The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2025

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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 02 giu 2024 11:33

L_Andrea ha scritto:Sono curioso della ricetta del sugo, mi daresti qualche informazione in più?


Non è una mia ricetta ma di Viola Leporatti la chef videoblogger conosciuta sui social come @violainthesky
Il procedimento è molto semplice. Devi solo avere la pazienza di lavare e snocciolare almeno 10 -12 ciliegie mature per ogni persona per cui cucini. Una volta snocciolate, taglia le ciliegie a striscioline e mettile da parte. In una padella molto capiente metti il guanciale a sudare a fuoco bassissimo. Io lo taglio a strisce lunghe e sottili e ne metto circa 80-100 grammi a testa (peso netto dopo aver tolto la cotenna e la parte esterna ricoperta di pepe).
Dopo che ha "sudato" bene il grasso io alzo la fiamma e faccio diventare leggermente croccante le striscioline di guanciale per poi toglierlo lasciando solo il grasso liquefatto nella padella. Se prima avevi tolto la parte esterna con il pepe non avrai neanche bisogno di filtrare il grasso.
A quel punto ci "sbomboli" dentro le ciliegie insieme a un paio di foglie di salvia per ogni commensale ed una robusta presa di sale fino. Nel frattempo avrai messo a cuocere la pasta che porterai esattamente alla metà della cottura prevista. Una volta che le ciliegie si saranno insaporite bene, versi in padella un paio di bei bicchieroni di whisky, lasciando che la parte alcolica evapori completamente. Assaggia il sugo di ciliegie per valutare che ci sia un giusto equilibrio dolce-salato, se serve aggiungi ancora un pizzico di sale.
Trasferisci a quel punto la pasta ancora bella al dente nella padella e risotta fino a quando non sarà completamente cotta. Se le ciliegie sono mature rilasceranno la loro acqua e non avrai bisogno di aggiungere acqua di cottura. Quindi dopo 3-4 minuti in padella, potrai impiattare aggiungendo una bella spolverata di parmigiano reggiano.
Il piatto gioca sull'equilibrio dolce-salato che deve essere centrato bene per non lasciare che la ciliegia sposti troppo il sapore sulla parte dolce.
Ieri sera non ho avuto tempo ma si potrebbe migliorare l'impiattamento usando un coppapasta e preparando in anticipo una polvere di ciliegie disidratate con l'aggiunta di un po' di sale minerale e abbondante pepe fresco.
Buon appetito!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda L_Andrea » 02 giu 2024 13:23

Non avevo mai preso in considerazione l abbinamento pasta con frutta, ho sempre preferito usare il riso perché lo percepisco meno "dolce" della pasta.
Farò comunque un tentativo
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda maxer » 02 giu 2024 13:35

...
melanzane a tocchetti ?
olive taggiasche denocciolate ?
...

ho vinto qualchecozzza ? :roll:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 22 giu 2024 21:55

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Versante nord 2020 Eduardo Torres Acosta
Leggermente tordido alla vista ma anche per questo affascinante, naso valentiniano di cereali leggermente tostati, pesca matura e un bel po' di erbe provenzali, bocca leggermente piccante, salatissima, tipicamente vulcanica, il poco alcool invita alla beva, la retro è abbastanza lunga e coerente con il naso ma con le erbe in primo piano. Finisce con un leggero amaricante-mentolato originale ed estremamente piacevole. Promosso.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 29 set 2024 12:47

