- Bricco Asili '88 Ceretto: qualcuno disse , se ricordo bene e parafrasando alcuni commenti che mi diverto a captare, che è partito "molto chiuso". Avendo la "fortuna" di mescere così tante bottiglie a così tanti intervenuti, arrivavo ad assaggiare i vini che erano al giusto stadio di ossigenazione, per cui questa chiusura, soprattutto in questo caso, mica l'ho sentita per niente. Anzi. sarò pure di parte, ma Ceretto ancora una volta ha urlato, così come nelle annate ante 1990, tutto il suo superbo valore. OK, non avevano l'algida superbia di superiorità delle inarrivabili 1978, sua migliore annata in assoluto, ma anche questa 1988 non scherzava affatto. Colore classicheggiante anzichenò, una bella nota aranciata sull'unghia dava la sensazione della ruga d'espressione di maturità avvenuta, aveva un naso di uno sfaccettato come difficilmente ci è dato sentire. Soprattutto di un'acutezza inusuale per un Nebbiolo. Indimenticabile la bocca, drappo di seta pura. Uno dei bicchieri che mi sono ingollato senza pudore né ritegno e questo, come sempre, è indicatore fondamentale, mentre il resto è poesia ...(
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- Bussia '85 Prunotto: ...chevvidevo dire. Forse una delle bocce con meno aspettative che , invece , si è aperta come coda di pavone regalando magnifiche sensazioni. Devo però ammettere che la percezione è stata un pò falsata dall'ordine di servizio, ormai alla fine, capendo assolutamente chi l'ha bevuto distrattamente. In realtà l'ho trovato di grande integrità e di bella e poetica struttura, fiero nel suo incedere e tutt'altro che disprezzabile al palato. Il veloce avvitarsi su se stesso dopo una mezz'oretta , secondo me, è anche per il maltrattamento inevitabile dovuto all'apertura espressa e , immagino, al viaggio che ha dovuto patire al quale un equlibrio biochimico instabile come un vino di quasi trent'anni non dovrebbe mai essere sottoposto...(
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- Tetti di Neive '78 Scarpa: una boccia "andata" e con tappo subdolo,la seconda bottiglia, per fortuna, quasi emozionante per la delicatezza e finezza con cui s'è proposta. Vino da bersi assolutamente da solo, senza nessun orpello alimentare di supporto, ma necessitante una fase di meditazione quasi solitaria per interpretarne tutte le svariate sfumature. Scarpa era un grande e lo dimostra. Avessimo assaggiato solo la "bottiglia sfigata" avremmo detto che è un cazzone: invece ha dimostrato tutto il suo valore, seppur in maniera sussurrata. Colore quasi lunare, naso di sottobosco nobile, fungino , di humus, di tabacco, di corteccia... bellissimo ...(
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