Dedalus ha scritto:Che mi porti appresso quel "tono un po' da saputo" o come lo definì a suo tempo Bardamu "pedagogico" è purtroppo vero. Cerco di evitarlo o di moderarlo, ma quando la discussione si fa più intensa e coinvolta salta spesso fuori, insieme all'acuirsi della riflessione e all'approfondirsi dell'argomentazione. Me ne scuso, per quanto possa servire, ma in realtà quello che ne viene più danneggiato sono io stesso, come è chiaro. In tutta sincerità posso dire che se da una parte quel tono nasce dal fatto che se sostengo con forza una tesi è perché ne sono altrettanto fortemente convinto, dall'altra nasce dall'aspettativa che ci si dedichi all'argomento con altri argomenti, e dall'incontro di quelli esca qualche idea nuova, o più precisa, o altra.
Che io non preveda di cambiare troppo facilmente opinione è insomma vero, ma non perché non ne abbia la disponibilità, emotiva ed intellettuale. E' che pretendo (in questo facendo forse un errore, come dicevo a nebbiolino qualche giorno fa) che a farmela cambiare sia non tanto la generica bontà od utilità complessiva della posizione, ma l'incastrarsi (direi logico-formale, se fosse opportuno, ma non lo è) delle argomentazioni. Il risultato più frequente è che chi si trova investito di un peso (o anche pesantezza) critico che magari non si aspetta, anziché seguire l'invito al ragionamento serrato risponde con argomenti di altro tono, non sempre bendisposto. E qui si innesca il mio ulteriore inseguimento argomentativo. Ovviamente capita che anche io come altri reagisca con una certa intensità polemica, perché vivo l'aderenza stretta alla dialettica come una vera passione, e mi indispettisco un poco quando in risposta ottengo altro tenore di considerazioni, e finisce che anziché tirare fuori il meglio si tira fuori il peggio.
In compenso però ho sempre cercato di essere autocritico, ed oggi forse riesco ad esserlo in maniera più serena. Al netto di questo lungo passaggio autoanalitico-psicodrammatico, che immagino possa interessare poco, mentre da una parte ho finalmente deciso di tagliare definitivamente con quei rarissimi casi di conflittualità che evidentemente non possono e non potranno mai dare nulla di buono, dall'altra mi sto riproponendo di tornare a parlare più spesso di vino.
Per chiuderla, che mica era poi aperta. Apprezzo le persone come te che si mettono in gioco con lucidità, sia nei giudizi che, come in questo post, verso sè stessi. Diretti, senza voler evitare i contrasti, legittimi ma civili, che possono comunque nascere dalle diversità di carattere o di opinione.
Mi piacciono i confronti dialettici, ma sicuramente per mio limite, non riesco a perseguire la stessa tua intensità e come me, forse anche altri. Parlando di approcci un conto è quello al vino come passione, che son certo condividiamo in buona percentuale, un'altro conto è il come se ne parla qui. Capisco la tua impostazione e ruolo professionale ma in fondo si parla di vino e cibo, siamo in un forum, mica a Messa, quindi un po' di spensieratezza può essere fisiologica nello scrivere. Capita che, pour parler et pour jouer, ci si inventi correnti filosofiche (R.E.), scale di valutazione ipotetiche, gruppi di degustazione con nomi terribili, descrittori assurdi, soprannomi nobili e quant'altro. That's the forum, baby.
Per contro, proprio per il tuo essere serio e per l'educazione e la perseveranza del tuo argomentare sei indispensabile controaltare agli osti semplici buffoni, ai vinogodimenti erotici, ai comandanti beoni, ai tali-tali-taleban, agli iconoclasti per vocazione e perchè no, anche ai freak, c'est chic.
Bonne nuit.
Parla davvero più spesso di vino, che è sempre un piacere.