È importante la luce nel vino: io ho sempre dei sospetti quando, versando vini maturi nel bicchiere, non vedo quel riflesso magico, quella scintilla rubino che mi colpisce, anche solo fugacemente, l'occhio. Quando vedo quella luce esaltata e moltiplicata dal colore del vino sorrido: le mie aspettative nei suoi confronti salgono e raramente sono rimasto deluso in presenza di quello scintillio.
È quello che mi è capitato ieri di fronte all'ennesima bottiglia di Tre Tine 2011 di Beppe Rinaldi. Questo vino non delude mai! Sul colore non credo di dover aggiungere altro se non che le meravigliose nuances granata ancora si intrecciano con i riflessi rubino creando un quadro visivo mobile e vivido. Al naso è meno sfacciato, decisamente più "piemontese" schivo e leggermente introverso come i suoi autori, Beppe e Marta per l'appunto. Il corredo olfattivo è da Barolo classico ma buono con l'anguria che si è fatta sempre più nitida e matura con il crescere dell'ossigenazione. Arriva però il momento del sorso e lì arriva l'esplosione sul palato che solo i grandi vini ti concedono: gerani, rose e karkadè ma anche tanta frutta con arancia rossa, melograno e ancora anguria. Un tocco di cenere a ricordare che siamo a Barolo e che il tempo è un incedere inarrestabile anche per i più giovanili. Il tannino c'è ma è avvolto nel velluto: accarezza, massaggia e tonifica la lingua e il palato con una precisione chirurgica. Una freschissima acidità perfettamente integrata sostiene tutta questa carezzevole materia con discrezione ma con totale fermezza.
Appartiene a quei vini che non ti stancherei mai di sorseggiare, che vorresti come compagni di riflessione per una notte intera, che ti rendono la vita meno amara quando devi rassegnarti ad accettare che non vedrai mai più una persona cara con cui hai condiviso più di vent'anni della tua vita. Anche in questo vino ci vedo delle similitudini: lontano dal clamore, sottovalutato da tutti ma con la stoffa del fuoriclasse. Era la mia ultima bottiglia, proprio come per te è stato "l'ultimo giro di giostra". Alla tua memoria!


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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda supersonic76 » 29 set 2024 19:44

Wineduck ha scritto:È importante la luce nel vino: io ho sempre dei sospetti quando, versando vini maturi nel bicchiere, non vedo quel riflesso magico, quella scintilla rubino che mi colpisce, anche solo fugacemente, l'occhio. Quando vedo quella luce esaltata e moltiplicata dal colore del vino sorrido: le mie aspettative nei suoi confronti salgono e raramente sono rimasto deluso in presenza di quello scintillio.
È quello che mi è capitato ieri di fronte all'ennesima bottiglia di Tre Tine 2011 di Beppe Rinaldi. Questo vino non delude mai! Sul colore non credo di dover aggiungere altro se non che le meravigliose nuances granata ancora si intrecciano con i riflessi rubino creando un quadro visivo mobile e vivido. Al naso è meno sfacciato, decisamente più "piemontese" schivo e leggermente introverso come i suoi autori, Beppe e Marta per l'appunto. Il corredo olfattivo è da Barolo classico ma buono con l'anguria che si è fatta sempre più nitida e matura con il crescere dell'ossigenazione. Arriva però il momento del sorso e lì arriva l'esplosione sul palato che solo i grandi vini ti concedono: gerani, rose e karkadè ma anche tanta frutta con arancia rossa, melograno e ancora anguria. Un tocco di cenere a ricordare che siamo a Barolo e che il tempo è un incedere inarrestabile anche per i più giovanili. Il tannino c'è ma è avvolto nel velluto: accarezza, massaggia e tonifica la lingua e il palato con una precisione chirurgica. Una freschissima acidità perfettamente integrata sostiene tutta questa carezzevole materia con discrezione ma con totale fermezza.
Appartiene a quei vini che non ti stancherei mai di sorseggiare, che vorresti come compagni di riflessione per una notte intera, che ti rendono la vita meno amara quando devi rassegnarti ad accettare che non vedrai mai più una persona cara con cui hai condiviso più di vent'anni della tua vita. Anche in questo vino ci vedo delle similitudini: lontano dal clamore, sottovalutato da tutti ma con la stoffa del fuoriclasse. Era la mia ultima bottiglia, proprio come per te è stato "l'ultimo giro di giostra". Alla tua memoria!


