodio, scatola di sigari e fiori secchi, cenere, dà l'impressione di una grande ricchezza che viene ribadita in bocca con una concentrazione notevole costituita da tannini fini che danno forma ad una struttura complessa e ben integrata nel contesto del vino, in cui le componenti olfattive tornano in un abbraccio avvolgente che inizia a centro bocca e continua con una progressione minerale e sapida di raro equilibrio e lunga persistenza. Appare come il vino migliore di questa batteria.
- Gevrey Chambertin Lavaux S.Jaques 1er 2001 Claude Dugat: veste di un bel rubino concentrato con riflessi luminosi. Il naso è opaco con sentori poco gradevoli che fanno formulare diverse ipotesi sulla loro origine, lentamente, con l'ossigenazione mostra arrivano aromi più puliti di fieno, midollino, ceramica. L'esperienza gustativa non è molto penalizzata dal corredo aromatico. In bocca il vino rivela una bella acidità che mitiga l'evidenza dell'alcool, ha tannini fini e complessi ed una componente minerale di buona complessità. Significativa la persistenza e la percezione della complessa trama tannica. Si parlava ancora di questo vino verso le 18, ben oltre il termine della degustazione, e ricordavamo i suoi miglioramenti all'olfatto con il passare del tempo, quando Nicola, tra la sorpresa dei pochi rimasti, ha estratto dal suo contenitore di bicchieri, un calice con ancora un po' di questo vino rimasto e si è rivelato un naso pulito in cui si era affacciata una componente floreale con sentori di lillà e viola ed un bel frutto fresco di piccoli frutti rossi. Esperienza singolare ed arricchente, con un vino che all'inizio dell'esame era difficilmente giudicabile nella sua veste aromatica.
- Monfortino 2001: bel colore rubino chiaro, luminoso. Appare in una fase leggermente meno comunicativa che in passato, sembra aver portato avanti un movimento di introversione che fa appello alla nostra pazienza e capacità di cogliere le sue grandi doti che tendono a nascondersi. Rimane, però, un campione di eleganza che più passa il tempo nel bicchiere e più rivela timidamente i suoi sentori di petali di rosa, buccia e polpa di agrumi rossi, spezie, incenso, aloe, erba falciata e lasciata a seccare al sole, sentori di menta ed una sottile nota marina. In bocca è equilibrato e potente, dotato di una fresca acidità con tannini finissimi che forniscono la percezione di un'incredibile complessità. Finale lunghissimo, da grande vino.
Batteria dei vini dolci:
- Moscadello di Montalcino Vendemmia Tardiva 2008 Col D'Orcia: colore giallo oro concentrato, buona complessità aromatica con scorza d'arancia amara candita, dattero, tintura di iodio, fiori essiccati, caramella d'orzo. In bocca è equilibrato, sapido, richiama il tabacco, il te, lo iodio. Lunga persistenza.
- Muffato della Sala 2007: già ben conosciuto per le sue doti fin dalla comparsa, circa tre anni fa, ha mantenuto le aspettative, fin dalla sua veste cromatica color giallo oro carico, ed i suoi sentori di ginestra, zafferano, orzo, albicocca matura ed agrumi canditi, miele d'acacia. In bocca ha una buona acidità che sostiene le note zuccherine con un richiamo al caramello, all'orzo ed ad unaa nota iodata di bella precisione. Molto lunga la persistenza.
- Passito di Corzano & Paterno 1998: oro antico ambrato, grande complessità ed eleganza aromatica con un registrato floreale caratterizzato da fiori di camomilla e ginestra ed un frutto dolce ed agrumato segnato dal miele, dal chinotto, dal tamarindo, in evidenza anche una nota balsamica cui si unisce un netto sentore di incenso. In bocca è potente e delicato, sostenuto da un'acidità ancora viva ed un finale lunghissimo. Per complessità ed eleganza, il vino migliore nella batteria dei dolci.
In una sezione riservata:
- Biondi Santi Riserva 1955: ancora luminoso nella sua veste rubino con ampi riflessi granato. All'esame olfattivo si intuisce subito una complessità sussurrata che rivelerà una ricchezza di aromi interminabile, per tutta la sua permanenza nel bicchiere. Condivide, con capolavori enologici di altri luoghi, una ricchezza senza fine, dispensatrice di elementi olfattivi non numerabili, bisogna solo avere la pazienza di aspettarli e coglierli. I primi sentori sono di una delicata dolcezza: tabacco dolce, rose essiccate, fave di cacao di un cru sudamericano lavorate in toscana, seguiti dalla percezione di una fine speziatura di curry, zenzero ed ancora un lieve richiamo alla liquirizia, al cuoio, infine giunge prepotente l'incredibile timbro balsamico, mentolato, vero denominatore di un vino eccezionale, in cui le note minerali e calcareee presenti si integrano con sottobosco, china, fiori appasiti, bacche, ruggine, ferro, radici, rendendolo di una complessità unica. In bocca è di una coerenza esemplare, commovente, entra delicato con la sua fine nota speziata ed aromatica, strati infiniti di un tannino finissimo si espandono nel cavo orale per non lasciarlo più, insieme ad una tenue nota fruttata ancora presente con una purezza e precisione che lasciano sconcertati, l'acidità è ben apprezzabile e sostiene una mineralità delicata, una sapidità lieve ma precisa che arricchisce un quadro gustativo che riporta alla ricchezza di una terra straordinaria.
L'equilibrio e la complessità incredibile delle sue componenti caratterizzano l'impressione indelebile che questo vino lascia nella memoria. Questa riserva, questa bottiglia, valgono un viaggio, costituiscono un momento centrale della mia esperienza enologica, in una data evocativa. Tra gli elementi che hanno contribuito alla incredibile riuscita del vino, ci sono l'andamento stagionale e la conduzione della cantina da parte di Tancredi Biondi Santi. In quell'annata, ad una primavera piuttosto piovosa ha fatto seguito un'estate calda. Un'estate in cui giovani donne coronavano un sogno che avevano nutrito fin da bambine, guardando i loro piccoli appena nati, un'estate in cui le uve hanno avuto il tempo di maturare sane, per essere consegnate integre ad una vendemmia classica. Tancredi di vini straordinari ne aveva già realizzati tanti, il suo modo di lavorare e di interpretare la produzione del brunello è stato un modello per Franco ed il punto di riferimento, ancora oggi e per sempre, per tutta l'area di Montalcino. Grazie Marco per aver permesso e condiviso con noi quest'esperienza che avrebbe reso felice Franco, la persona cui abbiamo voluto rendere omaggio.