Messaggioda Ludi » 02 apr 2013 09:34
Berlucchi, Cuvée Imperiale Millesimato 2004: dopo alcuni assaggi davvero deludenti, questo spumante sembra finalmente aver trovato la propria strada. Bello il naso di crema pasticcera, acacia, tiglio, croissant e fiori di campo, e la bocca cremosa e mielata. Rimane tuttavia decisamente eccessiva l'assegnazione dei cinque grappoli. 88
Chateau Lalande Borie, St. Julien 2008: chateau minore di grande produttore in annata media: in genere garanzia di buon rapporto q/p, ed in effetti a 12 € a bottiglia ci si può senz'altro stare. Molto fruttato al naso, comincia a rivelare note di scatola di sigaro, carne cruda e noce moscata, con bella persistenza finale su note di boero. Il legno è ancora avvertibile (e da l'idea che lo sarà ancora per un pò). 88
Chateau Beau Sejour-Becot, St. Emilion 2000: qui chiaramente siamo su un altro pianeta, sia per chateau che per annata. Ed il naso non delude: ribes, mirtillo, poi scatola di sigaro, grafite, caffè arabica, cacao, menta, pepe di szechuan e chiodo di garofano. Impressionante la lunghezza e la verticalità in bocca. 92
La Stoppa, Vigna del Volta 2006: uno dei miei vini dolci italiani del cuore. Non delude mai, con i suoi profumi di mela cotogna, iodio, caramella d'orzo, tenuti in equilibrio da mineralità salina ed esuberante freschezza. Va via in un attimo. 93
Vodopivec, Vitovska Classica 2006: anche qui mi perdonerete la parzialità, ma i vini di Paolo mi piacciono da impazzire. Il colore è un ammaliante e cristallino ramato, ed il naso regala note fruttate ma anche netta ruggine, pepe bianco, menta ed anice, su uno sfondo di erbe amaricanti. Bocca nella quale il dolce grip tannico si sposa con mineralità e freschezza; mai scomposto, e corente sino all'ultima goccia. 93
Zind Humbrecht, Pinot Gris Clos Windsbuhl 2000: classico esempio di vino di quasi impossibile abbinamento. Il frutttato intenso (albicocca, pesca gialla matura) e le note mielate sono tenute in perfetto equilibrio dalla mineralità gessosa, ma il percepibile residuo zuccherino e la gradazione alcolica rischiano di asfaltare qualsiasi cibo che non abbia una persistenza speziata importante. Buonissimo, comunque, anche da solo. 92
Dettori, Chimbanta 2007: emblematico nelle sue note di frutti di bosco e macchia mediterranea, eucalipto e pepe, bacche di mirto schiacciate e chiodo di garofano. Il naso lascia veramente ammaliati. Peccato per una leggera scissione alcolica nel finale di bocca, ma del resto con 17.5° è difficile sia altrimenti. 90
J. Perrier, Champagne Cuvée Royal Brut NV: veramente un bello champagne, e ad un prezzo ottimo. Al di là delle classiche note di crema, tiglio, erbe di campo, mi ha colpito la bellissima nota di zest di arancia amara ed un finale di bocca che ricorda nettamente l'idromiele (chissà se ve ne era nel liquer d'expedition). 91
W. Fevre, Chablis GC Les Preuses 2002: visti produttore, annata e cru mi attendevo faville. Invece il vino è chiuso come un riccio, e regala al naso solo pallide note gessose e di fiori di limone, con un sottofondo soffusamente mielato. Anche in bocca non scalpita, e comincia apririsi solo dopo un'oretta nel bicchiere (quando la temperatura è ormai intorno ai 18 gradi). N.G.
Chateau de Mont Olivet, CdP Cuvée du Papet 1998: emozione pura. Dopo un impatto di mora, mirtillo e fragola, si apre su un ventaglio di sensazioni terziarie di camino spento, incenso, acciuga, fungo, scatola di sigaro, per poi tornare subitaneamente su note di menta, pepe e macchia mediterranea. La bocca, di impressionante salinità, continua il giocoso contrasto tra sensazioni fruttate e note terziarie, che si chiude con il più entusiasmante dei pareggi. 96, e sono stato severo.
Chateau Bastor Lamontagne, Sauternes 2005: svolge bene il compito di chiudere il pranzo pasquale, con classiche note iodate e di zafferano, buona freschezza e ottima lunghezza. Non è d'Yquem, ma non si può avere tutto. 88