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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda vinogodi » 29 set 2024 20:33

Wineduck ha scritto:È importante la luce nel vino: io ho sempre dei sospetti quando, versando vini maturi nel bicchiere, non vedo quel riflesso magico, quella scintilla rubino che mi colpisce, anche solo fugacemente, l'occhio. Quando vedo quella luce esaltata e moltiplicata dal colore del vino sorrido: le mie aspettative nei suoi confronti salgono e raramente sono rimasto deluso in presenza di quello scintillio.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda littlewood » 29 set 2024 20:44

vinogodi ha scritto:
Wineduck ha scritto:È importante la luce nel vino: io ho sempre dei sospetti quando, versando vini maturi nel bicchiere, non vedo quel riflesso magico, quella scintilla rubino che mi colpisce, anche solo fugacemente, l'occhio. Quando vedo quella luce esaltata e moltiplicata dal colore del vino sorrido: le mie aspettative nei suoi confronti salgono e raramente sono rimasto deluso in presenza di quello scintillio.
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...i 2011 epocali, per Citrico, poetici e' dir poco... 8)

E' forse l' annata che piu' ho trovato aperta fin da subito ..non forse da lunghissima durata ma certamente mooolto buona con una gestione magistrale di quell' estate con un' agosto torrido. Ma qui la grande gestione del verde di Carlotta ha fatto credetemi la differenza! Un nostalgico ricordo di Beppe....
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 30 set 2024 07:26

Comunque qualcos'altro si è bevuto sabato... 8)
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Nexus1990 » 30 set 2024 08:43

Wineduck ha scritto:Comunque qualcos'altro si è bevuto sabato... 8)
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Note su richiesta

Io sono curioso del Grèal 2011, se non altro perché anche io ho bevuto la mia un paio di mesi fa :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda zampaflex » 30 set 2024 09:59

Wineduck ha scritto:Comunque qualcos'altro si è bevuto sabato... 8)
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Note su richiesta


Oltre a Gréal già richiesto (non era giovane?) sarei curioso di sapere com'erano i due jurassiani.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Nexus1990 » 30 set 2024 12:18

zampaflex ha scritto:
Wineduck ha scritto:Comunque qualcos'altro si è bevuto sabato... 8)
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Note su richiesta


(non era giovane?)

Il mio lo era. Buono, molto buono, ma molto giovane
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 30 set 2024 14:21

Nexus1990 ha scritto:Il mio lo era. Buono, molto buono, ma molto giovane


Avendo ancora ben impresso in mente il suo Hermitage "base" della stessa annata bevuto ormai 18 mesi or sono, Le Greal me lo aspettavo più giovane ma sinceramente non così giovane. Carnoso, polposo, affumicato...ok ma non molto di più. Aveva accanto un mostro di sinuosità, è vero, ma il confronto è stato impietoso: un blocco di marmo di Carrara vs. Simone Biles nella sua miglor prova al corpo libero. La metafora usando il marmo di Carrara non è casuale: la materia prima c'è tutta e di prim'ordine ma avrà bisogno ancora di anni per poter liberare tutto il suo potenziale.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 30 set 2024 14:30

zampaflex ha scritto:.... sarei curioso di sapere com'erano i due jurassiani.


Splendidi, letteralmente stupendi entrambi seppu molto diversi. Tournelle mi ha affascinato subito con la sua frutta bianca esplosiva in bocca: pesca bianca, pera e lychee ma condita con zenzero e un altro piccate che definirei polvere pirica (immaginando di assaggiarla al palato). Cavarodes invece era partito in sordina, mi sembrava più "polveroso", meno nitido e scoppiettante. In realtà è stato questione di tempo e poi ha raggiunto il contendente mostrando lo stesso livello di ampiezza e varietà aromatica pur mantenendo una piccola vena "wild". Sembra infatti un vino meno formale e meno "pettinato", forse un po' più "condadino" ma in senso buono. Se fosse italiano si potrebbe definire "valentiniano". In ogni caso sono entrambi dei fuoriclasse e sono curioso di verificare come evolveranno nel tempo.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Nexus1990 » 30 set 2024 16:08

