Alberto ha scritto:Ripresa degli incontri col botto per il nuovo anno al Bistrot de Venise, con un paio d'ore ieri pomeriggio in compagnia dei vini di Joseph Hofstätter (cantina che non ha molto bisogno di presentazioni... ).
L'enologo aziendale di sempre Franz Oberhofer ha proposto le 5 etichette di punta, con anche un paio di excursus su annate passate (in formato magnum, per giunta). Nell'ordine, si è bevuto:
Barthenau Vigna S. Michele, 2011 (13,5%)
Da qualche anno ha abbandonato il vecchio uvaggio con chardonnay e sauvignon ed è invece proposto come pinot bianco in purezza, vinificato in botte grande senza lieviti selezionati. Paglierino-verdolino chiaro. Naso iniziale con una mela verde netta e paradigmatica, poi affiancata da una nota nocciolata (arachide?), da un floreale bianco fresco e da lontani ricordi autunnali, di champignon e di mallo di noce, più evidenti con l'alzarsi della temperatura; una certa finezza complessiva, comunque. La sottigliezza apparente del naso è contraddetta da un attacco di bocca piuttosto grassoccio e maturo, più sul frutto giallo, con l'acidità un pelino nascosta. Non corto, però. Buona riuscita "di tecnica" in un'annata potenzialmente così-così, gli lascerei una porta aperta per un'evoluzione positiva nei prossimi 3-4 anni perché è senz'altro un vino equilibrato.
Kolbenhof, 2012 (14,5%)
Gewurztraminer storicamente di classe top, qui in annata secondo me piuttosto carica. Color oro chiaro. Naso non molto definito, nel senso che la florealità varietale è affiancata da note agrumate piuttosto vaghe, ma c'è più che altro una sensazione di compressione e sfuocatura aromatica data secondo me dall'estrema gioventù. Attacco di bocca molto grasso, segnato da una vena di carbonica residua, sviluppo leggermente "pomatato", con note floreali di lavanda (in continuità col naso) piuttosto intense. Ci sono comunque l'acidità giusta per bilanciare (Oberhofer dice poco sopra i 5 g/l, che non è poco per la tipologia), e soprattutto una vena minerale e salina sotterranea che allunga bene il sorso, e che penso possa uscire pienamente fuori nei prossimi anni con la sosta del vino in bottiglia; attualmente è davvero troppo giovane e magmatico per poterlo giudicare al meglio.
Steinraffler, 2008 (13,5%) - Da magnum
Lagrein in purezza. Rubino piuttosto chiaro con tenui riflessi violacei giovanili. Naso nitido, preciso, vagamente "distaccato", sul frutto scuro con una punta di dolcezza; assenti del tutto note animali o terrose. Ingresso di bocca quasi sottile e prosecuzione sul tema agilità piuttosto che muscoli (anche se l'acidità non è che sia particolarmente in evidenza), col frutto che prima si schiarisce verso una ciliegia di bella succosità, poi ridiventa scuro, quasi prugnoso, e dei tannini nel complesso parecchio arrotondati; nel frattempo con un po' d'aria esce a latere un discreto coté affumicato, sia al naso che al palato. Finale di cacao amaro in polvere. Un lagrein un po' "furbetto"?
Yngram, 2005 (13,5%) - Da magnum
Maggioranza dei due cabernet (con più franc che sauvignon), con saldo di petit verdot e syrah. Rubino scuro e compatto. Naso che parte con una scissione tra note verdi e maturità del frutto scuro che ci mette un po' a ricomporsi; nel tempo il primo aspetto si fà da parte a vantaggio di frutto sicuramente ben definito e vivace, sebbene sempre molto scuro. Anche flebili tocchi olivosi. Palato muscoloso, balsamico e leggermente tabaccoso, non eccessivamente vegetale; liquirizia netta sul finale e in retro-olfattiva. Vino solido, quasi squadrato, anche nei tannini che alla fine risultano abbastanza rigidi. Molto giovane nel complesso, complice anche il formato.
Barthenau Vigna S. Urbano, 2010 (13,5%)
Finalmente col più celebre (forse) dei blauburgunder altoatesini arriva l'atteso cambio di passo e di registro: gran vino, ora e per un futuro prevedibilmente non breve. Rubino brillantissimo, un colore davvero da manuale per un pinot nero giovane. Il naso è onestamente perfettibile, nel senso che ha già una certa ampiezza di spunti (partenza con una netta nota di argilla umida e tocchi di sottobosco, poi arancia sanguinella e cola, poi in terza battuta si impone la fragolina) ma l'intensità in questa fase non è al massimo, diciamo che i profumi non saltano fuori dal bicchiere, ma li devi un po' cercare. La bocca però è qualcosa di clamoroso e mai sentito in un BB giovane: tesa, nervosa, lunghissima, agrumatissima, con un tannino fine fine ma ben "grippante"; sono il primo (e lo dico) a non gradire i paragoni esterni, ma qui si nebbioleggia alla grande. Magnifici l'equilibrio e nitidezza delle sensazioni. Annata di grazia!
Nota di merito generale: legni di affinamento molto ben gestiti (un piccolo esubero boisé, peraltro portato con estrema eleganza, a ben vedere c'è solo sul giovanissimo BB Barthenau).
Alla prossima!
Grazie, splendide note.
Son contento che il Barthenau S.Urbano sia tornato ai livelli per cui è diventato famoso. Speriamo che anche in cantina abbiano calato un po' l'altezzosità.