Wineduck ha scritto:
Nexus1990 ha scritto:Il mio lo era. Buono, molto buono, ma molto giovane


Avendo ancora ben impresso in mente il suo Hermitage "base" della stessa annata bevuto ormai 18 mesi or sono, Le Greal me lo aspettavo più giovane ma sinceramente non così giovane. Carnoso, polposo, affumicato...ok ma non molto di più. Aveva accanto un mostro di sinuosità, è vero, ma il confronto è stato impietoso: un blocco di marmo di Carrara vs. Simone Biles nella sua miglor prova al corpo libero. La metafora usando il marmo di Carrara non è casuale: la materia prima c'è tutta e di prim'ordine ma avrà bisogno ancora di anni per poter liberare tutto il suo potenziale.

Curiosa coincidenza: anche io l’ho assaggiato accanto ad un vino di Rinaldi, uno splendido Brunate 2010. L’impressione è stata la stessa, il Barolo aveva proprio un’altra marcia in termini di piacevolezza. Poi tra 10 anni chissà cosa diventerà, la materia de Grèal era effettivamente impressionante
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda Wineduck » 19 ott 2024 11:20

Serata della bistecca fiorentina con un gruppo di amici, con bottiglie varie portate dai commensali:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda Wineduck » 19 ott 2024 11:26

Vincitore della serata il Brunello 2013 di Paradiso di Manfredi. È un prodotto che mi ha sempre impressionato bene anche in passato ma che ieri sera si è ulteriormente superato. Devo ammettere che negli ultimi anni ho perso il feeling con i sangiovese di Montalcino preferendo nettamente quelli più freschi e minerali del Chianti. Questo però è una bellissima eccezione con i suoi aromi di piccoli frutti rossi in evidenza che lo rendono almeno al naso un vino quasi solderiano. La bocca non è altrettanto leggiadra e scorrevole, ma è altrettanto densa di aromi di frutti rossi e dotata di una freschezza nettamente sopra la media del territorio. Le uniche perplessità che mi lascia questo vino riguardano la tenuta del tempo, ma sinceramente alla mia età non mi pongo più il problema di come sarà un vino fra 20 anni. In questo momento è buonissimo e per il futuro chi se ne frega! :D
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda Wineduck » 19 ott 2024 11:34

Il rosso di Salvioni 2017 se lo avessimo versato coperto tutti avrebbero detto Brunello. È piaciuto a tutti coloro che amano la Montalcino più tradizionale, più terrosa leggermente affumicato e soprattutto con un tannino decisamente virile. Quest'ultimo lo attribuirei ad un'annata calda che probabilmente non ha portato i polifenoli al giusto grado di maturità: il sorso infatti grattava leggermente le gengive anche dopo un paio d'ore di ossigenazione.

Avevamo tutti delle grandi aspettative dal Pergole 2009, ma purtroppo la bottiglia non era a posto. Un vino spento e lontano 1000 miglia dalla grazia che normalmente caratterizza questa etichetta. Probabilmente le cause sono state un mix di fattori fra un tappo che non ha lavorato bene e la conservazione in una cantina che in estate non è termoregolata. Fra i due però attribuirei più responsabilità al tappo che alla conservazione. Peccato! Presto ne riapriremo un'altra della stessa cassa e verificheremo le condizioni.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda ORSO85 » 19 ott 2024 13:08

Ho assaggiato anche il Brunello 2017 di Salvioni e ho avuto grossomodo le stesse impressioni.
Aggiungerei poco espressivo, peccato
[email protected] - https://www.instagram.com/tanadelvino/
Non spedisco il venerdì per evitare di lasciare il vostro vino in deposito dai corrieri.
Spedisco il giorno successivo alla visualizzazione del pagamento, consegna in 24/48h.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda Wineduck » 19 ott 2024 13:20

Questa la "ciccia" meravigliosa con cui abbiamo abbinato questi sangiovese: non mangiavo da anni una fiorentina così morbida ma saporita allo stesso tempo, cottura perfetta con carne rossa ma non sanguinolenta o eccessivamente "brodosa".
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... fall-winter 2024-25

Messaggioda Nexus1990 » 19 ott 2024 16:54

Wineduck ha scritto:Il rosso di Salvioni 2017 se lo avessimo versato coperto tutti avrebbero detto Brunello. È piaciuto a tutti coloro che amano la Montalcino più tradizionale, più terrosa leggermente affumicato e soprattutto con un tannino decisamente virile. Quest'ultimo lo attribuirei ad un'annata calda che probabilmente non ha portato i polifenoli al giusto grado di maturità: il sorso infatti grattava leggermente le gengive anche dopo un paio d'ore di ossigenazione.

Avevamo tutti delle grandi aspettative dal Pergole 2009, ma purtroppo la bottiglia non era a posto. Un vino spento e lontano 1000 miglia dalla grazia che normalmente caratterizza questa etichetta. Probabilmente le cause sono state un mix di fattori fra un tappo che non ha lavorato bene e la conservazione in una cantina che in estate non è termoregolata. Fra i due però attribuirei più responsabilità al tappo che alla conservazione. Peccato! Presto ne riapriremo un'altra della stessa cassa e verificheremo le condizioni.

Considero il Rosso di Salvioni 2017 una bellissima riuscita (molto meglio della 2018), l’ho assaggiato un paio di anni fa e i tannini erano belli vivi ma non mi sembravano così proibitivi, comunque avevo deciso di risentirlo sui 10 anni. Peccato per il Pergole :cry:
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Batti89 » 19 ott 2024 22:13

Wineduck ha scritto:È importante la luce nel vino: io ho sempre dei sospetti quando, versando vini maturi nel bicchiere, non vedo quel riflesso magico, quella scintilla rubino che mi colpisce, anche solo fugacemente, l'occhio. Quando vedo quella luce esaltata e moltiplicata dal colore del vino sorrido: le mie aspettative nei suoi confronti salgono e raramente sono rimasto deluso in presenza di quello scintillio.
È quello che mi è capitato ieri di fronte all'ennesima bottiglia di Tre Tine 2011 di Beppe Rinaldi. Questo vino non delude mai! Sul colore non credo di dover aggiungere altro se non che le meravigliose nuances granata ancora si intrecciano con i riflessi rubino creando un quadro visivo mobile e vivido. Al naso è meno sfacciato, decisamente più "piemontese" schivo e leggermente introverso come i suoi autori, Beppe e Marta per l'appunto. Il corredo olfattivo è da Barolo classico ma buono con l'anguria che si è fatta sempre più nitida e matura con il crescere dell'ossigenazione. Arriva però il momento del sorso e lì arriva l'esplosione sul palato che solo i grandi vini ti concedono: gerani, rose e karkadè ma anche tanta frutta con arancia rossa, melograno e ancora anguria. Un tocco di cenere a ricordare che siamo a Barolo e che il tempo è un incedere inarrestabile anche per i più giovanili. Il tannino c'è ma è avvolto nel velluto: accarezza, massaggia e tonifica la lingua e il palato con una precisione chirurgica. Una freschissima acidità perfettamente integrata sostiene tutta questa carezzevole materia con discrezione ma con totale fermezza.
Appartiene a quei vini che non ti stancherei mai di sorseggiare, che vorresti come compagni di riflessione per una notte intera, che ti rendono la vita meno amara quando devi rassegnarti ad accettare che non vedrai mai più una persona cara con cui hai condiviso più di vent'anni della tua vita. Anche in questo vino ci vedo delle similitudini: lontano dal clamore, sottovalutato da tutti ma con la stoffa del fuoriclasse. Era la mia ultima bottiglia, proprio come per te è stato "l'ultimo giro di giostra". Alla tua memoria!


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Leggendo le tue bellissime note di degustazione su questa bottiglia ho stappato l unica che avevo in cantina e, purtroppo, le sensazioni che mi ha dato sono totalmente diverse.
Già il colore manca della "luce" di cui parli virando verso un aranciato-mattonato.
Al naso tradisce eccessiva evoluzione, sopra ogni cosa si sente ciliegia sotto spirito e note di sherry. Poi in sottofondo emergono sentori nobili del nebbiolo invecchiato di goudron e liquirizia.
La bocca è corrispondente col naso dove si sentono intriganti note di sottobosco ma il tannino è però totalmente risolto e il sorso manca di allungo.
Vino scollinato, nulla a che vedere col fratello brunate pari annata (ultima bottiglia bevuta un paio d anni fa) e che ricordo essere vino stratosferico con tutto il meglio della 2011: vino sempre aperto e solare con sorso energico ma cremoso cesellato da tannini magistrali.
Bottiglia presa all uscita in enoteca di fiducia e sempre conservata a dovere, l avevo ceralaccata e il tappo era perfetto.
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Wineduck
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda Wineduck » 26 ott 2024 10:59

Batti89 ha scritto:
Leggendo le tue bellissime note di degustazione su questa bottiglia ho stappato l unica che avevo in cantina e, purtroppo, le sensazioni che mi ha dato sono totalmente diverse.
Già il colore manca della "luce" di cui parli virando verso un aranciato-mattonato.
Al naso tradisce eccessiva evoluzione, sopra ogni cosa si sente ciliegia sotto spirito e note di sherry. Poi in sottofondo emergono sentori nobili del nebbiolo invecchiato di goudron e liquirizia.
La bocca è corrispondente col naso dove si sentono intriganti note di sottobosco ma il tannino è però totalmente risolto e il sorso manca di allungo.
Vino scollinato, nulla a che vedere col fratello brunate pari annata (ultima bottiglia bevuta un paio d anni fa) e che ricordo essere vino stratosferico con tutto il meglio della 2011: vino sempre aperto e solare con sorso energico ma cremoso cesellato da tannini magistrali.
Bottiglia presa all uscita in enoteca di fiducia e sempre conservata a dovere, l avevo ceralaccata e il tappo era perfetto.


Purtroppo il problema dei tappi che non lavorano bene è sempre più frequente: non hanno il batterio incistato che produce il TCA ma compromettono comunque il regolare sviluppo evolutivo del vino o lo danneggiano seriamente. Sono bottiglie che al mio gruppo toscano di degustazione piace chiamare "mascarelllate" con riferimento al noto produttore di Castiglion Falletto che ha una percentuale storica di bottiglie rovinate dai tappi da far invidia alla collezione di scarpe di Maria Carey. A me è capitato recentemente con un Acclivi 2013 di Burlotto che mi ha (parzialmente) rovinato la festa di compleanno. Invece sul Tre Tine 2011 ho sempre trovato bottiglie perfette. Sul Brunate della stessa annata invece ho una sola stappatura e sinceramente non mi è sembrata al livello del fratello di cantina: ricordo un tannino abbastanza verde e leggermente graffiante. Ne aprirò un'altra in futuro e vi farò sapere.
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda alì65 » 26 ott 2024 11:06

Wineduck ha scritto:
Batti89 ha scritto:
Leggendo le tue bellissime note di degustazione su questa bottiglia ho stappato l unica che avevo in cantina e, purtroppo, le sensazioni che mi ha dato sono totalmente diverse.
Già il colore manca della "luce" di cui parli virando verso un aranciato-mattonato.
Al naso tradisce eccessiva evoluzione, sopra ogni cosa si sente ciliegia sotto spirito e note di sherry. Poi in sottofondo emergono sentori nobili del nebbiolo invecchiato di goudron e liquirizia.
La bocca è corrispondente col naso dove si sentono intriganti note di sottobosco ma il tannino è però totalmente risolto e il sorso manca di allungo.
Vino scollinato, nulla a che vedere col fratello brunate pari annata (ultima bottiglia bevuta un paio d anni fa) e che ricordo essere vino stratosferico con tutto il meglio della 2011: vino sempre aperto e solare con sorso energico ma cremoso cesellato da tannini magistrali.
Bottiglia presa all uscita in enoteca di fiducia e sempre conservata a dovere, l avevo ceralaccata e il tappo era perfetto.


Purtroppo il problema dei tappi che non lavorano bene è sempre più frequente: non hanno il batterio incistato che produce il TCA ma compromettono comunque il regolare sviluppo evolutivo del vino o lo danneggiano seriamente. Sono bottiglie che al mio gruppo toscano di degustazione piace chiamare "mascarelllate" con riferimento al noto produttore di Castiglion Falletto che ha una percentuale storica di bottiglie rovinate dai tappi da far invidia alla collezione di scarpe di Maria Carey. A me è capitato recentemente con un Acclivi 2013 di Burlotto che mi ha (parzialmente) rovinato la festa di compleanno. Invece sul Tre Tine 2011 ho sempre trovato bottiglie perfette. Sul Brunate della stessa annata invece ho una sola stappatura e sinceramente non mi è sembrata al livello del fratello di cantina: ricordo un tannino abbastanza verde e leggermente graffiante. Ne aprirò un'altra in futuro e vi farò sapere.


e pensa che con l'avvento della figlia le cose sono migliorate tantissimo; con il Citrico le bt erano da preghiera ogni volta che stappavi
diciamo che era un uomo "sincero" 8)
futuro roseo, si preannuncia un 2025 da urlo!!!
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Re: The Drunk Ducks' Nest ... spring-summer 2024

Messaggioda vinogodi » 26 ott 2024 11:08

alì65 ha scritto:
Wineduck ha scritto:
Batti89 ha scritto:
Leggendo le tue bellissime note di degustazione su questa bottiglia ho stappato l unica che avevo in cantina e, purtroppo, le sensazioni che mi ha dato sono totalmente diverse.
Già il colore manca della "luce" di cui parli virando verso un aranciato-mattonato.
Al naso tradisce eccessiva evoluzione, sopra ogni cosa si sente ciliegia sotto spirito e note di sherry. Poi in sottofondo emergono sentori nobili del nebbiolo invecchiato di goudron e liquirizia.
La bocca è corrispondente col naso dove si sentono intriganti note di sottobosco ma il tannino è però totalmente risolto e il sorso manca di allungo.
Vino scollinato, nulla a che vedere col fratello brunate pari annata (ultima bottiglia bevuta un paio d anni fa) e che ricordo essere vino stratosferico con tutto il meglio della 2011: vino sempre aperto e solare con sorso energico ma cremoso cesellato da tannini magistrali.
Bottiglia presa all uscita in enoteca di fiducia e sempre conservata a dovere, l avevo ceralaccata e il tappo era perfetto.


Purtroppo il problema dei tappi che non lavorano bene è sempre più frequente: non hanno il batterio incistato che produce il TCA ma compromettono comunque il regolare sviluppo evolutivo del vino o lo danneggiano seriamente. Sono bottiglie che al mio gruppo toscano di degustazione piace chiamare "mascarelllate" con riferimento al noto produttore di Castiglion Falletto che ha una percentuale storica di bottiglie rovinate dai tappi da far invidia alla collezione di scarpe di Maria Carey. A me è capitato recentemente con un Acclivi 2013 di Burlotto che mi ha (parzialmente) rovinato la festa di compleanno. Invece sul Tre Tine 2011 ho sempre trovato bottiglie perfette. Sul Brunate della stessa annata invece ho una sola stappatura e sinceramente non mi è sembrata al livello del fratello di cantina: ricordo un tannino abbastanza verde e leggermente graffiante. Ne aprirò un'altra in futuro e vi farò sapere.


e pensa che con l'avvento della figlia le cose sono migliorate tantissimo; con il Citrico le bt erano da preghiera ogni volta che stappavi
diciamo che era un uomo "sincero" 8)
...quoto...
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